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L’invenzione delle stelle. Omaggio a Galileo
Nell’anno di Galileo e dell’Astronomia, una originale mostra si inserisce tra le celebrazioni internazionali, coniugando arte contemporanea e scienza.
Comunicato stampa
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Il 2009 è considerato dall’Unesco e dalle Nazioni Unite l’Anno dell’Astronomia e verrà celebrato da una serie di iniziative internazionali coordinate dall’International Astronomical Union, istituzione che raggruppa circa 9.000 astronomi di oltre 70 Paesi.
Ma sarà anche l’anno di Galileo, in cui si celebrerà il quattrocentesimo anniversario delle prime osservazioni astronomiche con cannocchiale da parte dello scienziato nel cielo di Padova.
L’invenzione delle stelle. Omaggio a Galileo che sarà aperta al pubblico dal 17 gennaio a Torino presso il Museo Regionale di Scienze Naturali, è a cura di Daniela Brignone e si colloca tra gli eventi volti a commemorare lo scienziato pisano e le importanti scoperte che, da quella osservazione del cosmo, derivarono.
Realizzata, con grande successo di pubblico e di critica, in prima sede, a Castel Sant’Angelo a Roma nella primavera del 2008, luogo che collega idealmente Galileo con le vicende del suo tempo, la mostra costituisce un omaggio al celebre scienziato, del quale reca citazioni e riferimenti alle scoperte e agli scritti, attraverso 40 opere di tre artisti: Pupino Samonà, appassionato e studioso di fisica e astronomia, Lino Minneci, fisico nucleare, Silvia Pisani, appassionata di Fisica Quantistica. Opere tutte ispirate alla ricerca scientifica, in molti casi selezionate tra quelle che interpretano le teorie seicentesche di Galilei come quelle su Archimede, la Via Lattea, la Luna e gli eclissi.
Il percorso espositivo intende stabilire un connubio tra arte e scienza. Un’arte intesa come conoscenza, all’interno dell’esposizione di originali espressioni artistiche che collegano una visuale scientifica antica con la contemporaneità, nell’enfatizzare il valore delle prime scoperte da cui prese le mosse la nascita dell’astrofisica.
Partendo da Galilei e dalla nascita del suo metodo scientifico, attraverso la successiva distinzione tra materia ed energia, la mostra arriva ad inquadrare, nell’interpretazione artistica, anche il cammino teorico della fisica moderna, dalla Relatività alla Meccanica Quantistica.
Una mostra che coniuga, quindi, arte e rivoluzione scientifica, lega personaggi lontani temporalmente, attraversa ideologie e correnti di pensiero differenti e celebra importanti teorici come Archimede, Einstein, Gamov.
Fenomeni naturali e teorie scientifiche sono le basi su cui si fonda l’arte di Lino Minneci, che, associando alla scultura la cultura scientifica di cui è portatore, sperimenta nelle sue opere le potenzialità del ferro. Le linee segnate dal tondino di ferro sono il carattere principale dei suoi manufatti artistici. Sono queste che, oltre a contenere e definire il soggetto, gli infondono quel movimento e quella vitalità interiore, tale da far vibrare la scultura e lo spirito di chi osserva. Modelli matematici, fisici ed astrofisici sottendono all’operato di questo artista contemporaneo che, servendosi della scienza, spiega i fenomeni della natura, celebrando l’uomo, la sua intelligenza e la sua ricerca di verità. Nelle opere di Minneci si scorgono i nuovi orizzonti, tra scienza e tecnologia, in un universo fatto di satelliti e formule scientifiche, di forze e controforze alle dipendenze di leggi fisiche, tra il corpo e lo spazio che lo circonda.
Silvia Pisani, supportata dallo studio della fisica moderna e della medicina vibrazionale, esprime il concetto di "materia - vibrazione", che si manifesta attraverso la forza espressiva del colore ed il mistero che caratterizza la luce. Elemento-guida è il movimento, lo stesso che aveva affascinato Galileo, aspetto fondamentale con cui l’artista esprime l'immanenza di tutto ciò che ci circonda.
La Pisani, attraverso una studiata varietà di colori, crea movimenti e ritmo che riprendono la velocità dell’esistenza umana, il frenetico trascorrere del tempo, toccando quanto c’è di più profondo nell’essere umano: il suo modo di essere, vivere, sentire, ragionare e conoscere. La materia pittorica diventa metafora di quella perdita di centralità dell’essere umano che Galileo e Copernico avevano pienamente teorizzato ben 400 anni fa. L’uomo contemporaneo vive le stesse incertezze, teme tutto ciò che è imprevisto ed è in balia dell’anomia sociale.
Sin dal 1950, Pupino Samonà si accosta ai nuovi scenari della fisica molecolare e dell'astrofisica, elaborando una pittura che ne rende linee di forza, meraviglie e sconvolgimenti. Egli è forse il primo artista del secondo dopoguerra che, riprendendo le lezioni futuriste, approda ad una nuova forma di arte fatta di soli, stelle, orbite ed eclissi.
L’artista non ha inteso raffigurare ciò che non è raffigurabile, ma ha preferito captarne il pathos, accostando concetti evanescenti, come le strutture molecolari, al “farsi materia”, proprio dell’arte della rappresentazione.
Per Samonà, moderno Galileo, “scoprire” significa rendere apertamente visibile il concetto, conoscerlo e farlo conoscere attraverso le immagini. Costanti del suo lavoro sono la ricerca sulla luce, il movimento, l’energia, l’ordine/disordine, concetti questi racchiusi in quell’immenso universo che affascinò Galileo.
La sua pittura rende quasi tangibili condensazioni e deflagrazioni, scorci di tenebre e improvvise luminescenze, luci che vibrano e pulsano, vertigini stellari e buchi neri, tutti considerati come fondamento primordiale del Cosmo.
Ma sarà anche l’anno di Galileo, in cui si celebrerà il quattrocentesimo anniversario delle prime osservazioni astronomiche con cannocchiale da parte dello scienziato nel cielo di Padova.
L’invenzione delle stelle. Omaggio a Galileo che sarà aperta al pubblico dal 17 gennaio a Torino presso il Museo Regionale di Scienze Naturali, è a cura di Daniela Brignone e si colloca tra gli eventi volti a commemorare lo scienziato pisano e le importanti scoperte che, da quella osservazione del cosmo, derivarono.
Realizzata, con grande successo di pubblico e di critica, in prima sede, a Castel Sant’Angelo a Roma nella primavera del 2008, luogo che collega idealmente Galileo con le vicende del suo tempo, la mostra costituisce un omaggio al celebre scienziato, del quale reca citazioni e riferimenti alle scoperte e agli scritti, attraverso 40 opere di tre artisti: Pupino Samonà, appassionato e studioso di fisica e astronomia, Lino Minneci, fisico nucleare, Silvia Pisani, appassionata di Fisica Quantistica. Opere tutte ispirate alla ricerca scientifica, in molti casi selezionate tra quelle che interpretano le teorie seicentesche di Galilei come quelle su Archimede, la Via Lattea, la Luna e gli eclissi.
Il percorso espositivo intende stabilire un connubio tra arte e scienza. Un’arte intesa come conoscenza, all’interno dell’esposizione di originali espressioni artistiche che collegano una visuale scientifica antica con la contemporaneità, nell’enfatizzare il valore delle prime scoperte da cui prese le mosse la nascita dell’astrofisica.
Partendo da Galilei e dalla nascita del suo metodo scientifico, attraverso la successiva distinzione tra materia ed energia, la mostra arriva ad inquadrare, nell’interpretazione artistica, anche il cammino teorico della fisica moderna, dalla Relatività alla Meccanica Quantistica.
Una mostra che coniuga, quindi, arte e rivoluzione scientifica, lega personaggi lontani temporalmente, attraversa ideologie e correnti di pensiero differenti e celebra importanti teorici come Archimede, Einstein, Gamov.
Fenomeni naturali e teorie scientifiche sono le basi su cui si fonda l’arte di Lino Minneci, che, associando alla scultura la cultura scientifica di cui è portatore, sperimenta nelle sue opere le potenzialità del ferro. Le linee segnate dal tondino di ferro sono il carattere principale dei suoi manufatti artistici. Sono queste che, oltre a contenere e definire il soggetto, gli infondono quel movimento e quella vitalità interiore, tale da far vibrare la scultura e lo spirito di chi osserva. Modelli matematici, fisici ed astrofisici sottendono all’operato di questo artista contemporaneo che, servendosi della scienza, spiega i fenomeni della natura, celebrando l’uomo, la sua intelligenza e la sua ricerca di verità. Nelle opere di Minneci si scorgono i nuovi orizzonti, tra scienza e tecnologia, in un universo fatto di satelliti e formule scientifiche, di forze e controforze alle dipendenze di leggi fisiche, tra il corpo e lo spazio che lo circonda.
Silvia Pisani, supportata dallo studio della fisica moderna e della medicina vibrazionale, esprime il concetto di "materia - vibrazione", che si manifesta attraverso la forza espressiva del colore ed il mistero che caratterizza la luce. Elemento-guida è il movimento, lo stesso che aveva affascinato Galileo, aspetto fondamentale con cui l’artista esprime l'immanenza di tutto ciò che ci circonda.
La Pisani, attraverso una studiata varietà di colori, crea movimenti e ritmo che riprendono la velocità dell’esistenza umana, il frenetico trascorrere del tempo, toccando quanto c’è di più profondo nell’essere umano: il suo modo di essere, vivere, sentire, ragionare e conoscere. La materia pittorica diventa metafora di quella perdita di centralità dell’essere umano che Galileo e Copernico avevano pienamente teorizzato ben 400 anni fa. L’uomo contemporaneo vive le stesse incertezze, teme tutto ciò che è imprevisto ed è in balia dell’anomia sociale.
Sin dal 1950, Pupino Samonà si accosta ai nuovi scenari della fisica molecolare e dell'astrofisica, elaborando una pittura che ne rende linee di forza, meraviglie e sconvolgimenti. Egli è forse il primo artista del secondo dopoguerra che, riprendendo le lezioni futuriste, approda ad una nuova forma di arte fatta di soli, stelle, orbite ed eclissi.
L’artista non ha inteso raffigurare ciò che non è raffigurabile, ma ha preferito captarne il pathos, accostando concetti evanescenti, come le strutture molecolari, al “farsi materia”, proprio dell’arte della rappresentazione.
Per Samonà, moderno Galileo, “scoprire” significa rendere apertamente visibile il concetto, conoscerlo e farlo conoscere attraverso le immagini. Costanti del suo lavoro sono la ricerca sulla luce, il movimento, l’energia, l’ordine/disordine, concetti questi racchiusi in quell’immenso universo che affascinò Galileo.
La sua pittura rende quasi tangibili condensazioni e deflagrazioni, scorci di tenebre e improvvise luminescenze, luci che vibrano e pulsano, vertigini stellari e buchi neri, tutti considerati come fondamento primordiale del Cosmo.
16
gennaio 2009
L’invenzione delle stelle. Omaggio a Galileo
Dal 16 gennaio al primo marzo 2009
arte contemporanea
Location
MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI
Torino, Via Giovanni Giolitti, 36, (Torino)
Torino, Via Giovanni Giolitti, 36, (Torino)
Orario di apertura
10.00 – 19.00 tutti i giorni, chiuso Martedì
Vernissage
16 Gennaio 2009, ore 18
Editore
MONDADORI
Ufficio stampa
NIKE
Autore
Curatore