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Leggero come il ferro
L’arte di Sante Mingazzi nell’archivio fotografico delle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nel mese in cui la città di Bologna si anima per la seconda biennale di Foto/Industria 2015,
organizzata dalla Fondazione MAST, Genus Bononaie. Musei nella Città presenta la mostra
di fotografie d’epoca dedicate alla produzione artistica del fabbro Sante Mingazzi.
Per l’occasione vengono esposte 200 riproduzioni tratte dalle antiche lastre fotografiche
dell’officina Mingazzi, per raccontare la storia di un artista del ferro battuto, oggi quasi
dimenticato. I suoi raffinati lavori ispirati a fiori, petali e volute vegetali in stile Art Nouveau
attirarono l’attenzione di Alfonso Rubbiani che lo portò a lavorare per l’Aemilia Ars.
Tutt’oggi camminando per le strade del centro di Bologna è possibile ammirare tanti
manufatti realizzati dal fabbro Sante Mingazzi: dalla pensilina esterna in via D’Azeglio 34, Ex
Pasticceria Rovinazzi oggi libreria Mondadori, alla lunetta del portone di Palazzo Bonora (Via
Santo Stefano 18) disegnata dall’architetto Collamarini e realizzata da Mingazzi.
La mostra, attraverso un racconto per immagini, cerca di approfondire la vicenda
personale e artistica di Mingazzi per restituirgli quel posto nella storia che gli spetta, al fianco
dei grandi fabbri italiani di inizio secolo: Alessandro Mazzucotelli, Alberto Calligaris, Umberto
Bellotto, Carlo Rizzarda, i Matteucci, Emilio Prazio.
FONDO MINGAZZI
Nel 1985 Angela Mingazzi dona alla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna
l’archivio fotografico di gran parte della produzione del padre. Oggi è conservato presso la
Biblioteca d’Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale, e il fondo è composto da oltre 500
lastre con le quali Mingazzi, dimostrando un precoce spirito imprenditoriale, promuoveva la
propria officina sfruttando la fotografia, nuovo e potente mezzo per la comunicazione
pubblicitaria.
SANTE MINGAZZI
Nato a Ravenna nel 1867 viene descritto come un bambino fin da subito attratto
dall’arte del ferro. Orfano, giunge a Bologna dove erano attivi i Maccaferri, eredi di una
famiglia che, come suggerisce il nome, esercitava da secoli il mestiere del fabbro. Qui compie il
suo apprendistato specializzandosi nella lavorazione artistica e cominciando a farsi un nome
nel panorama cittadino.
Nel 1898 apre la sua bottega in via Santo Stefano, al n. 28. L’insegna posta sopra la porta è
oggi conservata al Museo Davia Bargellini.
La sua fama cresce al punto che nel 1912 viene nominato Cavaliere del Lavoro. Muore nel
1922. Nel 1982 il Comune di Bologna rese omaggio a Mingazzi titolando a suo nome una
rotonda in zona Roveri, giustamente tra via del Fonditore e via del Fresatore.
organizzata dalla Fondazione MAST, Genus Bononaie. Musei nella Città presenta la mostra
di fotografie d’epoca dedicate alla produzione artistica del fabbro Sante Mingazzi.
Per l’occasione vengono esposte 200 riproduzioni tratte dalle antiche lastre fotografiche
dell’officina Mingazzi, per raccontare la storia di un artista del ferro battuto, oggi quasi
dimenticato. I suoi raffinati lavori ispirati a fiori, petali e volute vegetali in stile Art Nouveau
attirarono l’attenzione di Alfonso Rubbiani che lo portò a lavorare per l’Aemilia Ars.
Tutt’oggi camminando per le strade del centro di Bologna è possibile ammirare tanti
manufatti realizzati dal fabbro Sante Mingazzi: dalla pensilina esterna in via D’Azeglio 34, Ex
Pasticceria Rovinazzi oggi libreria Mondadori, alla lunetta del portone di Palazzo Bonora (Via
Santo Stefano 18) disegnata dall’architetto Collamarini e realizzata da Mingazzi.
La mostra, attraverso un racconto per immagini, cerca di approfondire la vicenda
personale e artistica di Mingazzi per restituirgli quel posto nella storia che gli spetta, al fianco
dei grandi fabbri italiani di inizio secolo: Alessandro Mazzucotelli, Alberto Calligaris, Umberto
Bellotto, Carlo Rizzarda, i Matteucci, Emilio Prazio.
FONDO MINGAZZI
Nel 1985 Angela Mingazzi dona alla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna
l’archivio fotografico di gran parte della produzione del padre. Oggi è conservato presso la
Biblioteca d’Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale, e il fondo è composto da oltre 500
lastre con le quali Mingazzi, dimostrando un precoce spirito imprenditoriale, promuoveva la
propria officina sfruttando la fotografia, nuovo e potente mezzo per la comunicazione
pubblicitaria.
SANTE MINGAZZI
Nato a Ravenna nel 1867 viene descritto come un bambino fin da subito attratto
dall’arte del ferro. Orfano, giunge a Bologna dove erano attivi i Maccaferri, eredi di una
famiglia che, come suggerisce il nome, esercitava da secoli il mestiere del fabbro. Qui compie il
suo apprendistato specializzandosi nella lavorazione artistica e cominciando a farsi un nome
nel panorama cittadino.
Nel 1898 apre la sua bottega in via Santo Stefano, al n. 28. L’insegna posta sopra la porta è
oggi conservata al Museo Davia Bargellini.
La sua fama cresce al punto che nel 1912 viene nominato Cavaliere del Lavoro. Muore nel
1922. Nel 1982 il Comune di Bologna rese omaggio a Mingazzi titolando a suo nome una
rotonda in zona Roveri, giustamente tra via del Fonditore e via del Fresatore.
08
ottobre 2015
Leggero come il ferro
Dall'otto ottobre al 18 novembre 2015
Location
SAN GIORGIO IN POGGIALE
Bologna, Via Nazario Sauro, 22, (Bologna)
Bologna, Via Nazario Sauro, 22, (Bologna)
Orario di apertura
Dal lunedì a venerdì ore 9.00 – 13.00
martedì ore 9.00 – 17.00
Vernissage
8 Ottobre 2015, ore 18.00
Sito web
www.genusbononiae.it
Curatore