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Liana Miuccio – Ricordi di guerra del nonno
Proiezione Documentario e presentazione Mostra fotografica
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 13 giugno 2009, dalle 16.00 – 19.00, alla Casa della Memoria e della Storia ci sarà la presentazione della mostra fotografica di Liana Miuccio “DOPPIA VISIONE/DOUBLE fino al 28 luglio 2009, nell’ambito di FotoGrafia Festival Internazionale di Roma 2009.
Dalle ore 16.00-16.30 nella sala multimediale, sarà proiettato il documentario realizzato da Liana Miuccio “Ricordi di guerra del nonno” (in italiano con sottotitoli inglese) in cui il nonno romano dell’artista racconta alla nipote la sua esperienza di soldato nella seconda guerra mondiale e di prigioniero a Berlino.
Dalle ore 16.30 alle ore 19.00, ci sarà la presentazione della mostra fotografica sulla terrazza e Spazio Mostre. Sarà presente la fotografa Liana Miuccio e il curatore Roberto Caracciolo.
“Doppia Visione/Double Vision” è un’iniziativa della fotografa italiana e statunitense Liana Miuccio, promossa dal Comune di Roma-Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, Dipartimento IV-Servizio Spazi Culturali e dall’Ambasciata degli Stati Uniti d’America, a cura di Roberto Caracciolo.
“Doppia Visione” è una mostra multimediale di foto e video raccolti da Liana Miuccio come riflessione sull’identità biculturale. I ritratti della sua famiglia e dei suoi luoghi personali vanno ben oltre un racconto individuale: diventano memorie di molte famiglie che vivono in due culture non solo la vita di ogni giorno, ma anche i grandi momenti della storia quali l'immigrazione dall’Italia agli USA e la seconda guerra mondiale.
Scrive Roberto Caracciolo, curatore della mostra sulle foto di Liana Miuccio:
“Nel nostro mondo sempre più persone vivono in bilico tra la realtà della vita nel luogo dove sono approdati e la memoria del luogo d’origine. È in questo contesto che le fotografie di Liana Miuccio sono ancora più significative. Attraverso la ricerca nella memoria di una singola persona possiamo intravedere e capire, persino partecipare nel dramma di tanti. Con la lucida visione di un occhio sapiente e di una mente colta che guarda, senza sentimentalismi, la Miuccio indaga la storia della sua famiglia per meglio capire se stessa e lasciare una traccia per il futuro. Una famiglia a metà italiana da parte di madre, e per metà italo-americana da parte del padre. Metà a Roma e l’altra metà a New York ma con origini in Sicilia, a Limina vicino a Taormina. Storie drammatiche della
nonna siciliana che approda ad Ellis Island incinta a soli diciotto anni con il suo marito o del nonno romano fatto prigioniero dai tedeschi durante la guerra. La memoria di Liana Miuccio è fatta anche di un confronto tra mondi diversi, tra i due lati dell’Atlantico tra i quali si sposta, ed oltre la memoria c’è anche una riflessione personale sull’appartenere a due mondi. Per chi vive una dualità, il tentativo ultimo è forse quello di creare un’unione, una fusione tra le due parti di sé; di cercare di fare di due cose una cosa sola, rincollando i frammenti della propria memoria pur mantenendoli integri e distinti. Per questo sforzo e per la semplice bellezza delle sue immagini dobbiamo essere grati a Liana Miuccio.”
Liana Miuccio: la fotografa
Nata a Roma da madre italiana e padre italo-americano, Liana Miuccio è cresciuta a New York. Dal 2002 vive tra Roma e New York. Si è laureata in Lettere alla McGill University di Montreal e ha studiato fotografia all'International Center of Photography di New York. Le foto di Liana Miuccio sono state pubblicate in numerose riviste e giornali, tra cui il New York Times, the Boston Globe, La Repubblica delle Donne, il Corriere della Sera, l'Espresso e L’Internazionale. Liana Miuccio collabora con Getty Images e fa parte della Stampa Estera a Roma. Inoltre insegna fotografia sia alla Temple che alla Cornell University a Roma. Ha vinto diversi premi tra cui: New York Foundation for the Arts, il National Italian American Foundation e il premio Yann Geoffrey di Grazia Neri a Milano. Il celebre autore Gay Talese, parlando delle foto di Liana Miuccio, dice: "Her photographs pulsate with the essential beauty and warmth of her Italian heritage." (Le foto di Miuccio riflettono la bellezza e il calore delle sue radici italiane). Liana Miuccio ha esposto le sue fotografie in tutto il mondo, in mostre personali al Museo di Immigrazione a Ellis Island di New York e a Villa Trabia a Palermo ed in mostre collettive in gallerie o istituzioni quali: l'American Academy, Temple Gallery e Sala Uno. (www.lianaphoto.com)
Roberto Caracciolo: il curatore
Roberto Caracciolo è nato a New York nel 1960. Ha studiato al United World College of the Atlantic, e in seguito arte all’Istituto d'Arte di Urbino e al New York Studio School. Attualmente Caracciolo è L'Arts Liaison dell'American Academy in Rome e professore di disegno presso la New York University a Firenze e la Temple University a Roma. Caracciolo ha avuto la sua prima mostra personale alla galleria Weber di Torino nel 1986; da allora ha fatto più di venti personali tra l'Italia, l'Europa e New York, in gallerie quali Corraini di Mantova, Belvedere e Grossetti di Milano, A.A.M di Roma, Totem - Il Canale di Venezia, Blancpain-Stepczynski di Ginevra, André Emmerich e Earl McGrath di New York.
Doppia Visione/Double Vision photographic exhibit by Liana Miuccio
Text by Roberto Caracciolo, Curator
In today’s world more and more people migrate from one country to another - sometimes by choice to seek new opportunities, but more often out of necessity, to flee from situations of extreme poverty or political or racial intolerance. More and more people live suspended between the reality of the place they emigrate to and the memory of their former home. This memory, the images and recollections of the life and daily customs so recently left behind, is transmitted from one generation to the next orally through storytelling, with sounds and songs, but also through colors and images.
While memory gives us continuity and wisdom, a sense of belonging and stability, it is fragile, and it requires passion and effort to cultivate it and preserve it so that it will not become sterile and empty. Each fragment of memory needs to be measured with fairness and without prejudice. In this country that lost thousands of men and families to emigration, and now faces thousands of desperate people trying to reach its shores for a better life, we need to remember and respect both those who left and those who arrive today.
It is in this context that Liana Miuccio’s photographs become even more significant. Through one person’s memories we can understand and even participate in the drama of many people. With lucid vision, knowing eyes and a cultivated mind Miuccio investigates without sentimentality the story of her own family to better understand herself and to build a path for the future. Her family memories come from her Italian mother and her Italo-American father ... half of her life and memories are in Rome, the other half in New York with roots in Sicily, in a small town named Limina, near Taormina.
Miuccio’s dramatic family history includes the story of her Sicilian paternal grandmother who at the age of eighteen traveled by boat to Ellis Island while pregnant to re-unite with her husband, and the story of her Roman maternal grandfather who was a prisoner of war in Berlin during World War II.
Through her photographs Miuccio juxtaposes her two worlds on both sides of the Atlantic Ocean. The exhibit presents images that belong to two distinct phases: In the first part, Miuccio researches her past and that of her family’s; in the second part, she investigates the significance and the sensations of living between two worlds.
In the first part of the exhibition, Miuccio uses a visual language that reflects the past - the use of black and white film and silver gelatin prints developed in the darkroom. These prints include images of her Roman maternal grandfather and the photos taken in Sicily, home of origin of her father’s family. In the portraits of her grandfather we enter into the very private and personal interior of her grandfather's home in Rome. In these images, taken with her medium format Contax camera with a Carl Zeiss lens, Miuccio photographs her grandfather using only the natural light from a window. It is this light that creates the intensity of the contrasts and the weight and depth of the blacks in these images. In these photographs, you can immediately see the intimacy between who is taking the portrait and who is being photographed. In the Sicilian photographs, taken with her Nikon 35mm camera during a trip with her sister in 1993, Miuccio uses the beauty of the Sicilian landscape as a backdrop for the portraits of her great-uncle Giovanni who never left his hometown.
These photos of Sicily are paired with the ones taken of her family in the USA, showing us the contrasts and the various evolutions of the family in both worlds, without declaring a preference for one place or one way of life over the other. In so doing the past is brought to life and documented before time can erase it. The past in black and white is presented as a point of departure for reflection.
In the second part of the show with her recent work, Miuccio, who was born in Rome and grew up in New York, reflects on her present life as a woman with two homelands. The two passports she owns are not mere official documents but become part of her cultural, artistic and intellectual identity. In these color photographs, there is also a change in technique and format as they are taken with a digital camera while still using her old manual 35mm camera lenses. The prints have become much larger (40x120cm) than in the previous series of works. Although Miuccio is using a new digital medium which reflects the evolution of time and technology, her color photographs maintain traces of her previous images in that the density of the black in the previous black and white images has now become the saturation of color in the new images. While Miuccio paired single black and white photos to show her past, she now combines two images into a single one: Rome and New York, at times so similar, often so different, are juxtaposed in an original way that forces the onlooker to reflect beyond the generic and banal.
For those of us who live with this duality, the ultimate challenge is perhaps to find a way to fuse the two halves of the self, and to hold on to all the pieces of memory, to create one entity while being faithful to each distinct fragment. For this undertaking and for the simple beauty of her images, we remain grateful to Liana Miuccio.
Doppia Visione/Double Vision mostra fotografica di Liana Miuccio
Testo di Roberto Caracciolo, Curatore
Nel mondo attuale sempre più persone si spostano, migrano: qualche volta per scelta od opportunità, molte volte per necessità, per sfuggire a situazioni estreme di povertà o intolleranza razziale e politica. Nel nostro mondo sempre più persone vivono in bilico tra la realtà della vita nel luogo dove sono approdati e la memoria del luogo d’origine. Memoria che si trasmette verbalmente con i racconti, le storie e con l’educazione che si tramanda da una generazione all’altra, con le consuetudini di una vita quotidiana che si è appena lasciata, con i suoni e i canti, e anche con i colori e le immagini. Ma questa memoria – che ci dà continuità e saggezza, un senso d’appartenenza e di equilibrio – è fragile, ci mette poco ad essere persa; perciò va coltivata, ricercata e per fare in modo che non sia sterile e vuota bisogna metterci passione ed intensità. Il metro di giudizio di ogni frammento di memoria deve essere equo e senza pregiudizi; e in questo paese che ha visto in passato migliaia di uomini e di famiglie partire e ora vede migliaia di poveri che cercano disperatamente di raggiungere le nostre coste come meta di una vita sognata, bisogna ricordare chi è partito e rispettare i ricordi di chi arriva.
È in questo contesto che le fotografie di Liana Miuccio sono ancora più significative. Attraverso la ricerca nella memoria di una singola persona possiamo intravedere e capire, persino partecipare nel dramma di tanti. Con la lucida visione di un occhio sapiente e di una mente colta che guarda, senza sentimentalismi, la Miuccio indaga la storia della sua famiglia per meglio capire se stessa e lasciare una traccia per il futuro. Una famiglia a metà italiana da parte di madre, e a metà italo-americana da parte del padre. Metà a Roma e l’altra metà a New York ma con origini in Sicilia, a Limina vicino a Taormina. Storie drammatiche della nonna siciliana che approda ad Ellis Island incinta a soli diciotto anni per andare a raggiungere suo marito o del nonno romano fatto prigioniero dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. La memoria di Liana Miuccio è fatta anche di un confronto tra mondi diversi, tra i due lati dell’Atlantico tra i quali si sposta, ed oltre la memoria c’è anche una riflessione personale sull’appartenere a due mondi.
La mostra presenta opere che appartengono a due fasi distinte. Nella prima la Miuccio è alla ricerca del proprio passato; nella seconda si interroga sulle sensazioni e sul significato di appartenere a due mondi vivendo tra l’uno e l’altro.
Alla prima fase, che essendo rivolta al passato usa un linguaggio che richiama il passato come la pellicola in bianco e nero e la stampa alla gelatina d’argento fatte in camera oscura, appartengono le immagini di suo nonno materno e le foto fatte in Sicilia, terra d’origine della famiglia del padre. Nelle fotografie che ritraggono il nonno entriamo nel chiuso di un appartamento, in un mondo privato molto personale. Utilizzando una macchina fotografica Contax, con lenti Carl Zeiss, Miuccio coglie il nonno usando solo la luce naturale di una finestra. Ed è proprio la luce filtrata che crea l’intensità dei contrasti, il peso e la profondità dei neri. In queste fotografie si sente immediatamente l’intimità tra chi è ritratto e chi ritrae. Nelle fotografie fatte in Sicilia a partire dal 1993 con una Nikon 35 mm, durante un viaggio compiuto con la sorella alla ricerca delle proprie origini, la Miuccio scopre e fotografa la grandezza del paesaggio, la bellezza dei luoghi, sfondo dei ritratti fatti ad un pro-zio che dalla Sicilia non si è mai allontanato. Queste ultime fotografie vengono esposte accanto a quelle della sua famiglia in America facendoci vedere i contrasti, le diverse evoluzioni della famiglia, il tutto senza un giudizio a favore di una scelta o dell’altra, di un modo di essere o di un altro.
Il passato è stato rivissuto, documentato prima che il tempo né cancellasse le tracce. Il passato in bianco e nero è lì come base di una nuova riflessione.
Nella seconda fase della mostra, con i lavori più recenti, Liana Miuccio riflette sul suo presente di donna con due patrie, due passaporti non solo di fatto ma anche culturali, artistici e di modo di pensare. Essendo queste ultime immagini declinate al presente c’è anche un cambio di tecnica e di formato. Ora le fotografie sono fatte con una macchina digitale - pur usando lo stesso obbiettivo 35mm manuale di prima - e le stampe sono ben più grandi (40 x 120 cm). Seppure attraverso una naturale evoluzione delle cose e della tecnica le nuove fotografie mantengono una traccia delle foto precedenti dove la densità dei neri diventa la saturazione dei colori nelle nuove immagini. Mentre prima Miuccio pensava a combinazioni di singole fotografie, ora le singole immagini sono composte di due parti attaccate. Roma e New York a volte così simili e a volte così diverse confrontate in modo inusuale ed imprevedibile costringono chi guarda ad una riflessione che va oltre il generico ed il banale.
Per chi vive una dualità, il tentativo ultimo è forse quello di creare un’unione, una fusione tra le due parti di sé; di cercare di fare di due cose una cosa sola, rincollando i frammenti della propria memoria pur mantenendoli integri e distinti. Per questo sforzo e per la semplice bellezza delle sue immagini dobbiamo essere grati a Liana Miuccio.
Dalle ore 16.00-16.30 nella sala multimediale, sarà proiettato il documentario realizzato da Liana Miuccio “Ricordi di guerra del nonno” (in italiano con sottotitoli inglese) in cui il nonno romano dell’artista racconta alla nipote la sua esperienza di soldato nella seconda guerra mondiale e di prigioniero a Berlino.
Dalle ore 16.30 alle ore 19.00, ci sarà la presentazione della mostra fotografica sulla terrazza e Spazio Mostre. Sarà presente la fotografa Liana Miuccio e il curatore Roberto Caracciolo.
“Doppia Visione/Double Vision” è un’iniziativa della fotografa italiana e statunitense Liana Miuccio, promossa dal Comune di Roma-Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, Dipartimento IV-Servizio Spazi Culturali e dall’Ambasciata degli Stati Uniti d’America, a cura di Roberto Caracciolo.
“Doppia Visione” è una mostra multimediale di foto e video raccolti da Liana Miuccio come riflessione sull’identità biculturale. I ritratti della sua famiglia e dei suoi luoghi personali vanno ben oltre un racconto individuale: diventano memorie di molte famiglie che vivono in due culture non solo la vita di ogni giorno, ma anche i grandi momenti della storia quali l'immigrazione dall’Italia agli USA e la seconda guerra mondiale.
Scrive Roberto Caracciolo, curatore della mostra sulle foto di Liana Miuccio:
“Nel nostro mondo sempre più persone vivono in bilico tra la realtà della vita nel luogo dove sono approdati e la memoria del luogo d’origine. È in questo contesto che le fotografie di Liana Miuccio sono ancora più significative. Attraverso la ricerca nella memoria di una singola persona possiamo intravedere e capire, persino partecipare nel dramma di tanti. Con la lucida visione di un occhio sapiente e di una mente colta che guarda, senza sentimentalismi, la Miuccio indaga la storia della sua famiglia per meglio capire se stessa e lasciare una traccia per il futuro. Una famiglia a metà italiana da parte di madre, e per metà italo-americana da parte del padre. Metà a Roma e l’altra metà a New York ma con origini in Sicilia, a Limina vicino a Taormina. Storie drammatiche della
nonna siciliana che approda ad Ellis Island incinta a soli diciotto anni con il suo marito o del nonno romano fatto prigioniero dai tedeschi durante la guerra. La memoria di Liana Miuccio è fatta anche di un confronto tra mondi diversi, tra i due lati dell’Atlantico tra i quali si sposta, ed oltre la memoria c’è anche una riflessione personale sull’appartenere a due mondi. Per chi vive una dualità, il tentativo ultimo è forse quello di creare un’unione, una fusione tra le due parti di sé; di cercare di fare di due cose una cosa sola, rincollando i frammenti della propria memoria pur mantenendoli integri e distinti. Per questo sforzo e per la semplice bellezza delle sue immagini dobbiamo essere grati a Liana Miuccio.”
Liana Miuccio: la fotografa
Nata a Roma da madre italiana e padre italo-americano, Liana Miuccio è cresciuta a New York. Dal 2002 vive tra Roma e New York. Si è laureata in Lettere alla McGill University di Montreal e ha studiato fotografia all'International Center of Photography di New York. Le foto di Liana Miuccio sono state pubblicate in numerose riviste e giornali, tra cui il New York Times, the Boston Globe, La Repubblica delle Donne, il Corriere della Sera, l'Espresso e L’Internazionale. Liana Miuccio collabora con Getty Images e fa parte della Stampa Estera a Roma. Inoltre insegna fotografia sia alla Temple che alla Cornell University a Roma. Ha vinto diversi premi tra cui: New York Foundation for the Arts, il National Italian American Foundation e il premio Yann Geoffrey di Grazia Neri a Milano. Il celebre autore Gay Talese, parlando delle foto di Liana Miuccio, dice: "Her photographs pulsate with the essential beauty and warmth of her Italian heritage." (Le foto di Miuccio riflettono la bellezza e il calore delle sue radici italiane). Liana Miuccio ha esposto le sue fotografie in tutto il mondo, in mostre personali al Museo di Immigrazione a Ellis Island di New York e a Villa Trabia a Palermo ed in mostre collettive in gallerie o istituzioni quali: l'American Academy, Temple Gallery e Sala Uno. (www.lianaphoto.com)
Roberto Caracciolo: il curatore
Roberto Caracciolo è nato a New York nel 1960. Ha studiato al United World College of the Atlantic, e in seguito arte all’Istituto d'Arte di Urbino e al New York Studio School. Attualmente Caracciolo è L'Arts Liaison dell'American Academy in Rome e professore di disegno presso la New York University a Firenze e la Temple University a Roma. Caracciolo ha avuto la sua prima mostra personale alla galleria Weber di Torino nel 1986; da allora ha fatto più di venti personali tra l'Italia, l'Europa e New York, in gallerie quali Corraini di Mantova, Belvedere e Grossetti di Milano, A.A.M di Roma, Totem - Il Canale di Venezia, Blancpain-Stepczynski di Ginevra, André Emmerich e Earl McGrath di New York.
Doppia Visione/Double Vision photographic exhibit by Liana Miuccio
Text by Roberto Caracciolo, Curator
In today’s world more and more people migrate from one country to another - sometimes by choice to seek new opportunities, but more often out of necessity, to flee from situations of extreme poverty or political or racial intolerance. More and more people live suspended between the reality of the place they emigrate to and the memory of their former home. This memory, the images and recollections of the life and daily customs so recently left behind, is transmitted from one generation to the next orally through storytelling, with sounds and songs, but also through colors and images.
While memory gives us continuity and wisdom, a sense of belonging and stability, it is fragile, and it requires passion and effort to cultivate it and preserve it so that it will not become sterile and empty. Each fragment of memory needs to be measured with fairness and without prejudice. In this country that lost thousands of men and families to emigration, and now faces thousands of desperate people trying to reach its shores for a better life, we need to remember and respect both those who left and those who arrive today.
It is in this context that Liana Miuccio’s photographs become even more significant. Through one person’s memories we can understand and even participate in the drama of many people. With lucid vision, knowing eyes and a cultivated mind Miuccio investigates without sentimentality the story of her own family to better understand herself and to build a path for the future. Her family memories come from her Italian mother and her Italo-American father ... half of her life and memories are in Rome, the other half in New York with roots in Sicily, in a small town named Limina, near Taormina.
Miuccio’s dramatic family history includes the story of her Sicilian paternal grandmother who at the age of eighteen traveled by boat to Ellis Island while pregnant to re-unite with her husband, and the story of her Roman maternal grandfather who was a prisoner of war in Berlin during World War II.
Through her photographs Miuccio juxtaposes her two worlds on both sides of the Atlantic Ocean. The exhibit presents images that belong to two distinct phases: In the first part, Miuccio researches her past and that of her family’s; in the second part, she investigates the significance and the sensations of living between two worlds.
In the first part of the exhibition, Miuccio uses a visual language that reflects the past - the use of black and white film and silver gelatin prints developed in the darkroom. These prints include images of her Roman maternal grandfather and the photos taken in Sicily, home of origin of her father’s family. In the portraits of her grandfather we enter into the very private and personal interior of her grandfather's home in Rome. In these images, taken with her medium format Contax camera with a Carl Zeiss lens, Miuccio photographs her grandfather using only the natural light from a window. It is this light that creates the intensity of the contrasts and the weight and depth of the blacks in these images. In these photographs, you can immediately see the intimacy between who is taking the portrait and who is being photographed. In the Sicilian photographs, taken with her Nikon 35mm camera during a trip with her sister in 1993, Miuccio uses the beauty of the Sicilian landscape as a backdrop for the portraits of her great-uncle Giovanni who never left his hometown.
These photos of Sicily are paired with the ones taken of her family in the USA, showing us the contrasts and the various evolutions of the family in both worlds, without declaring a preference for one place or one way of life over the other. In so doing the past is brought to life and documented before time can erase it. The past in black and white is presented as a point of departure for reflection.
In the second part of the show with her recent work, Miuccio, who was born in Rome and grew up in New York, reflects on her present life as a woman with two homelands. The two passports she owns are not mere official documents but become part of her cultural, artistic and intellectual identity. In these color photographs, there is also a change in technique and format as they are taken with a digital camera while still using her old manual 35mm camera lenses. The prints have become much larger (40x120cm) than in the previous series of works. Although Miuccio is using a new digital medium which reflects the evolution of time and technology, her color photographs maintain traces of her previous images in that the density of the black in the previous black and white images has now become the saturation of color in the new images. While Miuccio paired single black and white photos to show her past, she now combines two images into a single one: Rome and New York, at times so similar, often so different, are juxtaposed in an original way that forces the onlooker to reflect beyond the generic and banal.
For those of us who live with this duality, the ultimate challenge is perhaps to find a way to fuse the two halves of the self, and to hold on to all the pieces of memory, to create one entity while being faithful to each distinct fragment. For this undertaking and for the simple beauty of her images, we remain grateful to Liana Miuccio.
Doppia Visione/Double Vision mostra fotografica di Liana Miuccio
Testo di Roberto Caracciolo, Curatore
Nel mondo attuale sempre più persone si spostano, migrano: qualche volta per scelta od opportunità, molte volte per necessità, per sfuggire a situazioni estreme di povertà o intolleranza razziale e politica. Nel nostro mondo sempre più persone vivono in bilico tra la realtà della vita nel luogo dove sono approdati e la memoria del luogo d’origine. Memoria che si trasmette verbalmente con i racconti, le storie e con l’educazione che si tramanda da una generazione all’altra, con le consuetudini di una vita quotidiana che si è appena lasciata, con i suoni e i canti, e anche con i colori e le immagini. Ma questa memoria – che ci dà continuità e saggezza, un senso d’appartenenza e di equilibrio – è fragile, ci mette poco ad essere persa; perciò va coltivata, ricercata e per fare in modo che non sia sterile e vuota bisogna metterci passione ed intensità. Il metro di giudizio di ogni frammento di memoria deve essere equo e senza pregiudizi; e in questo paese che ha visto in passato migliaia di uomini e di famiglie partire e ora vede migliaia di poveri che cercano disperatamente di raggiungere le nostre coste come meta di una vita sognata, bisogna ricordare chi è partito e rispettare i ricordi di chi arriva.
È in questo contesto che le fotografie di Liana Miuccio sono ancora più significative. Attraverso la ricerca nella memoria di una singola persona possiamo intravedere e capire, persino partecipare nel dramma di tanti. Con la lucida visione di un occhio sapiente e di una mente colta che guarda, senza sentimentalismi, la Miuccio indaga la storia della sua famiglia per meglio capire se stessa e lasciare una traccia per il futuro. Una famiglia a metà italiana da parte di madre, e a metà italo-americana da parte del padre. Metà a Roma e l’altra metà a New York ma con origini in Sicilia, a Limina vicino a Taormina. Storie drammatiche della nonna siciliana che approda ad Ellis Island incinta a soli diciotto anni per andare a raggiungere suo marito o del nonno romano fatto prigioniero dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. La memoria di Liana Miuccio è fatta anche di un confronto tra mondi diversi, tra i due lati dell’Atlantico tra i quali si sposta, ed oltre la memoria c’è anche una riflessione personale sull’appartenere a due mondi.
La mostra presenta opere che appartengono a due fasi distinte. Nella prima la Miuccio è alla ricerca del proprio passato; nella seconda si interroga sulle sensazioni e sul significato di appartenere a due mondi vivendo tra l’uno e l’altro.
Alla prima fase, che essendo rivolta al passato usa un linguaggio che richiama il passato come la pellicola in bianco e nero e la stampa alla gelatina d’argento fatte in camera oscura, appartengono le immagini di suo nonno materno e le foto fatte in Sicilia, terra d’origine della famiglia del padre. Nelle fotografie che ritraggono il nonno entriamo nel chiuso di un appartamento, in un mondo privato molto personale. Utilizzando una macchina fotografica Contax, con lenti Carl Zeiss, Miuccio coglie il nonno usando solo la luce naturale di una finestra. Ed è proprio la luce filtrata che crea l’intensità dei contrasti, il peso e la profondità dei neri. In queste fotografie si sente immediatamente l’intimità tra chi è ritratto e chi ritrae. Nelle fotografie fatte in Sicilia a partire dal 1993 con una Nikon 35 mm, durante un viaggio compiuto con la sorella alla ricerca delle proprie origini, la Miuccio scopre e fotografa la grandezza del paesaggio, la bellezza dei luoghi, sfondo dei ritratti fatti ad un pro-zio che dalla Sicilia non si è mai allontanato. Queste ultime fotografie vengono esposte accanto a quelle della sua famiglia in America facendoci vedere i contrasti, le diverse evoluzioni della famiglia, il tutto senza un giudizio a favore di una scelta o dell’altra, di un modo di essere o di un altro.
Il passato è stato rivissuto, documentato prima che il tempo né cancellasse le tracce. Il passato in bianco e nero è lì come base di una nuova riflessione.
Nella seconda fase della mostra, con i lavori più recenti, Liana Miuccio riflette sul suo presente di donna con due patrie, due passaporti non solo di fatto ma anche culturali, artistici e di modo di pensare. Essendo queste ultime immagini declinate al presente c’è anche un cambio di tecnica e di formato. Ora le fotografie sono fatte con una macchina digitale - pur usando lo stesso obbiettivo 35mm manuale di prima - e le stampe sono ben più grandi (40 x 120 cm). Seppure attraverso una naturale evoluzione delle cose e della tecnica le nuove fotografie mantengono una traccia delle foto precedenti dove la densità dei neri diventa la saturazione dei colori nelle nuove immagini. Mentre prima Miuccio pensava a combinazioni di singole fotografie, ora le singole immagini sono composte di due parti attaccate. Roma e New York a volte così simili e a volte così diverse confrontate in modo inusuale ed imprevedibile costringono chi guarda ad una riflessione che va oltre il generico ed il banale.
Per chi vive una dualità, il tentativo ultimo è forse quello di creare un’unione, una fusione tra le due parti di sé; di cercare di fare di due cose una cosa sola, rincollando i frammenti della propria memoria pur mantenendoli integri e distinti. Per questo sforzo e per la semplice bellezza delle sue immagini dobbiamo essere grati a Liana Miuccio.
13
giugno 2009
Liana Miuccio – Ricordi di guerra del nonno
13 giugno 2009
presentazione
serata - evento
serata - evento
Location
CASA DELLA MEMORIA E DELLA STORIA
Roma, Via Di San Francesco Di Sales, 5, (Roma)
Roma, Via Di San Francesco Di Sales, 5, (Roma)
Vernissage
13 Giugno 2009, ore 16-19
Sito web
www.lianaphoto.com
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore
Curatore