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Let the Bād Speak
Let the Bād Speak indaga, in modo delicato e nuovo, le dinamiche sociali e politiche dell’Iran e dell’Afghanistan e vede come suoi protagonisti 7 artiste e artisti iraniani e afghani Under 35 di fama internazionale, con l’obiettivo di instaurare un dialogo lontano da qualsiasi stereotipizzazione.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
"Let the bad speak" presenta le opere di sette artisti provenienti dall’Iran e dall’Afghanistan: Elmira Abolhasani, Hoda Afshar, Elyas Alavi, Armin Amirian, Hangama Amiri, Latifa Zafar Attaii, Naseer Turkmani.
A fare da filo rosso è il sentito desiderio di instaurare un dialogo interculturale, che decostruisca le classiche categorie interpretative dello scenario mediorientale richiamando l’attenzione sugli eventi e sulle storie delle persone che provengono da quei contesti.
Bad, in dari/farsi, significa “vento”. Il vento è anche, metaforicamente, la voce del popolo afghano e iraniano. Ogni anno, per 120 giorni, esso visita l’Afghanistan e l’altopiano iraniano ululando impetuosamente attraverso le loro steppe. Il vento può raccogliere storie, facendole viaggiare oltre i confini. Con la sua essenza intangibile, incarna la transitorietà e, tuttavia, è il miglior maestro nel mostrare come sopravvivere nell’incertezza e nell’impermanenza. Il titolo della mostra – facendo appello a una fortunata assonanza con la parola inglese bad – mira a riassumere il desiderio di combattere ogni superficiale polarizzazione etica tra “bene” e “male”, la volontà di restituire la parola alla popolazione iraniana e afghana e la
scelta di osservare la loro situazione al di là degli stereotipi, nella sua complessità, senza tralasciarne le sorprendenti contraddizioni.
Attraverso una pluralità di media, gli artisti protagonisti non mancheranno di evocare inattese consonanze tra la scena afghano-iraniana e il resto del mondo. Lavorando su temi quali il rapporto tra identità personale e sradicamento dalla madrepatria, gli intrecci tra memoria culturale e biografie individuali, "Let the bad speak" dipinge paesaggi in cui ognuno può specchiarsi, riconoscersi e ri-scoprirsi.
A fare da filo rosso è il sentito desiderio di instaurare un dialogo interculturale, che decostruisca le classiche categorie interpretative dello scenario mediorientale richiamando l’attenzione sugli eventi e sulle storie delle persone che provengono da quei contesti.
Bad, in dari/farsi, significa “vento”. Il vento è anche, metaforicamente, la voce del popolo afghano e iraniano. Ogni anno, per 120 giorni, esso visita l’Afghanistan e l’altopiano iraniano ululando impetuosamente attraverso le loro steppe. Il vento può raccogliere storie, facendole viaggiare oltre i confini. Con la sua essenza intangibile, incarna la transitorietà e, tuttavia, è il miglior maestro nel mostrare come sopravvivere nell’incertezza e nell’impermanenza. Il titolo della mostra – facendo appello a una fortunata assonanza con la parola inglese bad – mira a riassumere il desiderio di combattere ogni superficiale polarizzazione etica tra “bene” e “male”, la volontà di restituire la parola alla popolazione iraniana e afghana e la
scelta di osservare la loro situazione al di là degli stereotipi, nella sua complessità, senza tralasciarne le sorprendenti contraddizioni.
Attraverso una pluralità di media, gli artisti protagonisti non mancheranno di evocare inattese consonanze tra la scena afghano-iraniana e il resto del mondo. Lavorando su temi quali il rapporto tra identità personale e sradicamento dalla madrepatria, gli intrecci tra memoria culturale e biografie individuali, "Let the bad speak" dipinge paesaggi in cui ognuno può specchiarsi, riconoscersi e ri-scoprirsi.
07
ottobre 2023
Let the Bād Speak
Dal 07 ottobre al 26 novembre 2023
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE 107
Torino, Via Andrea Sansovino, 234, (Torino)
Torino, Via Andrea Sansovino, 234, (Torino)
Biglietti
intero: 8 euro
ridotto: 5 euro
gratuito: Abbonamento Musei
Orario di apertura
sabato e domenica ore 14-19
Vernissage
7 Ottobre 2023, ore 11-19
Autore
Curatore
Media partner
Sponsor
Patrocini