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L’istinto e la ragione
Doppia personale di pittura dei vincitori del 2° e del 3° concorso “Colore e Materia” tenutosi presso il Centro Culturale Artistico Click Art
Comunicato stampa
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“L’istinto e la ragione”
Tra corti, cortili e palazzi del 1600, si inaugura la doppia mostra personale di Raffaele De Francesco e Ciro Pompeo Inaugurazione mostra di Raffaele De Francesco e Ciro Pompeo “L’istinto e la ragione”
Tra corti, cortili e palazzi del 1600, si inaugura la doppia mostra personale di Raffaele De Francesco e Ciro Pompeo gli artisti, si sono aggiudicati il 2° premio nella mostra concorso di pittura Colore e Materia, De Francesco nella 3° edizione del premio, mentre Pompeo nella 2° edizione. Raffaele De Francesco lavora e dipinge a Milano, dove come professione principale si occupa di ricerca scientifica nel campo biomedico. Da sempre appassionato di arte e di pittura, ha iniziato la sua attività di pittore nel 2008 dedicandosi interamente alla pittura informale. La pittura rappresenta così per Raffaele De Francesco un mezzo di conoscenza della realtà complementare a quello scientifico: da una parte la ricerca scientifica, con il suo approccio razionale ed oggettivo, dall’altra la pittura, come strumento di conoscenza istintivo ed introspettivo. Ciro Pompeo, nato a Napoli il 28 maggio 1979 e fin da giovane sviluppa una spiccata vena artistica. Dipinge il suo primo quadro nel 1992. Tiene viva questa passione nel corso degli anni grazie ai viaggi, all’incontro con diversi artisti del panorama italiano e non, ed al bagaglio di emozioni esprimibili attraverso l’arte. A soli venti anni parte per Londra ed in seguito si dedica agli studi di “chimica generale” dando seguito alla passione giovanile per il “comportamento” dei materiali, nata anche attraverso l’esperienza presso l’azienda familiare. Oggi vive ed esprime la sua prima passione in Pompei. Autodidatta, non proveniente da studi accademici, crea e plasma materiali grezzi trasformandoli in vere e proprie opere d'arte. E’ sempre difficile parlare di Arte, o peggio ancora scrivere di Arte, qualunque essa sia, le parole che al momento di pronunciarle ci significavano qualcosa, una volta dette si svuotano d’improvviso, diventano concettuose, spesso assurde, quasi sempre inutili. Parlando di Raffaele De Francesco e Ciro Pompeo non si può non sottolineare il fatto che uno è l’istinto, l’altro la ragione. Di lui scrive Virgilio Patarini: Raffaele De Francesco costruisce le sue opere con un’esuberanza di colore e di gesto che non sconfina mai nell’eccesso e nel disequilibrio, ma al contrario va alla ricerca di un’armonia complessa fatta di pesi e contrappesi: un’armonia in ultima analisi “classicheggiante”. La forza esplosiva, moderna e dirompente viene temperata e bilanciata da una sorta di innato aureo equilibrio di antica ascendenza greca. Tale dialettica tra espressione diretta dell’emozione controllo razionale emerge in maniera ancora più evidente nelle ultime opere, incardinandosi in un’altra dialettica che dipende in parte dagli strumenti utilizzati: ovvero la dialettica tra il mettere e il levare. Di Ciro Pompeo, Carlo Roberto Sciascia ci dice che l’artista è spinto dall'aspirazione di liberarsi esteticamente dal fare arte nel modo consueto e legato al passato e, spinto dalla curiosità di sperimentare materiali e i diversi linguaggi espressivi nuovi, si avventura principalmente nell'informale materico fino a raggiungere un'astrazione lirica genuina e spontanea. L'artista si spinge, così, alla ricerca di ogni valore estetico ed espressivo definito proprio dagli svariati materiali, utilizzati quale supporto di base, ma anche da quelli (principalmente lignei) apposti sulla stessa superficie pittorico-materica; detti materiali eterogenei, essenzialmente poveri e di recupero, normalmente naturali e logorati dal tempo e dall'uso, avendo perso la loro forma oggettuale originaria, sono usati per le loro intrinseche . Pompeo sfrutta queste commistioni e considera la materia quale realtà completamente autonoma della quale si presentano in primo piano e a volte si possono distinguere le forme; la rappresentazione, però, è eliminata generalmente diventando un elemento di una realtà caratterizzata dalla fisicità spazio-temporale d'oggetto-soggetto. Contemporaneamente, per liberarsi dalle tensioni accumulate nella sua psiche, l’artista stende sulla materia vari cromatismi con gesto istintivo e decisamente spontaneo, spesso caratterizzandoli con libere pennellate e strati di colore, spalmati in segni all'insegna dell'improvvisazione in modo che l'opera, svuotata da qualsiasi valore formale residuo, possa esaurire la sua inquietudine.
Tra corti, cortili e palazzi del 1600, si inaugura la doppia mostra personale di Raffaele De Francesco e Ciro Pompeo Inaugurazione mostra di Raffaele De Francesco e Ciro Pompeo “L’istinto e la ragione”
Tra corti, cortili e palazzi del 1600, si inaugura la doppia mostra personale di Raffaele De Francesco e Ciro Pompeo gli artisti, si sono aggiudicati il 2° premio nella mostra concorso di pittura Colore e Materia, De Francesco nella 3° edizione del premio, mentre Pompeo nella 2° edizione. Raffaele De Francesco lavora e dipinge a Milano, dove come professione principale si occupa di ricerca scientifica nel campo biomedico. Da sempre appassionato di arte e di pittura, ha iniziato la sua attività di pittore nel 2008 dedicandosi interamente alla pittura informale. La pittura rappresenta così per Raffaele De Francesco un mezzo di conoscenza della realtà complementare a quello scientifico: da una parte la ricerca scientifica, con il suo approccio razionale ed oggettivo, dall’altra la pittura, come strumento di conoscenza istintivo ed introspettivo. Ciro Pompeo, nato a Napoli il 28 maggio 1979 e fin da giovane sviluppa una spiccata vena artistica. Dipinge il suo primo quadro nel 1992. Tiene viva questa passione nel corso degli anni grazie ai viaggi, all’incontro con diversi artisti del panorama italiano e non, ed al bagaglio di emozioni esprimibili attraverso l’arte. A soli venti anni parte per Londra ed in seguito si dedica agli studi di “chimica generale” dando seguito alla passione giovanile per il “comportamento” dei materiali, nata anche attraverso l’esperienza presso l’azienda familiare. Oggi vive ed esprime la sua prima passione in Pompei. Autodidatta, non proveniente da studi accademici, crea e plasma materiali grezzi trasformandoli in vere e proprie opere d'arte. E’ sempre difficile parlare di Arte, o peggio ancora scrivere di Arte, qualunque essa sia, le parole che al momento di pronunciarle ci significavano qualcosa, una volta dette si svuotano d’improvviso, diventano concettuose, spesso assurde, quasi sempre inutili. Parlando di Raffaele De Francesco e Ciro Pompeo non si può non sottolineare il fatto che uno è l’istinto, l’altro la ragione. Di lui scrive Virgilio Patarini: Raffaele De Francesco costruisce le sue opere con un’esuberanza di colore e di gesto che non sconfina mai nell’eccesso e nel disequilibrio, ma al contrario va alla ricerca di un’armonia complessa fatta di pesi e contrappesi: un’armonia in ultima analisi “classicheggiante”. La forza esplosiva, moderna e dirompente viene temperata e bilanciata da una sorta di innato aureo equilibrio di antica ascendenza greca. Tale dialettica tra espressione diretta dell’emozione controllo razionale emerge in maniera ancora più evidente nelle ultime opere, incardinandosi in un’altra dialettica che dipende in parte dagli strumenti utilizzati: ovvero la dialettica tra il mettere e il levare. Di Ciro Pompeo, Carlo Roberto Sciascia ci dice che l’artista è spinto dall'aspirazione di liberarsi esteticamente dal fare arte nel modo consueto e legato al passato e, spinto dalla curiosità di sperimentare materiali e i diversi linguaggi espressivi nuovi, si avventura principalmente nell'informale materico fino a raggiungere un'astrazione lirica genuina e spontanea. L'artista si spinge, così, alla ricerca di ogni valore estetico ed espressivo definito proprio dagli svariati materiali, utilizzati quale supporto di base, ma anche da quelli (principalmente lignei) apposti sulla stessa superficie pittorico-materica; detti materiali eterogenei, essenzialmente poveri e di recupero, normalmente naturali e logorati dal tempo e dall'uso, avendo perso la loro forma oggettuale originaria, sono usati per le loro intrinseche . Pompeo sfrutta queste commistioni e considera la materia quale realtà completamente autonoma della quale si presentano in primo piano e a volte si possono distinguere le forme; la rappresentazione, però, è eliminata generalmente diventando un elemento di una realtà caratterizzata dalla fisicità spazio-temporale d'oggetto-soggetto. Contemporaneamente, per liberarsi dalle tensioni accumulate nella sua psiche, l’artista stende sulla materia vari cromatismi con gesto istintivo e decisamente spontaneo, spesso caratterizzandoli con libere pennellate e strati di colore, spalmati in segni all'insegna dell'improvvisazione in modo che l'opera, svuotata da qualsiasi valore formale residuo, possa esaurire la sua inquietudine.
30
aprile 2016
L’istinto e la ragione
Dal 30 aprile all'undici maggio 2016
arte moderna e contemporanea
Location
CLICK ART
Cormano, Via Giuseppe Dall'occo, 1, (Milano)
Cormano, Via Giuseppe Dall'occo, 1, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 9.30-12 e 15-19 , domenica 10-12.30
Vernissage
30 Aprile 2016, ore 17.30
Autore
Curatore