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L’estasi delle cose
Dedicata alla presenza e al significato degli oggetti industriali nella vita dell’uomo contemporaneo, dagli Anni Trenta del Novecento a oggi.
Comunicato stampa
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Dal 23 marzo al 12 giugno 2005 il Museo di Fotografia Contemporanea propone una grande mostra dal titolo “L’estasi delle cose”, dedicata alla presenza e al significato degli oggetti industriali nella vita dell’uomo contemporaneo, dagli Anni Trenta del Novecento a oggi. La mostra, promossa dalla Provincia di Milano e dal Comune di Cinisello Balsamo col contributo del Consiglio Regionale della Lombardia, si articola in due sedi: lo Spazio Oberdan di Milano e il Museo di Fotografia Contemporanea presso Villa Ghirlanda a Cinisello Balsamo.
Il Novecento è stato il secolo delle cose: l’accelerazione industriale, la crescente mercificazione, la nascita delle scuole di design hanno concorso alla produzione di ogni tipo di oggetto industriale ad ogni livello di qualità e con qualunque destinazione, da quella funzionale a quella puramente estetica. Questo “materialismo delle cose” e la loro onnipresenza nella vita dell’uomo contemporaneo ci parlano del nostro rapporto con il mondo e delle condizioni stesse del mondo.
La mostra, a cura di Urs Stahel e Thomas Seelig, rispettivamente direttore e curatore del Fotomuseum Winterthur, una delle più prestigiose istituzioni europee dedicate alla fotografia contemporanea, comprende circa cinquecentocinquanta fotografie, provenienti da più di centocinquanta musei e gallerie pubbliche, collezioni private, archivi aziendali, archivi di giornali, agenzie di pubblicità, case editrici di tutto il mondo.
L’ampiezza e la complessità di “L’estasi delle cose” consentono di presentare le opere fotografiche divise nelle due sedi secondo due precisi momenti:
“L’estasi delle cose. Nell’arte” presso il Museo di Fotografia Contemporanea, Cinisello Balsamo.
Questa parte della mostra presenta un insieme di circa cento opere fotografiche, dalle avanguardie ai giorni nostri, di artisti che hanno scelto l’oggetto prodotto industrialmente come tema del loro lavoro e fa luce su possibili interpretazioni e variazioni linguistiche, dalla rivisitazione della natura morta, all’analisi dell’oggetto di impronta Bauhaus, allo spirito dadaista del ready made, all’oggetto vissuto in chiave surrealista o nella forma dell’installazione. Questa varietà di linguaggi nati e sviluppatisi a partire dalle avanguardie in poi ha pienamente investito tutti gli ambiti della comunicazione che impiega l’immagine fotografica nei più diversi ambiti, esemplificati nella seconda parte della mostra.
“L’estasi delle cose. Nel quotidiano” allo Spazio Oberdan, Milano. Qui sono esposte più di quattrocentocinquanta fotografie di utilizzo industriale, pubblicitario, editoriale, divise in quattordici aree tematiche che analizzano e raccontano gli oggetti nella vita quotidiana, nella produzione e nella comunicazione di massa (dai trasporti all’abbigliamento, dal cibo ai giochi dei bambini, dagli ambienti di lavoro al tempo libero, dalla comunicazione all’arredamento, dai materiali allo sport, al viaggio, al corpo, dalla cosmesi al decadimento degli oggetti, etc.).
Altre sezioni mettono in evidenza concetti trasversali quali la produzione dell’immagine fotografica, la donna come oggetto d’attenzione, il buon design, il packaging.
con il contributo del Consiglio Regionale della Lombardia
Fra i principali autori presenti: Eugène Atget, Aldo Ballo, Olivo Barbieri, Hans Bellmer, Harold Eugene Edgerton, Peter Fischli e David Weiss, Jean Louis Garnell, John Gossage, André Kertész, François Kollar, Manolo Laguillo, Reinhard Matz, Duane Michals, Paul Outerbridge, Federico Patellani, Walter Peterhans, Albert Renger Patzsch, August Sander, Anton Stankowski, Edward Steichen, Man Ray, Maurice Tabard, Wolfgang Tillmans, William Wegman, Wols.
Fra le più importanti industrie: Apple, Armani, Barilla, Bayer, BMW, Bosch, Siemens, Fiat, Krupp, Lego, Lufthansa, Luxottica, Migros, Alessi, Kartell, Pirelli, Renault, Safilo, Volvo.
Il progetto prende in considerazione l’oggetto industriale sotto molti punti di vista, dalla produzione all’uso quotidiano, dalla sua funzione di merce a quella simbolica e affettiva. Ne deriva uno scenario complesso, affollato, spesso sorprendente, nel quale l’oggetto, occupando spazi molto interessanti in ogni aspetto della vita quotidiana, esprime la sua complessa personalità e desta stupore quasi alla maniera di un ready made, conducendo l’osservatore ad analizzare situazioni di vita, abitudini, utilizzi, immaginari di tipo diverso. L’insieme di forme estremamente diversificate, materiali, progetti, concetti che le fotografie mettono in evidenza produce una riflessione sulla vita dell’uomo contemporaneo, che con il procedere e il maturare della civiltà industriale si allontana dalla natura per affidarsi agli oggetti più vari, dai più semplici ai più sofisticati, dai più funzionali ai più “inutili”, dei quali pare circondarsi totalmente. La mostra, oltre che presentare immagini di straordinaria qualità visiva, offre spunti per una riflessione di tipo antropologico e sociologico, per un’analisi del comportamento e del costume sociale, secondo un’impostazione di carattere quasi catalogatorio ed enciclopedico nei riguardi della grandissima varietà delle attività umane.
Il catalogo in lingua inglese (400 pagine, edito dall’editore tedesco Steidl), comprende scritti di Hubertus von Amelunxen, Norbert Bolz, Gerda Breuer, David Campany, Neil Cummings, Gisela Ecker, Michel Frizot, Martin Jaeggi, Michael Jakob, Thilo Koenig, Susanne Scholz, Thomas Seelig, Urs Stahel, Timm Starl.
Nel corso della mostra e in ideale collegamento con essa, la sala cinema dello Spazio Oberdan ospiterà cinque eventi, organizzati dalla Provincia di Milano in collaborazione con la Fondazione Antonio Mazzotta e curati da Enrico Castruccio, dal titolo complessivo: “Oggetto industriale, soggetto di memoria”. Per il 4 aprile è prevista la giornata di studio “Recupero, salvaguardia, valorizzazione degli oggetti industriali: situazione attuale e futuro possibile”, rivolta a un pubblico specializzato. Interverranno le principali realtà culturali milanesi e lombarde legate alla cultura dell'oggetto industriale con contributi europei.
Gli altri quattro appuntamenti, destinati a un pubblico più vasto, sono realizzati sotto forma di “conversazioni multimediali”, con proiezione di filmati e immagini. Ognuno di essi è dedicato a un particolare oggetto di produzione industriale: la conversazione dell'11 aprile riguarderà la calza da donna; quella del 18 aprile la pentola; quella del 2 maggio la macchina fotografica; quella del 9 maggio lo scooter. Le conversazioni multimediali, con inizio alle ore 18, avranno una durata di circa 100 minuti; ognuna di esse sarà tenuta da quattro relatori di diverse culture ed esperienze: un oggetto della vita di tutti i giorni verrà mostrato da varie angolazioni, mettendone in evidenza in maniera brillante la molteplicità dei significati pratici, sociali e simbolici.
Il Novecento è stato il secolo delle cose: l’accelerazione industriale, la crescente mercificazione, la nascita delle scuole di design hanno concorso alla produzione di ogni tipo di oggetto industriale ad ogni livello di qualità e con qualunque destinazione, da quella funzionale a quella puramente estetica. Questo “materialismo delle cose” e la loro onnipresenza nella vita dell’uomo contemporaneo ci parlano del nostro rapporto con il mondo e delle condizioni stesse del mondo.
La mostra, a cura di Urs Stahel e Thomas Seelig, rispettivamente direttore e curatore del Fotomuseum Winterthur, una delle più prestigiose istituzioni europee dedicate alla fotografia contemporanea, comprende circa cinquecentocinquanta fotografie, provenienti da più di centocinquanta musei e gallerie pubbliche, collezioni private, archivi aziendali, archivi di giornali, agenzie di pubblicità, case editrici di tutto il mondo.
L’ampiezza e la complessità di “L’estasi delle cose” consentono di presentare le opere fotografiche divise nelle due sedi secondo due precisi momenti:
“L’estasi delle cose. Nell’arte” presso il Museo di Fotografia Contemporanea, Cinisello Balsamo.
Questa parte della mostra presenta un insieme di circa cento opere fotografiche, dalle avanguardie ai giorni nostri, di artisti che hanno scelto l’oggetto prodotto industrialmente come tema del loro lavoro e fa luce su possibili interpretazioni e variazioni linguistiche, dalla rivisitazione della natura morta, all’analisi dell’oggetto di impronta Bauhaus, allo spirito dadaista del ready made, all’oggetto vissuto in chiave surrealista o nella forma dell’installazione. Questa varietà di linguaggi nati e sviluppatisi a partire dalle avanguardie in poi ha pienamente investito tutti gli ambiti della comunicazione che impiega l’immagine fotografica nei più diversi ambiti, esemplificati nella seconda parte della mostra.
“L’estasi delle cose. Nel quotidiano” allo Spazio Oberdan, Milano. Qui sono esposte più di quattrocentocinquanta fotografie di utilizzo industriale, pubblicitario, editoriale, divise in quattordici aree tematiche che analizzano e raccontano gli oggetti nella vita quotidiana, nella produzione e nella comunicazione di massa (dai trasporti all’abbigliamento, dal cibo ai giochi dei bambini, dagli ambienti di lavoro al tempo libero, dalla comunicazione all’arredamento, dai materiali allo sport, al viaggio, al corpo, dalla cosmesi al decadimento degli oggetti, etc.).
Altre sezioni mettono in evidenza concetti trasversali quali la produzione dell’immagine fotografica, la donna come oggetto d’attenzione, il buon design, il packaging.
con il contributo del Consiglio Regionale della Lombardia
Fra i principali autori presenti: Eugène Atget, Aldo Ballo, Olivo Barbieri, Hans Bellmer, Harold Eugene Edgerton, Peter Fischli e David Weiss, Jean Louis Garnell, John Gossage, André Kertész, François Kollar, Manolo Laguillo, Reinhard Matz, Duane Michals, Paul Outerbridge, Federico Patellani, Walter Peterhans, Albert Renger Patzsch, August Sander, Anton Stankowski, Edward Steichen, Man Ray, Maurice Tabard, Wolfgang Tillmans, William Wegman, Wols.
Fra le più importanti industrie: Apple, Armani, Barilla, Bayer, BMW, Bosch, Siemens, Fiat, Krupp, Lego, Lufthansa, Luxottica, Migros, Alessi, Kartell, Pirelli, Renault, Safilo, Volvo.
Il progetto prende in considerazione l’oggetto industriale sotto molti punti di vista, dalla produzione all’uso quotidiano, dalla sua funzione di merce a quella simbolica e affettiva. Ne deriva uno scenario complesso, affollato, spesso sorprendente, nel quale l’oggetto, occupando spazi molto interessanti in ogni aspetto della vita quotidiana, esprime la sua complessa personalità e desta stupore quasi alla maniera di un ready made, conducendo l’osservatore ad analizzare situazioni di vita, abitudini, utilizzi, immaginari di tipo diverso. L’insieme di forme estremamente diversificate, materiali, progetti, concetti che le fotografie mettono in evidenza produce una riflessione sulla vita dell’uomo contemporaneo, che con il procedere e il maturare della civiltà industriale si allontana dalla natura per affidarsi agli oggetti più vari, dai più semplici ai più sofisticati, dai più funzionali ai più “inutili”, dei quali pare circondarsi totalmente. La mostra, oltre che presentare immagini di straordinaria qualità visiva, offre spunti per una riflessione di tipo antropologico e sociologico, per un’analisi del comportamento e del costume sociale, secondo un’impostazione di carattere quasi catalogatorio ed enciclopedico nei riguardi della grandissima varietà delle attività umane.
Il catalogo in lingua inglese (400 pagine, edito dall’editore tedesco Steidl), comprende scritti di Hubertus von Amelunxen, Norbert Bolz, Gerda Breuer, David Campany, Neil Cummings, Gisela Ecker, Michel Frizot, Martin Jaeggi, Michael Jakob, Thilo Koenig, Susanne Scholz, Thomas Seelig, Urs Stahel, Timm Starl.
Nel corso della mostra e in ideale collegamento con essa, la sala cinema dello Spazio Oberdan ospiterà cinque eventi, organizzati dalla Provincia di Milano in collaborazione con la Fondazione Antonio Mazzotta e curati da Enrico Castruccio, dal titolo complessivo: “Oggetto industriale, soggetto di memoria”. Per il 4 aprile è prevista la giornata di studio “Recupero, salvaguardia, valorizzazione degli oggetti industriali: situazione attuale e futuro possibile”, rivolta a un pubblico specializzato. Interverranno le principali realtà culturali milanesi e lombarde legate alla cultura dell'oggetto industriale con contributi europei.
Gli altri quattro appuntamenti, destinati a un pubblico più vasto, sono realizzati sotto forma di “conversazioni multimediali”, con proiezione di filmati e immagini. Ognuno di essi è dedicato a un particolare oggetto di produzione industriale: la conversazione dell'11 aprile riguarderà la calza da donna; quella del 18 aprile la pentola; quella del 2 maggio la macchina fotografica; quella del 9 maggio lo scooter. Le conversazioni multimediali, con inizio alle ore 18, avranno una durata di circa 100 minuti; ognuna di esse sarà tenuta da quattro relatori di diverse culture ed esperienze: un oggetto della vita di tutti i giorni verrà mostrato da varie angolazioni, mettendone in evidenza in maniera brillante la molteplicità dei significati pratici, sociali e simbolici.
22
marzo 2005
L’estasi delle cose
Dal 22 marzo al 12 giugno 2005
fotografia
Location
MUFOCO – MUSEO DI FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA – VILLA GHIRLANDA
Cinisello Balsamo, Via Giovanni Frova, 10, (Milano)
Cinisello Balsamo, Via Giovanni Frova, 10, (Milano)
Orario di apertura
Giovedì 15–23; venerdì e sabato 15–19; domenica 10–19
Vernissage
22 Marzo 2005, ore 21
Ufficio stampa
BONDARDO
Autore
Curatore