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L’invenzione delle stelle. Omaggio a Galileo
Arte e fisica, Galileo e la contemporaneità, in un percorso scientifico altamente suggestivo e originale.
Comunicato stampa
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Un viaggio avvincente lungo i secoli attraverso le più antiche teorie della fisica e dell’astronomia fino a quelle più recenti, in un confronto di sistemi e di modus operandi che hanno alimentato dibattiti scientifici e filosofici.
La mostra “L’invenzione delle stelle. Omaggio a Galileo”, che si svolgerà nei locali di Castel Sant’Angelo dal 15 maggio all’8 giugno 2008, nasce dalla commemorazione del quattrocentesimo anniversario delle prime osservazioni astronomiche con cannocchiale eseguite da Galileo nel cielo di Padova, nel 1609. Il 2009, infatti, è considerato dall’Unesco e dalle Nazioni Unite l’Anno dell’Astronomia.
L’esposizione, curata da Daniela Brignone, intende presentare una trasposizione nell’arte contemporanea di alcune delle teorie scientifiche e astronomiche elaborate da Galileo, interpretate e realizzate da tre importanti artisti italiani che hanno fondato la propria attività creativa sui principi fisici, matematici e filosofici: Lino Minneci, Silvia Pisani, Pupino Samonà.
All’interno della mostra saranno esposte circa 40 opere, tra sculture e dipinti, tutte ispirate alla ricerca scientifica, in molti casi selezionate tra quelle che interpretano le teorie seicentesche di Galilei, e altre che ne rappresentano un’evoluzione.
Partendo da Galileo e dalla nascita del suo metodo scientifico, con un breve excursus nelle teorie dell’antica Grecia, riprese dallo scienziato, la mostra arriva ad inquadrare, nel corso dei secoli, nell’interpretazione artistica, anche il cammino teorico della fisica moderna, dalla Relatività alla Meccanica Quantistica.
Fenomeni naturali e teorie scientifiche sono le basi su cui si fonda l’arte di Lino Minneci, che, associando alla scultura la cultura scientifica di cui è portatore, sperimenta nelle sue opere le potenzialità del ferro.
Le linee segnate dal tondino di ferro sono il carattere principale dei suoi manufatti artistici. Sono queste che, oltre a contenere e definire il soggetto, gli infondono quel movimento e quella vitalità interiore, tale da far vibrare la scultura e lo spirito di chi osserva.
Modelli matematici, fisici ed astrofisici sottendono all’operato di questo artista contemporaneo che, servendosi della scienza, spiega i fenomeni della natura, celebrando l’uomo, la sua intelligenza e la sua ricerca di verità.
Nelle opere di Minneci si scorgono i nuovi orizzonti, tra scienza e tecnologia, in un universo fatto di satelliti e formule scientifiche, di forze e controforze alle dipendenze di leggi fisiche, tra il corpo e lo spazio che lo circonda.
Silvia Pisani, supportata dallo studio della fisica moderna e della medicina vibrazionale, esprime il concetto di "materia - vibrazione", che si manifesta attraverso la forza espressiva del colore ed il mistero che caratterizza la luce. Elemento-guida è il movimento, lo stesso che aveva affascinato Galileo, aspetto fondamentale con cui l’artista esprime l'immanenza di tutto ciò che ci circonda.
La Pisani, attraverso una studiata varietà di colori, crea movimenti e ritmo che riprendono la velocità dell’esistenza umana, il frenetico trascorrere del tempo, toccando quanto c’è di più profondo nell’essere umano: il suo modo di essere, vivere, sentire, ragionare e conoscere.
La materia pittorica diventa metafora di quella perdita di centralità dell’essere umano che Galileo e Copernico avevano pienamente teorizzato ben 400 anni fa. L’uomo contemporaneo vive le stesse incertezze, teme tutto ciò che è imprevisto ed è in balia dell’anomia sociale.
Sin dal 1950, Pupino Samonà, di cui verrà ricordata la figura, ad un anno dalla sua scomparsa, si accosta ai nuovi scenari della fisica molecolare e dell'astrofisica, elaborando una pittura che ne rende linee di forza, meraviglie e sconvolgimenti. Egli è forse il primo artista del secondo dopoguerra che, riprendendo le lezioni futuriste, approda ad una nuova forma di arte fatta di soli, stelle, orbite ed eclissi.
L’artista non ha inteso raffigurare ciò che non è raffigurabile, ma ha preferito captarne il pathos, accostando concetti evanescenti, come le strutture molecolari, al “farsi materia”, proprio dell’arte della rappresentazione.
Per Samonà, moderno Galileo, “scoprire” significa rendere apertamente visibile il concetto, conoscerlo e farlo conoscere attraverso le immagini. Costanti del suo lavoro sono la ricerca sulla luce, il movimento, l’energia, l’ordine/disordine, concetti questi racchiusi in quell’immenso universo che affascinò Galileo.
La sua pittura rende quasi tangibili condensazioni e deflagrazioni, scorci di tenebre e improvvise luminescenze, luci che vibrano e pulsano, vertigini stellari e buchi neri, tutti considerati come fondamento primordiale del Cosmo.
Tra le opere esposte troverà posto anche una realizzazione, nata dalla collaborazione dell'artista Silvia Pisani con il designer di gioielli Fabio Grillo, membro di una storica famiglia di gioiellieri calabresi.
Il gioiello, raffigurante i satelliti di Giove, scoperti da Galileo e da lui dedicati alla famiglia dei Medici, rappresenta il pezzo unico, una microscultura che comunica la sensibilità dell'artefice e la sua interpretazione del mondo naturale e del suo mistero, cogliendone l'essenza nella linearità delle forme e sottolineando il tessuto simbolico e l'aspetto dinamico.
La gioielleria interpreta il cosmo e con esso il suo rapporto con la natura e l'uomo, di cui ne rappresenta l'anima, il suo sentire, il suo vedere e immaginare le pietre e la loro combinazione armonica in modo emotivo.
La mostra “L’invenzione delle stelle. Omaggio a Galileo”, che si svolgerà nei locali di Castel Sant’Angelo dal 15 maggio all’8 giugno 2008, nasce dalla commemorazione del quattrocentesimo anniversario delle prime osservazioni astronomiche con cannocchiale eseguite da Galileo nel cielo di Padova, nel 1609. Il 2009, infatti, è considerato dall’Unesco e dalle Nazioni Unite l’Anno dell’Astronomia.
L’esposizione, curata da Daniela Brignone, intende presentare una trasposizione nell’arte contemporanea di alcune delle teorie scientifiche e astronomiche elaborate da Galileo, interpretate e realizzate da tre importanti artisti italiani che hanno fondato la propria attività creativa sui principi fisici, matematici e filosofici: Lino Minneci, Silvia Pisani, Pupino Samonà.
All’interno della mostra saranno esposte circa 40 opere, tra sculture e dipinti, tutte ispirate alla ricerca scientifica, in molti casi selezionate tra quelle che interpretano le teorie seicentesche di Galilei, e altre che ne rappresentano un’evoluzione.
Partendo da Galileo e dalla nascita del suo metodo scientifico, con un breve excursus nelle teorie dell’antica Grecia, riprese dallo scienziato, la mostra arriva ad inquadrare, nel corso dei secoli, nell’interpretazione artistica, anche il cammino teorico della fisica moderna, dalla Relatività alla Meccanica Quantistica.
Fenomeni naturali e teorie scientifiche sono le basi su cui si fonda l’arte di Lino Minneci, che, associando alla scultura la cultura scientifica di cui è portatore, sperimenta nelle sue opere le potenzialità del ferro.
Le linee segnate dal tondino di ferro sono il carattere principale dei suoi manufatti artistici. Sono queste che, oltre a contenere e definire il soggetto, gli infondono quel movimento e quella vitalità interiore, tale da far vibrare la scultura e lo spirito di chi osserva.
Modelli matematici, fisici ed astrofisici sottendono all’operato di questo artista contemporaneo che, servendosi della scienza, spiega i fenomeni della natura, celebrando l’uomo, la sua intelligenza e la sua ricerca di verità.
Nelle opere di Minneci si scorgono i nuovi orizzonti, tra scienza e tecnologia, in un universo fatto di satelliti e formule scientifiche, di forze e controforze alle dipendenze di leggi fisiche, tra il corpo e lo spazio che lo circonda.
Silvia Pisani, supportata dallo studio della fisica moderna e della medicina vibrazionale, esprime il concetto di "materia - vibrazione", che si manifesta attraverso la forza espressiva del colore ed il mistero che caratterizza la luce. Elemento-guida è il movimento, lo stesso che aveva affascinato Galileo, aspetto fondamentale con cui l’artista esprime l'immanenza di tutto ciò che ci circonda.
La Pisani, attraverso una studiata varietà di colori, crea movimenti e ritmo che riprendono la velocità dell’esistenza umana, il frenetico trascorrere del tempo, toccando quanto c’è di più profondo nell’essere umano: il suo modo di essere, vivere, sentire, ragionare e conoscere.
La materia pittorica diventa metafora di quella perdita di centralità dell’essere umano che Galileo e Copernico avevano pienamente teorizzato ben 400 anni fa. L’uomo contemporaneo vive le stesse incertezze, teme tutto ciò che è imprevisto ed è in balia dell’anomia sociale.
Sin dal 1950, Pupino Samonà, di cui verrà ricordata la figura, ad un anno dalla sua scomparsa, si accosta ai nuovi scenari della fisica molecolare e dell'astrofisica, elaborando una pittura che ne rende linee di forza, meraviglie e sconvolgimenti. Egli è forse il primo artista del secondo dopoguerra che, riprendendo le lezioni futuriste, approda ad una nuova forma di arte fatta di soli, stelle, orbite ed eclissi.
L’artista non ha inteso raffigurare ciò che non è raffigurabile, ma ha preferito captarne il pathos, accostando concetti evanescenti, come le strutture molecolari, al “farsi materia”, proprio dell’arte della rappresentazione.
Per Samonà, moderno Galileo, “scoprire” significa rendere apertamente visibile il concetto, conoscerlo e farlo conoscere attraverso le immagini. Costanti del suo lavoro sono la ricerca sulla luce, il movimento, l’energia, l’ordine/disordine, concetti questi racchiusi in quell’immenso universo che affascinò Galileo.
La sua pittura rende quasi tangibili condensazioni e deflagrazioni, scorci di tenebre e improvvise luminescenze, luci che vibrano e pulsano, vertigini stellari e buchi neri, tutti considerati come fondamento primordiale del Cosmo.
Tra le opere esposte troverà posto anche una realizzazione, nata dalla collaborazione dell'artista Silvia Pisani con il designer di gioielli Fabio Grillo, membro di una storica famiglia di gioiellieri calabresi.
Il gioiello, raffigurante i satelliti di Giove, scoperti da Galileo e da lui dedicati alla famiglia dei Medici, rappresenta il pezzo unico, una microscultura che comunica la sensibilità dell'artefice e la sua interpretazione del mondo naturale e del suo mistero, cogliendone l'essenza nella linearità delle forme e sottolineando il tessuto simbolico e l'aspetto dinamico.
La gioielleria interpreta il cosmo e con esso il suo rapporto con la natura e l'uomo, di cui ne rappresenta l'anima, il suo sentire, il suo vedere e immaginare le pietre e la loro combinazione armonica in modo emotivo.
15
maggio 2008
L’invenzione delle stelle. Omaggio a Galileo
Dal 15 maggio all'otto giugno 2008
arte contemporanea
Location
CASTEL SANT’ANGELO
Roma, Lungotevere Castello, 50, (Roma)
Roma, Lungotevere Castello, 50, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a domenica 9-19
Vernissage
15 Maggio 2008, ore 18
Ufficio stampa
NIKE
Autore
Curatore