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Leonardo Beglieri / Helmut Pizzinini
Con la mostra di Leonardo
Beglieri e Helmut Pizzinini la Centrale Idroelettrica di La Villa si trasforma
in spazio espositivo. L’edificio, costruito nel 2008 dall’architetto Tiziano Vudafieri,
grazie alle sue linee essenziali bene si presta ad ospitare un’esposizione di
arte e fotografia contemporanea.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Le fotografie di Leonardo Beglieri
documentano il caos imperante di un mondo che alterna minimalismo anonimo e
declamata esagerazione. Così come gli opposti finiscono per assomigliarsi,
anche temi eterogenei vengono ricondotti ad unità grazie a inquadrature che
vanno alla ricerca di armonia e logica compositive. Beglieri, con un occhio
clinico che gli deriva dagli studi in architettura e dalla professione di
fotografo di moda, è affascinato dagli arredi delle abitazioni cubane di La
Havana - così lontani dal gusto occidentale massificato - dagli interni
polverosi e dai muri scrostati, ma lo è altrettanto dal ritmo assoluto e
impeccabile delle facciate di un grattacielo o di uno scorcio metropolitano. E
perché no, dal contrasto tra la perfezione delle linee del Palazzo dello Sport
di Herzog & de Meuron della nuova Pechino e di un muro scrostato della vecchia
città, quella pre Olimpiadi. Laddove ritrae elementi naturali li coglie senza
interessarsi alla loro identificazione in quanto valgono per la loro bellezza
in sé, a prescindere da ogni possibile contestualizzazione. Le fotografia
realizzate su pellicola di 35 mm vengono poi ingrandite in formato 70x100 o 100
x160 in modo che la grana dia una resa pittorica che in parte trasfigura la
realtà per farne emergere i suoi aspetti più riflessivi, quasi come volesse
coglierne un’essenza tattile. Le sue fotografie hanno la capacità di far
apparire come straordinario un particolare della vita comune che altrimenti si
perderebbe entro la corsa del tempo, perché come ha affermato Henri Cartier-
Bresson fotografare è trattenere il fiato quando tutte le nostre facoltà
convergono per captare la realtà che fugge, è mettere sulla stessa linea di
fuoco la testa, l’occhio e il cuore. E’ un modo di vivere.
Helmut Pizzinini
presenta una selezione di sculture che colgono le qualità essenziali dei
materiali, tra cui l’acciaio, il legno e la pietra, questi ultimi
ricollegabili alla sua terra di origine, le Dolomiti.
Oltre ad una serie di
opere in legno e metallo, sarà presentata una grande scultura che per la sua
forma ricorda dei giganti pistilli floreali.
Nell’opera di Pizzinini il legno
rimanda alla quotidianità, dimensione puntualmente registrata e dunque cara
all’universo artistico contemporaneo. Questo elemento “caldo” viene accostato
ad un materiale algido, di origine industriale, come l’acciaio, dando vita
opere che producono un saldo equilibrio formale sospeso. Da un lato esprime
una naturale inclinazione per un senso dell’ordine di natura minimalista, dall’
altro impiega segni e forme che procurano un senso di inquietudine. Proprio a
questo fanno pensare le serie di steli affusolate o e le punte lanceolate,
una delle cifre stilistiche che più identifica il suo lavoro. Tutte queste
composizioni non sono assolutamente casuali, ma nascono da un’attenta analisi
formale, senza che per questo esse perdano in impatto emotivo, risultato
ottenuto grazie al colore, che gioca con la luce, producendo effetti squillanti
e cangianti. Nella maggior parte dei casi Pizzinini impiega pigmenti “blu
oltremare” e “blu di Prussia” fissandoli sul legno con una tecnica che ne
valorizza la pura essenza.
Essenzialità e sintesi sono gli elementi fondanti
il suo metodo di lavoro, caratteristiche che gli permettono di giungere allo
sfrondamento di tutto ciò che è superfluo.
NOTE BIOGRAFICHE DEGLI ARTISTI
Leonardo Beglieri, nato nel 1963 a Firenze. Vive a Poggio Caiano. Dopo studi in
architettura, nel 1986 intraprende la professione di fotografo,
specializzandosi nel settore moda e pubblicità, realizzando campagne di vari
marchi tra cui Terzani, SIignoria, Naos, Dema, Belvest, U.S. Polo, Platinum
Guild International, Orlando Orlandini, Brunello Cucinelli, pubblicate su varie
riviste quali Vogue, Marie Claire, Elle, Io Donna del Corriere della Sera.
La
sua prima esperienza fotografica risale all’infanzia quando, all’età di sei
anni, grazie all’incontro con un maestro di fotografia, resta impressionato
dalle lezioni sul campo. Sono state le lezioni che il maestro gli ha impartito
all’aria aperta a formare il suo sguardo. Con la professione di fotografo
pubblicitario il rapporto è ambivalente: la fortuna di potersi esprimere
attraverso un linguaggio assecondato dalla propria natura si scontra con la
consapevolezza di non poter usare appieno tutto il codice espressivo poiché
pubblicità e moda esistono per la compresenza di due assoluti incontrastati: il
cliente committente e il consumatore finale. La fotografia “d’arte” rappresenta
un momento nel quale portare avanti la propria ricerca in modo indipendente.
Helmut Pizzini, nato nel 1961 nelle Dolomiti dove vive e lavora. Da anni Helmut
Pizzinini persegue una ricerca artistica indirizzata all’individuazione dell’
equilibrio statico e dinamico delle forme sperimentato su vari materiali. Pur
mostrando una predilezione per le composizioni in legno, realizza spesso opere
in metallo e in marmo, materiale quest’ultimo del quale ha approfondito la
tecnica di lavorazione nelle cave toscane di Pietra Santa. Ha collaborato con
varie gallerie d’arte ed ha esposto in varie istituzioni pubbliche tra cui
Palazzo Strozzi e Villa Romana (Premio Residenza) di Firenze, Museion di
Bolzano, Mart di Trento. Nel 1995 su invito di Achim Kubinski partecipa a un
evento parallelo alla Biennale di Arte Contemporanea di Venezia e nel 1999
realizza la fusione di ghisa di un bue per l’Istituto di cultura olandese a
Firenze. Ha seguito vari progetti tra cui la realizzazione di un giardino all’
italiana per una villa privata sul Lago di Zurigo, di una cantina vinicola del
Sassicaia nelle Dolomiti per la quale ha conseguito il premio “Più bella
cantina d’Italia”, di una piccola chiesa a 2500 metri nel Parco nazionale del
Fanes (Dolomiti). In Germania ha ideato un francobollo su commissione delle
Poste Federali Tedesche e nel 1991 ha vinto il concorso per la collaborazione
artistica al progetto architettonico dell’impianto termale di Badcanstadt di
Stoccarda. Qui ha curato la cromia di tutte le piscine, l’arredo interno e ha
progettato quindici fontane tra cui una commissionata dalla Mercedez Benz, una
alta dieci metri formata da 16.000 microsfere in acciaio inox e una in esterno
in vetro e acciaio. Nel 2008 vince il concorso per la realizzazione di una
fontana in marmo e acciaio per il Comune di Levico (Trento), opera che lo vede
attualmente impegnato. È membro della Galleria Weissenhof Siedlung di Stoccarda
e collabora con diversi studi di architettura e design in Italia e all’estero
tra cui quello dell’ingegnere tedesco Frei Otto.
documentano il caos imperante di un mondo che alterna minimalismo anonimo e
declamata esagerazione. Così come gli opposti finiscono per assomigliarsi,
anche temi eterogenei vengono ricondotti ad unità grazie a inquadrature che
vanno alla ricerca di armonia e logica compositive. Beglieri, con un occhio
clinico che gli deriva dagli studi in architettura e dalla professione di
fotografo di moda, è affascinato dagli arredi delle abitazioni cubane di La
Havana - così lontani dal gusto occidentale massificato - dagli interni
polverosi e dai muri scrostati, ma lo è altrettanto dal ritmo assoluto e
impeccabile delle facciate di un grattacielo o di uno scorcio metropolitano. E
perché no, dal contrasto tra la perfezione delle linee del Palazzo dello Sport
di Herzog & de Meuron della nuova Pechino e di un muro scrostato della vecchia
città, quella pre Olimpiadi. Laddove ritrae elementi naturali li coglie senza
interessarsi alla loro identificazione in quanto valgono per la loro bellezza
in sé, a prescindere da ogni possibile contestualizzazione. Le fotografia
realizzate su pellicola di 35 mm vengono poi ingrandite in formato 70x100 o 100
x160 in modo che la grana dia una resa pittorica che in parte trasfigura la
realtà per farne emergere i suoi aspetti più riflessivi, quasi come volesse
coglierne un’essenza tattile. Le sue fotografie hanno la capacità di far
apparire come straordinario un particolare della vita comune che altrimenti si
perderebbe entro la corsa del tempo, perché come ha affermato Henri Cartier-
Bresson fotografare è trattenere il fiato quando tutte le nostre facoltà
convergono per captare la realtà che fugge, è mettere sulla stessa linea di
fuoco la testa, l’occhio e il cuore. E’ un modo di vivere.
Helmut Pizzinini
presenta una selezione di sculture che colgono le qualità essenziali dei
materiali, tra cui l’acciaio, il legno e la pietra, questi ultimi
ricollegabili alla sua terra di origine, le Dolomiti.
Oltre ad una serie di
opere in legno e metallo, sarà presentata una grande scultura che per la sua
forma ricorda dei giganti pistilli floreali.
Nell’opera di Pizzinini il legno
rimanda alla quotidianità, dimensione puntualmente registrata e dunque cara
all’universo artistico contemporaneo. Questo elemento “caldo” viene accostato
ad un materiale algido, di origine industriale, come l’acciaio, dando vita
opere che producono un saldo equilibrio formale sospeso. Da un lato esprime
una naturale inclinazione per un senso dell’ordine di natura minimalista, dall’
altro impiega segni e forme che procurano un senso di inquietudine. Proprio a
questo fanno pensare le serie di steli affusolate o e le punte lanceolate,
una delle cifre stilistiche che più identifica il suo lavoro. Tutte queste
composizioni non sono assolutamente casuali, ma nascono da un’attenta analisi
formale, senza che per questo esse perdano in impatto emotivo, risultato
ottenuto grazie al colore, che gioca con la luce, producendo effetti squillanti
e cangianti. Nella maggior parte dei casi Pizzinini impiega pigmenti “blu
oltremare” e “blu di Prussia” fissandoli sul legno con una tecnica che ne
valorizza la pura essenza.
Essenzialità e sintesi sono gli elementi fondanti
il suo metodo di lavoro, caratteristiche che gli permettono di giungere allo
sfrondamento di tutto ciò che è superfluo.
NOTE BIOGRAFICHE DEGLI ARTISTI
Leonardo Beglieri, nato nel 1963 a Firenze. Vive a Poggio Caiano. Dopo studi in
architettura, nel 1986 intraprende la professione di fotografo,
specializzandosi nel settore moda e pubblicità, realizzando campagne di vari
marchi tra cui Terzani, SIignoria, Naos, Dema, Belvest, U.S. Polo, Platinum
Guild International, Orlando Orlandini, Brunello Cucinelli, pubblicate su varie
riviste quali Vogue, Marie Claire, Elle, Io Donna del Corriere della Sera.
La
sua prima esperienza fotografica risale all’infanzia quando, all’età di sei
anni, grazie all’incontro con un maestro di fotografia, resta impressionato
dalle lezioni sul campo. Sono state le lezioni che il maestro gli ha impartito
all’aria aperta a formare il suo sguardo. Con la professione di fotografo
pubblicitario il rapporto è ambivalente: la fortuna di potersi esprimere
attraverso un linguaggio assecondato dalla propria natura si scontra con la
consapevolezza di non poter usare appieno tutto il codice espressivo poiché
pubblicità e moda esistono per la compresenza di due assoluti incontrastati: il
cliente committente e il consumatore finale. La fotografia “d’arte” rappresenta
un momento nel quale portare avanti la propria ricerca in modo indipendente.
Helmut Pizzini, nato nel 1961 nelle Dolomiti dove vive e lavora. Da anni Helmut
Pizzinini persegue una ricerca artistica indirizzata all’individuazione dell’
equilibrio statico e dinamico delle forme sperimentato su vari materiali. Pur
mostrando una predilezione per le composizioni in legno, realizza spesso opere
in metallo e in marmo, materiale quest’ultimo del quale ha approfondito la
tecnica di lavorazione nelle cave toscane di Pietra Santa. Ha collaborato con
varie gallerie d’arte ed ha esposto in varie istituzioni pubbliche tra cui
Palazzo Strozzi e Villa Romana (Premio Residenza) di Firenze, Museion di
Bolzano, Mart di Trento. Nel 1995 su invito di Achim Kubinski partecipa a un
evento parallelo alla Biennale di Arte Contemporanea di Venezia e nel 1999
realizza la fusione di ghisa di un bue per l’Istituto di cultura olandese a
Firenze. Ha seguito vari progetti tra cui la realizzazione di un giardino all’
italiana per una villa privata sul Lago di Zurigo, di una cantina vinicola del
Sassicaia nelle Dolomiti per la quale ha conseguito il premio “Più bella
cantina d’Italia”, di una piccola chiesa a 2500 metri nel Parco nazionale del
Fanes (Dolomiti). In Germania ha ideato un francobollo su commissione delle
Poste Federali Tedesche e nel 1991 ha vinto il concorso per la collaborazione
artistica al progetto architettonico dell’impianto termale di Badcanstadt di
Stoccarda. Qui ha curato la cromia di tutte le piscine, l’arredo interno e ha
progettato quindici fontane tra cui una commissionata dalla Mercedez Benz, una
alta dieci metri formata da 16.000 microsfere in acciaio inox e una in esterno
in vetro e acciaio. Nel 2008 vince il concorso per la realizzazione di una
fontana in marmo e acciaio per il Comune di Levico (Trento), opera che lo vede
attualmente impegnato. È membro della Galleria Weissenhof Siedlung di Stoccarda
e collabora con diversi studi di architettura e design in Italia e all’estero
tra cui quello dell’ingegnere tedesco Frei Otto.
12
agosto 2009
Leonardo Beglieri / Helmut Pizzinini
Dal 12 al 22 agosto 2009
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
CENTRALE IDROELETTRICA GADERA
Badia, loc. La Villa, (Bolzano)
Badia, loc. La Villa, (Bolzano)
Orario di apertura
dalle 16.00
alle 19.00
Oppure su appuntamento
Vernissage
12 Agosto 2009, ore 17
Autore
Curatore