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Leandro Erlich – Un volo notturno dietro una finestra murata
Erlich realizza opere che utilizzano illusioni ottiche ed effetti sonori per scuotere le nostre nozioni di senso comune
Comunicato stampa
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Galleria Continua ha il piacere di ospitare nello spazio dell’Arco dei Becci di San Gimignano la personale dell’artista argentino Leandro Erlich dal titolo “Un volo notturno dietro una finestra murata”. Nel testo critico sulla mostra Nicolas Ballario scrive: “mi fa pensare che Leandro Erlich non abbia alcuna intenzione di rinunciare alla tensione del volo, ma che allo stesso tempo voglia scippare alla violenza questa possibilità e dunque riesce nell’ossimoro di riportare il cielo nel regno della terra. È una magia che riesce solo all’arte e Erlich ci invita a rinunciare a ogni istanza di certezza.”
Enfant prodige dell’arte contemporanea, Erlich espone per la prima volta all’età di diciotto anni al Centro Cultural Recoleta di Buenos Aires. Nel 2018, dopo una laurea in filosofia, partecipa a una residenza artistica al Museum of Fine Arts di Houston, Texas, dove concepisce due delle sue opere più celebri: “Swimming Pool” e “Living Room”. La consacrazione a livello internazionale avviene nel 2016 quando prende parte alla 49° Biennale di Venezia in rappresentanza dell’Argentina. Da allora si sono susseguite mostre personali in tutto il mondo, tra queste la grande retrospettiva al Palazzo Reale di Milano nel 2023.
Erlich si muove con estrema agilità tra linguaggi diversi, non solo installazioni, ma anche sculture, video e persino pittura, “mi piace pensare senza confini”. Afferma. “Ogni medium dovrebbe rimanere, appunto, un medium, non un obiettivo. Tutto ciò che mi permette di esprimere al meglio la natura di un’idea o che favorisce l’incontro con il pubblico è lo strumento adatto per realizzare l’opera. Penso che sia questo il motivo della natura multidisciplinare del mio lavoro”.
I dispositivi visivi, estetici e partecipativi creati da Leandro Erlich paiono sempre porre la verità e la realtà al limite estremo del loro stesso ambiguo paradosso ma, attraverso il loro dinamico e intimo eclettismo formale e strutturale, ritrovano un senso nella loro risorsa più forte: attivare quei nuovi ed imprevisti processi connessi ad una diversa osservazione di cose o situazioni abituali. Questa prospettiva rimanda a luoghi, storie, memorie, aspirazioni, desideri avvicendandoli in un ripensamento, criticamente complessivo, dell'apparenza. L’intenzione dichiarata è quella di consentire all’osservatore di passare dalla contemplazione alla partecipazione in una continua interpretazione di senso.
Erlich si serve di alcuni elementi ricorrenti per costruire le proprie opere. In questa mostra: la finestra di una casa, gli oblò di un aereo, piuttosto che piccole e impalpabili nuvole intrappolate in teche di vetro. Realizzate attraverso la sovrapposizione di una serie di lastre di vetro su ciascuna delle quali è riportata una stampa digitale ad inchiostro ceramico, “The Clouds”, sono tra le opere più poetiche e iconiche dell’artista. “Quelle nuvole in teca ci suggeriscono che “ per un po’ ” può essere meglio di “ per sempre “: le nuvole sono appunto il contrario della società umana, perché a differenza nostra non cercano stabilità e appena si accorgono di essere diventate riconoscibili cambiano aspetto, si dividono, si spostano per diventare cornici e confini. Erlich quindi scansa l’idea della performance a ogni costo e mette sotto vetro un simbolo della contraddizione e lo fa in maniera illogica e irrazionale, non dando risposte e anzi ponendo domande e instaurando dubbi, lontano da ogni forma di certezza e di autoritarismo (…)”, afferma Nicolas Ballario.
“Night Flight” cattura la veduta di un paesaggio notturno dall’oblò di un aereo in volo. “Questa di Erlich è una mostra aerea”, dichiara Ballario. “Lo vediamo da quel finestrino dal quale si può scorgere un paesaggio notturno. E tanto più sento parlare di Erlich come artista delle illusioni, quanto più mi convinco invece che le sue siano realtà, individuali e quotidiane. Certo c’è un contrasto, forse addirittura un conflitto perché siamo convinti di volare con i piedi ben piantati a terra, ma la verità è che finalmente quelle immagini viste dal finestrino non sono semplicemente una tratta aerea, ma la rappresentazione vivente dello spazio che ci troviamo a condividere con gli altri, sono patrimonio di tutte le persone che nel momento della visita sono in galleria, o fuori per i vicoli di San Gimignano e del mondo”.
Leandro Erlich gioca con la percezione delle cose; agendo sul ribaltamento delle nostre conoscenze ci insegna a guardare oltre i perimetri imposti come nel caso di “Blind Window”, una finestra murata sospesa a mezz’aria. Nel testo di Ballario si legge: “(…) chiude una finestra, ma per la prima volta una serie di mattoni impilati non costruisce un muro, anzi lo abbatte. Smonta i confini e allarga il nostro sguardo, riuscendo nell’impresa onirica di un’architettura che anziché proteggere espone. È una nuova concezione del mondo, anzi un nuovo mondo che ricorda il barone rampante di Calvino, l’adolescente che a dodici anni sale su un albero deciso a non scendere più, e in quella fuga racconta al mondo una nuova civiltà possibile. Senza sovrastrutture, dove la voglia di prevaricare, di essere protagonisti e di performare a ogni costo è sostituita dal desiderio di volare”.
Leandro Erlich è nato in Argentina nel 1973. Vive e lavora a Buenos Aires e Montevideo. Le sue opere pubbliche includono: “La Democracia del Símbolo”, un intervento congiunto presso il monumento dell'Obelisco e il Museo MALBA che nel 2015 affascina la città di Buenos Aires; “Maison Fond” che celebra la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico a Parigi (Nuit Blanche, 2015), opera tutt’ora in mostra permanente alla Gare du Nord; “Bâtiment”, una delle sue più celebri installazioni, realizzata per Nuit Blanche (Parigi 2004) poi riprodotta nei paesi di tutto il mondo (Francia, Regno Unito, Australia, Giappone, Argentina, Ucraina, Austria); “Ball Game” commissionata nel 2018 dal CIO per commemorare le Olimpiadi estive della gioventù a Buenos Aires; “Port of Reflections” esposto al MMCA (Seoul, Corea, 2014), al MUNTREF (Buenos Aires, 2016) e al Neuberger Museum of Art (New York, 2017); “Palimpsest” in mostra permanente alla Triennale d'arte Echigo-Tsumari (Kinare, Giappone, 2018).
Erlich ha ricevuto numerosi premi, tra cui: The Roy Neuberger Exhibition Award (New York, 2017), la Nomination per il Prix Marcel Duchamp (Parigi, 2006), l'UNESCO Award (Istanbul, 2001), El Premio Leonardo (Museo Nacional de Bellas Artes , Buenos Aires, 2000), el Fondo Nacional de las Artes (Buenos Aires, 1992).
Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre personali: El Museo del Barrio, New York (2001); MACRO Museo d'Arte Contemporanea di Roma (2006); Centre D'art Saint Nazaire, Francia (2005); PS1 MoMA, NY (2008); MOLAA, Long Beach (2010); Barbican Centre, Londra (2013); 21st Century Museum of Contemporary Art, Kanazawa, Giappone (2014); MMCA, Seoul, Corea (2014); MALBA, Buenos Aires (2015); ZKM, Germania (2015); Fundación Telefónica, Madrid, Spagna (2017); Neuberger Museum of Art, New York (2017); MORI Art Museum, Tokyo (2017/2018); HOW Art Museum, Shanghai (2018); MALBA, Buenos Aires, Argentina (2019); CAFAM, Pechino, Cina (2019); KAMU, Kanazawa, Giappone (2020); Voorlinden Museum, Olanda (2020); The Sea World Cultural Center, Shenzhen, Cina (2021); MFAH The Museum of Fine Arts, Houston, USA (2023); Palazzo Reale, Milano (2023), per citarne alcune.
Tra le mostre collettive ricordiamo: Nuit Blanche de Paris (2004); Palais de Tokyo, Parigi (2006); Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Spagna (2008); Fundación PROA, Buenos Aires (2009, 2013); Centre Georges Pompidou, Parigi (2011); Centquatre, Parigi (2011); MOT, Tokyo (2013); Shanghai Art Festival (2013); Spiral Garden, Tokyo (2017); Maison de l'Amérique Latine, Parigi (2018); Power Station of Art, Shanghai (2018). Tra le numerose biennali a cui ha preso parte: Biennale Mercosur (1997); 7° Biennale dell'Avana (2000); 7° Biennale di Istanbul (2001); 3° Biennale di Shanghai (2002); 1° Biennale di Busan, Corea (2002); 26° Biennale di San Paolo (2004); Biennale di Venezia (2001/2005); Triennale d'arte Echigo-Tsumari, Giappone (2006/2018); Palais de Tokyo, Parigi (2006); Biennale di Liverpool (2008); Biennale di Singapore (2008); 2° Biennale di Montevideo, Uruguay (2014); XIII° Bienal de Cuenca (2016); Bienal Sur, Buenos Aires (2017); Triennale di Echigo-Tsumari, Giappone (2018); Triennale di Setouchi, Giappone (2019); 1° Biennale Internazionale di Jinan, Cina (2020); Biennale di Bangkok, Tailandia (2020); Biennale di Chengdu, Cina (2021); Biennale di Macau, Macao (2021); Samoca Bienal Sur, Arabia Saudita (2023);
Il lavoro di Erlich è presente in molte collezioni private e pubbliche, tra cui: The Museum of Modern Art, Buenos Aires; Il Museum of Fine Arts, Houston; Tate Modern, Londra; Musée National d’Art Moderne, Centre Georges Pompidou, Parigi; 21st Century Museum of Art Kanazawa, Giappone; MACRO, Roma; Il Museo di Gerusalemme; FNAC, Francia; Ville de Paris et SCNF, Gare du Nord, Francia, Towada Art Center, Giappone.
Enfant prodige dell’arte contemporanea, Erlich espone per la prima volta all’età di diciotto anni al Centro Cultural Recoleta di Buenos Aires. Nel 2018, dopo una laurea in filosofia, partecipa a una residenza artistica al Museum of Fine Arts di Houston, Texas, dove concepisce due delle sue opere più celebri: “Swimming Pool” e “Living Room”. La consacrazione a livello internazionale avviene nel 2016 quando prende parte alla 49° Biennale di Venezia in rappresentanza dell’Argentina. Da allora si sono susseguite mostre personali in tutto il mondo, tra queste la grande retrospettiva al Palazzo Reale di Milano nel 2023.
Erlich si muove con estrema agilità tra linguaggi diversi, non solo installazioni, ma anche sculture, video e persino pittura, “mi piace pensare senza confini”. Afferma. “Ogni medium dovrebbe rimanere, appunto, un medium, non un obiettivo. Tutto ciò che mi permette di esprimere al meglio la natura di un’idea o che favorisce l’incontro con il pubblico è lo strumento adatto per realizzare l’opera. Penso che sia questo il motivo della natura multidisciplinare del mio lavoro”.
I dispositivi visivi, estetici e partecipativi creati da Leandro Erlich paiono sempre porre la verità e la realtà al limite estremo del loro stesso ambiguo paradosso ma, attraverso il loro dinamico e intimo eclettismo formale e strutturale, ritrovano un senso nella loro risorsa più forte: attivare quei nuovi ed imprevisti processi connessi ad una diversa osservazione di cose o situazioni abituali. Questa prospettiva rimanda a luoghi, storie, memorie, aspirazioni, desideri avvicendandoli in un ripensamento, criticamente complessivo, dell'apparenza. L’intenzione dichiarata è quella di consentire all’osservatore di passare dalla contemplazione alla partecipazione in una continua interpretazione di senso.
Erlich si serve di alcuni elementi ricorrenti per costruire le proprie opere. In questa mostra: la finestra di una casa, gli oblò di un aereo, piuttosto che piccole e impalpabili nuvole intrappolate in teche di vetro. Realizzate attraverso la sovrapposizione di una serie di lastre di vetro su ciascuna delle quali è riportata una stampa digitale ad inchiostro ceramico, “The Clouds”, sono tra le opere più poetiche e iconiche dell’artista. “Quelle nuvole in teca ci suggeriscono che “ per un po’ ” può essere meglio di “ per sempre “: le nuvole sono appunto il contrario della società umana, perché a differenza nostra non cercano stabilità e appena si accorgono di essere diventate riconoscibili cambiano aspetto, si dividono, si spostano per diventare cornici e confini. Erlich quindi scansa l’idea della performance a ogni costo e mette sotto vetro un simbolo della contraddizione e lo fa in maniera illogica e irrazionale, non dando risposte e anzi ponendo domande e instaurando dubbi, lontano da ogni forma di certezza e di autoritarismo (…)”, afferma Nicolas Ballario.
“Night Flight” cattura la veduta di un paesaggio notturno dall’oblò di un aereo in volo. “Questa di Erlich è una mostra aerea”, dichiara Ballario. “Lo vediamo da quel finestrino dal quale si può scorgere un paesaggio notturno. E tanto più sento parlare di Erlich come artista delle illusioni, quanto più mi convinco invece che le sue siano realtà, individuali e quotidiane. Certo c’è un contrasto, forse addirittura un conflitto perché siamo convinti di volare con i piedi ben piantati a terra, ma la verità è che finalmente quelle immagini viste dal finestrino non sono semplicemente una tratta aerea, ma la rappresentazione vivente dello spazio che ci troviamo a condividere con gli altri, sono patrimonio di tutte le persone che nel momento della visita sono in galleria, o fuori per i vicoli di San Gimignano e del mondo”.
Leandro Erlich gioca con la percezione delle cose; agendo sul ribaltamento delle nostre conoscenze ci insegna a guardare oltre i perimetri imposti come nel caso di “Blind Window”, una finestra murata sospesa a mezz’aria. Nel testo di Ballario si legge: “(…) chiude una finestra, ma per la prima volta una serie di mattoni impilati non costruisce un muro, anzi lo abbatte. Smonta i confini e allarga il nostro sguardo, riuscendo nell’impresa onirica di un’architettura che anziché proteggere espone. È una nuova concezione del mondo, anzi un nuovo mondo che ricorda il barone rampante di Calvino, l’adolescente che a dodici anni sale su un albero deciso a non scendere più, e in quella fuga racconta al mondo una nuova civiltà possibile. Senza sovrastrutture, dove la voglia di prevaricare, di essere protagonisti e di performare a ogni costo è sostituita dal desiderio di volare”.
Leandro Erlich è nato in Argentina nel 1973. Vive e lavora a Buenos Aires e Montevideo. Le sue opere pubbliche includono: “La Democracia del Símbolo”, un intervento congiunto presso il monumento dell'Obelisco e il Museo MALBA che nel 2015 affascina la città di Buenos Aires; “Maison Fond” che celebra la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico a Parigi (Nuit Blanche, 2015), opera tutt’ora in mostra permanente alla Gare du Nord; “Bâtiment”, una delle sue più celebri installazioni, realizzata per Nuit Blanche (Parigi 2004) poi riprodotta nei paesi di tutto il mondo (Francia, Regno Unito, Australia, Giappone, Argentina, Ucraina, Austria); “Ball Game” commissionata nel 2018 dal CIO per commemorare le Olimpiadi estive della gioventù a Buenos Aires; “Port of Reflections” esposto al MMCA (Seoul, Corea, 2014), al MUNTREF (Buenos Aires, 2016) e al Neuberger Museum of Art (New York, 2017); “Palimpsest” in mostra permanente alla Triennale d'arte Echigo-Tsumari (Kinare, Giappone, 2018).
Erlich ha ricevuto numerosi premi, tra cui: The Roy Neuberger Exhibition Award (New York, 2017), la Nomination per il Prix Marcel Duchamp (Parigi, 2006), l'UNESCO Award (Istanbul, 2001), El Premio Leonardo (Museo Nacional de Bellas Artes , Buenos Aires, 2000), el Fondo Nacional de las Artes (Buenos Aires, 1992).
Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre personali: El Museo del Barrio, New York (2001); MACRO Museo d'Arte Contemporanea di Roma (2006); Centre D'art Saint Nazaire, Francia (2005); PS1 MoMA, NY (2008); MOLAA, Long Beach (2010); Barbican Centre, Londra (2013); 21st Century Museum of Contemporary Art, Kanazawa, Giappone (2014); MMCA, Seoul, Corea (2014); MALBA, Buenos Aires (2015); ZKM, Germania (2015); Fundación Telefónica, Madrid, Spagna (2017); Neuberger Museum of Art, New York (2017); MORI Art Museum, Tokyo (2017/2018); HOW Art Museum, Shanghai (2018); MALBA, Buenos Aires, Argentina (2019); CAFAM, Pechino, Cina (2019); KAMU, Kanazawa, Giappone (2020); Voorlinden Museum, Olanda (2020); The Sea World Cultural Center, Shenzhen, Cina (2021); MFAH The Museum of Fine Arts, Houston, USA (2023); Palazzo Reale, Milano (2023), per citarne alcune.
Tra le mostre collettive ricordiamo: Nuit Blanche de Paris (2004); Palais de Tokyo, Parigi (2006); Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Spagna (2008); Fundación PROA, Buenos Aires (2009, 2013); Centre Georges Pompidou, Parigi (2011); Centquatre, Parigi (2011); MOT, Tokyo (2013); Shanghai Art Festival (2013); Spiral Garden, Tokyo (2017); Maison de l'Amérique Latine, Parigi (2018); Power Station of Art, Shanghai (2018). Tra le numerose biennali a cui ha preso parte: Biennale Mercosur (1997); 7° Biennale dell'Avana (2000); 7° Biennale di Istanbul (2001); 3° Biennale di Shanghai (2002); 1° Biennale di Busan, Corea (2002); 26° Biennale di San Paolo (2004); Biennale di Venezia (2001/2005); Triennale d'arte Echigo-Tsumari, Giappone (2006/2018); Palais de Tokyo, Parigi (2006); Biennale di Liverpool (2008); Biennale di Singapore (2008); 2° Biennale di Montevideo, Uruguay (2014); XIII° Bienal de Cuenca (2016); Bienal Sur, Buenos Aires (2017); Triennale di Echigo-Tsumari, Giappone (2018); Triennale di Setouchi, Giappone (2019); 1° Biennale Internazionale di Jinan, Cina (2020); Biennale di Bangkok, Tailandia (2020); Biennale di Chengdu, Cina (2021); Biennale di Macau, Macao (2021); Samoca Bienal Sur, Arabia Saudita (2023);
Il lavoro di Erlich è presente in molte collezioni private e pubbliche, tra cui: The Museum of Modern Art, Buenos Aires; Il Museum of Fine Arts, Houston; Tate Modern, Londra; Musée National d’Art Moderne, Centre Georges Pompidou, Parigi; 21st Century Museum of Art Kanazawa, Giappone; MACRO, Roma; Il Museo di Gerusalemme; FNAC, Francia; Ville de Paris et SCNF, Gare du Nord, Francia, Towada Art Center, Giappone.
13
luglio 2024
Leandro Erlich – Un volo notturno dietro una finestra murata
Dal 13 luglio al 18 agosto 2024
arte contemporanea
Location
GALLERIA CONTINUA
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
Orario di apertura
da lunedì a domenica 10-13 e 14-19
Vernissage
13 Luglio 2024, dalle 16 alle 20
Sito web
Ufficio stampa
SILVIA PICHINI
Autore
Autore testo critico