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Lecce e l’immagine della città fascista. Le opere pubbliche del II decennio
Questo progetto espositivo apre la sezione del museo MUST dedicata all’architettura contemporanea. Il museo pertanto si conferma un luogo di analisi e divulgazione a 360 gradi. Accanto alla collezione permanente dedicata alla scultura “made in Puglia” e alle mostre temporanee di arte contemporanea, il museo proporrà con continuità degli appuntamenti espositivi dedicati all’architettura.
Comunicato stampa
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Questo progetto espositivo apre la sezione del museo MUST dedicata all’architettura contemporanea. Il museo pertanto si conferma un luogo di analisi e divulgazione a 360 gradi. Accanto alla collezione permanente dedicata alla scultura “made in Puglia” e alle mostre temporanee di arte contemporanea, il museo proporrà con continuità degli appuntamenti espositivi dedicati all’architettura.
La mostra
Dopo decenni di atteggiamento demonizzante nei confronti dell’architettura fascista gli studi sull’argomento si sono di recente moltiplicati e si sono così considerate le personalità di maggiore spicco a livello nazionale e studiate le “tipologie fasciste”, architetture introdotte dal regime per lo più a fini socio-assistenziali.
La ricerca qui condotta tenta di colmare una palese lacuna di studi sull’architettura del regime a Lecce con un’indagine anzitutto sulle trasformazioni urbane e sugli strumenti pianificatori che le hanno governate ed in un secondo momento ed in modo più sistematico sulle opere pubbliche realizzate nel secondo decennio.
Sembra infatti che le opere di questo periodo abbiano superato l’ambivalenza sul tema dello “stile” caratterizzante il decennio precedente, abbiano tenuto a bada gli accenni avanguardisti/razionalisti che si diffondono in Europa ed appaiano più allineate a quell’”unità di indirizzi” che prende avvio sin dalla metà degli anni ’30 con le grandi opere romane della Città Universitaria e dell’EUR divenendo declinazioni di un’altra modernità che ha avuto in Italia espressioni ben più significative ed auliche.
Con gli strumenti del disegno, del rilievo e dell’indagine storico/archivistica e sulla base della lettura e interpretazione critica degli edifici analizzati (aspetti tipologici, morfologici, funzionali e costruttivi) si prendono in considerazione nel contesto locale gli edifici pubblici ritenuti più significativi, se ne ricostruiscono le vicende progettuali e costruttive che, con toni ed espressioni minori, riflettono quelle del contesto nazionale.
La mostra tenta di riconoscere, valorizzare, ed in qualche modo salvaguardare un patrimonio architettonico ancora in buona parte conservato, continuamente aggredito tuttavia da nuove destinazioni e funzioni cui questi pubblici contenitori sono chiamati ad assolvere.
Il progetto, promosso dal DICAR del Politecnico di Bari, in partnership con l’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Lecce e l’Istituto nazionale Bioarchitettura, rientra tra le attività della rassegna MUSTinART. Generazioni a confronto.
La mostra
Dopo decenni di atteggiamento demonizzante nei confronti dell’architettura fascista gli studi sull’argomento si sono di recente moltiplicati e si sono così considerate le personalità di maggiore spicco a livello nazionale e studiate le “tipologie fasciste”, architetture introdotte dal regime per lo più a fini socio-assistenziali.
La ricerca qui condotta tenta di colmare una palese lacuna di studi sull’architettura del regime a Lecce con un’indagine anzitutto sulle trasformazioni urbane e sugli strumenti pianificatori che le hanno governate ed in un secondo momento ed in modo più sistematico sulle opere pubbliche realizzate nel secondo decennio.
Sembra infatti che le opere di questo periodo abbiano superato l’ambivalenza sul tema dello “stile” caratterizzante il decennio precedente, abbiano tenuto a bada gli accenni avanguardisti/razionalisti che si diffondono in Europa ed appaiano più allineate a quell’”unità di indirizzi” che prende avvio sin dalla metà degli anni ’30 con le grandi opere romane della Città Universitaria e dell’EUR divenendo declinazioni di un’altra modernità che ha avuto in Italia espressioni ben più significative ed auliche.
Con gli strumenti del disegno, del rilievo e dell’indagine storico/archivistica e sulla base della lettura e interpretazione critica degli edifici analizzati (aspetti tipologici, morfologici, funzionali e costruttivi) si prendono in considerazione nel contesto locale gli edifici pubblici ritenuti più significativi, se ne ricostruiscono le vicende progettuali e costruttive che, con toni ed espressioni minori, riflettono quelle del contesto nazionale.
La mostra tenta di riconoscere, valorizzare, ed in qualche modo salvaguardare un patrimonio architettonico ancora in buona parte conservato, continuamente aggredito tuttavia da nuove destinazioni e funzioni cui questi pubblici contenitori sono chiamati ad assolvere.
Il progetto, promosso dal DICAR del Politecnico di Bari, in partnership con l’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Lecce e l’Istituto nazionale Bioarchitettura, rientra tra le attività della rassegna MUSTinART. Generazioni a confronto.
06
giugno 2014
Lecce e l’immagine della città fascista. Le opere pubbliche del II decennio
Dal 06 giugno al 06 luglio 2014
architettura
Location
MUST – MUSEO STORICO CITTA’ DI LECCE
Lecce, Via Degli Ammirati, 11, (Lecce)
Lecce, Via Degli Ammirati, 11, (Lecce)
Orario di apertura
Tutti i giorni (lunedì escluso)
mattina: 10,00 - 13.00; pomeriggio: 15.00-19.00
Vernissage
6 Giugno 2014, h 17.30
Curatore