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Livia Colonna di Stigliano – La Dama, i Vulcani e i Tarocchi…una storia fantastica personale
Personale dell’artista Livia Colonna di Stigliano, espone a Milano per la prima volta
Comunicato stampa
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Livia parla con gli angeli e Livia dipinge quello che il viaggio nel tempo le suggerisce. Non ha limiti di spazio la sua cavalcata tra i misteri delle cose, il detto e soprattutto il sottaciuto, ciò che è chiaro e ciò che non è alla portata di tutti. Quel che sente, Livia Colonna di Stigliano lo mette su tela. Con gli anni ha imparato a decodificare i messaggi nascosti nelle pieghe del suo animo, a capirli, a renderli familiari a se stessa e a quanti guardano le sue opere. Ha cominciato presto Livia, perché così era scritto. In Messico, negli anni Settanta, dove si trasferì al seguito del padre incontrò chi le avrebbe insegnato: l’arte della pittura, l’arte della conoscenza. Conobbe maestri sciamani e frequentò una famosa scuola artistica, imparò a caricare di energie le sue opere, apprese come rappresentare la forza positiva dei vulcani, delle lune e la potenza del sole. Livia crebbe, come donna, come artista. I suoi contatti con la trascendenza hanno dato spessore alle creazioni sempre più impregnate di esoterismo positivo in grado di esaltare la loro aura di serenità in perfetta sintonia con la bellezza formale delle opere. Bellezza che rivela un suo significato di fondo: «L’apparenza è sotto gli occhi di tutta ma è l’emozione quella che si deve trasmettere. Un quadro, una scultura, una manifestazione dell’arte, devono regalare gioia a chi la guarda e aiutarci a vivere il quotidiano con maggiore armonia e piacevolezza. Abitiamo in un mondo di magnetismi che ci rende fragili, negatività, stress, depressioni, onde tv, computer, antenne, rumori, accumuli di negatività energetiche. La mia pittura trasmette allegria, serenità». Ma Livia non fa tutto da sola. I contatti con Gustavo Rol fuori dalle regole comunemente accettate, la spingono verso il giusto: «Quando ho dubbi mi consiglia, mi ha spinto a far conoscere le mie opere. Per fortuna sono difesa da entità positive». Spiriti guida che banalmente noi chiameremmo angeli, esseri superiori che indirizzano, tracciano la via. Livia ha fiducia perché non ha paura dello sconosciuto. Ha imparato l’arte dell’attesa, ha imparato che dal male può arrivare il bene, che il dolore porta in sè la sua cura, che l’insegnamento arriva con mezzi imperscrutabili perché al servizio di un disegno più grande. Livia ha imparato a stare attenta, cogliere i segnali e metterli al servizio della sua anima.
Tutte emozioni andavano trasferite sulla tela. Così l’artista si è affidata a tecniche miste e a sfruttare quello che la natura le concedeva. Tornata a vivere in Italia, in campagna, ha reso preziosa la corteccia d’albero, le foglie, le bacche diventate sculture raffinatissime. Poi l’esperienza dei colori sovrapposti dopo aver acquisito dimestichezza con i materiali. Lei assembla, la semplicità e il lino grezzo fino ad enfatizzare gli arcani utilizzando come base broccati settecenteschi intessuti di fili d’oro per i soli, i vulcani, i cieli e i tarocchi. Il coloraio Memmo, già al servizio di grandi artisti, le ha insegnato come intrecciare tonalità per crearne altre e questa capacità le ha aperto le porte di nuove esperienze. E la scrittura per fare arrivare Livia al grande pubblico. Ancora una volta il viaggio, in Egitto e il magico incontro con un oggetto misterioso e fantastico. Dalla scoperta dell’epoca dei faraoni nacque il famoso libro «I sette scorpioni di Isis» edito dalla Sperling & Kupfer, un best seller che l’ha imposta all’attenzione di un vasto pubblico.
Quella di Livia è una vita ricca e carica di significati. Ma quanto ha inciso il nome che porta? «Tutti si aspettano qualcosa da me, proprio a causa di un nome più utile agli altri, che lo espongono come un trofeo proprio perché non ci sono nati. Sembra un trampolino ma sotto, la piscina è vuota. Si danno per scontati i talenti solo in virtù di un nome importante. Invece bisogna soffrire, costruirsi, lottare. La bambagia non esiste. Per nessuno».
Michela Tamburrino
Tutte emozioni andavano trasferite sulla tela. Così l’artista si è affidata a tecniche miste e a sfruttare quello che la natura le concedeva. Tornata a vivere in Italia, in campagna, ha reso preziosa la corteccia d’albero, le foglie, le bacche diventate sculture raffinatissime. Poi l’esperienza dei colori sovrapposti dopo aver acquisito dimestichezza con i materiali. Lei assembla, la semplicità e il lino grezzo fino ad enfatizzare gli arcani utilizzando come base broccati settecenteschi intessuti di fili d’oro per i soli, i vulcani, i cieli e i tarocchi. Il coloraio Memmo, già al servizio di grandi artisti, le ha insegnato come intrecciare tonalità per crearne altre e questa capacità le ha aperto le porte di nuove esperienze. E la scrittura per fare arrivare Livia al grande pubblico. Ancora una volta il viaggio, in Egitto e il magico incontro con un oggetto misterioso e fantastico. Dalla scoperta dell’epoca dei faraoni nacque il famoso libro «I sette scorpioni di Isis» edito dalla Sperling & Kupfer, un best seller che l’ha imposta all’attenzione di un vasto pubblico.
Quella di Livia è una vita ricca e carica di significati. Ma quanto ha inciso il nome che porta? «Tutti si aspettano qualcosa da me, proprio a causa di un nome più utile agli altri, che lo espongono come un trofeo proprio perché non ci sono nati. Sembra un trampolino ma sotto, la piscina è vuota. Si danno per scontati i talenti solo in virtù di un nome importante. Invece bisogna soffrire, costruirsi, lottare. La bambagia non esiste. Per nessuno».
Michela Tamburrino
24
settembre 2009
Livia Colonna di Stigliano – La Dama, i Vulcani e i Tarocchi…una storia fantastica personale
Dal 24 settembre al 10 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA STUDIO’
Milano, Via Carlo Poerio, 2, (Milano)
Milano, Via Carlo Poerio, 2, (Milano)
Orario di apertura
Lun. 14-19 da Mar. a Ven. 10-19
Vernissage
24 Settembre 2009, dalle ore 19
Autore
Curatore