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Lino Bellia – Pastelli: il mare di Orbetello
In queste opere c’è l’invito al viaggio nella pittura, “in” pittura: come si potrebbe dire “in barca”.
Comunicato stampa
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Sostanza di un sentimento diventato linguaggio
Parlare di pittura, sulla pittura, circa la pittura: è un’arte difficile.
Bisognerebbe saper ritrovare tutti i ritmi del pittore, il flusso e il riflusso della mano, le bonacce della memoria, le richieste e le inchieste del suo sguardo. Ancora … gli abbandoni, le notti bianche nei tormenti, le sue violenze controllate e le sue tenerezze effuse. I pieni ed i vuoti del suo spirito a confronto con lo spazio, nel preciso istante in cui coglie l’inafferrabile, l’impalpabile, l’immensità della visione…
In queste opere c’è l’invito al viaggio nella pittura, “in” pittura: come si potrebbe dire “in barca”. Essere, noi osservatori, insieme il punto fermo e il movimento che lo sposta. Lo spazio e il tempo riconciliati dal e nel movimento ritmico dei sensi, insieme alla variabilità di un paesaggio d’acqua sempre mutevole.
I pastelli … di Lino Bellia
Ci mettono in movimento, “in” viaggio.
Dapprima, in pregiata serenità. Il primo sguardo non affonda nella confusione, il secondo è diffusione, il terzo è fusione. Nel terzo i due infiniti si fondono: lo spirito (dell’orizzonte) e l’abisso (dell’acqua).
I lavori impongono una materia mutevole, il suo spessore la sua fluidità, la sua opacità e la sua trasparenza, il suo peso cosmico e la sua leggerezza. L’autore non descrive, alcune volte urla pacificamente il silenzio, altre il suo furore. Sembra imponga una visione, invece ci costringe a scoprirla, a reinventarla così come dentro ciascuno è custodita. Bisogna lasciarsi assorbire. Quell’acqua inspira, espira, respira. È movimento di sistole e diastole. Così come da sempre il mare si assoggetta. Movimento bloccato in una sua mossa.
C’invitano al viaggio, viaggio nella pacatezza del canto.
La macchia bianca di una schiuma, fa muovere il mare. La superficie sfumata del cielo, come una lapide, ci sommerge. I colori tenui ci inondano e fanno nascere le forme. Si percepiscono i gesti della mano, nella lotta contro la materia nel frugare le forme geografiche della vita, nel dare vita alle forme, così che la realtà rappresentata tende a trattenere il sogno.
Ci fanno nascere un nuovo sguardo.
La superficie dell’acqua delinea l’analogia di un nuovo paesaggio. Morbide onde, come biondi campi di grano pettinati dal vento. Leggere increspature, come prati che a folate repentinamente modificano il loro manto. A stare di fronte al mare, si gode un paesaggio di una mutevolezza istantanea e non stagionale, di una varietà di forme e successive sensazioni. Perché sempre all’improvviso “Urla e biancheggia il mar…” riferito al dato meteorologico sempre mutevole, che necessita - per essere trasmesso - il dono di vedere un effetto dal vero e di saper trovare le tinte dell’emozione, per renderlo ancora vero.
Samuele Caciagli
Parlare di pittura, sulla pittura, circa la pittura: è un’arte difficile.
Bisognerebbe saper ritrovare tutti i ritmi del pittore, il flusso e il riflusso della mano, le bonacce della memoria, le richieste e le inchieste del suo sguardo. Ancora … gli abbandoni, le notti bianche nei tormenti, le sue violenze controllate e le sue tenerezze effuse. I pieni ed i vuoti del suo spirito a confronto con lo spazio, nel preciso istante in cui coglie l’inafferrabile, l’impalpabile, l’immensità della visione…
In queste opere c’è l’invito al viaggio nella pittura, “in” pittura: come si potrebbe dire “in barca”. Essere, noi osservatori, insieme il punto fermo e il movimento che lo sposta. Lo spazio e il tempo riconciliati dal e nel movimento ritmico dei sensi, insieme alla variabilità di un paesaggio d’acqua sempre mutevole.
I pastelli … di Lino Bellia
Ci mettono in movimento, “in” viaggio.
Dapprima, in pregiata serenità. Il primo sguardo non affonda nella confusione, il secondo è diffusione, il terzo è fusione. Nel terzo i due infiniti si fondono: lo spirito (dell’orizzonte) e l’abisso (dell’acqua).
I lavori impongono una materia mutevole, il suo spessore la sua fluidità, la sua opacità e la sua trasparenza, il suo peso cosmico e la sua leggerezza. L’autore non descrive, alcune volte urla pacificamente il silenzio, altre il suo furore. Sembra imponga una visione, invece ci costringe a scoprirla, a reinventarla così come dentro ciascuno è custodita. Bisogna lasciarsi assorbire. Quell’acqua inspira, espira, respira. È movimento di sistole e diastole. Così come da sempre il mare si assoggetta. Movimento bloccato in una sua mossa.
C’invitano al viaggio, viaggio nella pacatezza del canto.
La macchia bianca di una schiuma, fa muovere il mare. La superficie sfumata del cielo, come una lapide, ci sommerge. I colori tenui ci inondano e fanno nascere le forme. Si percepiscono i gesti della mano, nella lotta contro la materia nel frugare le forme geografiche della vita, nel dare vita alle forme, così che la realtà rappresentata tende a trattenere il sogno.
Ci fanno nascere un nuovo sguardo.
La superficie dell’acqua delinea l’analogia di un nuovo paesaggio. Morbide onde, come biondi campi di grano pettinati dal vento. Leggere increspature, come prati che a folate repentinamente modificano il loro manto. A stare di fronte al mare, si gode un paesaggio di una mutevolezza istantanea e non stagionale, di una varietà di forme e successive sensazioni. Perché sempre all’improvviso “Urla e biancheggia il mar…” riferito al dato meteorologico sempre mutevole, che necessita - per essere trasmesso - il dono di vedere un effetto dal vero e di saper trovare le tinte dell’emozione, per renderlo ancora vero.
Samuele Caciagli
03
giugno 2009
Lino Bellia – Pastelli: il mare di Orbetello
Dal 03 al 16 giugno 2009
arte contemporanea
Location
SALA DEL FRONTONE
Orbetello, Piazza Della Repubblica, (Grosseto)
Orbetello, Piazza Della Repubblica, (Grosseto)
Orario di apertura
Lun-Ven 17.00-20.30 Sab-Dom 17.00-22.00
Autore
Curatore