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Lirica. Transiti nell’astrazione
La mostra offre un rapido ‘attraversamento’ di coniugazioni attuali dell’astrazione, inscritte cioè nell’arco degli ultimi decenni disegnando un perimetro più ampio, tale da includere esperienze diverse tra loro, anche d’impronta figurativa, proprie di artisti di differenti generazioni e provenienza.
Comunicato stampa
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Con l’inaugurazione della mostra Lirica.Transiti nell’astrazione, che si terrà il 6 settembre alle ore 19,30, prosegue l’impegno della galleria PositanoNewArt di promuovere a Positano eventi di arte contemporanea.
La mostra, curata da Pasquale Ruocco, offre un rapido ‘attraversamento’ di coniugazioni attuali dell’astrazione, inscritte cioè nell’arco degli ultimi decenni disegnando un perimetro più ampio, tale da includere esperienze diverse tra loro, anche d’impronta figurativa, proprie di artisti di differenti generazioni e provenienza. Gli artisti sono: Antonio Ambrosino, Tom Carr, Teo De Palma, Gerardo Di Fiore, Clemens Kalesch, Fred Maerker, Daniel Nagel, Ernesto Tatafiore, Nino Tricarico, Grazia Varisco.
L’arte come la natura, sosteneva Giordano Bruno, “pur variandosi in infinite forme è sempre una materia medesma”, un corpo unico da cui attingere secondo il proprio sentire ed essere.
“ Lo spazio della tela – scrive nella premessa Pasquale Ruocco – costituisce per l’artista la possibilità di dar vita alle proprie inquietudini ed emozioni, provocate dal contatto seducente ed intrigante con quella massa magmatica e caotica che è l’immaginario; luogo dell’affabulazione e dell’atto creativo. Qui si manifestano per mezzo di linee energiche, i versi di Antonio Ambrosino, il più giovane tra gli artisti in mostra; guizzi digitali che richiamano le acrobatiche e impreviste traiettorie delle rondini, segni tracciati dalla mente sui vespertini cieli d’inizio estate. La ricerca delle infinite possibilità poetiche dell’arte sollecitate dall’immaginario, dal piacere della narrazione, continua con l’evocazione minimale e concettuale di Grazia Varisco: la facciata del Duomo d’Amalfi diventa una scacchiera su cui la Storia gioca ancora la sua partita; la traduzione di un luogo reale in immagine simbolica, rievocazione sintetica di uno spazio al limite, la lunga scalinata ed il pavimento del portico, tra sacro ed urbano. Teo De Palma è un pittore legato al territorio, al quotidiano tempo dell’esistenza; ‘un artista interessato – sostiene Antonio Basile – al legame tra arte e territorio, un legame che l’uomo ha messo inesorabilmente in discussione’. Ispirato dalla natura e mosso da una sua interpretazione poetica è pure il linguaggio del potentino Nino Tricarico le cui tele diventano superfici mosse da colori vibranti e forme emozionali intrecciate alla ricerca di atmosfere oniriche. Alle rasserenanti composizioni di De Palma e Tricarico si contrappongono le trepidazioni di Clemens Kalesch a metà strada tra lo spleen baudeleriano e gli incubi di Francis Bacon. Certamente legate al senso del mito sono, invece, le rime composte da Gerardo di Fiore e Daniel Nagel. Il primo ricercando lo spirito mediterraneo celebrato e preservato nel tempo dai versi divini di Alceo,Saffo, Alcmeone, Pindaro, il secondo le magiche presenze e le stregate atmosfere del Beowulf. Pur di suggestioni mediterranee si arricchiscono le tele di Ernesto Tatafiore, artefice del recupero di un ‘ductus pittorico – rileva Massimo Bignardi – animato da figure emblematiche, topiche della storia napoletane’ figure che affiorano come apparenze sulla superficie dei suoi dipinti. Elementi figurativi, ma pur sempre utilizzati in chiave emotiva, sensoriale, rievocativa si riconoscono nel lavoro di Tom Carr, sensibile probabilmente all’esperienza e ai paradossi grafici di Escher, e del tedesco Fred Maerker, le cui figure sembrano sfaldarsi nella percezione intima e viscerale del reale”.
La mostra, curata da Pasquale Ruocco, offre un rapido ‘attraversamento’ di coniugazioni attuali dell’astrazione, inscritte cioè nell’arco degli ultimi decenni disegnando un perimetro più ampio, tale da includere esperienze diverse tra loro, anche d’impronta figurativa, proprie di artisti di differenti generazioni e provenienza. Gli artisti sono: Antonio Ambrosino, Tom Carr, Teo De Palma, Gerardo Di Fiore, Clemens Kalesch, Fred Maerker, Daniel Nagel, Ernesto Tatafiore, Nino Tricarico, Grazia Varisco.
L’arte come la natura, sosteneva Giordano Bruno, “pur variandosi in infinite forme è sempre una materia medesma”, un corpo unico da cui attingere secondo il proprio sentire ed essere.
“ Lo spazio della tela – scrive nella premessa Pasquale Ruocco – costituisce per l’artista la possibilità di dar vita alle proprie inquietudini ed emozioni, provocate dal contatto seducente ed intrigante con quella massa magmatica e caotica che è l’immaginario; luogo dell’affabulazione e dell’atto creativo. Qui si manifestano per mezzo di linee energiche, i versi di Antonio Ambrosino, il più giovane tra gli artisti in mostra; guizzi digitali che richiamano le acrobatiche e impreviste traiettorie delle rondini, segni tracciati dalla mente sui vespertini cieli d’inizio estate. La ricerca delle infinite possibilità poetiche dell’arte sollecitate dall’immaginario, dal piacere della narrazione, continua con l’evocazione minimale e concettuale di Grazia Varisco: la facciata del Duomo d’Amalfi diventa una scacchiera su cui la Storia gioca ancora la sua partita; la traduzione di un luogo reale in immagine simbolica, rievocazione sintetica di uno spazio al limite, la lunga scalinata ed il pavimento del portico, tra sacro ed urbano. Teo De Palma è un pittore legato al territorio, al quotidiano tempo dell’esistenza; ‘un artista interessato – sostiene Antonio Basile – al legame tra arte e territorio, un legame che l’uomo ha messo inesorabilmente in discussione’. Ispirato dalla natura e mosso da una sua interpretazione poetica è pure il linguaggio del potentino Nino Tricarico le cui tele diventano superfici mosse da colori vibranti e forme emozionali intrecciate alla ricerca di atmosfere oniriche. Alle rasserenanti composizioni di De Palma e Tricarico si contrappongono le trepidazioni di Clemens Kalesch a metà strada tra lo spleen baudeleriano e gli incubi di Francis Bacon. Certamente legate al senso del mito sono, invece, le rime composte da Gerardo di Fiore e Daniel Nagel. Il primo ricercando lo spirito mediterraneo celebrato e preservato nel tempo dai versi divini di Alceo,Saffo, Alcmeone, Pindaro, il secondo le magiche presenze e le stregate atmosfere del Beowulf. Pur di suggestioni mediterranee si arricchiscono le tele di Ernesto Tatafiore, artefice del recupero di un ‘ductus pittorico – rileva Massimo Bignardi – animato da figure emblematiche, topiche della storia napoletane’ figure che affiorano come apparenze sulla superficie dei suoi dipinti. Elementi figurativi, ma pur sempre utilizzati in chiave emotiva, sensoriale, rievocativa si riconoscono nel lavoro di Tom Carr, sensibile probabilmente all’esperienza e ai paradossi grafici di Escher, e del tedesco Fred Maerker, le cui figure sembrano sfaldarsi nella percezione intima e viscerale del reale”.
06
settembre 2008
Lirica. Transiti nell’astrazione
Dal 06 al 28 settembre 2008
arte contemporanea
Location
POSITANO NEW ART
Positano, Via Cristoforo Colombo, (Salerno)
Positano, Via Cristoforo Colombo, (Salerno)
Orario di apertura
tutti i giorni 10,30 – 13,00/ 16,30 - 22,00 lunedì 17,00 - 22,00
Vernissage
6 Settembre 2008, ore 19.30
Autore
Curatore