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Leonora Bisagno / Jacopo Miliani
La seconda mostra della p38 dà risalto a due giovani artisti che presentano in parallelo le loro originali installazioni.
Comunicato stampa
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“Da desiderio a desiderio” è il titolo scelto da Leonora per la sua mostra. Un titolo d’occasione, trovato sulla base di interessi e associazioni del momento: in questo caso la letteratura femminista, gli atti di un convegno del 1987, la cui copertina, in quanto image trouvée, assume una nuova posizione all’interno del suo progetto, anche grazie al titolo suggestivo, affascinante.
Tra gli interessi menzionati, desumibili da lacerti del femminismo, del surrealismo, dagli altri oggetti trovati e collezionati di cui veniamo gradualmente a conoscenza, il titolo del libro, la medesima grana dell’immagine, malamente riprodotta, preparano un clima di attesa che ha molto da spartire con il desiderio del titolo.
Mentre il lavoro di Jacopo Miliani, nell’altra parte dello spazio, rifiuta l’identificazione del pubblico, nel tentativo di indagare il potere e la natura della rappresentazione e deviandone il processo programmato, Leonora invece coinvolge lo spettatore, che in qualche modo sia disposto a seguirla, immettendolo in un universo che invece ha già perso in partenza le sue coordinate iniziali: è anzi come se queste non fossero mai esistite.Lo spettatore è chiamato ad affidarsi al proprio intuito, alle proprie associazioni, alle conoscenze che affiorano in quel momento. Un potere enorme. Tuttavia si trova improvvisamente in un universo desiderante libero, in espansione, che può richiedere la sua incondizionata partecipazione, senza che esista un protocollo già scritto per seguirla.
In questa mobilitazione totale dell’ordine del mondo, in questo dérèglement cosmico che vive proprio sulla liberazione dalla normatività di ogni conoscenza, tempo e spazio perdono di senso, o meglio quel senso che è loro attribuito convenzionalmente.
Jacopo Miliani introduce il suo percorso attraverso i materiali per un progetto dedicato alla teoria del multiverso. Tale teoria, elaborata dalla fisica quantistica, ipotizza altre dimensioni parallele o alternative rispetto al nostro universo spaziotemporale – la teoria delle stringhe, ad esempio, o teoria-M, ipotizza l’esistenza di ben undici dimensioni.
Saranno presenti in mostra gli interventi che l’artista ha richiesto a diverse personalità dell’arte e della scienza in occasione dell’ultimo incontro di Roma, organizzato dall’OuUnPo (Ouvroir d’Univers Potentiel) sul tema degli universi paralleli.
La teoria del multiverso apre spazio alla soggettività del sapere. Se possiamo ipotizzare dimensioni fisiche multiple, è possibile ripensare in diverso modo alle dimensioni aperte dalla ricerca artistica e teorica?
Miliani, oltre a questo materiale, rielabora un proprio immaginario affiancando una propria produzione ad alcuni oggetti chiesti in prestito ad antiquari lucchesi tra via del Battistero e via del Gallo. Sono oggetti del passato, precipitati di fronte allo sguardo di clienti, turisti, spettatori. Cose prive apparentemente di storia, spogliate del loro contesto relazionale, disorientate, presenti in quello spazio come oggetti di mercato e quasi come segni nuovi su una pagina bianca.
Inferire informazioni dagli oggetti, è solo in parte ricostruire il passato. Il loro passato oggettivo è infatti in larga parte ipotizzato, immaginato, reinventato, come uno specchio infranto si moltiplica in visioni multiformi.
L’oggetto diventa l’oriente personale del collezionista, dello spettatore, di colui che cercando di imporgli una propria visione, una propria prospettiva (antropocentrica), lo colloca in una sorta di spazio immaginario d’invenzione.
Jacopo, raccoglie questi oggetti in un maggiore insieme, associando cose e immagini all’interno. In questo modo sospende le coordinate spaziotemporali e crea nuovi percorsi, associazioni, letture specifiche, interrogativi, ma sempre disorientando lo spettatore.
Utilizza nel suo lavoro immagini trovate, oggetti, citazioni, creando un vasto archivio personale, una messa in scena decadente, dove il tempo si fa spazio, falsa memoria, falso catalogo o archivio, falsa marca del falso.
Tra gli interessi menzionati, desumibili da lacerti del femminismo, del surrealismo, dagli altri oggetti trovati e collezionati di cui veniamo gradualmente a conoscenza, il titolo del libro, la medesima grana dell’immagine, malamente riprodotta, preparano un clima di attesa che ha molto da spartire con il desiderio del titolo.
Mentre il lavoro di Jacopo Miliani, nell’altra parte dello spazio, rifiuta l’identificazione del pubblico, nel tentativo di indagare il potere e la natura della rappresentazione e deviandone il processo programmato, Leonora invece coinvolge lo spettatore, che in qualche modo sia disposto a seguirla, immettendolo in un universo che invece ha già perso in partenza le sue coordinate iniziali: è anzi come se queste non fossero mai esistite.Lo spettatore è chiamato ad affidarsi al proprio intuito, alle proprie associazioni, alle conoscenze che affiorano in quel momento. Un potere enorme. Tuttavia si trova improvvisamente in un universo desiderante libero, in espansione, che può richiedere la sua incondizionata partecipazione, senza che esista un protocollo già scritto per seguirla.
In questa mobilitazione totale dell’ordine del mondo, in questo dérèglement cosmico che vive proprio sulla liberazione dalla normatività di ogni conoscenza, tempo e spazio perdono di senso, o meglio quel senso che è loro attribuito convenzionalmente.
Jacopo Miliani introduce il suo percorso attraverso i materiali per un progetto dedicato alla teoria del multiverso. Tale teoria, elaborata dalla fisica quantistica, ipotizza altre dimensioni parallele o alternative rispetto al nostro universo spaziotemporale – la teoria delle stringhe, ad esempio, o teoria-M, ipotizza l’esistenza di ben undici dimensioni.
Saranno presenti in mostra gli interventi che l’artista ha richiesto a diverse personalità dell’arte e della scienza in occasione dell’ultimo incontro di Roma, organizzato dall’OuUnPo (Ouvroir d’Univers Potentiel) sul tema degli universi paralleli.
La teoria del multiverso apre spazio alla soggettività del sapere. Se possiamo ipotizzare dimensioni fisiche multiple, è possibile ripensare in diverso modo alle dimensioni aperte dalla ricerca artistica e teorica?
Miliani, oltre a questo materiale, rielabora un proprio immaginario affiancando una propria produzione ad alcuni oggetti chiesti in prestito ad antiquari lucchesi tra via del Battistero e via del Gallo. Sono oggetti del passato, precipitati di fronte allo sguardo di clienti, turisti, spettatori. Cose prive apparentemente di storia, spogliate del loro contesto relazionale, disorientate, presenti in quello spazio come oggetti di mercato e quasi come segni nuovi su una pagina bianca.
Inferire informazioni dagli oggetti, è solo in parte ricostruire il passato. Il loro passato oggettivo è infatti in larga parte ipotizzato, immaginato, reinventato, come uno specchio infranto si moltiplica in visioni multiformi.
L’oggetto diventa l’oriente personale del collezionista, dello spettatore, di colui che cercando di imporgli una propria visione, una propria prospettiva (antropocentrica), lo colloca in una sorta di spazio immaginario d’invenzione.
Jacopo, raccoglie questi oggetti in un maggiore insieme, associando cose e immagini all’interno. In questo modo sospende le coordinate spaziotemporali e crea nuovi percorsi, associazioni, letture specifiche, interrogativi, ma sempre disorientando lo spettatore.
Utilizza nel suo lavoro immagini trovate, oggetti, citazioni, creando un vasto archivio personale, una messa in scena decadente, dove il tempo si fa spazio, falsa memoria, falso catalogo o archivio, falsa marca del falso.
13
febbraio 2010
Leonora Bisagno / Jacopo Miliani
Dal 13 febbraio al 14 marzo 2010
arte contemporanea
Location
P38
Lucca, Via Del Battistero, 38, (Lucca)
Lucca, Via Del Battistero, 38, (Lucca)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 09-13 e 15.30-19.30
Vernissage
13 Febbraio 2010, ore 18
Autore
Curatore