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Leonardo da Vinci: la vera immagine
Documenti e testimonianze sulla vita e sull’opera
Comunicato stampa
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Nella ricorrenza del centesimo anniversario della fondazione della “Commissione per l’edizione nazionale dei manoscritti e dei disegni di Leonardo da Vinci”, attualmente presieduta da Paolo Galluzzi, dalla collaborazione tra la Commissione e l’Archivio di Stato di Firenze, è nato il progetto di una mostra sulla vita di Leonardo da Vinci, di carattere prevalentemente documentario.
La mostra e il relativo catalogo sono stati ideati da un comitato scientifico in cui figurano noti specialisti di studi leonardiani - dallo stesso Galluzzi, a Pietro C. Marani a Roberto P. Ciardi - i curatori dell’ esposizione - Vanna Arrighi e Anna Bellinazzi, funzionari dell’Archivio di Stato di Firenze, e lo storico dell’arte Edoardo Villata - la direttrice dell’ Archivio di Stato fiorentino Rosalia Manno Tolu e Margherita Breccia, funzionario della Biblioteca nazionale di Roma, che conserva l’ Archivio della Commissione.
La mostra si preannuncia come un evento importante, per almeno due motivi:
- Si vedranno in questa occasione riuniti in un’unica sede i principali documenti finora noti, in base ai quali è stata ricostruita dagli studiosi la biografia leonardiana;
- Oltre a quelli già noti, ci saranno anche documenti finora sconosciuti, rintracciati da Vanna Arrighi nel corso delle ricerche svolte per la preparazione della mostra. Essi gettano nuova luce su importanti aspetti della vita di Leonardo, quali ad esempio, il rapporto con la famiglia paterna e la sua situazione patrimoniale. Si tratta di documenti dell'Archivio di Stato di Firenze, relativi al periodo della prima giovinezza ed al secondo periodo fiorentino dell’artista, cioè agli anni 1503-1507.
L’ esposizione ripercorre la vita di Leonardo, assumendo quali tappe fondamentali del percorso documenti/monumenti - secondo la felice definizione coniata da Le Goff -, che segnano, quasi pietre miliari, la ricostruzione della sua biografia, ma con un’ accezione del “documento” larga e capace di comprendere tipologie e categorie di reperti assai diversi tra loro: dai documenti archivistici, alle fonti letterarie, alle annotazioni autografe, ai disegni, ai manoscritti, molti dei quali pubblicati dalla Commissione Nazionale Vinciana, affiancati da illuminanti presenze iconografiche, capaci di trasformare il percorso espositivo in una sorta di tessuto ipertestuale, ricco di rinvii e di linguaggi formali diversi e complementari tra loro. Si sono volutamente ribaltati gli equilibri che di norma regolano i rapporti tra gli elementi presentati nelle esposizioni d’ arte, dove, se compaiono documenti, anche preziosissimi, vi figurano spesso come citazioni colte, minoritarie e marginali, in un contesto dominato dall’ evidenza evocativa delle immagini. Avere invertito la prospettiva ha prodotto significativi risultati scientifici che, con l’ arricchimento del novero dei documenti prima conosciuti, offrono nuove fonti alla ricostruzione della vita di Leonardo. Visto che l’ idea e il pretesto della mostra sono nati nell’ ambito della Commissione Nazionale Vinciana, che da un secolo cura la realizzazione dell’ edizione nazionale dei manoscritti e dei disegni, con riproduzioni facsimilari di grande pregio, si sono potuti documentare con queste anche gli esiti del fondamentale lavoro scientifico compiuto dalla Commissione. Come si addice a una mostra che pone in primo piano il documento scritto, nel catalogo figura un saggio di Carlo Pedretti sulla “Paleografia vinciana” e non manca nella mostra, in originale, la scrittura di Leonardo, che postillò con appunti e schizzi lo splendido “Trattato di architettura, ingegneria ed arte militare” di Francesco di Giorgio Martini, esposto grazie al prestito della Biblioteca Medicea Laurenziana.
Le scansioni in cui si articola la mostra evocano, in progressione, l’ immagine di Leonardo nell’ iconografia dei secoli XVI - XX, le fasi principali della sua esistenza, le relazioni intrattenute e l’ attività svolta, dalla nascita, a Vinci il 15 aprile 1452, alla morte, il 2 maggio 1519, in Francia nel castello di Clos-Lucé a Cloux, vicino al palazzo reale di Amboise; fanno da sfondo alla biografia dell’ artista la Firenze rinascimentale governata dalla signoria medicea, la Milano di Ludovico il Moro, Mantova, Venezia, Firenze negli anni del gonfaloniere Pier Soderini, e nuovamente Milano occupata dai francesi, Roma al tempo del pontefice Leone X e, infine, la Francia del re Francesco I.
Il nucleo più cospicuo degli atti d’ archivio esposti appartiene all’ Archivio di Stato di Firenze: trentacinque documenti, dalla fondamentale annotazione relativa alla nascita di Leonardo, scoperta da Moller negli anni Trenta del Novecento, all’ atto notarile relativo al rientro, dopo la sua morte, dei suoi beni immobili nell’ asse ereditario della famiglia d’ origine, come imponeva la sua condizione di figlio illegittimo; l’ atto fu rogato a Firenze il 4 luglio 1520 e, finora sconosciuto, é emerso dal lavoro di ricerca effettuato per la mostra. Rilevanti e numerosi sono gli atti che provengono dagli Archivi di Stato di Mantova, di Modena e di Milano; in questa città sarebbe avvenuta il 26 giugno 1494 la morte di Caterina, madre di Leonardo, secondo l’ ipotesi di Edoardo Villata suffragata da nuovi reperti documentari. Provengono dalle Archives Nationales di Parigi le registrazioni delle pensioni pagate, per volontà del re Francesco I, a Leonardo e al suo giovane discepolo Francesco Melzi, negli anni 1517-1518. La lettera patente rilasciata da Cesare Borgia a Leonardo il 18 agosto 1502, costituisce, nell’ archivio Melzi d’ Eril, l’ unico testimone superstite dello straordinario lascito di manoscritti e disegni assegnato dal vinciano, al sopraggiungere della morte, a Francesco Melzi e dopo la scomparsa di questi interamente disperso e ora diviso tra biblioteche e musei di tutto il mondo.
Dalle carte d’ archivio, dalle annotazioni e dagli appunti leonardiani, nascono rinvii e collegamenti a dipinti, disegni, medaglie, sculture e oggetti preziosi, esposti in quanto correlati ai documenti; basti qui ricordare il ritratto dell’ artista vinciano di Cristofano Dell’ Altissimo, il “Cristo giovinetto” del Museo Lazaro Galdiano di Madrid, per la cui “altissima qualità pittorica” Marani ipotizza che si tratti “di un’ opera condotta su disegno di Leonardo e sotto la sua diretta supervisione”, due vasi del tesoro di Lorenzo il Magnifico offerti in vendita a Isabella d’ Este nel 1502 e per lei stimati a Firenze da Leonardo, le medaglie di Benvenuto Cellini con effigiato il re Francesco I, i cavalli in bronzo ispirati ai disegni della “battaglia di Anghiari” e al monumento funerario del maresciallo di Francia Gian Giacomo Trivulzio, il bellissimo disegno di Michelangelo, con scritte autografe, di basi di pilastri per la Sagrestia Nuova di San Lorenzo, dove sarebbe stato sepolto Giuliano de’ Medici duca di Nemours, che Leonardo seguì a Roma, dove il fratello del pontefice Leone X si trasferì nel 1513 come gonfaloniere papale, il ritratto attribuito a Bernardino de’ Conti di Charles d’ Amboise, luogotenente del re di Francia per i domini italiani, la copia della Vergine delle rocce della Galleria Palatina, i luoghi leonardiani disegnati da Telemaco Signorini. L’ esposizione ripercorre la vita di Leonardo, contestualizzando i singoli elementi presentati e rompendo di volta in volta il loro isolamento, attraverso una rete di nessi storici evidenti.
Il catalogo, pubblicato da Giunti, rappresenta un punto di arrivo negli studi documentari su Leonardo, e non poteva che essere pubblicato dall'editore Giunti, forte di una pluridecennale esperienza in materia leonardesca.
L’ allestimento dell’ esposizione è ideato e diretto dall’ architetto Alessandro Poli, che ha al suo attivo numerosi e importanti allestimenti espositivi nell’ ambito dei beni culturali.
L’ Esposizione è stata realizzata grazie al finanziamento congiunto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dell’ Ente Cassa di Risparmio di Firenze e della Commissione Nazionale Vinciana.
La mostra e il relativo catalogo sono stati ideati da un comitato scientifico in cui figurano noti specialisti di studi leonardiani - dallo stesso Galluzzi, a Pietro C. Marani a Roberto P. Ciardi - i curatori dell’ esposizione - Vanna Arrighi e Anna Bellinazzi, funzionari dell’Archivio di Stato di Firenze, e lo storico dell’arte Edoardo Villata - la direttrice dell’ Archivio di Stato fiorentino Rosalia Manno Tolu e Margherita Breccia, funzionario della Biblioteca nazionale di Roma, che conserva l’ Archivio della Commissione.
La mostra si preannuncia come un evento importante, per almeno due motivi:
- Si vedranno in questa occasione riuniti in un’unica sede i principali documenti finora noti, in base ai quali è stata ricostruita dagli studiosi la biografia leonardiana;
- Oltre a quelli già noti, ci saranno anche documenti finora sconosciuti, rintracciati da Vanna Arrighi nel corso delle ricerche svolte per la preparazione della mostra. Essi gettano nuova luce su importanti aspetti della vita di Leonardo, quali ad esempio, il rapporto con la famiglia paterna e la sua situazione patrimoniale. Si tratta di documenti dell'Archivio di Stato di Firenze, relativi al periodo della prima giovinezza ed al secondo periodo fiorentino dell’artista, cioè agli anni 1503-1507.
L’ esposizione ripercorre la vita di Leonardo, assumendo quali tappe fondamentali del percorso documenti/monumenti - secondo la felice definizione coniata da Le Goff -, che segnano, quasi pietre miliari, la ricostruzione della sua biografia, ma con un’ accezione del “documento” larga e capace di comprendere tipologie e categorie di reperti assai diversi tra loro: dai documenti archivistici, alle fonti letterarie, alle annotazioni autografe, ai disegni, ai manoscritti, molti dei quali pubblicati dalla Commissione Nazionale Vinciana, affiancati da illuminanti presenze iconografiche, capaci di trasformare il percorso espositivo in una sorta di tessuto ipertestuale, ricco di rinvii e di linguaggi formali diversi e complementari tra loro. Si sono volutamente ribaltati gli equilibri che di norma regolano i rapporti tra gli elementi presentati nelle esposizioni d’ arte, dove, se compaiono documenti, anche preziosissimi, vi figurano spesso come citazioni colte, minoritarie e marginali, in un contesto dominato dall’ evidenza evocativa delle immagini. Avere invertito la prospettiva ha prodotto significativi risultati scientifici che, con l’ arricchimento del novero dei documenti prima conosciuti, offrono nuove fonti alla ricostruzione della vita di Leonardo. Visto che l’ idea e il pretesto della mostra sono nati nell’ ambito della Commissione Nazionale Vinciana, che da un secolo cura la realizzazione dell’ edizione nazionale dei manoscritti e dei disegni, con riproduzioni facsimilari di grande pregio, si sono potuti documentare con queste anche gli esiti del fondamentale lavoro scientifico compiuto dalla Commissione. Come si addice a una mostra che pone in primo piano il documento scritto, nel catalogo figura un saggio di Carlo Pedretti sulla “Paleografia vinciana” e non manca nella mostra, in originale, la scrittura di Leonardo, che postillò con appunti e schizzi lo splendido “Trattato di architettura, ingegneria ed arte militare” di Francesco di Giorgio Martini, esposto grazie al prestito della Biblioteca Medicea Laurenziana.
Le scansioni in cui si articola la mostra evocano, in progressione, l’ immagine di Leonardo nell’ iconografia dei secoli XVI - XX, le fasi principali della sua esistenza, le relazioni intrattenute e l’ attività svolta, dalla nascita, a Vinci il 15 aprile 1452, alla morte, il 2 maggio 1519, in Francia nel castello di Clos-Lucé a Cloux, vicino al palazzo reale di Amboise; fanno da sfondo alla biografia dell’ artista la Firenze rinascimentale governata dalla signoria medicea, la Milano di Ludovico il Moro, Mantova, Venezia, Firenze negli anni del gonfaloniere Pier Soderini, e nuovamente Milano occupata dai francesi, Roma al tempo del pontefice Leone X e, infine, la Francia del re Francesco I.
Il nucleo più cospicuo degli atti d’ archivio esposti appartiene all’ Archivio di Stato di Firenze: trentacinque documenti, dalla fondamentale annotazione relativa alla nascita di Leonardo, scoperta da Moller negli anni Trenta del Novecento, all’ atto notarile relativo al rientro, dopo la sua morte, dei suoi beni immobili nell’ asse ereditario della famiglia d’ origine, come imponeva la sua condizione di figlio illegittimo; l’ atto fu rogato a Firenze il 4 luglio 1520 e, finora sconosciuto, é emerso dal lavoro di ricerca effettuato per la mostra. Rilevanti e numerosi sono gli atti che provengono dagli Archivi di Stato di Mantova, di Modena e di Milano; in questa città sarebbe avvenuta il 26 giugno 1494 la morte di Caterina, madre di Leonardo, secondo l’ ipotesi di Edoardo Villata suffragata da nuovi reperti documentari. Provengono dalle Archives Nationales di Parigi le registrazioni delle pensioni pagate, per volontà del re Francesco I, a Leonardo e al suo giovane discepolo Francesco Melzi, negli anni 1517-1518. La lettera patente rilasciata da Cesare Borgia a Leonardo il 18 agosto 1502, costituisce, nell’ archivio Melzi d’ Eril, l’ unico testimone superstite dello straordinario lascito di manoscritti e disegni assegnato dal vinciano, al sopraggiungere della morte, a Francesco Melzi e dopo la scomparsa di questi interamente disperso e ora diviso tra biblioteche e musei di tutto il mondo.
Dalle carte d’ archivio, dalle annotazioni e dagli appunti leonardiani, nascono rinvii e collegamenti a dipinti, disegni, medaglie, sculture e oggetti preziosi, esposti in quanto correlati ai documenti; basti qui ricordare il ritratto dell’ artista vinciano di Cristofano Dell’ Altissimo, il “Cristo giovinetto” del Museo Lazaro Galdiano di Madrid, per la cui “altissima qualità pittorica” Marani ipotizza che si tratti “di un’ opera condotta su disegno di Leonardo e sotto la sua diretta supervisione”, due vasi del tesoro di Lorenzo il Magnifico offerti in vendita a Isabella d’ Este nel 1502 e per lei stimati a Firenze da Leonardo, le medaglie di Benvenuto Cellini con effigiato il re Francesco I, i cavalli in bronzo ispirati ai disegni della “battaglia di Anghiari” e al monumento funerario del maresciallo di Francia Gian Giacomo Trivulzio, il bellissimo disegno di Michelangelo, con scritte autografe, di basi di pilastri per la Sagrestia Nuova di San Lorenzo, dove sarebbe stato sepolto Giuliano de’ Medici duca di Nemours, che Leonardo seguì a Roma, dove il fratello del pontefice Leone X si trasferì nel 1513 come gonfaloniere papale, il ritratto attribuito a Bernardino de’ Conti di Charles d’ Amboise, luogotenente del re di Francia per i domini italiani, la copia della Vergine delle rocce della Galleria Palatina, i luoghi leonardiani disegnati da Telemaco Signorini. L’ esposizione ripercorre la vita di Leonardo, contestualizzando i singoli elementi presentati e rompendo di volta in volta il loro isolamento, attraverso una rete di nessi storici evidenti.
Il catalogo, pubblicato da Giunti, rappresenta un punto di arrivo negli studi documentari su Leonardo, e non poteva che essere pubblicato dall'editore Giunti, forte di una pluridecennale esperienza in materia leonardesca.
L’ allestimento dell’ esposizione è ideato e diretto dall’ architetto Alessandro Poli, che ha al suo attivo numerosi e importanti allestimenti espositivi nell’ ambito dei beni culturali.
L’ Esposizione è stata realizzata grazie al finanziamento congiunto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dell’ Ente Cassa di Risparmio di Firenze e della Commissione Nazionale Vinciana.
18
ottobre 2005
Leonardo da Vinci: la vera immagine
Dal 18 ottobre 2005 al 28 gennaio 2006
arte antica
Location
ARCHIVIO DI STATO
Firenze, Viale Della Giovine Italia, 6, (Firenze)
Firenze, Viale Della Giovine Italia, 6, (Firenze)
Orario di apertura
tutti i giorni ore 9.30-12,30 e 15-18
chiusa al pubblico nei giorni: 1° novembre, 24, 25, 26, 31 dicembre 2005; 1° gennaio 2006
Editore
GIUNTI
Ufficio stampa
CSC SIGMA
Autore
Curatore