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Lee Kit – Linger on, your lit-up shade
La personale presenta un percorso nato a stretto contatto con lo spazio espositivo, che narra le piccole cose del quotidiano.
Comunicato stampa
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Museo Casa Masaccio Centro per l'Arte Contemporanea ha il piacere di presentare la prima mostra personale in un’istituzione pubblica italiana di Lee Kit (*1978, Hong Kong).
Linger on, your lit-up shade, include dipinti, testi, suoni immersivi, proiezioni e video che, pensati nella maggior parte per le stanze di questa casa e frutto di un lungo soggiorno a San Giovanni Valdarno, articolano il percorso espositivo in un unico ampio racconto, come se si trattasse di una sola grande tela. Tra casualità e coincidenza, con passo vellutato e indole nostalgica, la pratica di Lee Kit si serve anche in questa occasione di una tavolozza di colori pastello che, addolcendo gli elementi più malinconici e poetici delle nostre personali narrative, si coniuga a semplici materiali di uso quotidiano. Saponette, tovagliette da tè, scatole di cartone e contenitori di plastica, oggetti banali che, nella loro nudità essenziale e con gesto discreto e sottile, danno voce all’abituale, a ciò che ritorna ogni giorno raccontando della realtà dentro cui sempre siamo, quella corporea e quella dei “dintorni del corpo”.
I lavori che abitano questo secolare spazio domestico confermano il fascino dell’artista per l’ordinario e per quel “quotidiano” che, in ragione della sua estrema familiarità, sfugge completamente all’attenzione e alla memoria del soggetto che vi è immerso. Senza andare a cercare tanto lontano, Lee Kit rintraccia ciò che ci è da sempre molto vicino e che spesso non sappiamo riconoscere per quello che è, le piccole cose con i resti e i riti della vita di tutti i giorni e, per evitare che anneghino nell’indifferenza, le lascia parlare per quello che esse sono.
Come afferma l’artista stesso, Linger on, your lit-up shade, - “narra di quei momenti e pensieri che sovvengono quando ci si sveglia in una stanza, con la luce del sole che splende attraverso la tenda della finestra, ovunque ci si trovi. Si tratta di quei momenti e pensieri che difficilmente possono essere condivisi. Tranquilli, silenziosi, luminosi, tristi e già passati” -.
Una band cantava una volta,
“Al primo amore non puoi sfuggire, al secondo amore provi pena”.
Dimentica l’amore. Ti chiedi cosa c'era tra la prima e la seconda catastrofe. (Dato che eri ancora vivo.) Era quella mattina, o una di quelle mattine. Come leggere le notizie del giorno, qualcosa è cambiato e ti da speranza. Hai avuto qualche brillante idea su un qualcosa. A proposito di una bella giornata, o sulla tua stessa vita nell’immediato futuro. Hai visto la luce dal più profondo del tuo io, e la felicità che nasce come un cane che corre. Dopo un po', ciò si mescola silenziosamente alla tristezza, senza lasciare alcuna traccia. Nella stessa mattina, nell’arco di un'ora o due, la felicità è sparita.
È emozione senza felicità. Forse ciò è catastrofico. Le cose che si nascondono dietro una smorzata solitudine indugiano discretamente sulla melodia di una bella canzone, come se il cantante smettesse di cantare all'improvviso mentre la musica continua ad andare. Una canzone triste in realtà non è poi così triste. Non puoi farci niente. (Lee Kit)
Linger on, your lit-up shade è stata possibile grazie al supporto della galleria Massimo De Carlo, Milano/Londra/Hong Kong
Lee Kit è nato nel 1978 a Hong Kong; vive e lavora tra Hong Kong e Taipei. Nel 2009, ha conseguito la laurea magistrale in discipline artistiche (MFA) presso l'Università cinese di Hong Kong e nello stesso anno è stato uno dei finalisti del Sovereign Asian Art Prize 2009-10. La pratica di Lee Kit comprende una vasta gamma di media che vanno dalla pittura al disegno, dal video all’installazione, sino al tessuto dipinto a mano. La tavolozza pastello, tipica di Lee, traduce e sottolinea le apparentemente criptiche, ma profonde, indagini e riflessioni sulle abitudini e le tracce che modellano le consuetudini del vivere quotidiano, con la varietà e la mutevolezza di emozioni che queste includono.
Tra le sue mostre personali: I wanna tell you something good about yourself, Hara Museum, Tokyo (settembre, 2018); Something you can’t leave behind, Massimo De Carlo, Hong Kong (2017); Lee Kit: Hold your breath, dance slowly, Walker Art Centre, Minneapolis (2016); A Small Sound in Your Head, SMAK, Gent (2016); You (you), Hong Kong Pavillion, 55a Biennale di Venezia, Venezia (2013); Every Breath You Take, Minsheng Art Museum, Shanghai (2012).
Le sue mostre collettive includono: All Watched Over by Machines of Loving Grace, Palais de Tokyo, Parigi (2017); The City, My Studio / The City, My Life, Kathmandu Triennale (2017); Jing Shen. The Act of Painting in Contemporary China, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2015); The Great Ephemeral, New Museum of Contemporary Art, New York (2015); Duchamp, UCCA, Pechino (2013); Printin', MoMA Museum of Modern Art, New York (2012); No Soul for Sale, Tate Modern, Londra (2010).
Linger on, your lit-up shade, include dipinti, testi, suoni immersivi, proiezioni e video che, pensati nella maggior parte per le stanze di questa casa e frutto di un lungo soggiorno a San Giovanni Valdarno, articolano il percorso espositivo in un unico ampio racconto, come se si trattasse di una sola grande tela. Tra casualità e coincidenza, con passo vellutato e indole nostalgica, la pratica di Lee Kit si serve anche in questa occasione di una tavolozza di colori pastello che, addolcendo gli elementi più malinconici e poetici delle nostre personali narrative, si coniuga a semplici materiali di uso quotidiano. Saponette, tovagliette da tè, scatole di cartone e contenitori di plastica, oggetti banali che, nella loro nudità essenziale e con gesto discreto e sottile, danno voce all’abituale, a ciò che ritorna ogni giorno raccontando della realtà dentro cui sempre siamo, quella corporea e quella dei “dintorni del corpo”.
I lavori che abitano questo secolare spazio domestico confermano il fascino dell’artista per l’ordinario e per quel “quotidiano” che, in ragione della sua estrema familiarità, sfugge completamente all’attenzione e alla memoria del soggetto che vi è immerso. Senza andare a cercare tanto lontano, Lee Kit rintraccia ciò che ci è da sempre molto vicino e che spesso non sappiamo riconoscere per quello che è, le piccole cose con i resti e i riti della vita di tutti i giorni e, per evitare che anneghino nell’indifferenza, le lascia parlare per quello che esse sono.
Come afferma l’artista stesso, Linger on, your lit-up shade, - “narra di quei momenti e pensieri che sovvengono quando ci si sveglia in una stanza, con la luce del sole che splende attraverso la tenda della finestra, ovunque ci si trovi. Si tratta di quei momenti e pensieri che difficilmente possono essere condivisi. Tranquilli, silenziosi, luminosi, tristi e già passati” -.
Una band cantava una volta,
“Al primo amore non puoi sfuggire, al secondo amore provi pena”.
Dimentica l’amore. Ti chiedi cosa c'era tra la prima e la seconda catastrofe. (Dato che eri ancora vivo.) Era quella mattina, o una di quelle mattine. Come leggere le notizie del giorno, qualcosa è cambiato e ti da speranza. Hai avuto qualche brillante idea su un qualcosa. A proposito di una bella giornata, o sulla tua stessa vita nell’immediato futuro. Hai visto la luce dal più profondo del tuo io, e la felicità che nasce come un cane che corre. Dopo un po', ciò si mescola silenziosamente alla tristezza, senza lasciare alcuna traccia. Nella stessa mattina, nell’arco di un'ora o due, la felicità è sparita.
È emozione senza felicità. Forse ciò è catastrofico. Le cose che si nascondono dietro una smorzata solitudine indugiano discretamente sulla melodia di una bella canzone, come se il cantante smettesse di cantare all'improvviso mentre la musica continua ad andare. Una canzone triste in realtà non è poi così triste. Non puoi farci niente. (Lee Kit)
Linger on, your lit-up shade è stata possibile grazie al supporto della galleria Massimo De Carlo, Milano/Londra/Hong Kong
Lee Kit è nato nel 1978 a Hong Kong; vive e lavora tra Hong Kong e Taipei. Nel 2009, ha conseguito la laurea magistrale in discipline artistiche (MFA) presso l'Università cinese di Hong Kong e nello stesso anno è stato uno dei finalisti del Sovereign Asian Art Prize 2009-10. La pratica di Lee Kit comprende una vasta gamma di media che vanno dalla pittura al disegno, dal video all’installazione, sino al tessuto dipinto a mano. La tavolozza pastello, tipica di Lee, traduce e sottolinea le apparentemente criptiche, ma profonde, indagini e riflessioni sulle abitudini e le tracce che modellano le consuetudini del vivere quotidiano, con la varietà e la mutevolezza di emozioni che queste includono.
Tra le sue mostre personali: I wanna tell you something good about yourself, Hara Museum, Tokyo (settembre, 2018); Something you can’t leave behind, Massimo De Carlo, Hong Kong (2017); Lee Kit: Hold your breath, dance slowly, Walker Art Centre, Minneapolis (2016); A Small Sound in Your Head, SMAK, Gent (2016); You (you), Hong Kong Pavillion, 55a Biennale di Venezia, Venezia (2013); Every Breath You Take, Minsheng Art Museum, Shanghai (2012).
Le sue mostre collettive includono: All Watched Over by Machines of Loving Grace, Palais de Tokyo, Parigi (2017); The City, My Studio / The City, My Life, Kathmandu Triennale (2017); Jing Shen. The Act of Painting in Contemporary China, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2015); The Great Ephemeral, New Museum of Contemporary Art, New York (2015); Duchamp, UCCA, Pechino (2013); Printin', MoMA Museum of Modern Art, New York (2012); No Soul for Sale, Tate Modern, Londra (2010).
23
giugno 2018
Lee Kit – Linger on, your lit-up shade
Dal 23 giugno al 09 settembre 2018
arte contemporanea
Location
CASA MASACCIO
San Giovanni Valdarno, Corso Italia, 83, (Arezzo)
San Giovanni Valdarno, Corso Italia, 83, (Arezzo)
Orario di apertura
feriali: 15-19
festivi: 10-12; 15-19
Vernissage
23 Giugno 2018, ore 19:00
Autore
Curatore