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Libera Mazzoleni – Oggi gli Dei se ne sono andati (da l’Ultima Cena)
Non più li dolore di una separazione destinale che lascia smarriti, non più il silenzio attento che, accogliendo l’attimo della parola evocatrice di una storia condivisa, si trasformerà in messaggio capace di vincere la morte.
Comunicato stampa
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Non più li dolore di una separazione destinale che lascia smarriti, non più il silenzio attento che, accogliendo l’attimo della parola evocatrice di una storia condivisa, si trasformerà in messaggio capace di vincere la morte.
Una tavola imbandita, al centro un vassoio colmo di frutta, ma nei piatti degli invitati non c’è il cibo che dà la vita, ma gli oggetti divenuti le protesi irrinunciabili di un soggetto narcisistico sempre “in rete”, perso tra i fili di una trama virtuale percorsa da fantasmi sempre connessi, ma mai presenti allo sguardo, mai vicini nel calore dei corpi.
i dodici commensali giocano con i loro orpelli seducenti , ciascuno chiuso nel suo idios kosmos, nel suo mondo privato, che non è lo spazio intimo del dialogo con se stessi, ma l’arido e cieco mondo dell’isolamento, dell’afonia, del bisbigliare a se stessi fantasie di onnipotenza.
Al centro della tavola, un manichino, “l’ultimo dio”, vestito da militare, che, dentro l’oscurità dei suoi occhiali neri, parla con una voce metallica dalla tonalità quasi annoiata, una voce comunque sinistra, che non sollecita ascolto, ma ciniche risate e trova la sua eco solo nei rumori assordanti di una città che è là, fuori, in uno spazio continuamente attraversato e mai guadagnato come luogo d’incontro
Una tavola imbandita, al centro un vassoio colmo di frutta, ma nei piatti degli invitati non c’è il cibo che dà la vita, ma gli oggetti divenuti le protesi irrinunciabili di un soggetto narcisistico sempre “in rete”, perso tra i fili di una trama virtuale percorsa da fantasmi sempre connessi, ma mai presenti allo sguardo, mai vicini nel calore dei corpi.
i dodici commensali giocano con i loro orpelli seducenti , ciascuno chiuso nel suo idios kosmos, nel suo mondo privato, che non è lo spazio intimo del dialogo con se stessi, ma l’arido e cieco mondo dell’isolamento, dell’afonia, del bisbigliare a se stessi fantasie di onnipotenza.
Al centro della tavola, un manichino, “l’ultimo dio”, vestito da militare, che, dentro l’oscurità dei suoi occhiali neri, parla con una voce metallica dalla tonalità quasi annoiata, una voce comunque sinistra, che non sollecita ascolto, ma ciniche risate e trova la sua eco solo nei rumori assordanti di una città che è là, fuori, in uno spazio continuamente attraversato e mai guadagnato come luogo d’incontro
22
gennaio 2015
Libera Mazzoleni – Oggi gli Dei se ne sono andati (da l’Ultima Cena)
22 gennaio 2015
performance - happening
Location
CRAB CENTRO RICERCA ACCADEMIA DI BRERA – EX CHIESA DI SAN CARPOFORO
Milano, Via Marco Formentini, 10, (Milano)
Milano, Via Marco Formentini, 10, (Milano)
Vernissage
22 Gennaio 2015, h 18
Autore
Curatore