Da molti anni Leonardo Genovese lavora con la fotografia al di là di movimenti, gruppi, situazioni convenzionali e preordinate. La sua è una ricerca solitaria fatta di sguardi, riflessioni, letture, soprattutto poetiche.
In mostra saranno solo lavori a colori, totalmente inediti. Sinora le sue opere mostrate in rare e meditate occasioni erano in bianco e nero. In realtà Genovese da oltre dieci anni fa ricerca sul colore, una ricerca lenta, paziente, puntuale, in cui si ritorna più e più volte sugli stessi punti. Se già nei suoi lavori del passato era difficile cogliere una narrazione, una storia, qui lo è a maggior ragione. Non vi sono tensioni narrative, discorsive, piuttosto l’evocazione di sensazioni percepite: la luce, l’ombra, le forme accennate e non riconoscibili, che danno vita a geometrie indefinite in cui i colori si alternano e si dissimulano in una continua trasformazione.
La sua è una scelta antimonumentale, pacata, in controtendenza non solo con le scelte di buona parte del mondo dell’arte, ma anche con i ritmi del circostante, in cui l’esibizione senza frontiere diviene regola di vita.
(Angela Madesani)