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Legami di sangue
‘Legami di sangue’ è una rassegna espositiva che nasce per sottolineare questo antico legame tra Nord e Sud ma, rappresenta per il Museo di Nocciano anche l’occasione per festeggiare, a suo modo, i 150 anni dell’unità d’Italia.
Comunicato stampa
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L’Abruzzo è considerato da alcuni esperti dell’arte contemporanea una regione con un ruolo assolutamente irrilevante e marginale per quanto riguarda la ricerca, il mercato e le proposte culturali.
Tale condizione non permette la sopravvivenza degli artisti, i quali sono costretti, il più delle volte, ad abbandonare l’Abruzzo per cercare di affermarsi in quegli ambienti in cui l’arte ha un ruolo decisamente più importante.
Questa condizione è parte riconducile ad una scarsa fiducia che oggi la classe dirigente ha nei confronti dell’arte contemporanea. Ciò nonostante non bisogna considerare questo aspetto come l’unica causa della marginalità artistico - culturale dell’Abruzzo.
Nel ventennio compreso tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’90 l’arte contemporanea abruzzese è stata aiutata e finanziata con importanti somme di denaro: pertanto quello che è mancato non è stata l’illuminazione della politica, ma una progettualità degli operatori culturali condizionata da interessi personali e, inevitabilmente con scarsi risultati a lungo termine.
A questo provincialismo, tipicamente meridionale, si aggiungono i limiti e le difficoltà di una regione sia da un punto di vista geografico che demografico. L’Abruzzo ha la fortuna-sfortuna di avere vicino a sé una città come Roma. Quest’aspetto, da un lato, può rivelarsi un punto di forza ma, dall’altro, può trasformarsi in un costante pericolo: stimola, infatti, la fuga dei cervelli e limita una progettualità innovativa costantemente posta a confronto con le proposte culturali dell’area romana. A questo handicap si aggiunge l’assenza in Abruzzo di un grande centro abitato che garantisce maggiori risorse e un utenza più corposa per quanto riguarda l’interesse nei confronti dell’arte. L’unico luogo che potrebbe fare da polo attrattore è proprio la città di Pescara che però nasce e si presenta all’esterno con un’anima commerciale e con un passato culturale troppo debole per assumere questo ruolo.
Anche se la situazione attuale non si presenta rosea in passato non è stato sempre così. Volendo tornare indietro di parecchi secoli si scopre che questa regione aveva un appeal decisamente diverso. Pur non avendo grandi città ed importanti risorse era un luogo in cui molti artisti decidevano di trasferirsi per migliorare la propria condizione economica. La fuga delle maestranze lombarde e degli artisti milanesi in Abruzzo è durata per diversi secoli a partire dalla fine del 1300 fino al 1600 inoltrato. A dimostrazione di ciò esistono diversi documenti d’archivio che certificano l’incredibile numero di botteghe di artisti lombardi (soprattutto scultori ed orefici) che si aprirono a L’Aquila e in tutta la sua provincia. Gli artisti, oltre ad importare in Abruzzo il loro ‘linguaggio estetico’, hanno costituito importanti legami con famiglie locali dando vita ad una fusione, non solo creativa, ma anche genetica.
Se in passato erano i lombardi a scendere in Abruzzo per trovare gloria ed onori, in età contemporanea sono gli artisti abruzzesi che vedono in Milano la città dalle grandi opportunità.
Il sistema galleristico milanese, così come la presenza massiccia di collezionisti d’arte, spazi espositivi e attività fieristiche rendono più facile in Lombardia la vita degli artisti e degli operatori culturali, nonostante la crisi economica degli ultimi anni.
Due regioni, l’Abruzzo e la Lombardia, che potrebbero considerarsi ‘sorelle’ visto gli aspetti in comune e quel legame di ‘sangue’ che le unisce da diversi secoli.
Questa breve e sintetica analisi di due territori a confronto è alla base della mostra ‘Legami di sangue’ proposta nel Museo di Arte Contemporanea di Nocciano come strumento per capire e conoscere i punti di forza e di debolezza di due luoghi così lontani e, allo stesso tempo, così vicini.
‘Legami di sangue’, infatti, pone a confronto 5 artisti lombardi e 5 artisti abruzzesi, a cui si aggiungono operatori ed esperti del settore di entrambe le regioni che avranno la possibilità di discutere insieme per trovare nuove soluzioni e nuovi legami che potranno tornare utili alle due realtà regionali.
Questa occasione culturale servirà all’Abruzzo per studiare la metodologia lombarda sul fronte dell’economia e del mercato dell’arte, mentre servirà alla Lombardia per intercettare nuove risorse umane (gli artisti) da immettere nel proprio sistema. I nomi scelti per questa mostra sono, per l’Abruzzo, Andrea Berardinucci, Igor Cascella, Carlo Federico, Alessandro Rietti e Giacomo Sabatini, mentre per la Lombardia, Lisa Dalfino, Igino De Luca, Luigi D’Eugenio, Valentina Garbagnati e gli U.S.O. + Selfish (Giovanni Antignano, Matteo Milani e Federico Placidi).
Ognuno di loro presenterà un lavoro che esprima al meglio il proprio linguaggio creativo tenendo in considerazione il tema principe della mostra.
‘Legami di sangue’ è una rassegna espositiva che nasce per sottolineare questo antico legame tra Nord e Sud ma, rappresenta per il Museo di Nocciano anche l’occasione per festeggiare, a suo modo, i 150 anni dell’unità d’Italia.
La mostra sarà inaugurata domenica 5 dicembre alle ore 17.00. Interverranno, oltre agli artisti precedentemente elencati, Ivan D’Alberto, direttore del Museo di Arte Contemporanea di Nocciano, Maria Presutto, esperta e conoscitrice del sistema artistico lombardo, Giorgio Fedeli, rappresentante dello spazio milanese Visualcontainer e Benedetta Spalletti, responsabile della galleria Vistamare di Pescara. La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico fino al 9 gennaio 2010 nei giorni di sabato, dalle 10.30 alla 12.30, e di domenica dalle 16.30 alle 19.30.
Per info. contattare il 347.9558158 o l’indirizzo di posta elettronica musart.cont.nocciano@alce.it
Grazie per l’attenzione,
l’addetto stampa del MAAAC di Nocciano.
Tale condizione non permette la sopravvivenza degli artisti, i quali sono costretti, il più delle volte, ad abbandonare l’Abruzzo per cercare di affermarsi in quegli ambienti in cui l’arte ha un ruolo decisamente più importante.
Questa condizione è parte riconducile ad una scarsa fiducia che oggi la classe dirigente ha nei confronti dell’arte contemporanea. Ciò nonostante non bisogna considerare questo aspetto come l’unica causa della marginalità artistico - culturale dell’Abruzzo.
Nel ventennio compreso tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’90 l’arte contemporanea abruzzese è stata aiutata e finanziata con importanti somme di denaro: pertanto quello che è mancato non è stata l’illuminazione della politica, ma una progettualità degli operatori culturali condizionata da interessi personali e, inevitabilmente con scarsi risultati a lungo termine.
A questo provincialismo, tipicamente meridionale, si aggiungono i limiti e le difficoltà di una regione sia da un punto di vista geografico che demografico. L’Abruzzo ha la fortuna-sfortuna di avere vicino a sé una città come Roma. Quest’aspetto, da un lato, può rivelarsi un punto di forza ma, dall’altro, può trasformarsi in un costante pericolo: stimola, infatti, la fuga dei cervelli e limita una progettualità innovativa costantemente posta a confronto con le proposte culturali dell’area romana. A questo handicap si aggiunge l’assenza in Abruzzo di un grande centro abitato che garantisce maggiori risorse e un utenza più corposa per quanto riguarda l’interesse nei confronti dell’arte. L’unico luogo che potrebbe fare da polo attrattore è proprio la città di Pescara che però nasce e si presenta all’esterno con un’anima commerciale e con un passato culturale troppo debole per assumere questo ruolo.
Anche se la situazione attuale non si presenta rosea in passato non è stato sempre così. Volendo tornare indietro di parecchi secoli si scopre che questa regione aveva un appeal decisamente diverso. Pur non avendo grandi città ed importanti risorse era un luogo in cui molti artisti decidevano di trasferirsi per migliorare la propria condizione economica. La fuga delle maestranze lombarde e degli artisti milanesi in Abruzzo è durata per diversi secoli a partire dalla fine del 1300 fino al 1600 inoltrato. A dimostrazione di ciò esistono diversi documenti d’archivio che certificano l’incredibile numero di botteghe di artisti lombardi (soprattutto scultori ed orefici) che si aprirono a L’Aquila e in tutta la sua provincia. Gli artisti, oltre ad importare in Abruzzo il loro ‘linguaggio estetico’, hanno costituito importanti legami con famiglie locali dando vita ad una fusione, non solo creativa, ma anche genetica.
Se in passato erano i lombardi a scendere in Abruzzo per trovare gloria ed onori, in età contemporanea sono gli artisti abruzzesi che vedono in Milano la città dalle grandi opportunità.
Il sistema galleristico milanese, così come la presenza massiccia di collezionisti d’arte, spazi espositivi e attività fieristiche rendono più facile in Lombardia la vita degli artisti e degli operatori culturali, nonostante la crisi economica degli ultimi anni.
Due regioni, l’Abruzzo e la Lombardia, che potrebbero considerarsi ‘sorelle’ visto gli aspetti in comune e quel legame di ‘sangue’ che le unisce da diversi secoli.
Questa breve e sintetica analisi di due territori a confronto è alla base della mostra ‘Legami di sangue’ proposta nel Museo di Arte Contemporanea di Nocciano come strumento per capire e conoscere i punti di forza e di debolezza di due luoghi così lontani e, allo stesso tempo, così vicini.
‘Legami di sangue’, infatti, pone a confronto 5 artisti lombardi e 5 artisti abruzzesi, a cui si aggiungono operatori ed esperti del settore di entrambe le regioni che avranno la possibilità di discutere insieme per trovare nuove soluzioni e nuovi legami che potranno tornare utili alle due realtà regionali.
Questa occasione culturale servirà all’Abruzzo per studiare la metodologia lombarda sul fronte dell’economia e del mercato dell’arte, mentre servirà alla Lombardia per intercettare nuove risorse umane (gli artisti) da immettere nel proprio sistema. I nomi scelti per questa mostra sono, per l’Abruzzo, Andrea Berardinucci, Igor Cascella, Carlo Federico, Alessandro Rietti e Giacomo Sabatini, mentre per la Lombardia, Lisa Dalfino, Igino De Luca, Luigi D’Eugenio, Valentina Garbagnati e gli U.S.O. + Selfish (Giovanni Antignano, Matteo Milani e Federico Placidi).
Ognuno di loro presenterà un lavoro che esprima al meglio il proprio linguaggio creativo tenendo in considerazione il tema principe della mostra.
‘Legami di sangue’ è una rassegna espositiva che nasce per sottolineare questo antico legame tra Nord e Sud ma, rappresenta per il Museo di Nocciano anche l’occasione per festeggiare, a suo modo, i 150 anni dell’unità d’Italia.
La mostra sarà inaugurata domenica 5 dicembre alle ore 17.00. Interverranno, oltre agli artisti precedentemente elencati, Ivan D’Alberto, direttore del Museo di Arte Contemporanea di Nocciano, Maria Presutto, esperta e conoscitrice del sistema artistico lombardo, Giorgio Fedeli, rappresentante dello spazio milanese Visualcontainer e Benedetta Spalletti, responsabile della galleria Vistamare di Pescara. La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico fino al 9 gennaio 2010 nei giorni di sabato, dalle 10.30 alla 12.30, e di domenica dalle 16.30 alle 19.30.
Per info. contattare il 347.9558158 o l’indirizzo di posta elettronica musart.cont.nocciano@alce.it
Grazie per l’attenzione,
l’addetto stampa del MAAAC di Nocciano.
05
dicembre 2010
Legami di sangue
Dal 05 dicembre 2010 al 09 gennaio 2011
arte contemporanea
Location
MUSEO E ARCHIVIO DEGLI ARTISTI ABRUZZESI CONTEMPORANEI – CASTELLO
Nocciano, Largo Madonna Del Piano, 1, (Pescara)
Nocciano, Largo Madonna Del Piano, 1, (Pescara)
Orario di apertura
nei giorni di sabato, dalle 10.30 alla 12.30, e di domenica dalle 16.30 alle 19.30.
Vernissage
5 Dicembre 2010, ore 17
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