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Linde Burkhardt
Ceramiche d’autore
Comunicato stampa
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Ho approfitato di un semestre sabbatico, durante la mia attività di professore presso l‘Università di Bielefeld, per accettare la proposta di Alberto Alessi e studiare se era possibile abbinare in maniera soddisfacente accaio e ceramica.
Era una nuova sfida e allo stesso tempo un compito complesso, ma mi ha permesso di entrare in contatto diretto con la manifattura della famiglia di ceramisti Rigoni a Nove - Vicentino. Qui ho potuto osservare, chiedere, imparare, ma soprattutto sperimentare. Sono state esperienze decisive, sfociate nel progetto „ in due - accaio + ceramica „ e che in seguito mi sono state molto utili.
Nell‘ ambito di questo progetto avevo pensato all‘ inizio di dipingere le parti in ceramica. Ho riempito interi quaderni con schizzi di decorazioni che avevo ideato a questo scopo, ma dopo alcuni tentativi di riporltarli sulla ceramica, ho capito che non potevo percorrere questa strada, a meno di non fare dipingere tutto da qualcun altro. E questo pensiero lo respingevo con tutte le mie forze dato che ero troppo affascinata dal mio lavoro con questo materiale per me nuovo. La fusione improvisa e irreversibile di colore e terra cotta mi rendeva quasi impossibile dipingere le parti cotte in modo che corrispondessero almeno in parte alle mie idee e ai miei disegni....
Durante i miei esperimenti, quindi, mi sono ricordata di tutte le tecniche che avevo osservato presso i fratelli Rigoni, anche in tutt‘ altri contesti, e ho sottoposto i miei lavori in ceramica a diversi procedimenti. Ho tentato, ad esempio, di asportare con il trapano il colore da ceramiche dipinte di nero, per ottenere così delle testure suggestive....
Dopo aver capito che l‘argilla può essere lavorata anche prima di venire cotta, con l‘ aiuto di piccoli utensili ho ricoperto e vestito le superfici di piccole scaglie o le ho grattate e vi ho fatto grandi e piccole fossette e anche dei fori. E poi le superfici si potevano anche modificare con delle applicazioni. Ho potuto così compensare la mancanza d‘ esperienza nella pittura della ceramica con un design sperimentale e queste esperienze mi hanno aperto nuovi orizzonti per il mio futuro lavoro con la ceramica.
I grandi piatti o ciotole sono nati nel corso di dieci anni e sono il risultato di una continua sperimentazione con l‘ argilla e i suoi colori : le terre rosse, bianche o marrone scuro in combinazione con i colori stessi. Mi piace l‘ abbinamento del colore delle terre con i colori applicati e anche i contrasti tra le superfici grezze e quelle lisce. I colori delle terre sono importanti quanto i colori dipinti.
Se osservo la serie di lavori, mi sembra di avere davanti agli occhi una specie di schedario estetico in cui sono conservati i più diversi esperimenti e idee. Anche se alcune creazioni possono sembrare nate dal caso, il continuo disegnare nel quaderno degli schizzi e anche il rigetto critico di alcune idee per altri lavori appartengono alla fase preliminare del mio lavoro e lo accompagnano costantemente. Tuttavia durante il lavoro con l‘argilla grezza nascono sempre situazioni in cui il progetto da realizzare viene modificato.
Di questo lavoro mi rende felice l‘ assoluta dedizione a quello che sta nascendo. Questa immersione nel lavoro ha come risultato una sensazione di gioia che è quasi maggiore di quella che provo per la riuscita di un pezzo unico.
Nonostante tutto, anche per me vale la massima "ogni oggetto amato è il centro di un paradiso".
Linde Burkhardt, testo estratto dal catalogo : "Linde Burkhardt, invenzioni decorative". Ciampino 2006.
Citazioni sul lavoro di Linde Burkhardt
“...Penso che Linde disegnasse nel modo che ha fatto per dare alle forme dei suoi oggetti, significati lontani, che riguardano per esempio la coesistenza dell‘antica terra - cotta, tenera fragile, polverosa, opaca ( resa ancora più opaca, dalle incisioni del trapano ), con la durezza sfuggente , intoccabile del accaio. Durezza anche inesistente perchè riproduce a pezzi i dintorni e li distrugge.
La rappresentazione delle due materie è anche rappresentazione di pesi : l‘acciaio non esiste, diventa specchio e luce, la terracotta pesa, pesa molto.
Pesa anche la sua antitichità. La quasi totale assenza di colore costringe la storia o le storie del disegno dentro confini ben precisi : non lascia molto spazio a divulgazioni sensoriali, non lascia troppo spazio a interpretazioni scivolose, sentimentali, "peccaminose". La dichiarazione è semplice, secca, tutto sommato vagamente violenta ma certamente affascinante... "
Ettore Sottsass in : " in due accaio + ceramica" ricerca di Linde Burkhardt per Alessi, Milano 2001.
"...La vocazione di Linde Burkhardt per la decorazione è un fenomeno di grande interesse. Lo dimostra anche questa serie di grandi piatti rotondi, realizzatida lei personalmente, dove fa da base la ceramica.... I colori, le tecniche e le cotture portate fino a una estrema conoscenza tecnica e artigianale hanno favorito il virtuosismo dei decori e dei segni, che si muovono sulle superfici rotonde con una davvero mirabile agilità. Ricorre la stilematica tipica di Linde, con righe lunghe e diritte, graffi, onde, campiture, punti, cerchietti, fasce fluide, linee curve, astratte e segni di vario tipo,che generano cromatismi e situazioni a rilievo di notevole suggestione figurativa. Nulla di simbolico, ma la freschezza di un alfabeto leggero ed evanescente, capace di originare una fertile e dinamica attività generativa...“
Alessandro Mendini in : "Linde Burkhardt, invenzioni decorative" catalogo della mostra, Ciampino 2006.
Era una nuova sfida e allo stesso tempo un compito complesso, ma mi ha permesso di entrare in contatto diretto con la manifattura della famiglia di ceramisti Rigoni a Nove - Vicentino. Qui ho potuto osservare, chiedere, imparare, ma soprattutto sperimentare. Sono state esperienze decisive, sfociate nel progetto „ in due - accaio + ceramica „ e che in seguito mi sono state molto utili.
Nell‘ ambito di questo progetto avevo pensato all‘ inizio di dipingere le parti in ceramica. Ho riempito interi quaderni con schizzi di decorazioni che avevo ideato a questo scopo, ma dopo alcuni tentativi di riporltarli sulla ceramica, ho capito che non potevo percorrere questa strada, a meno di non fare dipingere tutto da qualcun altro. E questo pensiero lo respingevo con tutte le mie forze dato che ero troppo affascinata dal mio lavoro con questo materiale per me nuovo. La fusione improvisa e irreversibile di colore e terra cotta mi rendeva quasi impossibile dipingere le parti cotte in modo che corrispondessero almeno in parte alle mie idee e ai miei disegni....
Durante i miei esperimenti, quindi, mi sono ricordata di tutte le tecniche che avevo osservato presso i fratelli Rigoni, anche in tutt‘ altri contesti, e ho sottoposto i miei lavori in ceramica a diversi procedimenti. Ho tentato, ad esempio, di asportare con il trapano il colore da ceramiche dipinte di nero, per ottenere così delle testure suggestive....
Dopo aver capito che l‘argilla può essere lavorata anche prima di venire cotta, con l‘ aiuto di piccoli utensili ho ricoperto e vestito le superfici di piccole scaglie o le ho grattate e vi ho fatto grandi e piccole fossette e anche dei fori. E poi le superfici si potevano anche modificare con delle applicazioni. Ho potuto così compensare la mancanza d‘ esperienza nella pittura della ceramica con un design sperimentale e queste esperienze mi hanno aperto nuovi orizzonti per il mio futuro lavoro con la ceramica.
I grandi piatti o ciotole sono nati nel corso di dieci anni e sono il risultato di una continua sperimentazione con l‘ argilla e i suoi colori : le terre rosse, bianche o marrone scuro in combinazione con i colori stessi. Mi piace l‘ abbinamento del colore delle terre con i colori applicati e anche i contrasti tra le superfici grezze e quelle lisce. I colori delle terre sono importanti quanto i colori dipinti.
Se osservo la serie di lavori, mi sembra di avere davanti agli occhi una specie di schedario estetico in cui sono conservati i più diversi esperimenti e idee. Anche se alcune creazioni possono sembrare nate dal caso, il continuo disegnare nel quaderno degli schizzi e anche il rigetto critico di alcune idee per altri lavori appartengono alla fase preliminare del mio lavoro e lo accompagnano costantemente. Tuttavia durante il lavoro con l‘argilla grezza nascono sempre situazioni in cui il progetto da realizzare viene modificato.
Di questo lavoro mi rende felice l‘ assoluta dedizione a quello che sta nascendo. Questa immersione nel lavoro ha come risultato una sensazione di gioia che è quasi maggiore di quella che provo per la riuscita di un pezzo unico.
Nonostante tutto, anche per me vale la massima "ogni oggetto amato è il centro di un paradiso".
Linde Burkhardt, testo estratto dal catalogo : "Linde Burkhardt, invenzioni decorative". Ciampino 2006.
Citazioni sul lavoro di Linde Burkhardt
“...Penso che Linde disegnasse nel modo che ha fatto per dare alle forme dei suoi oggetti, significati lontani, che riguardano per esempio la coesistenza dell‘antica terra - cotta, tenera fragile, polverosa, opaca ( resa ancora più opaca, dalle incisioni del trapano ), con la durezza sfuggente , intoccabile del accaio. Durezza anche inesistente perchè riproduce a pezzi i dintorni e li distrugge.
La rappresentazione delle due materie è anche rappresentazione di pesi : l‘acciaio non esiste, diventa specchio e luce, la terracotta pesa, pesa molto.
Pesa anche la sua antitichità. La quasi totale assenza di colore costringe la storia o le storie del disegno dentro confini ben precisi : non lascia molto spazio a divulgazioni sensoriali, non lascia troppo spazio a interpretazioni scivolose, sentimentali, "peccaminose". La dichiarazione è semplice, secca, tutto sommato vagamente violenta ma certamente affascinante... "
Ettore Sottsass in : " in due accaio + ceramica" ricerca di Linde Burkhardt per Alessi, Milano 2001.
"...La vocazione di Linde Burkhardt per la decorazione è un fenomeno di grande interesse. Lo dimostra anche questa serie di grandi piatti rotondi, realizzatida lei personalmente, dove fa da base la ceramica.... I colori, le tecniche e le cotture portate fino a una estrema conoscenza tecnica e artigianale hanno favorito il virtuosismo dei decori e dei segni, che si muovono sulle superfici rotonde con una davvero mirabile agilità. Ricorre la stilematica tipica di Linde, con righe lunghe e diritte, graffi, onde, campiture, punti, cerchietti, fasce fluide, linee curve, astratte e segni di vario tipo,che generano cromatismi e situazioni a rilievo di notevole suggestione figurativa. Nulla di simbolico, ma la freschezza di un alfabeto leggero ed evanescente, capace di originare una fertile e dinamica attività generativa...“
Alessandro Mendini in : "Linde Burkhardt, invenzioni decorative" catalogo della mostra, Ciampino 2006.
21
marzo 2007
Linde Burkhardt
Dal 21 marzo al 15 aprile 2007
design
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
TINGO DESIGN GALLERY
Milano, Via Alessandro Volta, 18, (Milano)
Milano, Via Alessandro Volta, 18, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15.30-19.30
Vernissage
21 Marzo 2007, ore 19
Autore