Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
L’incanto dell’illusione
“L’incanto dell’illusione” presenta undici giovani artisti italiani nell’inconsueta cornice del Laboratorio di via Argelati 47
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La natura fa molte cose come me, ma le nasconde.
Bisogna costringerla a confessare.
Pablo Picasso
“L’incanto dell’illusione” presenta dodici giovani artisti nell’inconsueta cornice del Laboratorio di via Argelati 47, luogo non ancora votato all’arte, dove la soglia di quello che sembra un tipico agglomerato dell’architettura lombarda accoglie inaspettatamente al suo interno un’ampia porzione di verde imperante, una roggia e un adiacente mulino originariamente in funzione, oggi diroccato. Dalla scoperta di questo spazio insolito, sorta di dimensione rapita e pura, nasce l’idea della collettiva.
L’intento è quello di interrogare la capacità di curiosità e conoscenza, risvegliando una piccola corte segreta, un tempo produttiva, ora incorrotta, incantata e sospesa. Gli artisti, potenziando l’energia del luogo, diventeranno efficaci chiavi (o “biscotti metamorfici”) per varcare il confine della nostra quotidianità e raggiungere un mondo visionario ma possibile, come il viaggio di Alice attraverso lo specchio. Un intervento su un paesaggio inaspettato e un’evasione dal conosciuto, attraverso lavori specificatamente pensati per il luogo. Sognatori come Alice, ma più consapevoli, modificheranno la percezione delle forme e dell’ambiente con diverse tecniche, volte a far recuperare la sensibilità degli spazi e la pura capacità d’osservazione, sfigurata ormai dai meccanismi percettivi di massa tipici di una realtà altamente urbanizzata e veloce come Milano.
Chiara Battistini realizzerà un video proiettato sulla parete di una volta interna al mulino, una sorta di stanza magica, apertura per due mondi vicini e paralleli, a metà tra immaginifico e reale: uomini e donne vivranno sui rami di grosse querce, mettendo in discussione il concetto di stabilità e razionale. Matteo Bergamasco dipingerà una personale mappa del luogo, trasmettendo un racconto di quello che ci aspetterà varcando la soglia d’ingresso. Scultura invece per Mattia Bosco: due figure umane, che si innestano al terreno e al mulino diroccato, si presenteranno solo tramite articolazioni venate in ceramica, accentuandone il senso di sforzo, movimento e complessità. Tillo Buttinoni costruirà una struttura semiabitativa sulla roggia, raggiungibile attraverso un percorso nella piccola selva adiacente, creando diverse aperture e prospettive dell’esterno, un percorso ingannevole, un innocuo spaesamento. In stretta comunicazione con quest’opera Giacomo Bernasconi rifletterà sulle metaforiche fasi del battito cardiaco durante il sonno attraverso sculture in gesso e videoproiezioni. Vittorio Cavallini si confronterà con l’interno del mulino diroccato, caratterizzato in prevalenza dalla folta vegetazione spontanea, modificandone l’ambiente fino a renderlo interrogativo e misterioso. Un luogo puro, isolato e magico lo scopo della costruzione di Francesco Canesi Lissoni, una “stanza” senza tempo sull’albero di fronte alla roggia. Pietro Nocita presenterà un’installazione di mele morse sotto formaldeide, collegando idealmente le figure di Eva e Alice, entrambe emancipate dall’autorità, in cerca di un’identità originale, attratte dalla meraviglia del dubbio, del torbido e dell’imperfetto, così come una sensazione di dubbio e oscuro susciterà l’ installazione sonora di Federico Pepe, che, immersa nella boscaglia, giocherà sulla reiterazione di una stessa sequenza di parole. Gli acquerelli Sunci Perisin Tomljanovic ci presenteranno creature simili a ninfe che si nascondono, si mimetizzano all’interno delle strutture ospitate dal giardino, una riflessione sulla figura femminile, graziosa e fragile come Alice. Avrà inoltre luogo il giorno dell’inaugurazione una performance musicale di Olivia Salvadori e Sandro Mussida, la cui ricerca artistica è rivolta alla voce come scultura sonora, spaziando dal canto lirico alle sperimentazioni vocali nell’ambito della musica elettronica.
L’impatto con il luogo diviene quindi occasione di riflessione tra l’ambiente e l’arte, tra l’esterno, che viviamo ogni giorno, e un giardino segreto vissuto come fuga. Gli artisti e il luogo ci condurranno in un altro tempo, paradossalmente possibile anche nel contesto celere e urbano della città che lo ospita. Sarà allora forse il concretizzarsi della “verità estatica” dei film di Werner Herzog, in cui la realtà, attraverso l’arte - un viaggio incosciente come quello di Alice - muterà lentamente in illusione e incanto.
Bisogna costringerla a confessare.
Pablo Picasso
“L’incanto dell’illusione” presenta dodici giovani artisti nell’inconsueta cornice del Laboratorio di via Argelati 47, luogo non ancora votato all’arte, dove la soglia di quello che sembra un tipico agglomerato dell’architettura lombarda accoglie inaspettatamente al suo interno un’ampia porzione di verde imperante, una roggia e un adiacente mulino originariamente in funzione, oggi diroccato. Dalla scoperta di questo spazio insolito, sorta di dimensione rapita e pura, nasce l’idea della collettiva.
L’intento è quello di interrogare la capacità di curiosità e conoscenza, risvegliando una piccola corte segreta, un tempo produttiva, ora incorrotta, incantata e sospesa. Gli artisti, potenziando l’energia del luogo, diventeranno efficaci chiavi (o “biscotti metamorfici”) per varcare il confine della nostra quotidianità e raggiungere un mondo visionario ma possibile, come il viaggio di Alice attraverso lo specchio. Un intervento su un paesaggio inaspettato e un’evasione dal conosciuto, attraverso lavori specificatamente pensati per il luogo. Sognatori come Alice, ma più consapevoli, modificheranno la percezione delle forme e dell’ambiente con diverse tecniche, volte a far recuperare la sensibilità degli spazi e la pura capacità d’osservazione, sfigurata ormai dai meccanismi percettivi di massa tipici di una realtà altamente urbanizzata e veloce come Milano.
Chiara Battistini realizzerà un video proiettato sulla parete di una volta interna al mulino, una sorta di stanza magica, apertura per due mondi vicini e paralleli, a metà tra immaginifico e reale: uomini e donne vivranno sui rami di grosse querce, mettendo in discussione il concetto di stabilità e razionale. Matteo Bergamasco dipingerà una personale mappa del luogo, trasmettendo un racconto di quello che ci aspetterà varcando la soglia d’ingresso. Scultura invece per Mattia Bosco: due figure umane, che si innestano al terreno e al mulino diroccato, si presenteranno solo tramite articolazioni venate in ceramica, accentuandone il senso di sforzo, movimento e complessità. Tillo Buttinoni costruirà una struttura semiabitativa sulla roggia, raggiungibile attraverso un percorso nella piccola selva adiacente, creando diverse aperture e prospettive dell’esterno, un percorso ingannevole, un innocuo spaesamento. In stretta comunicazione con quest’opera Giacomo Bernasconi rifletterà sulle metaforiche fasi del battito cardiaco durante il sonno attraverso sculture in gesso e videoproiezioni. Vittorio Cavallini si confronterà con l’interno del mulino diroccato, caratterizzato in prevalenza dalla folta vegetazione spontanea, modificandone l’ambiente fino a renderlo interrogativo e misterioso. Un luogo puro, isolato e magico lo scopo della costruzione di Francesco Canesi Lissoni, una “stanza” senza tempo sull’albero di fronte alla roggia. Pietro Nocita presenterà un’installazione di mele morse sotto formaldeide, collegando idealmente le figure di Eva e Alice, entrambe emancipate dall’autorità, in cerca di un’identità originale, attratte dalla meraviglia del dubbio, del torbido e dell’imperfetto, così come una sensazione di dubbio e oscuro susciterà l’ installazione sonora di Federico Pepe, che, immersa nella boscaglia, giocherà sulla reiterazione di una stessa sequenza di parole. Gli acquerelli Sunci Perisin Tomljanovic ci presenteranno creature simili a ninfe che si nascondono, si mimetizzano all’interno delle strutture ospitate dal giardino, una riflessione sulla figura femminile, graziosa e fragile come Alice. Avrà inoltre luogo il giorno dell’inaugurazione una performance musicale di Olivia Salvadori e Sandro Mussida, la cui ricerca artistica è rivolta alla voce come scultura sonora, spaziando dal canto lirico alle sperimentazioni vocali nell’ambito della musica elettronica.
L’impatto con il luogo diviene quindi occasione di riflessione tra l’ambiente e l’arte, tra l’esterno, che viviamo ogni giorno, e un giardino segreto vissuto come fuga. Gli artisti e il luogo ci condurranno in un altro tempo, paradossalmente possibile anche nel contesto celere e urbano della città che lo ospita. Sarà allora forse il concretizzarsi della “verità estatica” dei film di Werner Herzog, in cui la realtà, attraverso l’arte - un viaggio incosciente come quello di Alice - muterà lentamente in illusione e incanto.
28
settembre 2007
L’incanto dell’illusione
Dal 28 settembre al 20 ottobre 2007
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
LABORATORIO ARGELATI
Milano, Via Filippo Argelati, 47, (Milano)
Milano, Via Filippo Argelati, 47, (Milano)
Vernissage
28 Settembre 2007, ore 19
Autore
Curatore