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Lino Strangis – Partiture Spaziali. Altre musiche per altri mondi
Partiture spaziali. Altre musiche per altri mondi è un progetto interdisciplinare che trova nelle odierne tecnologie digitali un grumo attivo di linguaggi diversificati eppure strettamente interconnessi. Un evento pensato come itinerante per il quale la musica (nel suo senso “espanso”) “è ritrovata come centro gravitazionale dell’essenza delle arti contemporanee”.
Comunicato stampa
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Partiture spaziali. Altre musiche per altri mondi è un progetto interdisciplinare che trova nelle odierne tecnologie digitali un grumo attivo di linguaggi diversificati eppure strettamente interconnessi. Un evento pensato come itinerante per il quale la musica (nel suo senso "espanso") "è ritrovata come centro gravitazionale dell'essenza delle arti contemporanee".
Una installazione intermediale che si esprime in molteplici forme compositive, e tecniche: dalla videoarte in digitale, alla realtà virtuale, alla stampa 3D, alla performance multimediale e l'improvvisazione di musica elettronica sperimentale.
Nucleo del progetto sono le sculture, realizzate con una speciale tecnica che unisce la modellazione 3D in realtà virtuale, la stampa 3D e interventi con strumento a mano. "Sono scritture musicali per libere improvvisazioni, tramite le quali ho cercato di proseguire quella linea di ricerca che ha visto la scrittura musicale diventare altro, altre arti". Si tratta di "segni musicali come scappati dal pentagramma, che li identificava esclusivamente per i loro valori tonali, ora del tutto indistinguibili."
L'installazione al M.A.C.RO. Asilo espone, oltre alle opere, lo studio dell'artista con tutte le sue macchine (compreso lui stesso) trasformando la Project Room in un ambiente sensibile che espone il mondo aperto dell'artista come opera totale. Durante le giornate di permanenza al museo saranno organizzati diversi eventi (presentazione libro edito da Kappabit, + CD pubblicato da Folderol Record, performance ed altro) con alcuni importanti ospiti.
Da anni Strangis, il quale ha intrapreso una ricerca che lo ha visto cimentarsi con la maggior parte delle tecniche di produzione digitale (e non solo) esistenti, ha "abituato" chi lo segue a continue sorprese e novità tecnico/semantiche, fondando un linguaggio di fusioni e incontri, ibridazioni e co-azioni tra moltitudini di possibilità di messa in opera, dando ad ogni tecnica acquisita e inserita nel suo flusso creativo un sostanziale cambiamento di segno, riappropriandosene e a volte reinventandone le modalità processuali al fine di "portarli oltre i loro limiti a costo di rischiare di fallire e anzi imparando a conoscere la dignità ed il coraggio di fallimenti esposti che divengono nuove e prima impensate possibilità di azione". Come aveva teorizzato qualche anno fa nello scritto dal titolo Per un'avanguardia intermediale ancora una volta Strangis "strappa di mano all'industria dell'intrattenimento globale" alcuni dei più avanzati strumenti tecnologici per "perlustrarne gli approcci meno frequentati, ripensarne l'essenza e soprattutto dare vita ad esperienze alternative che non lascino esistere solo le tendenze dominanti". Oramai in occidente come in oriente non c'è studio che non possieda una stampante 3D eppure tra milioni di produzioni sono davvero poche quelle che vanno oltre l'artigianato tecnologico e un funzionale do it your self casalingo propendendo invece per usi artistici e ancora meno sono quei progetti che davvero hanno saputo interpretare fino in fondo le potenzialità prettamente artistiche di questo strumento. Spiega Strangis: " non sarebbe stato di alcun interesse per me stampare forme che siamo abituati a vedere da secoli, usare questa novità per fare cose vecchie, volevo invece usarla per visualizzare forme molto difficili o quasi impossibili da realizzare con strumenti tradizionali, volevo che fosse qualcosa che indagasse le potenzialità peculiari e uniche (o quasi) di questo strumento". Eppure le sue sculture hanno un sapore fortemente originario che le fa essere modernissime eppure collegate a qualcosa di antichissimo e quasi ancestrale che allo stesso tempo è anche futuristico, alieno, spaziale.
Questa Project Room è la prima importante tappa del progetto itinerante dal titolo "Partiture Spaziali. Altre musiche per altri mondi" prodotto da C.A.R.M.A. - Centro d'Arti e Ricerche Multimediali a cura di Veronica D'Auria.
Una installazione intermediale che si esprime in molteplici forme compositive, e tecniche: dalla videoarte in digitale, alla realtà virtuale, alla stampa 3D, alla performance multimediale e l'improvvisazione di musica elettronica sperimentale.
Nucleo del progetto sono le sculture, realizzate con una speciale tecnica che unisce la modellazione 3D in realtà virtuale, la stampa 3D e interventi con strumento a mano. "Sono scritture musicali per libere improvvisazioni, tramite le quali ho cercato di proseguire quella linea di ricerca che ha visto la scrittura musicale diventare altro, altre arti". Si tratta di "segni musicali come scappati dal pentagramma, che li identificava esclusivamente per i loro valori tonali, ora del tutto indistinguibili."
L'installazione al M.A.C.RO. Asilo espone, oltre alle opere, lo studio dell'artista con tutte le sue macchine (compreso lui stesso) trasformando la Project Room in un ambiente sensibile che espone il mondo aperto dell'artista come opera totale. Durante le giornate di permanenza al museo saranno organizzati diversi eventi (presentazione libro edito da Kappabit, + CD pubblicato da Folderol Record, performance ed altro) con alcuni importanti ospiti.
Da anni Strangis, il quale ha intrapreso una ricerca che lo ha visto cimentarsi con la maggior parte delle tecniche di produzione digitale (e non solo) esistenti, ha "abituato" chi lo segue a continue sorprese e novità tecnico/semantiche, fondando un linguaggio di fusioni e incontri, ibridazioni e co-azioni tra moltitudini di possibilità di messa in opera, dando ad ogni tecnica acquisita e inserita nel suo flusso creativo un sostanziale cambiamento di segno, riappropriandosene e a volte reinventandone le modalità processuali al fine di "portarli oltre i loro limiti a costo di rischiare di fallire e anzi imparando a conoscere la dignità ed il coraggio di fallimenti esposti che divengono nuove e prima impensate possibilità di azione". Come aveva teorizzato qualche anno fa nello scritto dal titolo Per un'avanguardia intermediale ancora una volta Strangis "strappa di mano all'industria dell'intrattenimento globale" alcuni dei più avanzati strumenti tecnologici per "perlustrarne gli approcci meno frequentati, ripensarne l'essenza e soprattutto dare vita ad esperienze alternative che non lascino esistere solo le tendenze dominanti". Oramai in occidente come in oriente non c'è studio che non possieda una stampante 3D eppure tra milioni di produzioni sono davvero poche quelle che vanno oltre l'artigianato tecnologico e un funzionale do it your self casalingo propendendo invece per usi artistici e ancora meno sono quei progetti che davvero hanno saputo interpretare fino in fondo le potenzialità prettamente artistiche di questo strumento. Spiega Strangis: " non sarebbe stato di alcun interesse per me stampare forme che siamo abituati a vedere da secoli, usare questa novità per fare cose vecchie, volevo invece usarla per visualizzare forme molto difficili o quasi impossibili da realizzare con strumenti tradizionali, volevo che fosse qualcosa che indagasse le potenzialità peculiari e uniche (o quasi) di questo strumento". Eppure le sue sculture hanno un sapore fortemente originario che le fa essere modernissime eppure collegate a qualcosa di antichissimo e quasi ancestrale che allo stesso tempo è anche futuristico, alieno, spaziale.
Questa Project Room è la prima importante tappa del progetto itinerante dal titolo "Partiture Spaziali. Altre musiche per altri mondi" prodotto da C.A.R.M.A. - Centro d'Arti e Ricerche Multimediali a cura di Veronica D'Auria.
26
aprile 2019
Lino Strangis – Partiture Spaziali. Altre musiche per altri mondi
Dal 26 aprile al 05 maggio 2019
arte contemporanea
Location
MACRO – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI ROMA
Roma, Via Nizza, 138, (Roma)
Roma, Via Nizza, 138, (Roma)
Orario di apertura
Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica ore 10:00-20:00 | Sabato ore 10:00 alle 22:00
Vernissage
26 Aprile 2019, ore 18:00
Autore
Curatore