Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
[Liberatio]
La mostra, a cura di Giovanna Gammarota, presenta 26 opere fotografiche inedite in tre diversi formati, di Giuseppe Vitale, autore casertano alla sua prima mostra personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Red Lab Gallery è orgogliosa di annunciare la mostra [Liberatio] di Giuseppe Vitale, curata da Giovanna Gammarota.
La mostra che inaugurerà venerdì 23 settembre, presenta 26 opere fotografiche inedite in tre diversi formati, di Giuseppe Vitale, autore casertano alla sua prima mostra personale.
Il titolo della mostra prende spunto dal termine Liberazione, [dal lat. liberatio -onis] che ha il significato di liberare, liberarsi o essere liberato, mediante un atto preciso, da una soggezione, da un male, da un vincolo, da un controllo. Significativo quindi l’utilizzo che se ne fa per questa mostra, tale è infatti l’approccio dell’autore all’immagine: un andare incontro a un’improvvisa “liberazione”. Prima di tutto da qualsivoglia schema preconcetto che riguardi il fare fotografia, in secondo luogo, ma strettamente collegato al primo, dall’ostacolo che si frappone tra l’autore e l’esigenza profonda di usare il linguaggio fotografico stesso come mezzo di liberazione. Improvvisa liberazione. Come quando, a seguito dell’accadere di qualcosa di emotivamente sovrastante, ci si sente svuotati ma, allo stesso tempo, riempiti di nuova linfa.
Giuseppe Vitale si avvicina alla pratica della fotografia dopo aver subito un grave lutto personale che lo mette brutalmente a confronto con la mancanza. Immediatamente sente che soltanto attraverso l’osservazione minuziosa di fenomeni visivi istintivi, a volte minuscoli e quasi impercettibili, può alleviare la propria sofferenza. Da un lato si esprime per necessità di liberazione da un forte senso di oppressione causato da ciò che “non c’è più”, dall’altro comincia a prendere le “misure” dello spazio liberato per accogliere la dimensione nuova generata dall’assenza.
Accade così che, come scrive la curatrice Giovanna Gammarota: «Nel proprio lavoro di indagine sulla mancanza, Giuseppe Vitale, esplorando le dimensioni dello spazio senza alcuna pretesa di volerlo misurare, tanto meno convenzionalmente, annulla completamente questo aspetto, immergendosi nello spazio stesso, ponendosi al suo livello e a quello della mancanza così come della materia che lo permea e che lo ha generato. Quasi “godendo” della sua continua scoperta, diviene egli stesso materia, annullando il proprio Sé. Tale condizione è possibile soltanto se ci si immerge nel dolore della perdita fino ad arrivare a essere privati della sofferenza generata dal dolore stesso».
Nel suo percorso l’autore giunge infine a una preziosa condizione in cui coesistono due stati sensibili: quello che ci fa precipitare nell’oscurità profonda, senza appiglio alcuno di salvezza e, al contempo, quello che sprigiona la volontà di condivisione del frutto luminoso nato dalla sofferenza. Come in una reazione chimica, l’energia liberata nell’atto di fotografare esplode dando origine a una nuova forza che si osserva con incanto.
La mostra si svolge nell'ambito dell'iniziativa "Milano Photofestival 2022".
La mostra che inaugurerà venerdì 23 settembre, presenta 26 opere fotografiche inedite in tre diversi formati, di Giuseppe Vitale, autore casertano alla sua prima mostra personale.
Il titolo della mostra prende spunto dal termine Liberazione, [dal lat. liberatio -onis] che ha il significato di liberare, liberarsi o essere liberato, mediante un atto preciso, da una soggezione, da un male, da un vincolo, da un controllo. Significativo quindi l’utilizzo che se ne fa per questa mostra, tale è infatti l’approccio dell’autore all’immagine: un andare incontro a un’improvvisa “liberazione”. Prima di tutto da qualsivoglia schema preconcetto che riguardi il fare fotografia, in secondo luogo, ma strettamente collegato al primo, dall’ostacolo che si frappone tra l’autore e l’esigenza profonda di usare il linguaggio fotografico stesso come mezzo di liberazione. Improvvisa liberazione. Come quando, a seguito dell’accadere di qualcosa di emotivamente sovrastante, ci si sente svuotati ma, allo stesso tempo, riempiti di nuova linfa.
Giuseppe Vitale si avvicina alla pratica della fotografia dopo aver subito un grave lutto personale che lo mette brutalmente a confronto con la mancanza. Immediatamente sente che soltanto attraverso l’osservazione minuziosa di fenomeni visivi istintivi, a volte minuscoli e quasi impercettibili, può alleviare la propria sofferenza. Da un lato si esprime per necessità di liberazione da un forte senso di oppressione causato da ciò che “non c’è più”, dall’altro comincia a prendere le “misure” dello spazio liberato per accogliere la dimensione nuova generata dall’assenza.
Accade così che, come scrive la curatrice Giovanna Gammarota: «Nel proprio lavoro di indagine sulla mancanza, Giuseppe Vitale, esplorando le dimensioni dello spazio senza alcuna pretesa di volerlo misurare, tanto meno convenzionalmente, annulla completamente questo aspetto, immergendosi nello spazio stesso, ponendosi al suo livello e a quello della mancanza così come della materia che lo permea e che lo ha generato. Quasi “godendo” della sua continua scoperta, diviene egli stesso materia, annullando il proprio Sé. Tale condizione è possibile soltanto se ci si immerge nel dolore della perdita fino ad arrivare a essere privati della sofferenza generata dal dolore stesso».
Nel suo percorso l’autore giunge infine a una preziosa condizione in cui coesistono due stati sensibili: quello che ci fa precipitare nell’oscurità profonda, senza appiglio alcuno di salvezza e, al contempo, quello che sprigiona la volontà di condivisione del frutto luminoso nato dalla sofferenza. Come in una reazione chimica, l’energia liberata nell’atto di fotografare esplode dando origine a una nuova forza che si osserva con incanto.
La mostra si svolge nell'ambito dell'iniziativa "Milano Photofestival 2022".
23
settembre 2022
[Liberatio]
Dal 23 settembre al 19 novembre 2022
fotografia
Location
RED LAB GALLERY
Milano, Via Andrea Solari, 46, (Milano)
Milano, Via Andrea Solari, 46, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 17 - 20:30
Vernissage
23 Settembre 2022, 18:30 - 21
Autore
Curatore
Autore testo critico