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Lev Khesin – Jazz
Il ritmo del jazz e l’energia della luce abitano le opere di Lev Khesin. La vibrazione cromatica e l’improvvisazione frenetica del jazz diventano qui bagliori sospesi o dissonanze acide, tensione e rarefazione, fraseggi articolati o assoli meditativi.
Comunicato stampa
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Lev Khesin. Jazz
Il ritmo del jazz e l’energia della luce abitano le opere di Lev Khesin. La vibrazione cromatica e l’improvvisazione frenetica del jazz diventano qui bagliori sospesi o dissonanze acide, tensione e rarefazione, fraseggi articolati o assoli meditativi. Di cosa parliamo qui? Di pittura, di musica, di sinestesia? Nel gioco di queste opere poco importa. Lasciarsi trasportare dell’emozione e cedere al gioco intrigante di cromie messo in scena da queste nuove opere di Khesin sembra essere l’unica richiesta che l’artista rivolge al suo pubblico.
I lavori di Lev Khesin, nato in Russia nel 1981 e dal 1999 residente a Berlino, risplendono di una luce enigmatica che emerge dall’oscurità del fondo. Dal supporto ligneo (più di rado di alluminio) su cui l’artista stende strati successivi di silicone misto a pigmenti, il colore si raddensa poi ai bordi della composizione, in cui ogni passaggio viene trattenuto a memoria. Così le opere prendono vita, animandosi di forme luminose e variabili. Ciò appare con particolare evidenza anche nelle nuove opere realizzate su superfici lenticolari, che si animano con lo spostarsi dell’osservatore, imprimendo dinamismo e risonanza all’ambiente circostante.
Il pulsare della luce che entra negli impasti materici e viene poi rilasciata in sfrangiature colorate imprime dinamismo centrifugo e centripeto a opere che si servono anche dell’asimmetria e dell’irregolarità per accrescere evocazione e mistero, come nei casi in cui alcune delle superfici più silenziose vengono repentinamente animate da contrappunti e da brevi ma incisive dissonanze. Lev Khesin, cerniera tra Oriente e Occidente, ha saputo dare forma aperta e pulsante alle sue composizioni, che raccontano del mistero del vivente e fanno pensare al ciclo vitale, tra organico e inorganico, a qualcosa che si trasforma incessantemente.
Lev Khesin, mistico sciamano dei giorni d’oggi, vive a contatto col mondo e la sua frenesia, che fa entrare nel suo lavoro, quello stesso mondo contemporaneo che a sua volta gli risponde adottando le sue opere e trasformandole in preziose stampe su tessuto, com’è recentemente avvenuto con la moda di Berluti. L’improvvisazione del jazz qui diventa un modo del tutto inedito per catturare silenzi e dinamismo della vita contemporanea, restando sempre in ascolto della sua poliedrica diversità.
Il ritmo del jazz e l’energia della luce abitano le opere di Lev Khesin. La vibrazione cromatica e l’improvvisazione frenetica del jazz diventano qui bagliori sospesi o dissonanze acide, tensione e rarefazione, fraseggi articolati o assoli meditativi. Di cosa parliamo qui? Di pittura, di musica, di sinestesia? Nel gioco di queste opere poco importa. Lasciarsi trasportare dell’emozione e cedere al gioco intrigante di cromie messo in scena da queste nuove opere di Khesin sembra essere l’unica richiesta che l’artista rivolge al suo pubblico.
I lavori di Lev Khesin, nato in Russia nel 1981 e dal 1999 residente a Berlino, risplendono di una luce enigmatica che emerge dall’oscurità del fondo. Dal supporto ligneo (più di rado di alluminio) su cui l’artista stende strati successivi di silicone misto a pigmenti, il colore si raddensa poi ai bordi della composizione, in cui ogni passaggio viene trattenuto a memoria. Così le opere prendono vita, animandosi di forme luminose e variabili. Ciò appare con particolare evidenza anche nelle nuove opere realizzate su superfici lenticolari, che si animano con lo spostarsi dell’osservatore, imprimendo dinamismo e risonanza all’ambiente circostante.
Il pulsare della luce che entra negli impasti materici e viene poi rilasciata in sfrangiature colorate imprime dinamismo centrifugo e centripeto a opere che si servono anche dell’asimmetria e dell’irregolarità per accrescere evocazione e mistero, come nei casi in cui alcune delle superfici più silenziose vengono repentinamente animate da contrappunti e da brevi ma incisive dissonanze. Lev Khesin, cerniera tra Oriente e Occidente, ha saputo dare forma aperta e pulsante alle sue composizioni, che raccontano del mistero del vivente e fanno pensare al ciclo vitale, tra organico e inorganico, a qualcosa che si trasforma incessantemente.
Lev Khesin, mistico sciamano dei giorni d’oggi, vive a contatto col mondo e la sua frenesia, che fa entrare nel suo lavoro, quello stesso mondo contemporaneo che a sua volta gli risponde adottando le sue opere e trasformandole in preziose stampe su tessuto, com’è recentemente avvenuto con la moda di Berluti. L’improvvisazione del jazz qui diventa un modo del tutto inedito per catturare silenzi e dinamismo della vita contemporanea, restando sempre in ascolto della sua poliedrica diversità.
21
ottobre 2023
Lev Khesin – Jazz
Dal 21 ottobre al 30 novembre 2023
arte contemporanea
Location
ArteA Gallery
Milano, Corso XXII Marzo, 39, (MI)
Milano, Corso XXII Marzo, 39, (MI)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato su appuntamento
Vernissage
21 Ottobre 2023, H: 16/19,30
Autore
Curatore
Autore testo critico