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Levente Herman – Brand New Second Hand
La prima mostra Italiana dell’artista Ungherese, Levente Herman (classe 1976). Pittore dal grande talento tecnico, la mostra si compone di dodici oli su tela di grande e medio formato, in cui immagini di relitti abbandonati, rottami di automobili e resti di mobilio si sviluppano in ambienti diversi.
Comunicato stampa
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La Edward Cutler Gallery é lieta di presentare “Brand New Second Hand”, la prima mostra Italiana dell’artista Ungherese Levente Herman, classe 1976, membro del Élesd Art Camp and MAMÜ Cultural Association dal 1998. La mostra si compone di dodici oli su tela di grande e medio formato, metà dei quali compongono la serie Auto-Portraits mentre l’altra metà la serie Noah’s Arks, il lavoro più recente.
Pittore dal grande talento tecnico, nei suoi dipinti sviluppa un linguaggio complesso in cui immagini di relitti abbandonati, rottami di automobili e resti di mobilio si appoggiano alle atmosfere notturne e crepuscolari di misteriosi paesaggi urbani
spopolati. Lo spiccato realismo fotografico si mescola a un contenuto ricco di riferimenti storici e metafore, rimandi e simbolismi.
Sullo sfondo molte le tematiche. Da una parte una linea di continuità con la poetica del relitto, la denuncia dell’accumulazione che la società dei consumi deposita ai margini delle città, tema caro a tanta parte dell’arte del Secondo Dopoguerra e qui legato al contesto e alle vicende politiche dell’Ungheria moderna; dall’altra una ricerca attuale e personale. L’artista preleva e recupera i resti e i frammenti di tali relitti e li rimette in circolazione dandogli un senso completamente nuovo. Insieme dialogano il vuoto e il pieno, il passato e il presente, il perso e il ritrovato.
Brand New Second Hand, quasi un ossimoro, racchiude l'essenza dell'idea dell'artista. La velocità con la quale si muove il nostro accelerato secolo in corso, implica la necessità di recuperare gli oggetti, non solo da un punto di vista materiale, ma anche e soprattutto spirituale, per riconsiderare la misura con la quale ci relazioniamo al mondo.
Per Levente Hermann gli oggetti hanno una loro anima specifica, un loro mondo e significato. Per questo non possono non essere una naturale espressione di chi li ha prodotti. Procedendo lungo il corso della nostra vita con essi siamo costretti a modificarne di volta in volta il valore, come nelle relazioni: per questo non sono da sottovalutare, ma al contrario partecipano di quello che siamo e diciamo. Ecco spiegato il titolo della serie Auto-Portraits nella quale i relitti raffigurati, oltre ai molteplici riferimenti storici, esprimono una condizione intima e propria, quella dell'uomo e dell'artista.
Lavorando spesso attraverso le serie, la mostra presenta anche l'ultima Noah's Arks, termine del progetto “Second Hand”. Pur evocando un riferimento religioso, ragiona su un aspetto concettuale, quello della possibilità di cambiare tutto. Di resettare e rivedere il senso di qualcosa in un contesto nuovo, dove i termini di un sistema vengono riletti e rivisti assumendo un nuovo senso e una nuova vita.
Pittore dal grande talento tecnico, nei suoi dipinti sviluppa un linguaggio complesso in cui immagini di relitti abbandonati, rottami di automobili e resti di mobilio si appoggiano alle atmosfere notturne e crepuscolari di misteriosi paesaggi urbani
spopolati. Lo spiccato realismo fotografico si mescola a un contenuto ricco di riferimenti storici e metafore, rimandi e simbolismi.
Sullo sfondo molte le tematiche. Da una parte una linea di continuità con la poetica del relitto, la denuncia dell’accumulazione che la società dei consumi deposita ai margini delle città, tema caro a tanta parte dell’arte del Secondo Dopoguerra e qui legato al contesto e alle vicende politiche dell’Ungheria moderna; dall’altra una ricerca attuale e personale. L’artista preleva e recupera i resti e i frammenti di tali relitti e li rimette in circolazione dandogli un senso completamente nuovo. Insieme dialogano il vuoto e il pieno, il passato e il presente, il perso e il ritrovato.
Brand New Second Hand, quasi un ossimoro, racchiude l'essenza dell'idea dell'artista. La velocità con la quale si muove il nostro accelerato secolo in corso, implica la necessità di recuperare gli oggetti, non solo da un punto di vista materiale, ma anche e soprattutto spirituale, per riconsiderare la misura con la quale ci relazioniamo al mondo.
Per Levente Hermann gli oggetti hanno una loro anima specifica, un loro mondo e significato. Per questo non possono non essere una naturale espressione di chi li ha prodotti. Procedendo lungo il corso della nostra vita con essi siamo costretti a modificarne di volta in volta il valore, come nelle relazioni: per questo non sono da sottovalutare, ma al contrario partecipano di quello che siamo e diciamo. Ecco spiegato il titolo della serie Auto-Portraits nella quale i relitti raffigurati, oltre ai molteplici riferimenti storici, esprimono una condizione intima e propria, quella dell'uomo e dell'artista.
Lavorando spesso attraverso le serie, la mostra presenta anche l'ultima Noah's Arks, termine del progetto “Second Hand”. Pur evocando un riferimento religioso, ragiona su un aspetto concettuale, quello della possibilità di cambiare tutto. Di resettare e rivedere il senso di qualcosa in un contesto nuovo, dove i termini di un sistema vengono riletti e rivisti assumendo un nuovo senso e una nuova vita.
21
febbraio 2013
Levente Herman – Brand New Second Hand
Dal 21 febbraio al 06 aprile 2013
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
EDWARD CUTLER GALLERY
Milano, Via Dell'orso, 12, (Milano)
Milano, Via Dell'orso, 12, (Milano)
Orario di apertura
lunedi - venerdi, ore 10-13 e 15-19
sabato per appuntamento
Vernissage
21 Febbraio 2013, h 18 - 21
Autore
Curatore