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Like a man
I cinque artisti invitati, tutti appartenenti alla stessa generazione, presentano cinque approcci ad un’identità maschile contemporanea in cui si afferma la caduta di un eroe ormai fuori uso, padre e soldato di una tradizione patriarcale o modello mediatico da agente segreto, che non corrisponde più allo sviluppo autentico di un’individualità che invece va oggi affermandosi
Comunicato stampa
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like a man
Ivan Fijolić, Nicola Gobbetto, Kati Heck, Jani Ruscica, Federico Spadoni
a cura di Elisa Del Prete
inaugurazione venerdì 9 maggio 2008, ore 19
10 maggio - 11 luglio 2008
agenzia04, via G. Brugnoli 19/C, Bologna
agenzia04 inaugura venerdì 9 maggio alle ore 19 la mostra collettiva like a man, prima tappa di un progetto espositivo a cura di Elisa Del Prete dedicato alle nuove declinazioni dell’identità maschile.
I cinque artisti invitati, Ivan Fijolić, Nicola Gobbetto, Kati Heck, Jani Ruscica e Federico Spadoni, tutti appartenenti alla stessa generazione, presentano, ognuno con le proprie peculiarità, cinque approcci ad un’identità maschile contemporanea in cui si afferma la caduta di un eroe ormai fuori uso, padre e soldato di una tradizione patriarcale o modello mediatico da agente segreto, che non corrisponde più allo sviluppo autentico di un’individualità che invece va oggi affermandosi.
L’uomo, negli ultimi decenni, dopo l’azione femminista degli anni Settanta, si è confrontato in modo diverso con le antiche gerarchie che lo volevano sesso “forte”, fisicamente e intellettualmente per liberarsi da un modello di mascolinità definito da valori imposti e vincolanti quali la virilità e l’invincibilità, il distacco dalle emozioni e la maturità. Il modello del supereroe, del Superman nobile e al tempo stesso invulnerabile è venuto a mancare e, insieme a lui, gli esempi più autentici dei padri, avvertiti dalle nuove generazioni come lontani, veicolo di aspettative e valori dissonanti rispetto all’attuale contesto storico e culturale.
La mostra like a man, alla sua prima tappa, l’INIZIAZIONE, riflette in particolare sulla condizione di una generazione di giovani uomini che, alle prese con il difficile passaggio al mondo degli adulti, si libera dai vecchi codici di comportamento, dettati da una cultura che definiva le posizioni di maschio e femmina, uomo e donna, per cercare nuovi modelli, siano essi molteplici o nessuno, in grado di corrispondergli in modo autentico.
Nicola Gobbetto (Milano, 1980) e Ivan Fijolić (Zagabria, 1979), scelgono di prendersi poco sul serio servendosi del gioco e dell’immaginario infantile per recuperare quei miti cui ci si rapportava da bambini in modo del tutto inconsapevole e onesto, punti di partenza per definire la propria identità.
Nicola Gobbetto, uno degli artisti italiani più promettenti, con all’attivo la partecipazione a diverse mostre in gallerie e musei tra cui, nel 2007 il Premio Furla per l’Arte a Villa delle Rose a Bologna, presenta un lavoro inedito, una scultura a parete di specchio che fa da sfondo ad una partita di Tetris. Lo specchio, simbolo di vanità e narcisismo è complice di uomini che cercano conferma della loro identità, a cui però lo specchio restituisce una immagine alterata, infantile e stonata che, secondo gli schemi del gioco, non coincide con la realtà.
Ivan Fijolić, artista croato presente in diverse collezioni pubbliche in Serbia (nel 2006 ha partecipato alla 12° edizione della Biennale) e Croazia (a Zagabria è stato ospite speciale alla Triennale di Scultura) presenta due dei lavori in cuoio dalla sua serie inspirata ai “Supereroi”.
Il lavoro di Federico Spadoni (Bologna, 1979) e di Jani Ruscica (Savonlinna, 1978) riflette la personale condizione di “adulto” in quanto figlio di certi avvenimenti e circostanze, erede di certe consuetudini. Il rapporto patriarcale e nello specifico quello tra padre e figlio maschio, determina e influenza la crescita del ragazzo, ma ciò che cambia oggi è lo scarto molto forte che le ultime generazioni percepiscono rispetto ai propri padri o ai propri nonni. Le tradizioni non sono più vissute come un sapere da tramandare bensì come patrimonio assolutamente lontano, certo affascinante, ma del tutto incapace di comunicare un sapere ai suoi eredi.
Federico Spadoni, bolognese ma da tempo residente a Parigi, dove ha frequentato l’Ecole des Beaux Art come allievo di Giuseppe Penone, ha recentemente terminato la Mountain School of Art di Los Angeles fondata da Eric Wesley e Piero Golia. Il suo lavoro è strettamente autobiografico, ma proiettato al tempo stesso su una dimensione storica contemporanea da cui attinge per indagare i valori di una società in trasformazione. In occasione della mostra presenta un secondo inedito lavoro da una serie iniziata recentemente a Los Angeles in cui uno specchio diventa opera e supporto fotografico attraverso la sua scansione, per un’immagine che si duplica e annulla al tempo stesso.
Jani Ruscica, videomaker diplomato presso il Chelsea College di Londra, dove ha già partecipato a diverse collettive oltre ad essere stato finalista nel 2006 per il premio Cartier alla Frieze Art Fair, presenta Swan Song, un video in cui la rumorosa tradizione della sua famiglia, originaria della Sicilia, s’incontra col silenzio della stanza dell’artista, mentre un Pupo siciliano duella stanco e solitario su un fondo bianco in cui il rumore delle sue giunture non trova alcun applauso.
Kati Heck (Düsseldorf, 1979), artista già affermata a livello internazionale con una mostra attualmente in corso al Museum Het Domein di Sittard in Olanda e una personale alla Mary Boone Gallery di New York da poco conclusa, è presente per la prima volta in Italia con due lavori inediti appositamente realizzati. Unica presenza femminile in mostra, gioca ad infrangere le regole della rappresentazione maschile lavorando alla creazione di nuove possibilità d’immaginario in cui viene meno ogni stereotipizzazione d’appartenenza e definizione. L’uomo di Kati Heck, protagonista di una nuova mitologia moderna assolutamente enigmatica che prende vita dalla superba abilità grafica dell’artista, vive di contraddizioni, smarrisce i suoi ruoli e ne acquista dei nuovi, perde i suoi attributi mentre il suo corpo si arricchisce di nuove estensioni e la sua condotta di nuovi gesti e ritualità.
Ivan Fijolić, Nicola Gobbetto, Kati Heck, Jani Ruscica, Federico Spadoni
a cura di Elisa Del Prete
inaugurazione venerdì 9 maggio 2008, ore 19
10 maggio - 11 luglio 2008
agenzia04, via G. Brugnoli 19/C, Bologna
agenzia04 inaugura venerdì 9 maggio alle ore 19 la mostra collettiva like a man, prima tappa di un progetto espositivo a cura di Elisa Del Prete dedicato alle nuove declinazioni dell’identità maschile.
I cinque artisti invitati, Ivan Fijolić, Nicola Gobbetto, Kati Heck, Jani Ruscica e Federico Spadoni, tutti appartenenti alla stessa generazione, presentano, ognuno con le proprie peculiarità, cinque approcci ad un’identità maschile contemporanea in cui si afferma la caduta di un eroe ormai fuori uso, padre e soldato di una tradizione patriarcale o modello mediatico da agente segreto, che non corrisponde più allo sviluppo autentico di un’individualità che invece va oggi affermandosi.
L’uomo, negli ultimi decenni, dopo l’azione femminista degli anni Settanta, si è confrontato in modo diverso con le antiche gerarchie che lo volevano sesso “forte”, fisicamente e intellettualmente per liberarsi da un modello di mascolinità definito da valori imposti e vincolanti quali la virilità e l’invincibilità, il distacco dalle emozioni e la maturità. Il modello del supereroe, del Superman nobile e al tempo stesso invulnerabile è venuto a mancare e, insieme a lui, gli esempi più autentici dei padri, avvertiti dalle nuove generazioni come lontani, veicolo di aspettative e valori dissonanti rispetto all’attuale contesto storico e culturale.
La mostra like a man, alla sua prima tappa, l’INIZIAZIONE, riflette in particolare sulla condizione di una generazione di giovani uomini che, alle prese con il difficile passaggio al mondo degli adulti, si libera dai vecchi codici di comportamento, dettati da una cultura che definiva le posizioni di maschio e femmina, uomo e donna, per cercare nuovi modelli, siano essi molteplici o nessuno, in grado di corrispondergli in modo autentico.
Nicola Gobbetto (Milano, 1980) e Ivan Fijolić (Zagabria, 1979), scelgono di prendersi poco sul serio servendosi del gioco e dell’immaginario infantile per recuperare quei miti cui ci si rapportava da bambini in modo del tutto inconsapevole e onesto, punti di partenza per definire la propria identità.
Nicola Gobbetto, uno degli artisti italiani più promettenti, con all’attivo la partecipazione a diverse mostre in gallerie e musei tra cui, nel 2007 il Premio Furla per l’Arte a Villa delle Rose a Bologna, presenta un lavoro inedito, una scultura a parete di specchio che fa da sfondo ad una partita di Tetris. Lo specchio, simbolo di vanità e narcisismo è complice di uomini che cercano conferma della loro identità, a cui però lo specchio restituisce una immagine alterata, infantile e stonata che, secondo gli schemi del gioco, non coincide con la realtà.
Ivan Fijolić, artista croato presente in diverse collezioni pubbliche in Serbia (nel 2006 ha partecipato alla 12° edizione della Biennale) e Croazia (a Zagabria è stato ospite speciale alla Triennale di Scultura) presenta due dei lavori in cuoio dalla sua serie inspirata ai “Supereroi”.
Il lavoro di Federico Spadoni (Bologna, 1979) e di Jani Ruscica (Savonlinna, 1978) riflette la personale condizione di “adulto” in quanto figlio di certi avvenimenti e circostanze, erede di certe consuetudini. Il rapporto patriarcale e nello specifico quello tra padre e figlio maschio, determina e influenza la crescita del ragazzo, ma ciò che cambia oggi è lo scarto molto forte che le ultime generazioni percepiscono rispetto ai propri padri o ai propri nonni. Le tradizioni non sono più vissute come un sapere da tramandare bensì come patrimonio assolutamente lontano, certo affascinante, ma del tutto incapace di comunicare un sapere ai suoi eredi.
Federico Spadoni, bolognese ma da tempo residente a Parigi, dove ha frequentato l’Ecole des Beaux Art come allievo di Giuseppe Penone, ha recentemente terminato la Mountain School of Art di Los Angeles fondata da Eric Wesley e Piero Golia. Il suo lavoro è strettamente autobiografico, ma proiettato al tempo stesso su una dimensione storica contemporanea da cui attinge per indagare i valori di una società in trasformazione. In occasione della mostra presenta un secondo inedito lavoro da una serie iniziata recentemente a Los Angeles in cui uno specchio diventa opera e supporto fotografico attraverso la sua scansione, per un’immagine che si duplica e annulla al tempo stesso.
Jani Ruscica, videomaker diplomato presso il Chelsea College di Londra, dove ha già partecipato a diverse collettive oltre ad essere stato finalista nel 2006 per il premio Cartier alla Frieze Art Fair, presenta Swan Song, un video in cui la rumorosa tradizione della sua famiglia, originaria della Sicilia, s’incontra col silenzio della stanza dell’artista, mentre un Pupo siciliano duella stanco e solitario su un fondo bianco in cui il rumore delle sue giunture non trova alcun applauso.
Kati Heck (Düsseldorf, 1979), artista già affermata a livello internazionale con una mostra attualmente in corso al Museum Het Domein di Sittard in Olanda e una personale alla Mary Boone Gallery di New York da poco conclusa, è presente per la prima volta in Italia con due lavori inediti appositamente realizzati. Unica presenza femminile in mostra, gioca ad infrangere le regole della rappresentazione maschile lavorando alla creazione di nuove possibilità d’immaginario in cui viene meno ogni stereotipizzazione d’appartenenza e definizione. L’uomo di Kati Heck, protagonista di una nuova mitologia moderna assolutamente enigmatica che prende vita dalla superba abilità grafica dell’artista, vive di contraddizioni, smarrisce i suoi ruoli e ne acquista dei nuovi, perde i suoi attributi mentre il suo corpo si arricchisce di nuove estensioni e la sua condotta di nuovi gesti e ritualità.
09
maggio 2008
Like a man
Dal 09 maggio all'undici luglio 2008
arte contemporanea
Location
AGENZIA04
Bologna, Via Giovanni Brugnoli, 19/C, (Bologna)
Bologna, Via Giovanni Brugnoli, 19/C, (Bologna)
Orario di apertura
martedì - sabato ore 15 / 20 o su appuntamento
Vernissage
9 Maggio 2008, ore 19
Autore
Curatore