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Li Abbiati – Paralleli
Da sempre l’architettura sottende una concezione della vita in relazione allo spazio. Un edificio è capace di comunicare, attraverso la forma che lo caratterizza, che tipo di vita conduca l’individuo che lo abita. I paesaggi metropolitani di Li Abbiati ci sfidano proprio a questo tipo di congetture nei confronti di cittadini invisibili, la cui esistenza latente informa di sè il mondo circostante.
Comunicato stampa
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Da sempre l’architettura sottende una concezione della vita in relazione allo spazio. Un edificio è capace di comunicare, attraverso la forma che lo caratterizza, che tipo di vita conduca l’individuo che lo abita. I paesaggi metropolitani di Li Abbiati ci sfidano proprio a questo tipo di congetture nei confronti di cittadini invisibili, la cui esistenza latente informa di sè il mondo circostante.
Le sue città sono caratterizzate da una forte componente irrazionale: i grattacieli si spingono verso cieli a tinte forti, per poi ripiegare inevitabilmente su sè stessi sfidando la forza di gravità. Gli edifici sono descritti da linee rette e spezzate a moduli rettangolari che si fanno gioco delle forme razionaliste, generando strutture impossibili che a tratti si chiamano l’un l’altra e a tratti si respingono.
Metropoli sospese nel vuoto e tralicci della corrente con i fili tagliati che gridano al black out totale, città che guardano al futuro ma che paradossalmente rendono impossibile qualsiasi tipo di insediamento da parte dell’uomo che le ha realizzate. Ne emerge un abitante schizofrenicamente diviso tra il proprio operare ed il proprio ardire, un uomo che scompare tra palazzi sempre più alti e strade sempre più strette, palesando l’incapacità di evolvere nel rispetto della propria natura.
Una video installazione, realizzata con la collaborazione di Orazio Arena, proietta immagini di altri luoghi plasmati dall’immaginazione della giovane artista, alimentando il gioco di spiazzamento.
In un panorama di angoli retti e linee parallele protese senza un fine, la musica di Andrea Quattrini (percussioni), Gianni Mimmo (sax soprano), Luca Pissavini (contrabbasso), Xabier Iriondo (cordofonica e elettronica) non manca di suggerire una via alternativa, dove l’irrazionale muta in una fantastica possibilità di cambiamento.
Le sue città sono caratterizzate da una forte componente irrazionale: i grattacieli si spingono verso cieli a tinte forti, per poi ripiegare inevitabilmente su sè stessi sfidando la forza di gravità. Gli edifici sono descritti da linee rette e spezzate a moduli rettangolari che si fanno gioco delle forme razionaliste, generando strutture impossibili che a tratti si chiamano l’un l’altra e a tratti si respingono.
Metropoli sospese nel vuoto e tralicci della corrente con i fili tagliati che gridano al black out totale, città che guardano al futuro ma che paradossalmente rendono impossibile qualsiasi tipo di insediamento da parte dell’uomo che le ha realizzate. Ne emerge un abitante schizofrenicamente diviso tra il proprio operare ed il proprio ardire, un uomo che scompare tra palazzi sempre più alti e strade sempre più strette, palesando l’incapacità di evolvere nel rispetto della propria natura.
Una video installazione, realizzata con la collaborazione di Orazio Arena, proietta immagini di altri luoghi plasmati dall’immaginazione della giovane artista, alimentando il gioco di spiazzamento.
In un panorama di angoli retti e linee parallele protese senza un fine, la musica di Andrea Quattrini (percussioni), Gianni Mimmo (sax soprano), Luca Pissavini (contrabbasso), Xabier Iriondo (cordofonica e elettronica) non manca di suggerire una via alternativa, dove l’irrazionale muta in una fantastica possibilità di cambiamento.
26
giugno 2009
Li Abbiati – Paralleli
Dal 26 al 27 giugno 2009
arte contemporanea
Location
SPAZIO SIRIN
Milano, Via Vincenzo Vela, 15, (Milano)
Milano, Via Vincenzo Vela, 15, (Milano)
Orario di apertura
26 – 27 giugno dalle 19.00 alle 22.00
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