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Lewis Baltz – 89-91 Sites of Technology
Il tema dei rapporti – sempre più invisibili – tra i luoghi della vita quotidiana e il sapere razionale della tecnologia e della scienza è al centro della mostra Lewis Baltz. 89-91 Sites of Technology
Comunicato stampa
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Che cosa non vediamo quando guardiamo ? E da chi siamo guardati quando crediamo di vedere ?
Come il computer HAL 9000 del film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick anche le macchine di intelligenza artificiale fotografate dall'artista americano Lewis Baltz sono metafore di un sistema di potere imperscrutabile. Oggi HAL potrebbe assumere le sembianze di una lavatrice, di un laptop, di un telefono. Oggi chiunque può spiare chiunque, anche utilizzando semplici oggetti di uso quotidiano.
"Baltz ci mostra cose che non avremmo mai riconosciuto se la sua mano non ce le avesse indicate - scrive Angela Vettese nella prefazione del libro che accompagna la mostra - strumenti di controllo nascosti in locali di servizio, locali di servizio che sono centrali di controllo, ambiti in apparenza quotidiani che sono i posti dove si dispiega, con apparente domesticità, lo spionaggio pericoloso ma cortese che ci avvolge silente".
Il tema dei rapporti - sempre più invisibili - tra i luoghi della vita quotidiana e il sapere razionale della tecnologia e della scienza è al centro della mostra Lewis Baltz. 89-91 Sites of Technology, curata da Antonello Frongia, che inaugura sabato 15 settembre alle ore 12 presso la Palazzina dei Giardini in corso Canalgrande a Modena. Organizzata e prodotta dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la mostra si apre in concomitanza con il festivalfilosofia in programma dal 14 al 16 settembre prossimi, dedicato, nell'edizione 2007, al tema del Sapere.
La mostra presenta fotografie di grandi dimensioni tratte dal progetto 89-91 Sites of Technology, che Baltz ha realizzato in Francia e Giappone a cavallo degli anni Novanta. Attraverso frammenti di fotografia diretta e immagini riprese da telecamere di sorveglianza, Baltz restituisce intatta la gelida insensatezza delle strutture anonime, indistinguibili dall'esterno, dove supercomputer ad alta capacità vengono utilizzati per gestire enormi quantità di dati e controllare flussi di lavoro, esperimenti scientifici, persino paesaggi: dal CERN di Ginevra alla centrale di videosorveglianza di Sophia Antipolis (un polo tecnologico nei pressi di Nizza); dalla centrale nucleare francese di Gravelines (vicino a Dunkerque) ai laboratori di intelligenza artificiale Toshiba a Kawasaki City; dal centro di gestione delle prenotazioni di Air France sulla riviera francese agli stabilimenti Matra Transport (nei sobborghi di Parigi).
Sinora presentata in modo frammentario e pubblicata solo oggi nella sua interezza, la serie 89-91 costituisce il punto di snodo tra due fasi distinte della carriera di Baltz, collocandosi a metà strada tra l'approccio minimalista e seriale dei progetti di documentazione del paesaggio degli anni Settanta e Ottanta e i grandi tableaux allegorici sul potere della tecnologia degli anni Novanta. Realizzato negli anni della prima Guerra del Golfo, 89-91 segna per Baltz il definitivo riconoscimento della opacità del mondo e della sparizione dei luoghi: "il subtesto del mio lavoro negli anni Ottanta era l'apocalisse. Nel 1990 sembrava che il mondo fosse in un certo senso già finito, ovvero che si fosse reso refrattario ad ogni nostra possibilità di comprensione".
Retrospettivamente tutta l'opera di Baltz, sin dalla fine degli anni Sessanta, ruota attorno al problema della visibilità dei processi economici e sociali che il paesaggio nasconde piuttosto che mostrare. Tuttavia Baltz pone anche un problema più ampio che riguarda non solo la nostra condizione di esseri sociali, ma di esseri umani in senso lato. Secondo il filosofo Gus Blaisdell, le immagini di Baltz invitano a praticare uno scetticismo radicale nei confronti di ciò che percepiamo e conosciamo: anche correndo il rischio, come Hume nel Trattato della natura umana, di naufragare nella malinconia di un pensiero impotente, di fronte al dubbio, al falso, all'insensatezza.
La mostra è accompagnata dal libro 89-91 Sites of Technology, pubblicato per l'occasione dall'editore Steidl con testi in italiano e in inglese di Angela Vettese e Antonello Frongia.
Note Biografiche
Lewis Baltz (Newport Beach, California, 1945) vive e lavora a Parigi e a Venezia dove insegna alla Facoltà di Design e Arti dell'Università IUAV. Attivo sin dalla fine degli anni Sessanta, nel 1975 ha partecipato alla importante mostra New Topographics. Photographs of a Man-altered Landscape, che ha catalizzato a livello internazionale l'idea di una fotografia scettica e "senza stile", all'incrocio tra stile documentario, Land Art, Minimalismo e Arte Concettuale. I suoi lavori sono stati presentati in numerose esposizioni in tutto il mondo ed appaiono in musei quali la Tate Modern di Londra, il Museo d'Arte Moderna di Parigi, il Museum of Contemporary Art di Helsinki, il Whitney Museum of American Art e il Museum of Modern Art di New York.
15
settembre 2007
Lewis Baltz – 89-91 Sites of Technology
Dal 15 settembre al 18 novembre 2007
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA CIVICA DI MODENA – PALAZZO SANTA MARGHERITA
Modena, Corso Canalgrande, 103, (Modena)
Modena, Corso Canalgrande, 103, (Modena)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 10,30-13,00;
15,00-18,00 sabato, domenica e festivi 10,30-18,00 chiuso il lunedì
Vernissage
15 Settembre 2007, ore 12
Ufficio stampa
STUDIO PESCI
Autore
Curatore