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Leonardo da Vinci: prime idee per l’Ultima Cena
La mostra racconterà il percorso creativo del genio del Rinascimento attraverso dieci disegni provenienti dalla Royal Collection e generosamente concessi in prestito da Sua Maestà la Regina Elisabetta II. L’esposizione includerà sette fogli preparatori, di mano di Leonardo (1452-1519), e tre disegni di suoi allievi (Cesare da Sesto e Francesco Melzi).
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra “Leonardo da Vinci: prime idee per l’Ultima Cena” sarà inaugurata il giorno
mercoledì 10 ottobre alle ore 17:00 presso il Museo del Cenacolo Vinciano (Piazza Santa
Maria delle Grazie, 2 – Milano).
La mostra, organizzata dal Polo Museale Regionale della Lombardia, presenta dieci disegni
provenienti dalle collezioni reali di Sua Maestà la Regina Elisabetta II, che saranno esposti al
pubblico a partire dall’11 ottobre e sino al 13 gennaio 2019, all’interno del Refettorio di
Santa Maria delle Grazie.
I disegni, realizzati in preparazione dell’Ultima Cena, raccontano il percorso creativo del
genio del Rinascimento, dalle prime idee al capolavoro assoluto che oggi vediamo. Dei dieci
disegni, sette sono senz’altro di mano di Leonardo, due – tradizionalmente attribuiti dalla
critica a Cesare da Sesto – vengono qui assegnati al Maestro toscano, mentre uno è attribuito
a Francesco Melzi.
La mostra sarà inclusa nel normale prezzo del biglietto, ed è un omaggio del Polo Museale
della Lombardia a Leonardo da Vinci, del quale si aprono così le celebrazioni per il
cinquecentenario dalla morte (2 maggio 1519).
Ufficio stampa: Polo Museale Regionale della Lombardia
E-mail pm-lom.comunicazione@beniculturali.it Palazzo Litta, Corso Magenta, 24 – 20123 Milano
Tel 02 80294414 tel. 02 80294401 - email: pm-lom@beniculturali.it
www.polomuseale.lombardia.beniculturali.it
“...Farai le figure in tale atto, il quale sia sofficiente a dimostrare quello, che la figura
ha nell’animo...” (Leonardo da Vinci, Trattato della pittura)
L’Ultima Cena è l’opera nella quale Leonardo esprime al suo massimo grado di intensità il suo
interesse per “i moti dell’animo”, ovvero per la resa delle emozioni umane in pittura, attraverso la
rappresentazione attenta di gesti, espressioni, attitudini.
Per questo la scelta di esporre i disegni proprio all’interno del Refettorio, di fronte al capolavoro per
il quale furono concepiti, è particolarmente significativa. Qui potrà avvenire il confronto diretto tra
la prima “idea” e il capolavoro finito, qui il visitatore potrà apprezzare il progressivo affinarsi
dell’ispirazione leonardesca, dal primo, veloce, schizzo ai successivi studi attenti alla resa di materia
e luce.
Giorgio Vasari, nelle sue “Vite de’ più eccellenti pittori, scultori ed architettori”, ricorda Leonardo
come colui il quale “non lasciò mai il disegnare et il fare di rilievo, come cose che gl’andavano a
fantasia più d’alcun’altra”. E davvero il disegno fu sempre per Leonardo uno strumento
fondamentale di studio e di conoscenza, di indagine della realtà. Il disegno istruisce la composizione
e costruisce lo spazio prospettico, ma soprattutto il disegno è capace di dare corpo e forma all’idea,
traducendo il primo impulso mentale nell’atto manuale del disegnare.
I disegni esposti si raccolgono sostanzialmente in due blocchi. Un primo nucleo include gli studi
d’insieme, ossia schizzi più rapidi, a penna, nei quali l’artista tenta lo studio della composizione nel
suo complesso.
Di questi, in particolare, il foglio con studi compositivi è di eccezionale valore, poiché mostra come
Leonardo fosse partito da una concezione tradizionale della rappresentazione dell’Ultima Cena per
arrivare poi a dipingere un’opera straordinariamente innovativa. Infatti lo schizzo a penna mostra
come nella prima ideazione Leonardo avesse collocato Giuda in posizione isolata, sul lato opposto
della tavola rispetto agli altri Apostoli, così come era tradizionalmente rappresentato nelle
precedenti raffigurazione dell’Ultima Cena. Solo in seguito questa scelta fu abbandonata in favore
della soluzione che vediamo nel grande dipinto murale, dove gli Apostoli sono tutti disposti ai due
lati di Cristo e l’identificazione di Giuda – come di tutti gli altri, del resto – è affidata alla sola
rappresentazione fisiognomica ed emotiva, insomma dei “moti dell’animo”.
Gli studi che costituiscono il secondo nucleo espositivo sono per lo più a matita rossa o nera e si
soffermano invece con immensa capacità di osservazione su singoli dettagli, di volti, di gesti o di
piedi: questi fogli già preludono la definitiva resa pittorica e sono tratti dal vero. Proprio in
considerazione della loro superlativa qualità grafica, per due di questi disegni, i due studi
rispettivamente per la mano sinistra di san Tommaso e la mano sinistra di san Bartolomeo –
tradizionalmente attribuiti dalla critica a Cesare da Sesto – si avanza in questa sede l’ipotesi della
paternità leonardesca.
Stefano L’Occaso
Polo museale della Lombardia
mercoledì 10 ottobre alle ore 17:00 presso il Museo del Cenacolo Vinciano (Piazza Santa
Maria delle Grazie, 2 – Milano).
La mostra, organizzata dal Polo Museale Regionale della Lombardia, presenta dieci disegni
provenienti dalle collezioni reali di Sua Maestà la Regina Elisabetta II, che saranno esposti al
pubblico a partire dall’11 ottobre e sino al 13 gennaio 2019, all’interno del Refettorio di
Santa Maria delle Grazie.
I disegni, realizzati in preparazione dell’Ultima Cena, raccontano il percorso creativo del
genio del Rinascimento, dalle prime idee al capolavoro assoluto che oggi vediamo. Dei dieci
disegni, sette sono senz’altro di mano di Leonardo, due – tradizionalmente attribuiti dalla
critica a Cesare da Sesto – vengono qui assegnati al Maestro toscano, mentre uno è attribuito
a Francesco Melzi.
La mostra sarà inclusa nel normale prezzo del biglietto, ed è un omaggio del Polo Museale
della Lombardia a Leonardo da Vinci, del quale si aprono così le celebrazioni per il
cinquecentenario dalla morte (2 maggio 1519).
Ufficio stampa: Polo Museale Regionale della Lombardia
E-mail pm-lom.comunicazione@beniculturali.it Palazzo Litta, Corso Magenta, 24 – 20123 Milano
Tel 02 80294414 tel. 02 80294401 - email: pm-lom@beniculturali.it
www.polomuseale.lombardia.beniculturali.it
“...Farai le figure in tale atto, il quale sia sofficiente a dimostrare quello, che la figura
ha nell’animo...” (Leonardo da Vinci, Trattato della pittura)
L’Ultima Cena è l’opera nella quale Leonardo esprime al suo massimo grado di intensità il suo
interesse per “i moti dell’animo”, ovvero per la resa delle emozioni umane in pittura, attraverso la
rappresentazione attenta di gesti, espressioni, attitudini.
Per questo la scelta di esporre i disegni proprio all’interno del Refettorio, di fronte al capolavoro per
il quale furono concepiti, è particolarmente significativa. Qui potrà avvenire il confronto diretto tra
la prima “idea” e il capolavoro finito, qui il visitatore potrà apprezzare il progressivo affinarsi
dell’ispirazione leonardesca, dal primo, veloce, schizzo ai successivi studi attenti alla resa di materia
e luce.
Giorgio Vasari, nelle sue “Vite de’ più eccellenti pittori, scultori ed architettori”, ricorda Leonardo
come colui il quale “non lasciò mai il disegnare et il fare di rilievo, come cose che gl’andavano a
fantasia più d’alcun’altra”. E davvero il disegno fu sempre per Leonardo uno strumento
fondamentale di studio e di conoscenza, di indagine della realtà. Il disegno istruisce la composizione
e costruisce lo spazio prospettico, ma soprattutto il disegno è capace di dare corpo e forma all’idea,
traducendo il primo impulso mentale nell’atto manuale del disegnare.
I disegni esposti si raccolgono sostanzialmente in due blocchi. Un primo nucleo include gli studi
d’insieme, ossia schizzi più rapidi, a penna, nei quali l’artista tenta lo studio della composizione nel
suo complesso.
Di questi, in particolare, il foglio con studi compositivi è di eccezionale valore, poiché mostra come
Leonardo fosse partito da una concezione tradizionale della rappresentazione dell’Ultima Cena per
arrivare poi a dipingere un’opera straordinariamente innovativa. Infatti lo schizzo a penna mostra
come nella prima ideazione Leonardo avesse collocato Giuda in posizione isolata, sul lato opposto
della tavola rispetto agli altri Apostoli, così come era tradizionalmente rappresentato nelle
precedenti raffigurazione dell’Ultima Cena. Solo in seguito questa scelta fu abbandonata in favore
della soluzione che vediamo nel grande dipinto murale, dove gli Apostoli sono tutti disposti ai due
lati di Cristo e l’identificazione di Giuda – come di tutti gli altri, del resto – è affidata alla sola
rappresentazione fisiognomica ed emotiva, insomma dei “moti dell’animo”.
Gli studi che costituiscono il secondo nucleo espositivo sono per lo più a matita rossa o nera e si
soffermano invece con immensa capacità di osservazione su singoli dettagli, di volti, di gesti o di
piedi: questi fogli già preludono la definitiva resa pittorica e sono tratti dal vero. Proprio in
considerazione della loro superlativa qualità grafica, per due di questi disegni, i due studi
rispettivamente per la mano sinistra di san Tommaso e la mano sinistra di san Bartolomeo –
tradizionalmente attribuiti dalla critica a Cesare da Sesto – si avanza in questa sede l’ipotesi della
paternità leonardesca.
Stefano L’Occaso
Polo museale della Lombardia
10
ottobre 2018
Leonardo da Vinci: prime idee per l’Ultima Cena
Dal 10 ottobre 2018 al 13 gennaio 2019
arte antica
Location
CENACOLO VINCIANO
Milano, Piazza Santa Maria Delle Grazie, 2, (Milano)
Milano, Piazza Santa Maria Delle Grazie, 2, (Milano)
Vernissage
10 Ottobre 2018, solo su invito e accredito
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
LUCIA CRESPI
Autore
Curatore