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legañas
SpazioA è lieta di presentare, sabato 02 Marzo 2024, nella project space della galleria legañas, la prima mostra
personale dell’artista cileno Vicente Baeza in Italia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
SpazioA è lieta di presentare, sabato 02 Marzo 2024, nella project space della galleria legañas, la prima mostra
personale dell’artista cileno Vicente Baeza in Italia.
I dipinti sono senza dubbio sovraccarichi.
Dentro di essi fluttuano anelli e fiori che assomigliano a galassie o rami tra il fogliame.
I supporti sono sempre di grandi dimensioni e semplici: carta da parati, cartone ondulato, zanzariere e persiane.
Ma la cosa più importante per l’artista, che forse il visitatore potrebbe non notare a prima vista, è la storia degli
interventi a cui tali superfici sono state esposte.
Per esempio, invece di muovere un pennello sulla superficie, Baeza ha creato un meccanismo per fare il contrario:
tenere il pennello immobile e muovere al suo posto la superficie. Il pennello è appeso con un’asta al soffitto, ed
è la carta da parati stesa sotto a muoversi in diverse direzioni entro i confini dell’atelier. Per un altro lavoro, la
superficie rettangolare è stata trascinata fuori mentre veniva schiacciata dal materasso dell’artista, imprimendo,
a livello materiale e simbolico, un secondo, intimo rettangolo grazie alla rugosità dell’asfalto del suo quartiere.
Pioggia, ceci, stelle o torchi sono passati attraverso i lavori esposti per accogliere, in maniera non gerarchica, spazi
ed esperienze come co-creatori di una immagine sospesa.
L’espressione “immagine sospesa” è appropriata perché non si tratta di un’immagine pre-programmata; l’immagine
non esiste come traccia prima del processo di realizzazione, ma è cristallizzata dal processo stesso. Nemmeno il
formato finale dei lavori è predefinito, né quale dei due lati sarà il davanti o il dietro. Le sorprese annidate in verbi
come strofinare, impastare, sfregare o impregnare sono responsabili del fatto che i supporti industriali si logorano,
piegano, girano e diventano, in sintesi, ricettacoli di spazi privati. Il colore (pigmenti, acrilici, tinture, e altro) è
dunque il medium, nel senso letterale della parola, che fa sì che questa serie di operazioni lasci il suo segno in
forma di linee, angoli, ombre, consistenze, macchie e strati intersecanti.
Forse all’inizio questa varietà di applicazioni del colore definisce i lavori dal punto di vista formale. Ma proprio
come quando uno si strofina gli occhi per allontanare il sonno (in spagnolo legañas sono le cispe) e vederci più
chiaro, non serve un lungo sfregamento per riconoscere nei quadri le vestigia di lunghi viaggi, la statica palpabile
che emana dalle loro superfici.
(I lavori sono stati prodotti con il supporto di Make Eindhoven)
...................................................................................................................................................................................................
Vicente Baeza (nato nel 1992 a Santiago del Cile. Vive e lavora ad Amsterdam) ha studiato arte alla Pontificia Universidad
Católica de Chile (2016), e completato il programma post-accademico De Ateliers (2022) ad Amsterdam.
Ha partecipato come residente all’ultima edizione dell’Artists’ Research Laboratory (CSAV) presso la Fondazione Antonio Ratti di Como (2023), e attualmente sta prendendo parte a una residenza al laboratorio di tecniche grafiche del Make Eindhoven, dove ha avuto lo spazio per sperimentare con materiali e tecniche di incisione.
Tra le mostre segnaliamo: È ora di alzarsi. Fondazione Antonio Ratti, Como, IT (2023); Echo, as part of Offspring, De Ateliers,
Amsterdam, NL (2022); Admiring the peaceful sparkles of insignificance. Langkatstraat 15. Amsterdam, NL (2022); Looking in to
look out. Punt WG. Amsterdam, NL (2021); Video Club July. Proyecto Marisol. Santiago, CL (2020); Calculadamente Impreciso.
Proyecto MMXVII. Santiago, Chile (2019); Patio de luz. 13 Jardines Proyectos de Arte. Santiago, CL (2019).
personale dell’artista cileno Vicente Baeza in Italia.
I dipinti sono senza dubbio sovraccarichi.
Dentro di essi fluttuano anelli e fiori che assomigliano a galassie o rami tra il fogliame.
I supporti sono sempre di grandi dimensioni e semplici: carta da parati, cartone ondulato, zanzariere e persiane.
Ma la cosa più importante per l’artista, che forse il visitatore potrebbe non notare a prima vista, è la storia degli
interventi a cui tali superfici sono state esposte.
Per esempio, invece di muovere un pennello sulla superficie, Baeza ha creato un meccanismo per fare il contrario:
tenere il pennello immobile e muovere al suo posto la superficie. Il pennello è appeso con un’asta al soffitto, ed
è la carta da parati stesa sotto a muoversi in diverse direzioni entro i confini dell’atelier. Per un altro lavoro, la
superficie rettangolare è stata trascinata fuori mentre veniva schiacciata dal materasso dell’artista, imprimendo,
a livello materiale e simbolico, un secondo, intimo rettangolo grazie alla rugosità dell’asfalto del suo quartiere.
Pioggia, ceci, stelle o torchi sono passati attraverso i lavori esposti per accogliere, in maniera non gerarchica, spazi
ed esperienze come co-creatori di una immagine sospesa.
L’espressione “immagine sospesa” è appropriata perché non si tratta di un’immagine pre-programmata; l’immagine
non esiste come traccia prima del processo di realizzazione, ma è cristallizzata dal processo stesso. Nemmeno il
formato finale dei lavori è predefinito, né quale dei due lati sarà il davanti o il dietro. Le sorprese annidate in verbi
come strofinare, impastare, sfregare o impregnare sono responsabili del fatto che i supporti industriali si logorano,
piegano, girano e diventano, in sintesi, ricettacoli di spazi privati. Il colore (pigmenti, acrilici, tinture, e altro) è
dunque il medium, nel senso letterale della parola, che fa sì che questa serie di operazioni lasci il suo segno in
forma di linee, angoli, ombre, consistenze, macchie e strati intersecanti.
Forse all’inizio questa varietà di applicazioni del colore definisce i lavori dal punto di vista formale. Ma proprio
come quando uno si strofina gli occhi per allontanare il sonno (in spagnolo legañas sono le cispe) e vederci più
chiaro, non serve un lungo sfregamento per riconoscere nei quadri le vestigia di lunghi viaggi, la statica palpabile
che emana dalle loro superfici.
(I lavori sono stati prodotti con il supporto di Make Eindhoven)
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Vicente Baeza (nato nel 1992 a Santiago del Cile. Vive e lavora ad Amsterdam) ha studiato arte alla Pontificia Universidad
Católica de Chile (2016), e completato il programma post-accademico De Ateliers (2022) ad Amsterdam.
Ha partecipato come residente all’ultima edizione dell’Artists’ Research Laboratory (CSAV) presso la Fondazione Antonio Ratti di Como (2023), e attualmente sta prendendo parte a una residenza al laboratorio di tecniche grafiche del Make Eindhoven, dove ha avuto lo spazio per sperimentare con materiali e tecniche di incisione.
Tra le mostre segnaliamo: È ora di alzarsi. Fondazione Antonio Ratti, Como, IT (2023); Echo, as part of Offspring, De Ateliers,
Amsterdam, NL (2022); Admiring the peaceful sparkles of insignificance. Langkatstraat 15. Amsterdam, NL (2022); Looking in to
look out. Punt WG. Amsterdam, NL (2021); Video Club July. Proyecto Marisol. Santiago, CL (2020); Calculadamente Impreciso.
Proyecto MMXVII. Santiago, Chile (2019); Patio de luz. 13 Jardines Proyectos de Arte. Santiago, CL (2019).
02
marzo 2024
legañas
Dal 02 marzo al 04 maggio 2024
arte contemporanea
Location
SPAZIOA GALLERY
Pistoia, Via Amati, 13, (Pistoia)
Pistoia, Via Amati, 13, (Pistoia)
Orario di apertura
mart - sab. : 11 - 14 / 15 - 19
Vernissage
2 Marzo 2024, 15-20
Autore