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Letture di una scatola industriale
Embrice dedica una mostra alle molteplici letture possibili del prodotto “Mignon” della Giorgio Fedon & Figli, una scatolina industriale con alle spalle una storia che si lega strettamente al discorso sullo stile e sul design portato avanti dalle grandi firme nella seconda metà del XX secolo.
Comunicato stampa
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Il design dimensiona il gesto: partendo da questo assunto, che tutti verifichiamo nel quotidiano - usando un mouse o un apribottiglie -, il tema touch me circola, subliminale, nella comunicazione della Giorgio Fedon & Figli S.p.A. Un tema che evoca le radici del migliore italian design, e assume una valenza che va al di là della pura operazione commerciale.
Una valenza che lo Studio-Galleria Embrice di Roma (www.embrice.com) ha colto, dedicando una mostra alle molteplici letture possibili del prodotto Mignon. Si tratta di una piccola scatolina industriale, appunto, con alle spalle una storia che si lega strettamente al discorso sullo stile portato avanti dalle grandi firme internazionali nella seconda metà del XX secolo.
I primi disegni sono del '96-97. Il Mignon, rimasto per qualche anno allo stadio di prototipo ('97-‘98), è stato realizzato con sistemi poco più che manuali per delle piccolissime produzioni per occhiali pieghevoli C.D. a fine anni '90.
La forma è stata ottenuta sezionando e riducendo un guscio di lamiera del modello Orion, studiato per Armani: una forma che si è evoluta, progressivamente dimensionata e perfezionata con diecine di campioni tridimensionali al vero.
I materiali per costruire "maquettes" sono stati, all’inizio, legno o materiale espanso; poi stampi in PVC, o resina, con una fresa a controllo numerico da disegno 3D.
Successivamente il Mignon è stato “attrezzato” per la campagna "Mini Touch - riempie la vita" e contemporaneamente adottato anche dalla GIORGIO FEDON 1919, una divisione dell’Azienda che ha abbinato ad ogni scatoletta un pieghevolino descrittivo dei possibili usi.
Sono seguiti i Mignon per lenti a contatto con e senza specchio.
Risalgono al 2004 una serie di motivi "graffity" a due, tre colori marcati all'esterno e al 2008 le linee "animali"; numerose altre “ linee” sono ancora in corso di progettazione.
Nel tempo, molti Mignon sono stati personalizzati all'interno o all'esterno per firme conosciute o varie aziende, come promozionali.
Oggi la linea di produzione è in buona parte automatizzata.
Il piccolo (Mignon, appunto, della GIORGIO FEDON 1919) astuccio a scatto troverebbe posto in un allusivo ambiente fantastico, composto di futuribili oggetti di probabile fabbricazione industriale, in assenza di gravità.
Molti esemplari dell’astuccio potrebbero volare in uno scenario dall’aspetto un po’ metafisico, nel quale non c’è alcun riferimento dimensionale: tranne, appunto, quello fornito dal Mignon, molti esemplari del quale sono esposti nella loro consistenza reale.
Nel 2000 leader della produzione di astucci per occhiali di griffe al top del mondo industrializzato, la Giorgio Fedon & Figli S.p.A decide di avviare, sulla base di un Brevetto Internazionale dello stesso anno, la produzione di un astuccio per occhiali pieghevoli che progressivamente perde il vincolo della sua funzione iniziale, assumendo l’identità Mignon.
Mignon quindi (scocca in lamiera imbutita, fodera stampata in polistirolo floccato termoformato, rivestimento in centinaia di diversi materiali) diventa, con innumerevoli grafiche aziendali, un autorevole contenitore multiuso. Che cerca di affacciarsi, un po’ contro l’usa e getta, sul versante del bene durevole.
Una valenza che lo Studio-Galleria Embrice di Roma (www.embrice.com) ha colto, dedicando una mostra alle molteplici letture possibili del prodotto Mignon. Si tratta di una piccola scatolina industriale, appunto, con alle spalle una storia che si lega strettamente al discorso sullo stile portato avanti dalle grandi firme internazionali nella seconda metà del XX secolo.
I primi disegni sono del '96-97. Il Mignon, rimasto per qualche anno allo stadio di prototipo ('97-‘98), è stato realizzato con sistemi poco più che manuali per delle piccolissime produzioni per occhiali pieghevoli C.D. a fine anni '90.
La forma è stata ottenuta sezionando e riducendo un guscio di lamiera del modello Orion, studiato per Armani: una forma che si è evoluta, progressivamente dimensionata e perfezionata con diecine di campioni tridimensionali al vero.
I materiali per costruire "maquettes" sono stati, all’inizio, legno o materiale espanso; poi stampi in PVC, o resina, con una fresa a controllo numerico da disegno 3D.
Successivamente il Mignon è stato “attrezzato” per la campagna "Mini Touch - riempie la vita" e contemporaneamente adottato anche dalla GIORGIO FEDON 1919, una divisione dell’Azienda che ha abbinato ad ogni scatoletta un pieghevolino descrittivo dei possibili usi.
Sono seguiti i Mignon per lenti a contatto con e senza specchio.
Risalgono al 2004 una serie di motivi "graffity" a due, tre colori marcati all'esterno e al 2008 le linee "animali"; numerose altre “ linee” sono ancora in corso di progettazione.
Nel tempo, molti Mignon sono stati personalizzati all'interno o all'esterno per firme conosciute o varie aziende, come promozionali.
Oggi la linea di produzione è in buona parte automatizzata.
Il piccolo (Mignon, appunto, della GIORGIO FEDON 1919) astuccio a scatto troverebbe posto in un allusivo ambiente fantastico, composto di futuribili oggetti di probabile fabbricazione industriale, in assenza di gravità.
Molti esemplari dell’astuccio potrebbero volare in uno scenario dall’aspetto un po’ metafisico, nel quale non c’è alcun riferimento dimensionale: tranne, appunto, quello fornito dal Mignon, molti esemplari del quale sono esposti nella loro consistenza reale.
Nel 2000 leader della produzione di astucci per occhiali di griffe al top del mondo industrializzato, la Giorgio Fedon & Figli S.p.A decide di avviare, sulla base di un Brevetto Internazionale dello stesso anno, la produzione di un astuccio per occhiali pieghevoli che progressivamente perde il vincolo della sua funzione iniziale, assumendo l’identità Mignon.
Mignon quindi (scocca in lamiera imbutita, fodera stampata in polistirolo floccato termoformato, rivestimento in centinaia di diversi materiali) diventa, con innumerevoli grafiche aziendali, un autorevole contenitore multiuso. Che cerca di affacciarsi, un po’ contro l’usa e getta, sul versante del bene durevole.
10
dicembre 2010
Letture di una scatola industriale
Dal 10 dicembre 2010 al 14 gennaio 2011
design
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
GALLERIA EMBRICE
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato - ore 18:00 - 20:00.
La Galleria rimane chiusa nel periodo tra il 23 dicembre 2010 e il 9 gennaio 2011.
Vernissage
10 Dicembre 2010, ore 18:00.
Curatore