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L’Histoire Flottante de Noé
Concetti rafforzati dai tanti numeri e lettere ebraiche disseminati nelle opere: indizi nei quali riecheggia la mistica cabalistica e che inneggiano alla potenza di Dio nel numero 26 e all’indiscutibile fedeltà di Noè al ruolo che gli è stato assegnato.
Comunicato stampa
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In principio fu l’acqua. Perché è l’acqua l’elemento che sta alla base di questa serie di dipinti di Jean-Louis Poveda. L’acqua che d’inverno invade le calli di Venezia e al contempo, nella Genesi, ricopre tutta la superficie terrestre per quaranta giorni e quaranta notti. Acqua che appunto compare in ogni tempera esposta in questa mostra: potenza distruttrice o linfa vitale? Se trattata con il dovuto rispetto, l’acqua diviene mezzo di salvazione, ingrediente fondamentale di rinascita, che accompagna il perpetuarsi della vita nel post diluvio.
E di nuovo l'acqua diventa il trait-d’union con le origini mediterranee dell’artista e i suoi tanti viaggi in barca nell’Egeo. I blu, nelle loro numerose sfumature, e gli ocra, che rimandano cromaticamente ai paesaggi desertici del Sahara, irrompono con energia sulla superficie e ci proiettano in Oriente, in una dimensione che riprende dall’iconografia bizantina, intrinsecamente cara a Venezia, e guarda contemporaneamente alla spiritualità ebraica. Il simbolismo della Cabala permea i soggetti rappresentati; ecco che gli animali scelti per questa missione hanno una duplice valenza: quella di assicurarsi la perpetuazione della specie e quella di fungere da liaison con la storia del popolo ebraico, storia segnata da un fortissimo istinto di sopravvivenza e dalla fede nella salvezza attraverso il cambiamento.
Concetti rafforzati dai tanti numeri e lettere ebraiche disseminati nelle opere: indizi nei quali riecheggia la mistica cabalistica e che inneggiano alla potenza di Dio nel numero 26 e all’indiscutibile fedeltà di Noè al ruolo che gli è stato assegnato; infatti Noè, ovvero colui che non ha mai abbandonato il giusto cammino (lettera Tzadik) è il maestro spirituale, che deve sapere concentrare la sua sapienza in piccoli semi, e spargerli intorno a sé, affinché diano frutto. E questi semi possono fruttare solo grazie all’acqua (lettera Mem), simbolo d’amore che incarna la potenza creativa dell'anima, che risiede nel dare vita ad altre anime tramite la vera unione.
Analogamente al Noè dello scrittore francese Jean Giono, il Noè di Poveda apre alla vita, all'accoglienza, all'accettazione di tutto ciò che sta li fuori, che viene portato nel mondo nuovo per dar vita ad una dimensione altra, di cui ancora non si conosce nulla. Noè è speranza nel futuro, Noè sono io, Noè sono tutti coloro che saltano sulla barca e si avventurano verso l’ignoto per costruire un domani migliore.
E di nuovo l'acqua diventa il trait-d’union con le origini mediterranee dell’artista e i suoi tanti viaggi in barca nell’Egeo. I blu, nelle loro numerose sfumature, e gli ocra, che rimandano cromaticamente ai paesaggi desertici del Sahara, irrompono con energia sulla superficie e ci proiettano in Oriente, in una dimensione che riprende dall’iconografia bizantina, intrinsecamente cara a Venezia, e guarda contemporaneamente alla spiritualità ebraica. Il simbolismo della Cabala permea i soggetti rappresentati; ecco che gli animali scelti per questa missione hanno una duplice valenza: quella di assicurarsi la perpetuazione della specie e quella di fungere da liaison con la storia del popolo ebraico, storia segnata da un fortissimo istinto di sopravvivenza e dalla fede nella salvezza attraverso il cambiamento.
Concetti rafforzati dai tanti numeri e lettere ebraiche disseminati nelle opere: indizi nei quali riecheggia la mistica cabalistica e che inneggiano alla potenza di Dio nel numero 26 e all’indiscutibile fedeltà di Noè al ruolo che gli è stato assegnato; infatti Noè, ovvero colui che non ha mai abbandonato il giusto cammino (lettera Tzadik) è il maestro spirituale, che deve sapere concentrare la sua sapienza in piccoli semi, e spargerli intorno a sé, affinché diano frutto. E questi semi possono fruttare solo grazie all’acqua (lettera Mem), simbolo d’amore che incarna la potenza creativa dell'anima, che risiede nel dare vita ad altre anime tramite la vera unione.
Analogamente al Noè dello scrittore francese Jean Giono, il Noè di Poveda apre alla vita, all'accoglienza, all'accettazione di tutto ciò che sta li fuori, che viene portato nel mondo nuovo per dar vita ad una dimensione altra, di cui ancora non si conosce nulla. Noè è speranza nel futuro, Noè sono io, Noè sono tutti coloro che saltano sulla barca e si avventurano verso l’ignoto per costruire un domani migliore.
16
ottobre 2021
L’Histoire Flottante de Noé
Dal 16 ottobre al 07 novembre 2021
arte contemporanea
Location
VISIONI ALTRE
Venezia, Campo del Ghetto Novo , 2918
Venezia, Campo del Ghetto Novo , 2918
Orario di apertura
da mercoledì a domenica ore 11-14 e 16-19
Vernissage
16 Ottobre 2021, ore 17.00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico