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LIMBUS
Ispirato dagli scenari dei gironi dell’Inferno dantesco, Clemens Tschurtschenthaler realizza un’installazione spaziale che richiama la condizione di sospensione e eterna attesa delle anime del limbo. Il pubblico potrà interagire e attraversare la scultura monumentale dell’artista, che ruotando su se
Comunicato stampa
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Andare contro sistemi e logiche di sorveglianza, vivere e non sopravvivere negli spazi – fisici ed esistenziali – del quotidiano. Continuamente andare per svincolarsi, celebrare la precarietà.
Clemens Tschurtschenthaler propone una personale estetica del limbo e del dubbio, prendendo le mosse da suggestioni provenienti dall’omonimo luogo della Commedia dantesca, e rivisitando la condizione di sospensione e attesa a cui sono destinate le anime che vi stazionano. Sull’orlo nervoso di uno spazio ciclico e indefinito, l’artista traccia un paesaggio di contraddizioni, creando un’atmosfera disorientante in cui i sensi stratificano e si confondono. L’opera si configura come una vera e propria struttura autoportante, che ruota su sé stessa. Con riferimenti ad architetture, strumenti e spazi urbani, Tschurtschenthaler realizza un dispositivo che richiama i tornelli di sicurezza che regolano gli accessi nelle stazioni, nelle metro, nelle banche o in alcuni edifici pubblici in generale. La popolare definizione di non-luogo introdotta da Marc Augé per descrivere odierni spazi di transito e passaggio, connotati dall’impossibilità di una relazione identitaria e di senso di appartenenza, è qui rovesciata a favore di un’esperienza profondamente umana ed emozionale. Una traccia audio prodotta dall’artista, articolata in tre tempi e caratterizzata da interruzioni e riprese, accompagna e guida l’interazione con l’opera, scandisce i ritmi dello spazio, che si configura come un ambiente dinamico, avvolto nell’eterno loop di un tempo circolare.
LIMBUS si configura come un varco sul nulla, al limite di una soglia oltre la quale non avviene alcun mutamento fisico o ambientale. Piuttosto, sorgono inquietudini, assenze distopiche, domande, speranze e flussi di coscienza:
cosa lasciarsi dietro
cosa aspettarsi dopo
cosa fare prima che
dove andare quando,
quando tornare.
L’installazione traduce uno stato psichico governato dall’incertezza in azione e percezione fisica: l’esperienza dello e nello spazio dell’opera è preludio di un mondo alla rovescia, dove un meccanismo deputato al controllo induce invece al crollo, dove la distinzione tra interno ed esterno si annulla rigenerandosi – qui, andare significa tornare al punto di partenza, al grado zero. È forse da questo vagare incerto che nacquero le illusioni, i tentativi metafisici di spiegarsi il mondo o inventarne altri, storie e vite oltre vita per dar senso al destino degli uomini. Come per esplorare e ripristinare quelle stesse attese e paure primordiali, Clemens Tschurtschenthaler insiste sulla reiterazione di gesti, suoni e forme inducendo allo smarrimento. È un invito a errare all’interno di una capsula spazio-temporale, nel perimetro di silenziosi turbamenti privati.
–––––––––––––––––
Clemens Tschurtschenthaler (1988, Merano, IT), vive e lavora a Vienna, dove nel 2021 si diploma in Media Art presso la University of Applied Arts. Tra le mostre personali: 2023, Nature Is Mental, Cache Vienna, (AT); 2022, Café Memoriam at Ve.Sch Kunstverein Vienna (AT); 2021, INVERSO at DWDS Bregenz (AT); heat of the moment, con Felix Dennhardt at VENT Gallery Vienna (AT); Tra le mostre collettive: 2023, speculare at Eck Museum of Art Brunico (IT); 2021, building the barn at Kunstverein Schattendorf (AT); 2019, set_of_invalid_context at LLLLLL Verein für Kunst Vienna (AT); 2017, PROCESSING at Vienna Art Week GPLcontemporary Gallery (AT).
www.clemens-tschurtschenthaler.com
ENG
To go against systems and forms of control, to really live and not only survive the physical and existential spaces of everyday life. To move on and break free, celebrating the uncertain.
Clemens Tschurtschenthaler develops his own theory of doubt and limbo, drawing inspiration from the homonymous scenario of the Divine Comedy by Dante Alighieri, where innocent souls are destined to linger, suspended in time. On the restless edge of this cyclical and nebulous space, the artist crafts a landscape of contradictions, creating a confusing atmosphere in which perceptions overlap and blend. The work, conceived as a traversable self-supporting structure rotating around itself, clearly recalls urban architectures, devices and spaces, with a reference to security turnstiles which regulate access in stations, metros, banks, and others public buildings. The well-known concept of “non-place”, introduced by Marc Augé to describe contemporary spaces of transience and passage where all forms of connections are anonymous, here is reversed into a place which instead is receptive to human and emotional experiences. A three-part sound composition produced by the artist accompanies and guides the interaction with the work; emergence, interruption and reprise, it marks the rhythms of the space articulating a dynamic environment, wrapped in the eternal loop of circular time.
LIMBUS functions as gateway to nothingness, as if it was placed on a threshold that, when crossed, doesn't cause any physical changes, it rather generates unease, dystopian absence, doubts, hopes, flows of consciousness:
what to leave behind
what to expect next
what to do before
where to go and when,
when to return.
The installation translates a psychological state ruled by uncertainty, into spatial movement and physical perception: the experience of and within the space of the artwork represents a prelude to an upside-down world, where a tool designed to control leads to collapse, where distinctions between inside and outside vanish in a loop – in here, a step made forward brings you back to the start, to ground zero. It is, perhaps, on the brink of this erratic roaming that illusions were born, along with metaphysic attempts to explain the world or imagine a new one. To makes sense of this roaming and to their fate, humans created myths and places of afterlife. As if to explore and restore those timeless expectations and feelings, Clemens Tschurtschenthaler accentuates the repetition of gestures, sounds, and forms to induce disorientation. His work is an invitation to wander within a space-time capsule, on the margins of silent private turmoil.
–––––––––––––––––
Clemens Tschurtschenthaler (1988, Merano, IT), lives and works in Vienna. In 2021 he graduated in Media Art at the University of Applied Arts in Vienna. Selected solo and duo exhibitions include: 2023, Nature Is Mental at Cache Vienna, (AT); 2022, Café Memoriam at Ve.Sch Kunstverein Vienna (AT); 2021, INVERSO at DWDS Bregenz (AT); heat of the moment, with Felix Dennhardt at VENT Gallery Vienna (AT); Selected group exhibitions: 2023, speculare at Eck Museum of Art Brunico (IT); 2021, building the barn at Kunstverein Schattendorf (AT); 2019, set_of_invalid_context at LLLLLL Verein für Kunst Vienna (AT); 2017, PROCESSING at Vienna Art Week GPLcontemporary Gallery (AT).
www.clemens-tschurtschenthaler.com
Clemens Tschurtschenthaler propone una personale estetica del limbo e del dubbio, prendendo le mosse da suggestioni provenienti dall’omonimo luogo della Commedia dantesca, e rivisitando la condizione di sospensione e attesa a cui sono destinate le anime che vi stazionano. Sull’orlo nervoso di uno spazio ciclico e indefinito, l’artista traccia un paesaggio di contraddizioni, creando un’atmosfera disorientante in cui i sensi stratificano e si confondono. L’opera si configura come una vera e propria struttura autoportante, che ruota su sé stessa. Con riferimenti ad architetture, strumenti e spazi urbani, Tschurtschenthaler realizza un dispositivo che richiama i tornelli di sicurezza che regolano gli accessi nelle stazioni, nelle metro, nelle banche o in alcuni edifici pubblici in generale. La popolare definizione di non-luogo introdotta da Marc Augé per descrivere odierni spazi di transito e passaggio, connotati dall’impossibilità di una relazione identitaria e di senso di appartenenza, è qui rovesciata a favore di un’esperienza profondamente umana ed emozionale. Una traccia audio prodotta dall’artista, articolata in tre tempi e caratterizzata da interruzioni e riprese, accompagna e guida l’interazione con l’opera, scandisce i ritmi dello spazio, che si configura come un ambiente dinamico, avvolto nell’eterno loop di un tempo circolare.
LIMBUS si configura come un varco sul nulla, al limite di una soglia oltre la quale non avviene alcun mutamento fisico o ambientale. Piuttosto, sorgono inquietudini, assenze distopiche, domande, speranze e flussi di coscienza:
cosa lasciarsi dietro
cosa aspettarsi dopo
cosa fare prima che
dove andare quando,
quando tornare.
L’installazione traduce uno stato psichico governato dall’incertezza in azione e percezione fisica: l’esperienza dello e nello spazio dell’opera è preludio di un mondo alla rovescia, dove un meccanismo deputato al controllo induce invece al crollo, dove la distinzione tra interno ed esterno si annulla rigenerandosi – qui, andare significa tornare al punto di partenza, al grado zero. È forse da questo vagare incerto che nacquero le illusioni, i tentativi metafisici di spiegarsi il mondo o inventarne altri, storie e vite oltre vita per dar senso al destino degli uomini. Come per esplorare e ripristinare quelle stesse attese e paure primordiali, Clemens Tschurtschenthaler insiste sulla reiterazione di gesti, suoni e forme inducendo allo smarrimento. È un invito a errare all’interno di una capsula spazio-temporale, nel perimetro di silenziosi turbamenti privati.
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Clemens Tschurtschenthaler (1988, Merano, IT), vive e lavora a Vienna, dove nel 2021 si diploma in Media Art presso la University of Applied Arts. Tra le mostre personali: 2023, Nature Is Mental, Cache Vienna, (AT); 2022, Café Memoriam at Ve.Sch Kunstverein Vienna (AT); 2021, INVERSO at DWDS Bregenz (AT); heat of the moment, con Felix Dennhardt at VENT Gallery Vienna (AT); Tra le mostre collettive: 2023, speculare at Eck Museum of Art Brunico (IT); 2021, building the barn at Kunstverein Schattendorf (AT); 2019, set_of_invalid_context at LLLLLL Verein für Kunst Vienna (AT); 2017, PROCESSING at Vienna Art Week GPLcontemporary Gallery (AT).
www.clemens-tschurtschenthaler.com
ENG
To go against systems and forms of control, to really live and not only survive the physical and existential spaces of everyday life. To move on and break free, celebrating the uncertain.
Clemens Tschurtschenthaler develops his own theory of doubt and limbo, drawing inspiration from the homonymous scenario of the Divine Comedy by Dante Alighieri, where innocent souls are destined to linger, suspended in time. On the restless edge of this cyclical and nebulous space, the artist crafts a landscape of contradictions, creating a confusing atmosphere in which perceptions overlap and blend. The work, conceived as a traversable self-supporting structure rotating around itself, clearly recalls urban architectures, devices and spaces, with a reference to security turnstiles which regulate access in stations, metros, banks, and others public buildings. The well-known concept of “non-place”, introduced by Marc Augé to describe contemporary spaces of transience and passage where all forms of connections are anonymous, here is reversed into a place which instead is receptive to human and emotional experiences. A three-part sound composition produced by the artist accompanies and guides the interaction with the work; emergence, interruption and reprise, it marks the rhythms of the space articulating a dynamic environment, wrapped in the eternal loop of circular time.
LIMBUS functions as gateway to nothingness, as if it was placed on a threshold that, when crossed, doesn't cause any physical changes, it rather generates unease, dystopian absence, doubts, hopes, flows of consciousness:
what to leave behind
what to expect next
what to do before
where to go and when,
when to return.
The installation translates a psychological state ruled by uncertainty, into spatial movement and physical perception: the experience of and within the space of the artwork represents a prelude to an upside-down world, where a tool designed to control leads to collapse, where distinctions between inside and outside vanish in a loop – in here, a step made forward brings you back to the start, to ground zero. It is, perhaps, on the brink of this erratic roaming that illusions were born, along with metaphysic attempts to explain the world or imagine a new one. To makes sense of this roaming and to their fate, humans created myths and places of afterlife. As if to explore and restore those timeless expectations and feelings, Clemens Tschurtschenthaler accentuates the repetition of gestures, sounds, and forms to induce disorientation. His work is an invitation to wander within a space-time capsule, on the margins of silent private turmoil.
–––––––––––––––––
Clemens Tschurtschenthaler (1988, Merano, IT), lives and works in Vienna. In 2021 he graduated in Media Art at the University of Applied Arts in Vienna. Selected solo and duo exhibitions include: 2023, Nature Is Mental at Cache Vienna, (AT); 2022, Café Memoriam at Ve.Sch Kunstverein Vienna (AT); 2021, INVERSO at DWDS Bregenz (AT); heat of the moment, with Felix Dennhardt at VENT Gallery Vienna (AT); Selected group exhibitions: 2023, speculare at Eck Museum of Art Brunico (IT); 2021, building the barn at Kunstverein Schattendorf (AT); 2019, set_of_invalid_context at LLLLLL Verein für Kunst Vienna (AT); 2017, PROCESSING at Vienna Art Week GPLcontemporary Gallery (AT).
www.clemens-tschurtschenthaler.com
23
marzo 2024
LIMBUS
Dal 23 marzo al 03 maggio 2024
arte contemporanea
Location
DISPLAY
Parma, Vicolo al Leon d'Oro, 4A, (PR)
Parma, Vicolo al Leon d'Oro, 4A, (PR)
Orario di apertura
0-24
Vernissage
23 Marzo 2024, 18
Autore
Curatore
Patrocini