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LeoNilde Carabba / Marcela Pavia – Danzando attorno all’Uno
la musica di Marcela Pavia si coniuga armoniosamente con le immagini di LeoNilde Carabba ed è in questa seria, tenace, difficile autonomia che vive l’Arte, che ci riporta l’eterna immagine del cigno che canta prima di morire nel momento di ricongiungimento con il suo Dio
Comunicato stampa
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Danzando attorno all’UNO.
Queste parole, di per sé stesse, già evocano in ognuno di noi l’Indicibile.
Ed è sull’asse d’equilibrio di questo “indicibile” che l’essere umano vive, tentando il suo umano racconto, il più delle volte tenendo troppo lontane le sue finitezze, che da sempre lo spaventano, per tendere invece ad un assoluto che pare
in certi momenti essere l’arrivo. Mentre è il porto di una nuova partenza.
Danzare è saper ascoltare l’Indicibile.
E nulla è più indicibile della Musica, anzi la Musica è il linguaggio per eccellenza dell’Indicibile, persino la filosofia ammette di non poter fare a meno della Musica; ma mentre Schopenhauer dice che la musica è rinuncia ad ogni relazione con l’esteriorità, Nietzche dice essere la totale immanenza, dove la Musica è un mondo a sé in quanto implica
un irreversibile sì alla vita, non in un al di là, ma oltre la vita, dove il superuomo sarà colui tutt’uno con la totale immanenza.
E’ così che i veri rivoluzionari trasformano la tradizione, portando alle estreme conseguenze e senza compromesso alcuno ciò che è già immanente ed esplicito nel linguaggio ereditato, rinunciando a tutto il resto, senza perdere la propria autonomia. Perché chi tende ad essere altro da sé perderà per sempre la propria autonomia, condannandosi in un mondo senza musica e privo di armonia.
E’ in questa dimensione di autonomia che la musica di Marcela Pavia si coniuga armoniosamente con le immagini di LeoNilde Carabba ed è in questa seria, tenace, difficile autonomia che vive l’Arte, che ci riporta l’eterna immagine del cigno che canta prima di morire nel momento di ricongiungimento con il suo Dio, dove si purifica di ogni disarmonia per cantare in onore di A-pollo, dove i molti si superano e si ricongiungono all’unità divina (A-pollos).
Mancanza di dualità.
Ogni volta creando il composto che già c’è, dove perfino il cosmo, armonia visibile per eccellenza, è mortale.
L’Arte è affamata di compimento, è nostalgia verso, è lamento e consolazione.
L’Arte è redenzione che ci aiuta a guardare tra le crepe di ciò che sembra ermetico e di cui ci sentiamo colpevoli, è spiare nelle fessure, è non essere ancora.
Arte è raccogliere in unità i molti, come un buon politico dovrebbe fare, come ogni essere umano dovrebbe quotidianamente fare mai tradendo i molti che in ognuno vivono e reclamano conoscenza.
E se l’intero non è immagine dell’Uno, perché ha necessità di essere articolato nel finito, l’Arte spacca l’imene dell’infinito e fa ciò che la filosofia comprende ed è solo in questo senso che la filosofia è più grande.
Ecco perché se siamo in Verità, il Logos è Amore.
Queste parole, di per sé stesse, già evocano in ognuno di noi l’Indicibile.
Ed è sull’asse d’equilibrio di questo “indicibile” che l’essere umano vive, tentando il suo umano racconto, il più delle volte tenendo troppo lontane le sue finitezze, che da sempre lo spaventano, per tendere invece ad un assoluto che pare
in certi momenti essere l’arrivo. Mentre è il porto di una nuova partenza.
Danzare è saper ascoltare l’Indicibile.
E nulla è più indicibile della Musica, anzi la Musica è il linguaggio per eccellenza dell’Indicibile, persino la filosofia ammette di non poter fare a meno della Musica; ma mentre Schopenhauer dice che la musica è rinuncia ad ogni relazione con l’esteriorità, Nietzche dice essere la totale immanenza, dove la Musica è un mondo a sé in quanto implica
un irreversibile sì alla vita, non in un al di là, ma oltre la vita, dove il superuomo sarà colui tutt’uno con la totale immanenza.
E’ così che i veri rivoluzionari trasformano la tradizione, portando alle estreme conseguenze e senza compromesso alcuno ciò che è già immanente ed esplicito nel linguaggio ereditato, rinunciando a tutto il resto, senza perdere la propria autonomia. Perché chi tende ad essere altro da sé perderà per sempre la propria autonomia, condannandosi in un mondo senza musica e privo di armonia.
E’ in questa dimensione di autonomia che la musica di Marcela Pavia si coniuga armoniosamente con le immagini di LeoNilde Carabba ed è in questa seria, tenace, difficile autonomia che vive l’Arte, che ci riporta l’eterna immagine del cigno che canta prima di morire nel momento di ricongiungimento con il suo Dio, dove si purifica di ogni disarmonia per cantare in onore di A-pollo, dove i molti si superano e si ricongiungono all’unità divina (A-pollos).
Mancanza di dualità.
Ogni volta creando il composto che già c’è, dove perfino il cosmo, armonia visibile per eccellenza, è mortale.
L’Arte è affamata di compimento, è nostalgia verso, è lamento e consolazione.
L’Arte è redenzione che ci aiuta a guardare tra le crepe di ciò che sembra ermetico e di cui ci sentiamo colpevoli, è spiare nelle fessure, è non essere ancora.
Arte è raccogliere in unità i molti, come un buon politico dovrebbe fare, come ogni essere umano dovrebbe quotidianamente fare mai tradendo i molti che in ognuno vivono e reclamano conoscenza.
E se l’intero non è immagine dell’Uno, perché ha necessità di essere articolato nel finito, l’Arte spacca l’imene dell’infinito e fa ciò che la filosofia comprende ed è solo in questo senso che la filosofia è più grande.
Ecco perché se siamo in Verità, il Logos è Amore.
14
dicembre 2007
LeoNilde Carabba / Marcela Pavia – Danzando attorno all’Uno
Dal 14 dicembre 2007 all'undici gennaio 2008
arte contemporanea
Location
SPAZIO ECLECTIKA
Milano, Via Bartolomeo Eustachi, 4, (Milano)
Milano, Via Bartolomeo Eustachi, 4, (Milano)
Vernissage
14 Dicembre 2007, ore 21.00
Autore
Curatore