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Limits Everywhere
La mostra nasce da un progetto che coinvolge gli artisti invitati, il curatore e lo spazio ospitante come un unico organismo di creazione artificiale di limiti. Apparenti o realmente esistenti, questi ultimi nascono per infastidire
Comunicato stampa
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Recenti trascorsi storici raccontano di un impegno ad abbattere muri, cancellare i limiti, valicare qualsiasi frontiera.
Non molto tempo fa, persino gli spot pubblicitari, sottolineavano l'attraversamento dell'epoca "senza limiti", con vari slogan che risuonavano libertini più che libertari: "No limits", "No limits's world!” .
I limiti, invece, ci sono.
Da una parte quelli che negano le integrazioni, le unioni, le possibilità di interazione, dall'altra quelli che scuotono, che impattano la noia e la routine, che fendono d'un tratto deviazioni già sedimentate.
L'arte, quanto meno quella d'avanguardia, ne ha sempre fatto un uso massiccio, a volte addirittura con lo scopo di innescare meccanismi auto-ironici, che dalla trovata irriverente passavano alla riflessione filosofica. I casi limite di questo percorso, oramai storico, sono definiti come capi saldi dello spostamento della teoria artistica verso quella estetica e continuano ad influenzare e stimolare la creatività delle nuove generazioni.
La mostra nasce infatti da un progetto che coinvolge gli artisti invitati, il curatore e lo spazio ospitante come un unico organismo di creazione artificiale di limiti. Apparenti o realmente esistenti, questi ultimi nascono per infastidire.
Jgor Cavallina presenta un progetto che ha come obiettivo fondamentale quello di invadere un luogo che per consuetudine è dedicato al passaggio. L'invasione è ostentata, e così tanto che (de)limita, già allo sguardo, lo spazio circostante. L'ostacolo però in questo caso non è soltanto uno sgradevole (e faticoso) cambiamento del punto di vista, ma acquista una valenza estetica, definita in moduli ripetuti e ripetibili presi in prestito al nostro quotidiano rapporto con l'energia elettrica. Per Massimiliano Nazzi, invece, il limite è una sostanza rumorosa, tanto che è possibile isolarne la voce e farla risuonare tramite amplificazione. Ovviamente i materiali necessari sono molti e aggrovigliati, i loro pezzi sono recuperati da elettrodomestici di uso comune e riassemblati secondo sequenze derivate dalla più divertente fantascienza.
Non molto tempo fa, persino gli spot pubblicitari, sottolineavano l'attraversamento dell'epoca "senza limiti", con vari slogan che risuonavano libertini più che libertari: "No limits", "No limits's world!” .
I limiti, invece, ci sono.
Da una parte quelli che negano le integrazioni, le unioni, le possibilità di interazione, dall'altra quelli che scuotono, che impattano la noia e la routine, che fendono d'un tratto deviazioni già sedimentate.
L'arte, quanto meno quella d'avanguardia, ne ha sempre fatto un uso massiccio, a volte addirittura con lo scopo di innescare meccanismi auto-ironici, che dalla trovata irriverente passavano alla riflessione filosofica. I casi limite di questo percorso, oramai storico, sono definiti come capi saldi dello spostamento della teoria artistica verso quella estetica e continuano ad influenzare e stimolare la creatività delle nuove generazioni.
La mostra nasce infatti da un progetto che coinvolge gli artisti invitati, il curatore e lo spazio ospitante come un unico organismo di creazione artificiale di limiti. Apparenti o realmente esistenti, questi ultimi nascono per infastidire.
Jgor Cavallina presenta un progetto che ha come obiettivo fondamentale quello di invadere un luogo che per consuetudine è dedicato al passaggio. L'invasione è ostentata, e così tanto che (de)limita, già allo sguardo, lo spazio circostante. L'ostacolo però in questo caso non è soltanto uno sgradevole (e faticoso) cambiamento del punto di vista, ma acquista una valenza estetica, definita in moduli ripetuti e ripetibili presi in prestito al nostro quotidiano rapporto con l'energia elettrica. Per Massimiliano Nazzi, invece, il limite è una sostanza rumorosa, tanto che è possibile isolarne la voce e farla risuonare tramite amplificazione. Ovviamente i materiali necessari sono molti e aggrovigliati, i loro pezzi sono recuperati da elettrodomestici di uso comune e riassemblati secondo sequenze derivate dalla più divertente fantascienza.
11
maggio 2007
Limits Everywhere
Dall'undici maggio al 09 giugno 2007
arte contemporanea
Location
SESTO SENSO
Bologna, Via Galliera, 63/d, (Bologna)
Bologna, Via Galliera, 63/d, (Bologna)
Biglietti
con tessera Arci
Vernissage
11 Maggio 2007, ore 19
Autore
Curatore