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Lidia Bachis / Maddalena Mauri – Rehab (Rehabilitation)
La mostra trova spunto da quella che è diventata una “pratica” molto diffusa nel mondo patinato dei più o meno famosi… andare in Rehab. E cioè entrare in una clinica per riabilitarsi da qualsiasi cosa
Comunicato stampa
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Inaugura domenica 28 ottobre “Rehab” (Rehabilitation), esposizione di due giovani artiste Lidia Bachis e Maddalena Mauri.
Il luogo è un palazzo storico che da casa signorile medioevale si è trasformato, in epoca recente, prima in Accademia delle Belle Arti e poi in spazio espositivo dove la storia si integra perfettamente con l’arte contemporanea.
La mostra trova spunto da quella che è diventata una “pratica” molto diffusa nel mondo patinato dei più o meno famosi… andare in Rehab. E cioè entrare in una clinica per riabilitarsi da qualsiasi cosa: alcool, droga o da una, non importa quale, forma maniacale. “Rehab it is a (cool) attitude” titolava un redazionale del mensile Vogue di qualche tempo fa, così Lidia Bachis e Maddalena Mauri ne hanno sviluppato un lavoro su se stesse tirando fuori dei lavori ad hoc per la mostra, come è loro consuetudine. Riabilitazione totale sia per le due artiste, che presenteranno dei lavori legati a questo tema, sia per il pubblico che sarà “costretto” a riabilitarsi con l’arte (una sorta di arte-terapia).
Lidia Bachis
Giovane artista romana che da anni segue un suo percorso preciso: l’immagine. Non semplicemente figurativa, ma un punto di partenza per poter raccontare o meglio raccontarsi. In “Rehab” la Bachis ha realizzato delle icone, “soggetti” (facenti parte di un suo lavoro di archivio e selezione) che hanno avuto esperienze suicide (Virginia Woolf) o permanenze in manicomio (Alda Merini) o in cliniche riabilitative (Kate Moss), affiancate da “foto ricordo” che hanno formato il suo percorso creativo e influenzato la sua ricerca, non solo estetica ma anche culturale e filosofica. Tutte queste immagini saranno tenute sotto controllo dal fido “Frankestein” un pitbull che, come la creatura di Mary Shelley , è nato in un laboratorio e per questo è il simbolo delle contraddizioni contemporanee.
Saranno tutti quadri rigorosamente in bianco e nero con alcune aggiunte rosse, accompagnati da un baule da viaggio “camera di contenzione portatile” ed un’opera sonora composta da una gabbia per uccelli degli anni 40', intitolata "Wie froh ich bin, weg zu sein" ( come sono contento di essere partito- Goethe ).
Maddalena Mauri
Nasce a Roma, ma vive nel viterbese da sempre, la Mauri è un’artista che si è fatta conoscere e soprattutto apprezzare per la sua spontaneità che trasmette in maniera diretta nelle sue tele. Questa naturalezza è diventata sicuramente la sua forza, mai legata a schemi a definizioni, ma sempre libera di raccontare di se, soprattutto di quello che la circonda: i suoi amici, le sua campagna, i suoi figli, sono gli spunti delle sue opere. La figura predomina soprattutto nelle sue tele di grandi dimensioni. Lo sfondo spesso è circondato da un paesaggio quasi leonardesco, oppure è “incorniciato” con delle scritte (didascalie) che danno maggiore incisione e chiarezza. Guarda avanti ma non tralascia mai la storia e quindi il passato.
I suo lavori ora sono in grafite e anilina che le permettono di arrivare ad una fase di esemplificazione dell’opera senza tanti ripensamenti, infatti dopo aver coperto la tela di grafite costruisce l’immagine togliendo il colore (proprio come se stesse realizzando una scultura) facendo “uscire” piano piano quello che vuole rappresentare. “Una storia strettamente personale” è la miniserie realizzata per la mostra con tre grandi tele e altri piccoli quadri distribuiti in quattro “righe” dove ogni riga ha un suo colore (verde, blu, giallo ed arancione).
Il luogo è un palazzo storico che da casa signorile medioevale si è trasformato, in epoca recente, prima in Accademia delle Belle Arti e poi in spazio espositivo dove la storia si integra perfettamente con l’arte contemporanea.
La mostra trova spunto da quella che è diventata una “pratica” molto diffusa nel mondo patinato dei più o meno famosi… andare in Rehab. E cioè entrare in una clinica per riabilitarsi da qualsiasi cosa: alcool, droga o da una, non importa quale, forma maniacale. “Rehab it is a (cool) attitude” titolava un redazionale del mensile Vogue di qualche tempo fa, così Lidia Bachis e Maddalena Mauri ne hanno sviluppato un lavoro su se stesse tirando fuori dei lavori ad hoc per la mostra, come è loro consuetudine. Riabilitazione totale sia per le due artiste, che presenteranno dei lavori legati a questo tema, sia per il pubblico che sarà “costretto” a riabilitarsi con l’arte (una sorta di arte-terapia).
Lidia Bachis
Giovane artista romana che da anni segue un suo percorso preciso: l’immagine. Non semplicemente figurativa, ma un punto di partenza per poter raccontare o meglio raccontarsi. In “Rehab” la Bachis ha realizzato delle icone, “soggetti” (facenti parte di un suo lavoro di archivio e selezione) che hanno avuto esperienze suicide (Virginia Woolf) o permanenze in manicomio (Alda Merini) o in cliniche riabilitative (Kate Moss), affiancate da “foto ricordo” che hanno formato il suo percorso creativo e influenzato la sua ricerca, non solo estetica ma anche culturale e filosofica. Tutte queste immagini saranno tenute sotto controllo dal fido “Frankestein” un pitbull che, come la creatura di Mary Shelley , è nato in un laboratorio e per questo è il simbolo delle contraddizioni contemporanee.
Saranno tutti quadri rigorosamente in bianco e nero con alcune aggiunte rosse, accompagnati da un baule da viaggio “camera di contenzione portatile” ed un’opera sonora composta da una gabbia per uccelli degli anni 40', intitolata "Wie froh ich bin, weg zu sein" ( come sono contento di essere partito- Goethe ).
Maddalena Mauri
Nasce a Roma, ma vive nel viterbese da sempre, la Mauri è un’artista che si è fatta conoscere e soprattutto apprezzare per la sua spontaneità che trasmette in maniera diretta nelle sue tele. Questa naturalezza è diventata sicuramente la sua forza, mai legata a schemi a definizioni, ma sempre libera di raccontare di se, soprattutto di quello che la circonda: i suoi amici, le sua campagna, i suoi figli, sono gli spunti delle sue opere. La figura predomina soprattutto nelle sue tele di grandi dimensioni. Lo sfondo spesso è circondato da un paesaggio quasi leonardesco, oppure è “incorniciato” con delle scritte (didascalie) che danno maggiore incisione e chiarezza. Guarda avanti ma non tralascia mai la storia e quindi il passato.
I suo lavori ora sono in grafite e anilina che le permettono di arrivare ad una fase di esemplificazione dell’opera senza tanti ripensamenti, infatti dopo aver coperto la tela di grafite costruisce l’immagine togliendo il colore (proprio come se stesse realizzando una scultura) facendo “uscire” piano piano quello che vuole rappresentare. “Una storia strettamente personale” è la miniserie realizzata per la mostra con tre grandi tele e altri piccoli quadri distribuiti in quattro “righe” dove ogni riga ha un suo colore (verde, blu, giallo ed arancione).
28
ottobre 2007
Lidia Bachis / Maddalena Mauri – Rehab (Rehabilitation)
Dal 28 ottobre al 02 dicembre 2007
giovane arte
Location
PALAZZO MAZZATOSTA
Viterbo, Via Orologio Vecchio, 34, (Viterbo)
Viterbo, Via Orologio Vecchio, 34, (Viterbo)
Orario di apertura
dal giovedì al sabato 16,00 – 19,00; domenica 10,00 – 13,00
Vernissage
28 Ottobre 2007, ore 17
Autore