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Lina Selander
prima personale dell’artista svedese Lina Selander (Stoccolma, 1973). La mostra prevede tre installazioni video realizzate tra il 2011 ed il 2014
Comunicato stampa
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La galleria Tiziana Di Caro è lieta di presentare la prima personale dell'artista svedese Lina Selander (Stoccolma, 1973), che inaugura giovedì 11 giugno 2015 alle ore 19:00, in Piazzetta Nilo 7, Napoli.
La mostra prevede tre installazioni video realizzate tra il 2011 ed il 2014, che sono parte del più ampio progetto intitolato Excavation of the Image: Imprint, shadow, spectre, thought, con il quale Lina Selander rappresenta la Svezia alla 56. Biennale di Venezia.
Storia, politica, economia e memoria sono alcuni dei temi trattati da Lina Selander nelle sue opere, installazioni e video organizzati ritmicamente attraverso meta – montaggi in cui allo scorrere di immagini fisse si alternano video e film di repertorio, nonché riprese di volta in volta inedite, creando relazioni tematiche tra immagine e linguaggio, fotografia e film. La mostra si apre con Model of Continuation (2013), opera che ben incarna l'idea dell'artista secondo cui “le immagini appartengono alla tecnologia che le ha generate”. È un lavoro sull’ “immagine” in quanto oggetto, struttura di contemplazione. Si sviluppa in un interno, un ambiente nel quale si vede scorrere un altro video; si tratta quindi di un'immagine nell'immagine, e del rapporto che quest'ultima ha con la tecnologia della riproduzione.
Un'altra sala ospita il progetto Lenin's Lamp Glows in the Peasant's Hut (2011) il cui titolo è preso in prestito dal film di Dziga Vertov L'Undicesimo, a cui il video di Selander è strettamente connesso. L'Undicesimo fu realizzato dal regista sovietico nel 1928 in occasione della celebrazione della Rivoluzione d'Ottobre. Vertov descrive la costruzione della centrale elettrica sul fiume Dnieper, che diventa il simbolo del progresso e dell'evoluzione operata dal regime; è quindi una celebrazione della potenza dell'Unione Sovietica attraverso le azioni legate allo sviluppo tecnologico. Allo stesso modo Lina Selander descrive Pripyat, città ucraina situata anche essa sul fiume Dnieper, che fu costruita per accogliere gli operai della centrale nucleare di Cernobyl, che furono poi vittime della stessa in seguito all'esplosione del 1986. A distanza di anni, quello stesso sviluppo tecnologico descritto da Vertov ha provocato uno dei più grandi disastri della storia dell'uomo. Oltre a prendere in prestito alcune scene del film del 1928, Selander ne cita alcuni passaggi come ad esempio la sequenza in cui i lavoratori sovietici si impegnano nella costruzione, manifestando entusiasmo e gioia, che nel video diventano operai di decontaminazione, ovvero coloro che furono spediti a scavare un tunnel sotto il reattore e che morirono poco dopo a causa delle radiazioni. Lenin's Lamp Glows in the Peasant's Hut è anche il titolo di una placca di acciaio che, collocata nello stesso ambiente del video, ne riflette le immagini mescolandole con una serie di parole e frasi chiave che sono alla base dell'intero progetto, che si completa con una vetrina che custodisce fotografie prodotte mettendo a contatto pietre contenenti l'uranio con la carta fotografica, e facendo emergere forme astratte che si comportano come radiografie (ed è così che le titola l'artista), mostrando l'invisibile, ovvero le radiazioni che i minerali hanno assorbito dal metallo.
L'ultima sala ospita The Offspring Resembles the Parent (2015), il lavoro realizzato in collaborazione con Oscar Mangione per il Padiglione svedese alla Biennale di Venezia. Si tratta di un video per immagini fisse che ha come oggetto l'influenza che l'economia esercita sulla società, quindi sulla storia. L'analisi avviene anche attraverso immagini di repertorio, tra cui riproduzioni di banconote relative alla grande inflazione tedesca degli anni Venti, le cui iconologie ed iconografie possono rivelare passaggi storici determinati, seppur reconditi.
Lina Selander costruisce ognuno dei suoi progetti espositivi servendosi di una precisa progettualità, ed i suoi schemi installativi riguardano lo spazio e le relazioni che con esso creano le sue opere. Il valore che Lina Selander dà al montaggio delle sue mostre fa sì che nel loro complesso siano esse stesse opere, di modo che l'atto della creazione diventi una costante senza fine.
Lina Selander ha esposto ad INIVA, Institute of International Visual Arts, London (2015), alla Konsthall di Örebro, Örebro (2014), al Kalmar Konstmuseum, Kalmar (2014), a La Mirage, Montréal, QC, Canada (2014), alla Kunsthall Trondheim, Trondheim (2014), all'OEI Colour Project, Stockholm (2013), al Bielefelder Kunstverein, Berlin (2012), all'INDEX -The Swedish Contemporary Art Foundation, Stockholm (2011), a Manifesta 9, The European Biennial of Contemporary Art, Belgium (2012), al Centre Georges Pompidou, Paris (2011) e in molte altre istituzioni.
Il suo lavoro è presente in varie collezioni pubbliche tra cui al Moderna Museet, Stockholm, EMS, Stockholm, Malmö, Konstmuseum, Bonniers Art Collection, Sveriges Allmänna Konstförening, National Museum, Stockholm, Deutsches Buch- und Schriftmuseum, Leipzig, Bibliothèque Nordique, Paris, Nationalmuseum, Stockholm, Örebro Municipality.
Lina Selander è l'artista che sta rappresentando la Svezia alla 56. Biennale d'arte, in corso a Venezia fino a novembre 2015.
La mostra prevede tre installazioni video realizzate tra il 2011 ed il 2014, che sono parte del più ampio progetto intitolato Excavation of the Image: Imprint, shadow, spectre, thought, con il quale Lina Selander rappresenta la Svezia alla 56. Biennale di Venezia.
Storia, politica, economia e memoria sono alcuni dei temi trattati da Lina Selander nelle sue opere, installazioni e video organizzati ritmicamente attraverso meta – montaggi in cui allo scorrere di immagini fisse si alternano video e film di repertorio, nonché riprese di volta in volta inedite, creando relazioni tematiche tra immagine e linguaggio, fotografia e film. La mostra si apre con Model of Continuation (2013), opera che ben incarna l'idea dell'artista secondo cui “le immagini appartengono alla tecnologia che le ha generate”. È un lavoro sull’ “immagine” in quanto oggetto, struttura di contemplazione. Si sviluppa in un interno, un ambiente nel quale si vede scorrere un altro video; si tratta quindi di un'immagine nell'immagine, e del rapporto che quest'ultima ha con la tecnologia della riproduzione.
Un'altra sala ospita il progetto Lenin's Lamp Glows in the Peasant's Hut (2011) il cui titolo è preso in prestito dal film di Dziga Vertov L'Undicesimo, a cui il video di Selander è strettamente connesso. L'Undicesimo fu realizzato dal regista sovietico nel 1928 in occasione della celebrazione della Rivoluzione d'Ottobre. Vertov descrive la costruzione della centrale elettrica sul fiume Dnieper, che diventa il simbolo del progresso e dell'evoluzione operata dal regime; è quindi una celebrazione della potenza dell'Unione Sovietica attraverso le azioni legate allo sviluppo tecnologico. Allo stesso modo Lina Selander descrive Pripyat, città ucraina situata anche essa sul fiume Dnieper, che fu costruita per accogliere gli operai della centrale nucleare di Cernobyl, che furono poi vittime della stessa in seguito all'esplosione del 1986. A distanza di anni, quello stesso sviluppo tecnologico descritto da Vertov ha provocato uno dei più grandi disastri della storia dell'uomo. Oltre a prendere in prestito alcune scene del film del 1928, Selander ne cita alcuni passaggi come ad esempio la sequenza in cui i lavoratori sovietici si impegnano nella costruzione, manifestando entusiasmo e gioia, che nel video diventano operai di decontaminazione, ovvero coloro che furono spediti a scavare un tunnel sotto il reattore e che morirono poco dopo a causa delle radiazioni. Lenin's Lamp Glows in the Peasant's Hut è anche il titolo di una placca di acciaio che, collocata nello stesso ambiente del video, ne riflette le immagini mescolandole con una serie di parole e frasi chiave che sono alla base dell'intero progetto, che si completa con una vetrina che custodisce fotografie prodotte mettendo a contatto pietre contenenti l'uranio con la carta fotografica, e facendo emergere forme astratte che si comportano come radiografie (ed è così che le titola l'artista), mostrando l'invisibile, ovvero le radiazioni che i minerali hanno assorbito dal metallo.
L'ultima sala ospita The Offspring Resembles the Parent (2015), il lavoro realizzato in collaborazione con Oscar Mangione per il Padiglione svedese alla Biennale di Venezia. Si tratta di un video per immagini fisse che ha come oggetto l'influenza che l'economia esercita sulla società, quindi sulla storia. L'analisi avviene anche attraverso immagini di repertorio, tra cui riproduzioni di banconote relative alla grande inflazione tedesca degli anni Venti, le cui iconologie ed iconografie possono rivelare passaggi storici determinati, seppur reconditi.
Lina Selander costruisce ognuno dei suoi progetti espositivi servendosi di una precisa progettualità, ed i suoi schemi installativi riguardano lo spazio e le relazioni che con esso creano le sue opere. Il valore che Lina Selander dà al montaggio delle sue mostre fa sì che nel loro complesso siano esse stesse opere, di modo che l'atto della creazione diventi una costante senza fine.
Lina Selander ha esposto ad INIVA, Institute of International Visual Arts, London (2015), alla Konsthall di Örebro, Örebro (2014), al Kalmar Konstmuseum, Kalmar (2014), a La Mirage, Montréal, QC, Canada (2014), alla Kunsthall Trondheim, Trondheim (2014), all'OEI Colour Project, Stockholm (2013), al Bielefelder Kunstverein, Berlin (2012), all'INDEX -The Swedish Contemporary Art Foundation, Stockholm (2011), a Manifesta 9, The European Biennial of Contemporary Art, Belgium (2012), al Centre Georges Pompidou, Paris (2011) e in molte altre istituzioni.
Il suo lavoro è presente in varie collezioni pubbliche tra cui al Moderna Museet, Stockholm, EMS, Stockholm, Malmö, Konstmuseum, Bonniers Art Collection, Sveriges Allmänna Konstförening, National Museum, Stockholm, Deutsches Buch- und Schriftmuseum, Leipzig, Bibliothèque Nordique, Paris, Nationalmuseum, Stockholm, Örebro Municipality.
Lina Selander è l'artista che sta rappresentando la Svezia alla 56. Biennale d'arte, in corso a Venezia fino a novembre 2015.
11
giugno 2015
Lina Selander
Dall'undici giugno al 04 settembre 2015
arte contemporanea
Location
GALLERIA TIZIANA DI CARO
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 20, sabato su appuntamento
Vernissage
11 Giugno 2015, h 19.00
Autore