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Lisa Williamson – The Reader in the Garden
Esistono una logica, un vocabolario, insiti nel lavoro e nella ricerca di Lisa Williamson, che attraversano, trasformano ed uniscono in modi bizzarri e casuali. Ciò che conta per l’artista è la formazione di un linguaggio distinto e imperfetto, una lista aperta di soggetti parziale e malleabile.
Comunicato stampa
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unosolo, la project room di 1/9 unosunove, è lieta di annunciare la prima mostra personale in Italia dell’artista statunitense Lisa Williamson (1977, Champaign, Illinois).
The Reader in the Garden
La vegetazione di questo posto sembra aver perduto la naturalezza e, fatto ancora più strano, il lettore sembra restare rilassato. È un caso a-tipico. Qualcosa è cambiato sia in alto, sia alla base del giardino del suo padrone di casa. Potrebbe essere l’effetto di un processo sismico originato nel centro della terra. Una sorta di simposio nel quale i piani vengono rovesciati e ogni cosa è improvvisamente in movimento. A livello ideale questi processi conservano un andamento tranquillo. Sismico, ma sottile.
Letterale, marginale, materiale e ottimistico.
La lettrice entra dal lato destro e procede verso sinistra. Attraversa lo spazio, segue l’angolazione della via, si ferma, si appoggia, si distende e indugia. Accovacciata accanto agli alberi di giada, coglie un avocado che ha le dimensioni di un sasso. La mano ne indaga il peso, la forma dai fianchi gonfi e la consistenza robusta. La lettrice scavalca appena gli ostacoli, dal momento che questi ostacoli in particolare non possono scegliere un’altezza uniforme. Quindi cammina intorno ad ognuno, davanti e dietro, e poi ancora intorno.
Questa logica è insita e sarà ritagliata in sezioni.
È tipico, i suoi muscoli sono come nodi. Tanto spesso che l’incisivo della lettrice si è spostato. Questo ha determinato il suo odio per la ritrattistica. In misura maggiore i suoi piedi sono tormentati dalla narcolessia. Non è casuale. Quello che è casuale è come si sente ultimamente quando si trova immersa nel giardino del proprietario. Qui le piante sono inclinate e le parti ridotte. Riguarda l’orizzontale e la verticale. Resta in tempo: I, II, III, IV, V.
Le immagini e gli oggetti che vedete qui sono scultorei e in scala.
Se la lettrice fosse più spirituale proverebbe a relazionare tutto questo al monaco o alla suora, il chiostro o l’abbazia. Se avesse una maggiore padronanza con la prospettiva dovrebbe metterlo in relazione con l’architetto. Se più impegnata, con il bibliotecario. Se più interessata, con l’amanuense. Se più drammatica, con il muto. Ma ciò che coglierebbe più pienamente il senso sarebbe mettere in relazione tutto questo con le streghe e le parche, queste mura romane e questi versi gnomici.
Il compito della demarcazione è essenziale. Le opere sono indicatori, una successione di suggerimenti e indizi.
Il tradurre è una preoccupazione. C’è l’intonazione, una finitura opaca e morbida, lino premuto contro il vetro, e questa bellissima luce del giorno. Cose espressive in una forma, informano. E ci sono queste pause, una scala che è modesta, e il legno, fondamentalmente. Il contesto è contemplativo e i colori sono semplicemente spenti. Credo che il comunicato stampa sia andato via per il pranzo e sfortunatamente questi pranzi vanno per le lunghe. In verità “CS” non dovrebbe tornare prima che finisca l’orario di lavoro. Ma almeno sia chiaro che le fotografie misurano 11 x 16 pollici, sono lucide, ed i colori sono completamente saturi.
Esiste una logica, un vocabolario, insiti nel lavoro e nella ricerca di Lisa Williamson, che attraversano, trasformano ed uniscono in modi bizzarri e casuali. Ciò che conta per l’artista è la formazione di un linguaggio distinto e imperfetto, una lista aperta di soggetti che rimanga parziale e malleabile, piena di riferimenti e rimandi e che possa essere resa attuale attraverso qualsiasi materiale che possa avere un senso. L’intento è svelare, per poi confondere, i limiti entro i quali un artista vive e produce.
Tutto il suo lavoro, anche quello apparentemente più formale o minimale possiede alla base una struttura letteraria. Un esempio è la serie di “tapestries” in mostra, tele in lino dipinte con strati di acrilico e smalto. Limitati a pochi colori e forme questi lavori rappresentano delle pause, degli schizzi iniziali in cui forme semplici e ripetitive rappresentano un potenziale strumento di sviluppo e di comprensione.
Lisa Williamson vive e lavora a Los Angeles, USA. Tra le recenti mostre personali: Alex Olson and Lisa Williamson, Shane Campbell Gallery, Chicago, USA (2010); Whisper Chipper, Small A Projects, New York (2009). Recenti mostre collettive includono: Kathryn Andrews, Heather Cook, Leslie Vance and Lisa Williamson, David Kordansky Gallery, Los Angeles, USA (2010); Beyond Process, Renwick Gallery, New York, Usa (2009); Summer Reading, Invisible Exports, New York, USA (2009)
The Reader in the Garden
La vegetazione di questo posto sembra aver perduto la naturalezza e, fatto ancora più strano, il lettore sembra restare rilassato. È un caso a-tipico. Qualcosa è cambiato sia in alto, sia alla base del giardino del suo padrone di casa. Potrebbe essere l’effetto di un processo sismico originato nel centro della terra. Una sorta di simposio nel quale i piani vengono rovesciati e ogni cosa è improvvisamente in movimento. A livello ideale questi processi conservano un andamento tranquillo. Sismico, ma sottile.
Letterale, marginale, materiale e ottimistico.
La lettrice entra dal lato destro e procede verso sinistra. Attraversa lo spazio, segue l’angolazione della via, si ferma, si appoggia, si distende e indugia. Accovacciata accanto agli alberi di giada, coglie un avocado che ha le dimensioni di un sasso. La mano ne indaga il peso, la forma dai fianchi gonfi e la consistenza robusta. La lettrice scavalca appena gli ostacoli, dal momento che questi ostacoli in particolare non possono scegliere un’altezza uniforme. Quindi cammina intorno ad ognuno, davanti e dietro, e poi ancora intorno.
Questa logica è insita e sarà ritagliata in sezioni.
È tipico, i suoi muscoli sono come nodi. Tanto spesso che l’incisivo della lettrice si è spostato. Questo ha determinato il suo odio per la ritrattistica. In misura maggiore i suoi piedi sono tormentati dalla narcolessia. Non è casuale. Quello che è casuale è come si sente ultimamente quando si trova immersa nel giardino del proprietario. Qui le piante sono inclinate e le parti ridotte. Riguarda l’orizzontale e la verticale. Resta in tempo: I, II, III, IV, V.
Le immagini e gli oggetti che vedete qui sono scultorei e in scala.
Se la lettrice fosse più spirituale proverebbe a relazionare tutto questo al monaco o alla suora, il chiostro o l’abbazia. Se avesse una maggiore padronanza con la prospettiva dovrebbe metterlo in relazione con l’architetto. Se più impegnata, con il bibliotecario. Se più interessata, con l’amanuense. Se più drammatica, con il muto. Ma ciò che coglierebbe più pienamente il senso sarebbe mettere in relazione tutto questo con le streghe e le parche, queste mura romane e questi versi gnomici.
Il compito della demarcazione è essenziale. Le opere sono indicatori, una successione di suggerimenti e indizi.
Il tradurre è una preoccupazione. C’è l’intonazione, una finitura opaca e morbida, lino premuto contro il vetro, e questa bellissima luce del giorno. Cose espressive in una forma, informano. E ci sono queste pause, una scala che è modesta, e il legno, fondamentalmente. Il contesto è contemplativo e i colori sono semplicemente spenti. Credo che il comunicato stampa sia andato via per il pranzo e sfortunatamente questi pranzi vanno per le lunghe. In verità “CS” non dovrebbe tornare prima che finisca l’orario di lavoro. Ma almeno sia chiaro che le fotografie misurano 11 x 16 pollici, sono lucide, ed i colori sono completamente saturi.
Esiste una logica, un vocabolario, insiti nel lavoro e nella ricerca di Lisa Williamson, che attraversano, trasformano ed uniscono in modi bizzarri e casuali. Ciò che conta per l’artista è la formazione di un linguaggio distinto e imperfetto, una lista aperta di soggetti che rimanga parziale e malleabile, piena di riferimenti e rimandi e che possa essere resa attuale attraverso qualsiasi materiale che possa avere un senso. L’intento è svelare, per poi confondere, i limiti entro i quali un artista vive e produce.
Tutto il suo lavoro, anche quello apparentemente più formale o minimale possiede alla base una struttura letteraria. Un esempio è la serie di “tapestries” in mostra, tele in lino dipinte con strati di acrilico e smalto. Limitati a pochi colori e forme questi lavori rappresentano delle pause, degli schizzi iniziali in cui forme semplici e ripetitive rappresentano un potenziale strumento di sviluppo e di comprensione.
Lisa Williamson vive e lavora a Los Angeles, USA. Tra le recenti mostre personali: Alex Olson and Lisa Williamson, Shane Campbell Gallery, Chicago, USA (2010); Whisper Chipper, Small A Projects, New York (2009). Recenti mostre collettive includono: Kathryn Andrews, Heather Cook, Leslie Vance and Lisa Williamson, David Kordansky Gallery, Los Angeles, USA (2010); Beyond Process, Renwick Gallery, New York, Usa (2009); Summer Reading, Invisible Exports, New York, USA (2009)
24
maggio 2010
Lisa Williamson – The Reader in the Garden
Dal 24 maggio al 19 giugno 2010
arte contemporanea
Location
UNOSOLO PROJECT ROOM
Milano, Via Broletto, 26, (Milano)
Milano, Via Broletto, 26, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 11-19
sabato ore 15-19 o su appuntamento
Vernissage
24 Maggio 2010, ore 19
Autore