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Lisa Dalla Noce – Alchimie
Mostra personale
Comunicato stampa
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Quando si scrive di un’artista al suo debutto lo si fa o perché se ne conosce il tratto fin nei più reconditi meandri della mente, oppure per instaurare un pour parler
senza costrutto al fine d’illudere chi legge.
Non è certamente il caso di chi scrive se dico che sto parlando di Lisa Dalla Noce della quale ho avuto modo di seguire ogni moto della mano fin dall’adolescenza,
quel suo infarcire d’immagini libri, quaderni, diari, e poi cartoni, e strutture telate, supporti d’ogni genere, specchi, pareti di casa, un’autentica antesignana dei murales
che nella fantasia di quegli anni assumevano i contorni di paesaggi esotici alla Gaugin.
Ne ho poi seguito l’evoluzione delle tecniche e dei contenuti che a ben vedere non si sono discostati mai dalla ricerca dell’intrinseco, dalla visualizzazione del suo mondo
sottile, con un che di astrale, cui è pervenuta in questi ultimi anni in cui sta rivelando il meglio di sé, esprimendosi al massimo della coerenza col suo mondo interiore.
Una vita che cammina in parallelo con la sua consapevolezza della necessità di affermarsi come donna perché a ben vedere non è consapevolezza intrinseca bensì persistente
e pervicace opera di costruzione quotidiana: ecco dunque il tema della maternità che si fa dominante insieme a quella degli angeli che appartengono a una dimensione
tutta sua, in un mondo che mimetizza la sofferenza dietro aloni di paradisi intuitivi, spezzoni d’arte sereni dove anche la morte può assurgere a uno sguardo dall’alto,
rilassato, sul mondo, di chi è libero di acquisire dimensioni angeliche.
Ad una lettura superficiale delle sue opere, l’impatto è con una sorta di nudismo naif mentre ad un’osservazione più elaborata, le teste sono mondi, tanti robot di vita
più o meno riflessiva, impegnata, poetica, fantasiosa o genialoide, gli addomi sono il grembo sicuro in cui sonnecchiano forme informi di angeli-embrione, mentre
i seni rappresentano una sorta di cordone ombelicale che assiste i piccoli e li accompagna nei primi passi della vita come è ben intuibile, ad esempio, in una sua opera
non recentissima dal titolo: “ La sposa al parco”.
Il tutto incorniciato da un mondo apparentemente reale, seppure svisato, dominato da tecniche nuove, materiche, che rendono palpabile, al tatto, quell’universo
talora dorato o cupo e lucente come possono esserlo gli stati d’animo di chi è in sintonia con chi quel mondo ha idealizzato perché forse è vero che soltanto
chi ha intùito può giungere alla comprensione.
Proprio come è accaduto dopo gli anni del Futurismo che ha concesso all’arte di configurarsi nell’occhio di chi guarda.
Per Everardo Dalla Noce - di Carla Abeti
MATILDE CALAMAI
Presenta il suo primo libro
“LA BELLEZZA PARTE DA DENTRO”
Edito da Neftasia Editore
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.
“ La bellezza parte da dentro “…A ripeterlo durante i vari programmi è Matilde Calamai, la conduttrice televisiva che sta affascinando un pubblico di tutte le età. Una giovane donna che oltre a bucare lo schermo per la sua invidiabile bellezza, stupisce per la sua competenza, professionalità e sobrietà.
“ L’amore vero, quello profondo non è gratuito.
Un viaggio dentro noi stessi per esperire l’amore.
Tutto dipende da noi: la malattia, i rapporti, l’amore, la felicità.
Quante volte ci chiediamo perché fugge? Perché non ci vuole? A volte ci disperiamo perché non comprendiamo.
Gaia attraverso un percorso difficile e tortuoso riesce a scoprire e comprendere l’Amore vero. “
Matilde Calamai
Diario di una fotomodella che apprende quanto sia importante trovare la bellezza dentro di se…
senza costrutto al fine d’illudere chi legge.
Non è certamente il caso di chi scrive se dico che sto parlando di Lisa Dalla Noce della quale ho avuto modo di seguire ogni moto della mano fin dall’adolescenza,
quel suo infarcire d’immagini libri, quaderni, diari, e poi cartoni, e strutture telate, supporti d’ogni genere, specchi, pareti di casa, un’autentica antesignana dei murales
che nella fantasia di quegli anni assumevano i contorni di paesaggi esotici alla Gaugin.
Ne ho poi seguito l’evoluzione delle tecniche e dei contenuti che a ben vedere non si sono discostati mai dalla ricerca dell’intrinseco, dalla visualizzazione del suo mondo
sottile, con un che di astrale, cui è pervenuta in questi ultimi anni in cui sta rivelando il meglio di sé, esprimendosi al massimo della coerenza col suo mondo interiore.
Una vita che cammina in parallelo con la sua consapevolezza della necessità di affermarsi come donna perché a ben vedere non è consapevolezza intrinseca bensì persistente
e pervicace opera di costruzione quotidiana: ecco dunque il tema della maternità che si fa dominante insieme a quella degli angeli che appartengono a una dimensione
tutta sua, in un mondo che mimetizza la sofferenza dietro aloni di paradisi intuitivi, spezzoni d’arte sereni dove anche la morte può assurgere a uno sguardo dall’alto,
rilassato, sul mondo, di chi è libero di acquisire dimensioni angeliche.
Ad una lettura superficiale delle sue opere, l’impatto è con una sorta di nudismo naif mentre ad un’osservazione più elaborata, le teste sono mondi, tanti robot di vita
più o meno riflessiva, impegnata, poetica, fantasiosa o genialoide, gli addomi sono il grembo sicuro in cui sonnecchiano forme informi di angeli-embrione, mentre
i seni rappresentano una sorta di cordone ombelicale che assiste i piccoli e li accompagna nei primi passi della vita come è ben intuibile, ad esempio, in una sua opera
non recentissima dal titolo: “ La sposa al parco”.
Il tutto incorniciato da un mondo apparentemente reale, seppure svisato, dominato da tecniche nuove, materiche, che rendono palpabile, al tatto, quell’universo
talora dorato o cupo e lucente come possono esserlo gli stati d’animo di chi è in sintonia con chi quel mondo ha idealizzato perché forse è vero che soltanto
chi ha intùito può giungere alla comprensione.
Proprio come è accaduto dopo gli anni del Futurismo che ha concesso all’arte di configurarsi nell’occhio di chi guarda.
Per Everardo Dalla Noce - di Carla Abeti
MATILDE CALAMAI
Presenta il suo primo libro
“LA BELLEZZA PARTE DA DENTRO”
Edito da Neftasia Editore
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.
“ La bellezza parte da dentro “…A ripeterlo durante i vari programmi è Matilde Calamai, la conduttrice televisiva che sta affascinando un pubblico di tutte le età. Una giovane donna che oltre a bucare lo schermo per la sua invidiabile bellezza, stupisce per la sua competenza, professionalità e sobrietà.
“ L’amore vero, quello profondo non è gratuito.
Un viaggio dentro noi stessi per esperire l’amore.
Tutto dipende da noi: la malattia, i rapporti, l’amore, la felicità.
Quante volte ci chiediamo perché fugge? Perché non ci vuole? A volte ci disperiamo perché non comprendiamo.
Gaia attraverso un percorso difficile e tortuoso riesce a scoprire e comprendere l’Amore vero. “
Matilde Calamai
Diario di una fotomodella che apprende quanto sia importante trovare la bellezza dentro di se…
14
ottobre 2009
Lisa Dalla Noce – Alchimie
Dal 14 al 28 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
LIVELLO 16
Milano, Via Dell'aprica, 16, (Milano)
Milano, Via Dell'aprica, 16, (Milano)
Vernissage
14 Ottobre 2009, ore 18.30
Autore