La rassegna, la prima di Lillina Cavaggioni in terra bresciana, presenta una selezione di opere in gran parte inedite, realizzate nel corso dell’ultimo decennio.

Figlia di un valente pittore, in lei il bisogno di utilizzare forme, materiali e colori diviene nel tempo esclusivo percorso di poetica ricerca espressiva, portandola a sviluppare nel corso degli anni temi importanti, che con passione e perseveranza l’artista sviscera in una successione di opere che toccano infinite variazioni, mai ripetitive, al contrario capaci di tracciare i confini della propria identità.

Centrale nella poetica di Lillina Cavaggioni il tema del reperto, quale filtro e testimone discreto di quella vita che è stata, forse anche finita o dimenticata, ma le cui tracce persistono nel presente, consegnando nel tempo valori, storie, messaggi di umanità. Nascono così i Muri, costruzione su lino e gesso di intonaci su cui riaffiorano decorazioni demodé svelando i segni di una vita passata; le Stele, lunghe strisce verticali di tessuto che si ergono a raccontare di antichi mondi; i recentissimi collages di ritagli di stoffa, dipinti e assemblati, ma anche le numerose variazioni sul tema delle forme geometriche, dal triangolo al quadrato e al cerchio, spesso ripetute in composizioni dinamiche e giocose o ordinatamente distribuite nello spazio.

Imprevedibili viaggi alla scoperta della vita interiore si fondono nel messaggio unitario con cui Lillina Cavaggioni racconta, utilizzando una ampia gamma di materiali e mezzi espressivi, se stessa e il suo mondo.