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Lehndorff / Trülzsch – Sirius. Where the Dog is Buried
Per la prima volta in Italia, la mostra presenterà sette grandi fotografie e sedici piccole polaroids testimoni del ‘bodywork’ sperimentato dalla coppia di artisti tedeschi Lehndorff/Trülzsch già dai primi anni della loro collaborazione nata nel 1970. Le foto vengono realizzate sullo sfondo di pile di stracci colorati, trasferendo sul corpo della modella/artista l’immagine astratta creata dalla materia variopinta per poi sparire, mescolandosi nell’accumulo di tessuti, diventando quasi invisibile.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 26 novembre 2015, nella prestigiosa sede del Museo d'arte contemporanea MACRO di Roma,
verrà inaugurata la mostra “SIRIUS - Where the dog is buried” della coppia di artisti tedeschi
Lehndorff/Trülzsch, che si inserisce nell'ambito della XIV edizione del FOTOGRAFIA Festival
Internazionale di Roma dal titolo “IL PRESENTE”. Per la prima volta in Italia, la mostra presenterà sette
grandi fotografie e sedici piccole polaroids testimoni del 'bodywork' sperimentato dai due artisti già dai primi
anni della loro collaborazione nata nel 1970.
FOTOGRAFIA - Festival Internazionale di Roma è promosso da Roma Capitale - Sovrintendenza
Capitolina ai Beni Culturali, organizzato da Zètema Progetto Cultura, con la direzione artistica di
Marco Delogu.
Dal 1984 al 1988, gli artisti Vera Lehndorff e Holger Trülzsch lavorano alla serie 'SIRIUS' (presentata per la
prima volta nel 1986 alla Bette Stoler Gallery a New York), un progetto realizzato in Italia, a Prato, all'interno
di magazzini di indumenti usati, che prende il suo titolo dalla omonima costellazione, Sirius, detta anche
Stella del Cane, la più brillante del cielo notturno, la guida dei viaggiatori. Il sottotitolo 'Where the Dog is
Buried' viene coniato per la prima volta in occasione dell'esposizione alla Scott Hanson Gallery di New York
nel 1988.
Le foto vengono realizzate sullo sfondo di pile di stracci colorati, trasferendo sul corpo della modella/artista
l'immagine astratta creata dalla materia variopinta per poi sparire, mescolandosi nell'accumulo di tessuti,
diventando quasi invisibile. L'esposizione viene accompagnata da una selezione di polaroids che catturano i
diversi momenti del lavoro, come una traccia completa del processo creativo.
Trülzsch dipinge il corpo di Lehndorff riproducendo una mimesis dell'area circostante. Entrando a far parte
dello spazio, il corpo sostituisce l'area riprodotta, talvolta fino a sparire completamente. Il corpo diventa un
dipinto e il dipinto si fonde con il muro e scompare, come scriveva Gary Indiana nel 1985.
Una suggestione surreale che, a partire dal concetto di objet trouvé, descrive una metamorfosi poiché il
corpo, fondendosi con lo sfondo, lo evidenzia, rappresentando se stesso all'interno di qualcos'altro.
In questo senso lo spettatore viene invitato a ricercare l'essenza delle cose e ad andare oltre l'apparenza in
un 'gioco di perdizione' in cui il desiderio di sparire diventa contemporaneamente anche quello di apparire; la
maschera non solo nasconde ma rivela.
Così commenta Trülzsch in una intervista: “I felt like a Pygmalion, having a fearful vision that beauty could
turn into a mostrous creature; well, it did, in a quite and satirical manner. And technically, it was an
incredible challenge for me to paint in a hyperrealistic way, like in an old master's fresco technique”.
Cenni biografici:
Vera Lehndorff, nasce nel 1939 in Königsberg/Kaliningrad.
Dal 1958 al 1961 studia pittura e design al Fachschule für Gestaltung, Hamburg. Nel 1961 Lehndorff arriva
in Italia, dove continua a dipingere; a Firenze viene scoperta dal fotografo Ugo Mulas cominciando la sua
carriera da modella diventando da qui a pochi anni famosa in tutto il mondo con il nome di “Veruschka”
affermandosi come una delle più importanti top model nel mondo. Nel 1963 conosce l'artista Salvator Dalì
che la introduce al Surrealismo e con il quale realizza numerose performance artistiche e fotografie.
Attraverso questa esperienza, Vera impara a concepire il suo corpo come un mezzo artistico. Nel 1968 infatti
si dipinge come una pietra nel film diretto dal fotografo Franco Rubartelli, sperimentando la pittura e il
disegno su foto-immagini di se stessa. Nel 1970 incontra l'artista Holger Trülzsch con il quale comincerà una
lunga collaborazione artistica. Porta avanti contemporaneamente progetti personali come la serie di foto in
bianco e nero che la ritraggono coperta di cenere nelle strade di New York, esposte al MoMa-PS1 nel 2001,
lavorando successivamente ad altri progetti come Veruschka Self-Portraits (2000) e producendo
l'installazione e il video Burning City (1996). Dal 2005 vive e lavora a Berlino.
Holger Trülzsch, nasce nel 1939, vive e lavora a Parigi e Berlino.
Dal 1960 al 1965 studia pittura e scultura presso l'Academy of Fine Arts a Monaco di Baviera (Akademie der
Bildenden Künste, München); è vicino ai membri del SPUR, WIR e Geflecht groups.
Nel 1961, durante l'esposizione del Gruppo Zero presso la NOTA Gallery a Monaco, incontra Otto Piene che lo
introduce all'arte cinetica e informale, in particolare all'arte lumino-cinetica. Nel 1965, Trülzsch lavora alla
relazione tra pittura, scultura e suono.
Dal 1970, in collaborazione con Vera Lehndorff, usa l'affresco e le tecniche anamorfiche, fissando la natura
effimera dei body paintings in tableaux fotografici. La combinazione di pittura e fotografia è essenziale per
creare l'illusione, facendo apparire e sparire il corpo rispetto allo sfondo. Fino al 1988, Vera Lehndorff /
Holger Trülzsch realizzano numerose serie di body paintings come “Oxydation” (1973), “Striptease” (1973),
“Eruption a creation of a mask” (1973) e “Mimicry dress art” (1973).
Insieme a J. F. Chévrier and F. Hers, è stato il co-fondatore, membro e il curatore artistico
dell'esposizione"Mission Photographique de la Datar" (1985, Palais du Tokyo, Parigi), una delle più grandi
missioni in Europa del XX secolo.
Il lavoro di Holger Trülzsch crea una connessione tra fotografia, pittura, disegno, video, scultura, suono e
luce, realizzando grandi installazioni e interventi in esposizioni e spazi pubblici.
verrà inaugurata la mostra “SIRIUS - Where the dog is buried” della coppia di artisti tedeschi
Lehndorff/Trülzsch, che si inserisce nell'ambito della XIV edizione del FOTOGRAFIA Festival
Internazionale di Roma dal titolo “IL PRESENTE”. Per la prima volta in Italia, la mostra presenterà sette
grandi fotografie e sedici piccole polaroids testimoni del 'bodywork' sperimentato dai due artisti già dai primi
anni della loro collaborazione nata nel 1970.
FOTOGRAFIA - Festival Internazionale di Roma è promosso da Roma Capitale - Sovrintendenza
Capitolina ai Beni Culturali, organizzato da Zètema Progetto Cultura, con la direzione artistica di
Marco Delogu.
Dal 1984 al 1988, gli artisti Vera Lehndorff e Holger Trülzsch lavorano alla serie 'SIRIUS' (presentata per la
prima volta nel 1986 alla Bette Stoler Gallery a New York), un progetto realizzato in Italia, a Prato, all'interno
di magazzini di indumenti usati, che prende il suo titolo dalla omonima costellazione, Sirius, detta anche
Stella del Cane, la più brillante del cielo notturno, la guida dei viaggiatori. Il sottotitolo 'Where the Dog is
Buried' viene coniato per la prima volta in occasione dell'esposizione alla Scott Hanson Gallery di New York
nel 1988.
Le foto vengono realizzate sullo sfondo di pile di stracci colorati, trasferendo sul corpo della modella/artista
l'immagine astratta creata dalla materia variopinta per poi sparire, mescolandosi nell'accumulo di tessuti,
diventando quasi invisibile. L'esposizione viene accompagnata da una selezione di polaroids che catturano i
diversi momenti del lavoro, come una traccia completa del processo creativo.
Trülzsch dipinge il corpo di Lehndorff riproducendo una mimesis dell'area circostante. Entrando a far parte
dello spazio, il corpo sostituisce l'area riprodotta, talvolta fino a sparire completamente. Il corpo diventa un
dipinto e il dipinto si fonde con il muro e scompare, come scriveva Gary Indiana nel 1985.
Una suggestione surreale che, a partire dal concetto di objet trouvé, descrive una metamorfosi poiché il
corpo, fondendosi con lo sfondo, lo evidenzia, rappresentando se stesso all'interno di qualcos'altro.
In questo senso lo spettatore viene invitato a ricercare l'essenza delle cose e ad andare oltre l'apparenza in
un 'gioco di perdizione' in cui il desiderio di sparire diventa contemporaneamente anche quello di apparire; la
maschera non solo nasconde ma rivela.
Così commenta Trülzsch in una intervista: “I felt like a Pygmalion, having a fearful vision that beauty could
turn into a mostrous creature; well, it did, in a quite and satirical manner. And technically, it was an
incredible challenge for me to paint in a hyperrealistic way, like in an old master's fresco technique”.
Cenni biografici:
Vera Lehndorff, nasce nel 1939 in Königsberg/Kaliningrad.
Dal 1958 al 1961 studia pittura e design al Fachschule für Gestaltung, Hamburg. Nel 1961 Lehndorff arriva
in Italia, dove continua a dipingere; a Firenze viene scoperta dal fotografo Ugo Mulas cominciando la sua
carriera da modella diventando da qui a pochi anni famosa in tutto il mondo con il nome di “Veruschka”
affermandosi come una delle più importanti top model nel mondo. Nel 1963 conosce l'artista Salvator Dalì
che la introduce al Surrealismo e con il quale realizza numerose performance artistiche e fotografie.
Attraverso questa esperienza, Vera impara a concepire il suo corpo come un mezzo artistico. Nel 1968 infatti
si dipinge come una pietra nel film diretto dal fotografo Franco Rubartelli, sperimentando la pittura e il
disegno su foto-immagini di se stessa. Nel 1970 incontra l'artista Holger Trülzsch con il quale comincerà una
lunga collaborazione artistica. Porta avanti contemporaneamente progetti personali come la serie di foto in
bianco e nero che la ritraggono coperta di cenere nelle strade di New York, esposte al MoMa-PS1 nel 2001,
lavorando successivamente ad altri progetti come Veruschka Self-Portraits (2000) e producendo
l'installazione e il video Burning City (1996). Dal 2005 vive e lavora a Berlino.
Holger Trülzsch, nasce nel 1939, vive e lavora a Parigi e Berlino.
Dal 1960 al 1965 studia pittura e scultura presso l'Academy of Fine Arts a Monaco di Baviera (Akademie der
Bildenden Künste, München); è vicino ai membri del SPUR, WIR e Geflecht groups.
Nel 1961, durante l'esposizione del Gruppo Zero presso la NOTA Gallery a Monaco, incontra Otto Piene che lo
introduce all'arte cinetica e informale, in particolare all'arte lumino-cinetica. Nel 1965, Trülzsch lavora alla
relazione tra pittura, scultura e suono.
Dal 1970, in collaborazione con Vera Lehndorff, usa l'affresco e le tecniche anamorfiche, fissando la natura
effimera dei body paintings in tableaux fotografici. La combinazione di pittura e fotografia è essenziale per
creare l'illusione, facendo apparire e sparire il corpo rispetto allo sfondo. Fino al 1988, Vera Lehndorff /
Holger Trülzsch realizzano numerose serie di body paintings come “Oxydation” (1973), “Striptease” (1973),
“Eruption a creation of a mask” (1973) e “Mimicry dress art” (1973).
Insieme a J. F. Chévrier and F. Hers, è stato il co-fondatore, membro e il curatore artistico
dell'esposizione"Mission Photographique de la Datar" (1985, Palais du Tokyo, Parigi), una delle più grandi
missioni in Europa del XX secolo.
Il lavoro di Holger Trülzsch crea una connessione tra fotografia, pittura, disegno, video, scultura, suono e
luce, realizzando grandi installazioni e interventi in esposizioni e spazi pubblici.
26
novembre 2015
Lehndorff / Trülzsch – Sirius. Where the Dog is Buried
Dal 26 novembre 2015 al 31 gennaio 2016
arte contemporanea
Location
MACRO – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI ROMA
Roma, Via Nizza, 138, (Roma)
Roma, Via Nizza, 138, (Roma)
Biglietti
Tariffa intera: non residenti 13,50 €, residenti 12,50 €.
Tariffa ridotta: non residenti 11,50 €, residenti 10,50 €.
Orario di apertura
da martedì alla domenica ore 10.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Chiuso il lunedì
Vernissage
26 Novembre 2015, h 18
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore
Curatore