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L’Effetto metafsico
presentazione volume “L’Effetto metafsico”
Comunicato stampa
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Sabato 20 novembre alle 19.00 nel Salone dell’Ercole della Galleria nazionale d’arte moderna – Viale delle Belle Arti, 131 – si terrà la presentazione del volume L’effetto metafisico.1918-1968 attraverso le collezioni della Galleria nazionale d’arte moderna, a cura di Mario Ursino (Gangemi Editore).
Introduce: Maria Vittoria Marini Clarelli, Soprintendente alla Galleria nazionale d’arte moderna; intervengono: Maurizio Calvesi, Accademia dei Lincei; Paolo Picozza, presidente della Fondazione Giorgio e Isa De Chirico; Francesco Sisinni, direttore del Master in studi storico-artistici dell’Università LUMSA di Roma.
Con la pubblicazione del volume “L’effetto metafisico.1918-1968”, la Galleria nazionale d’arte moderna intende ricordare i cento anni dalla nascita della “pittura metafisica “, che si è manifestata, come è noto, con il primo dipinto metafisico di Giorgio de Chirico (10 luglio 1888-20 novembre 1978), “L’enigma di un pomeriggio d’autunno”, realizzato dal grande Maestro nel 1910 a Firenze.
E’ da questa singolare intuizione artistica e poetica che seguiranno le successive opere di de Chirico nel corso di quel fatidico decennio.
Il successo di questa scoperta, e lo stupore suscitato nel pubblico ma soprattutto negli ambienti delle avanguardie (prima a Parigi, poi nel resto d’Europa), ha aperto la strada successivamente nel 1924 al vasto movimento surrealista capeggiato da André Breton.
Ma lo studio del curatore Mario Ursino, nel celebrare i cento anni dalla nascita di questa singolare pittura, come già detto, mette in evidenza il fatto che la pittura metafisica di Giorgio de Chirico non abbia mai di per sé dato origine ad alcun “movimento” propriamente detto, contrariamente a quanto affermato da parte di molta critica passata a partire da uno dei primi studiosi sistematici delle opere del Maestro, il critico James Thrall Soby negli anni Cinquanta.
Viceversa, la pittura metafisica è nata da “una formazione tutta interna all’artista di pensieri e sensazioni (…) ma ne ha proiettato una nuova ed inedita suggestione, capace di suscitare nello spettatore non già sentimenti abituali, ma stati d’animo conturbanti e psicologie comunque “nuove” “, come ha scritto Maurizio Calvesi nel suo testo di presentazione del presente volume. E la data opportuna suggerita dal curatore Ursino dalla quale occorre partire per la comprensione e lo sviluppo di larga parte della futura pittura metafisica (o comunque ispirata da essa ) delle varie generazioni di artisti italiani e stranieri è, con buona probabilità, il 1918, l’anno in cui Carlo Carrà (1881-1966) dipinge il famoso quadro “L’ovale delle apparizioni”, oggi nelle collezioni della Galleria Nazionale d’arte Moderna.
Nello stesso tempo Giorgio de Chirico annunciava di virare con pari stravagante sorpresa verso lo studio e “la copia” delle opere dei grandi maestri del passato, incurante delle ostilità e della assoluta incomprensione anche da parte di coloro (salvo qualche rarissima eccezione) che l’avevano sostenuto e ammirato: in primis gli stessi surrealisti tanto debitori nei suoi riguardi. Oggi, per fortuna, gli studi recenti hanno messo bene in luce l’importanza e la qualità di quei lavori che devono essere considerati, senza alcun dubbio, anch’essi altrettanto “metafisici” Pertanto il percorso del potente influsso dell’”effetto metafisico”, suggerito in questo studio per exempla, riguarda una selezione di opere artisti italiani del Novecento dalle collezioni del museo, che partendo appunto dal noto dipinto di Carrà sopra menzionato, va a concludersi nel 1968, con un gruppo di lavori degli artisti della pop art romana (a cura di Marcella Cossu), non esenti da quella lontana suggestione dechirichiana.
Circa sessanta opere quindi, suddivise in otto sezioni, possono rappresentare come “l’effetto metafisico” giochi di volta in volta con temi classici della pittura tradizionale, quali gli oggetti, il ritratto e la figura, gli ambienti visitati all’insegna del “ritorno all’ordine” e del “realismo magico”, la natura morta e il paesaggio; per poi connotare persino talune espressioni non figurative e astratte influenzate dall’assunto dechirichiano quando il Maestro parla delle “ombre precise, geometriche”; per approdare infine sorprendentemente, come già detto, alle soluzioni neofigurative della pop art romana.
Introduce: Maria Vittoria Marini Clarelli, Soprintendente alla Galleria nazionale d’arte moderna; intervengono: Maurizio Calvesi, Accademia dei Lincei; Paolo Picozza, presidente della Fondazione Giorgio e Isa De Chirico; Francesco Sisinni, direttore del Master in studi storico-artistici dell’Università LUMSA di Roma.
Con la pubblicazione del volume “L’effetto metafisico.1918-1968”, la Galleria nazionale d’arte moderna intende ricordare i cento anni dalla nascita della “pittura metafisica “, che si è manifestata, come è noto, con il primo dipinto metafisico di Giorgio de Chirico (10 luglio 1888-20 novembre 1978), “L’enigma di un pomeriggio d’autunno”, realizzato dal grande Maestro nel 1910 a Firenze.
E’ da questa singolare intuizione artistica e poetica che seguiranno le successive opere di de Chirico nel corso di quel fatidico decennio.
Il successo di questa scoperta, e lo stupore suscitato nel pubblico ma soprattutto negli ambienti delle avanguardie (prima a Parigi, poi nel resto d’Europa), ha aperto la strada successivamente nel 1924 al vasto movimento surrealista capeggiato da André Breton.
Ma lo studio del curatore Mario Ursino, nel celebrare i cento anni dalla nascita di questa singolare pittura, come già detto, mette in evidenza il fatto che la pittura metafisica di Giorgio de Chirico non abbia mai di per sé dato origine ad alcun “movimento” propriamente detto, contrariamente a quanto affermato da parte di molta critica passata a partire da uno dei primi studiosi sistematici delle opere del Maestro, il critico James Thrall Soby negli anni Cinquanta.
Viceversa, la pittura metafisica è nata da “una formazione tutta interna all’artista di pensieri e sensazioni (…) ma ne ha proiettato una nuova ed inedita suggestione, capace di suscitare nello spettatore non già sentimenti abituali, ma stati d’animo conturbanti e psicologie comunque “nuove” “, come ha scritto Maurizio Calvesi nel suo testo di presentazione del presente volume. E la data opportuna suggerita dal curatore Ursino dalla quale occorre partire per la comprensione e lo sviluppo di larga parte della futura pittura metafisica (o comunque ispirata da essa ) delle varie generazioni di artisti italiani e stranieri è, con buona probabilità, il 1918, l’anno in cui Carlo Carrà (1881-1966) dipinge il famoso quadro “L’ovale delle apparizioni”, oggi nelle collezioni della Galleria Nazionale d’arte Moderna.
Nello stesso tempo Giorgio de Chirico annunciava di virare con pari stravagante sorpresa verso lo studio e “la copia” delle opere dei grandi maestri del passato, incurante delle ostilità e della assoluta incomprensione anche da parte di coloro (salvo qualche rarissima eccezione) che l’avevano sostenuto e ammirato: in primis gli stessi surrealisti tanto debitori nei suoi riguardi. Oggi, per fortuna, gli studi recenti hanno messo bene in luce l’importanza e la qualità di quei lavori che devono essere considerati, senza alcun dubbio, anch’essi altrettanto “metafisici” Pertanto il percorso del potente influsso dell’”effetto metafisico”, suggerito in questo studio per exempla, riguarda una selezione di opere artisti italiani del Novecento dalle collezioni del museo, che partendo appunto dal noto dipinto di Carrà sopra menzionato, va a concludersi nel 1968, con un gruppo di lavori degli artisti della pop art romana (a cura di Marcella Cossu), non esenti da quella lontana suggestione dechirichiana.
Circa sessanta opere quindi, suddivise in otto sezioni, possono rappresentare come “l’effetto metafisico” giochi di volta in volta con temi classici della pittura tradizionale, quali gli oggetti, il ritratto e la figura, gli ambienti visitati all’insegna del “ritorno all’ordine” e del “realismo magico”, la natura morta e il paesaggio; per poi connotare persino talune espressioni non figurative e astratte influenzate dall’assunto dechirichiano quando il Maestro parla delle “ombre precise, geometriche”; per approdare infine sorprendentemente, come già detto, alle soluzioni neofigurative della pop art romana.
20
novembre 2010
L’Effetto metafsico
20 novembre 2010
presentazione
Location
Vernissage
20 Novembre 2010, ore 19.00
Editore
GANGEMI
Curatore