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Living material
Strumenti e processi dell’arte del vivente
Comunicato stampa
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Strumenti e processi dell'arte del vivente. Rassegna d'arte contemporanea
A cura di Ivana Mulatero, da una proposta di Nicolas Bourriaud
Installazioni di Ennio Bertrand, Michel Blazy, Andrea Caretto/Raffaella Spagna, Francesco Mariotti, Jun Takita. Questa rassegna internazionale, a cura di Ivana Mulatero, da una proposta di Nicolas Bourriaud, offre al pubblico un saggio di quell'avanzato settore di ricerca dell'arte contemporanea che va sotto il nome di -Arte del Vivente-. Ogni opera presentata coinvolge il pubblico in un processo temporale cadenzato sul ritmo ciclico di fenomeni biologici ed ecologici. Vita e morte sono compresenti ed esteticamente rappresentate nel continuum di opere processuali che ci interroganosul futuro del rapporto uomo-natura nell'epoca della biotecnologia.
MOSTRA "LIVING MATERIAL" PRESSO LA SEDE ESPOSITIVA DEL PAV
La mostra "Living Material" si sviluppa in due segmenti e in due spazi per un breve momento che coincide con la fiera Artissima, tornando ad essere un progetto unitario a conclusione della kermesse. In fiera il PAV e' presente con due stand istituzionali, uno dei quali occupato con l'opera di Michel Blazy, in anteprima assoluta e creata appositamente per il PAV, e l'altro con un esempio del lavoro dell'artista biotech Jun Takita, inedito sulla scena artistica italiana. Negli stessi giorni della fiera, il secondo segmento della mostra "Living Material" e' di scena presso la sede espositiva del PAV con l'installazione di Ennio Bertrand, con l'opera inedita concepita dal duo Andrea Caretto/Raffaella Spagna e con un rimando all'intervento di Francesco Mariotti visibile sul sito di Tre'fle in via Giordano Bruno 31/B.
7 novembre - 16 dicembre 2007
Via Giordano Bruno 181, Torino
Dal 14 novembre 2007 i due segmenti della mostra si ricompongono presso la sede del PAV dove sarà possibile una visione unitaria del progetto espositivo
::
Fra il 14 Novembre e il 16 Dicembre 2007 a Torino, in Via Giordano Bruno 181 (area Lingotto, accanto all’area in cui sorgerà il PAV-Parco d’Arte Vivente diretto da Nicolas Bourriaud), sarà aperta al pubblico una mostra di respiro internazionale sulle tematiche dell’Arte Vivente (Bio-Art, Land Art ecc): “Living Material”.
Curata da Ivana Mulatero su un’idea di Nicolas Bourriaud la mostra si sviluppa attorno a cinque lavori/installazioni creati “ad hoc” da Michel Blazy, Jun Takita, Ennio Bertrand e il duo Andrea Caretto/Raffaella Spagna.
L’installazione ambientale del francese Michel Blazy, Le tombeau du poulet aux quatre cuisses creata appositamente per il PAV, esposta anche in anteprima durante Artissima 14 (Torino, 9-11.11.07 Pad 3 accanto all’area Vip Lounge) su invito del nuovo direttore Andrea Bellini al PAV, unitamente a due lavori dell’artista biotech Jun Takita, inediti sulla scena artistica italiana: “Jusqu’aux recoins du monde”, un lavoro del 2006 composto da Alghe acquatiche, resina, acqua; e “Light, only light” (Fotografie 2004 cm 80x90).
Accanto a questi lavori, in Via Giordano Bruno 181 negli spazi degli ex mercati ortofrutticoli (sede temporanea del PAV, in attesa dell’apertura della prossima estate), verranno esposti al pubblico altri due progetti selezionati dalla curatrice Ivana Mulatero: l’installazione di Ennio Bertrand, The creator has a master plan (2003-2007) e Food Islands, di Caretto/Spagna.
APPROFONDIMENTI
Michel Blazy
Nato a Monaco nel 1966 vive e lavora a Parigi, dove è conosciuto per le sue sculture/installazioni realizzate con materiali insoliti.
Affascinato dalle materie organiche, dagli alimenti deteriorabili e dai prodotti alimentari secchi, cristallizza le sue creazioni attorno a temi che ricordano la condizione umana: morte, decadimento, putrefazione. Michel Blazy lavora con il vivente. Lo mette al centro del suo lavoro d'artista e lascia “che l’opera si faccia da se”. Dispositivi evolutivi ed impianti transitori gli permettono di esplorare la proliferazione incontrollata di microorganismi le cui trasformazioni ed i cambiamenti di stato sono momenti necessari all'attivazione dell'opera ed al suo sviluppo, nel senso più concreto del termine. Costruttore di universi aleatori e fragili, Michel Blazy ama trattare la materia, tentare di controllarne scomparsa e trasformazione.
Così, Michel Blazy ha esposto in grandi musei pomodori in piena decomposizione, testimoni del destino inevitabile dell'uomo, ma anche della bellezza e della caratteristica di una natura vivente ed in costante cambiamento.
I micro-eventi che l'avventura suscita sono essenziali alle tappe del percorso: germinazioni auspicate o accidentali, disseccazioni ed alterazioni delle materie, muffe e putrefazioni microscopiche, deterioramenti delle superfici, decomposizioni, trasmutazioni, decrepitezze delle forme, tutte queste energie febbrili del vivente sono rivendicate dall'artista come altrettante operazioni essenziali all'elaborazione dell'opera.
Il vivente non si concepisce senza energie multiple mortifere, metamorfosi e numerose caratteristiche. Le opere dell'artista integrano questa complessità che si spiega con tutte le sue ambiguità, il suo carattere a volte inquietante, o che rifiuta. Ragni, pelle d'animale, trofei di caccia, fungo atomico, scheletri... altrettante sculture in materie commestibili che formano uno sconosciuto bestiario, un “gabinetto” di curiosità paradossali.
Statico da un certo punto di vista, il lavoro dell'artista è effettivamente abitato da una folla di movimenti trascurabili che non cessano di fare e demolire in continuazione le forme, che deviano le categorie della percezione, come avviene nel mondo dell'arte.
Altra costante del lavoro di Blazy un sense of humor più british che francese o tedesco: sculture in tagliatelle di soia di un tuorlo/pulcino, barboncini in schiuma da barba…
Il bestiario ed i paesaggi di Michel Blazy formano un mondo precario e sensibile dove la riproducibilità tecnica è di nuovo messa in dubbio nell'arte: avrà o non avrà un futuro?
Riconosciuto a livello internazionale, la mostra più recente che lo ha visto protagonista è stata Post Patman, al Palais de Tokyo di Parigi, dopo aver esposto in due mostre personali a Tokyo e Versailles nel 2006. www.galerieartconcept.com
Jun Takita
Nato nel 1966 a Tokyo, Jun Takita, è un grande conoscitore dell’arte moderna e contemporanea occidentale e ha contribuito a rivisitare le relazioni fra cultura giapponese e cultura artistica occidentale con opere video in cui si interroga su dipinti collezionati dai musei del suo paese, quali: Girl with Hair Ribbon di Roy Lichtenstein (Museo d’Arte Contemporanea di Tokyo); The Sower di J.F.Millet (Yamanashi Prefectural Museum of Art); i Girasoli di Vincent van Gogh (Seiji Togo Memorial Yasuda Kasai Museum of Art); La Madone de Port Ligat di Salvador Dali (Fukuoka Art Museum).
Ennio Bertrand
Ennio Bertrand è membro dell’Associazione Arstechnica, fondata nel 1988 a Parigi presso “La Cité des sciences et de l'industrie, La Villette” e cofondatore di Arslab, arte scienza e nuovi media a Torino nel 1996.
Bertrand lavora con immagini e luci digitali, video, suono e installazioni interattive per le quali sviluppa sia software chw hardware.
Le sue ricerche esplorano la percezione, le interazioni sociali e i media delle comunicazioni. Vive e lavora a Torino e Milano.
Caretto/Spagna
Andrea Caretto è nato a Torino nel 1970. E’ laureato in Scienze Naturali presso la facoltà di Scienze dell’Università di Torino, con una tesi in museologia scientifica.
Raffaella Spagna è nata a Rivoli nel 1967. E’ laureata in Architettura indirizzo Urbanistico, presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, con una tesi sull’architettura del paesaggio e l’arte dei giardini.
I due artisti hanno iniziato a collaborare nel 2002. Vivono e lavorano a Cambiano (To) Recentemente hanno preso parte alle mostre: T1 The Pantagruel Syndrome, Torino Triennale Tre Musei, al Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea (Rivoli, Torino, 2006), a CHRONOS, il tempo nell’arte dall'epoca barocca all’età contemporanea, al CeSAC – Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee, di Caraglio (Cuneo, 2005), a Empowerment: Cantiere Italia, al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce e Villa Bombrini di Genova (2004), a Località, Critica in opera 29, alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Castel San Pietro (2003) e a How Latitudes Become Forms. Art in a global age, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2003). Hanno esposto alle mostre personali:
Domesticazioni, presso Fabio Paris Art Gallery di Brescia (2005) e Azioni 2000-2006, presso il Museo Marino Marini di Firenze (2006). Hanno curato interventi e workshop tra i quali “Colonizzazione_01 - azione collettiva di vita e lavoro in uno spazio interstiziale” per il Parco d’Arte Vivente svolto nel dicembre 2006.
Francesco Mariotti
Francesco “Pancho” Mariotti è nato a Berna nel 1943 da genitori di origine svizzero-italiani. A nove anni con la famiglia si trasferisce in Perù, a Lima dove inizia gli studi ma sarà a Parigi che frequenterà i primi corsi d’arte per poi iscriversi alla facoltà di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Amburgo. Proprio qui nascono nel 1966/67 i suoi primi “Duftbilder”, quadri-paesaggio su un’idea di natura evocata dalla mediazione tecnologica.
La ricerca di un’integrazione tra arte e strumenti di vario tipo, prototecnologici e di fattura anche molto artigianale, e soprattutto l’attenzione per i sistemi energetici generatori di diverse fonti luminose, lo avvicinarono a Klaus Geldmacher con il quale iniziò un sodalizio di lavoro e di amicizia che porterà a firmare insieme fino ai più recenti dedicati alle “Lucciole”.
Le lucciole tecnologiche di Mariotti, soprattutto quelle esposte nella mostra a Lima del 1996, intitolata “Il ritorno delle lucciole”, rappresentavano la risposta provocatoria alla denuncia di Pasolini della loro scomparsa. “Io cerco di marcare un segno di ottimismo, forse ancora più tragico perché artificiale. Parecchie installazioni che ho allestito in giro per il mondo, hanno provocato spesso le stesse reazioni nel pubblico. Alcuni dicono: Mi sono sentito così bene, era come stare in un bosco, i ricordi da bambino…”.
BIOARTE
Conigli verdi che brillano al contatto con i raggi della luce del sole, maiali con le ali, cloni di alberi, ibridi di fiori e farfalle transgeniche. Non sono i protagonisti di un fumetto o di un cartone animato ma opere artistiche, anzi bio-artistiche. A realizzarle sono gli artisti biotech che, maneggiando provette, coltivando tessuti epidermici, incrociando fiori, si stanno affermando come esponenti di una nuova tendenza mondiale, che porta l’arte dentro i laboratori di genetica e di biologia.
Questi artisti-scienziati sono dei pionieri in questo campo e ricordano i primi net-performer che utilizzavano l’informatica come mezzo di espressione creativa. La bioarte non condanna le biotecnologie, anzi, le sperimenta allo scopo di sollevare il velo su quanto accade all’interno dei laboratori di genetica e fa presa sui timori provocati dall’accelerazione stimolata dal progresso tecnologico.
LAND ART
La Land Art o Earth Art nasce negli Stati Uniti tra gli anni ’60 e ’70 come esperienza creativa nell’ambito dell’arte concettuale, ma la definizione viene utilizzata per la prima volta soltanto nel 1969, in California, da Gerry Schum, autore di un famoso video sull’argomento, in riferimento al lavoro di artisti come Richard Long, Barry Flanagan, Robert Smithson, Dennis Oppenheim, Walter De Maria, Christo, ecc. che agiscono direttamente sul paesaggio, modificandone l’aspetto mediante interventi temporanei o facendo uso di materiali naturali. L’azione prevede quindi l’obsolescenza delle opere, programmata dall’artista o affidata all’indomita vitalità degli agenti naturali, che rende il tempo, cioè il nemico principale dell’arte tradizionale, indissolubilmente connessa al concetto della sua persistenza, un protagonista positivo e previsto fin dall’inizio del linguaggio artistico.
La Land Art manifesta un’attenzione ecologica per la natura, per la sua armonica vitalità, per i ritmi e per l’ordine che la caratterizzano e coi quali l’uomo è chiamato a interagire. Il paesaggio diventa per questi artisti l’orizzonte “biologico” per l’esercizio di una creatività la cui vocazione non è tanto quella di produrre un’innovazione ispirata dalla tracotanza della tecnica quanto quella di introdurre una trasformazione consonante con la specificità della vita e col tempo che la regola (tale atteggiamento trova riscontro anche nel ripudio, condiviso con la Minimal Art, della ricerca della novità formale, tipicamente novecentesca, in favore di un confronto serrato ed empatico con la forma del mondo).
***
La mostra "Living Material" si sviluppa in due segmenti e in due spazi per un breve momento che coincide con la fiera Artissima, tornando ad essere un progetto unitario a conclusione della kermesse. In fiera il PAV è presente con due stand istituzionali, uno dei quali occupato con l'opera di Michel Blazy, in anteprima assoluta e creata appositamente per il PAV, e l'altro con un esempio del lavoro dell'artista biotech Jun Takita, inedito sulla scena artistica italiana. Negli stessi giorni della fiera, il secondo segmento della mostra "Living Material" è di scena presso la sede espositiva del PAV con l'installazione di Ennio Bertrand, con l'opera inedita concepita dal duo Andrea Caretto/Raffaella Spagna e con un rimando all'intervento di Francesco Mariotti visibile sul sito di Trèfle in via Giordano Bruno 31/B.
Dal 14 novembre 2007 i due segmenti della mostra si ricompongono presso la sede del PAV dove sarà possibile una visione unitaria del progetto espositivo.
In sintesi:
Segmento A.inaugurazione 6 novembre. ore 18.30 Qresso la sede esQositiva del PAV
Opere degli artisti
ANDREA CARETTO/RAFFAELLA SPAGNA, Food Islands, 2007
ENNIO BERTRAND, The creator have a master plan , 2003-2007
FRANCESCO MARIOTTI, Enclave, 2007 (presso il sito di TRÈFLE, Via Giordano Bruno 31/B)
Segmento B. esQosizione 9-10-11 novembre. negli stand del PAV all'interno della Fiera Artissima14
Stand 1
MICHEL BLAZY, installazione ambientale
Le tombeau du poulet aux quatres cuisses, 2007
Stand 2
JUN TAKITA, due opere
Light, only light, 2004.
Jusqu'aux recoins du monde, 2006
.
Inaugurazione della mostra "LIVING MATERIAL ", il 14 novembre 2007 ore 18.30 presso la sede espositiva del PAV, via Giordano Bruno 181, Torino.
Opere degli artisti
Michel BLAZY, Ennio BERTRAND, Andrea CARETTO/Raffaella SPAGNA, Francesco MARIOTTI, Jun TAKITA.
La mostra sarà visitabile fino al 16 dicembre 2007.
In contemporanea negli spazi della sede del PAV dedicati alla Sezione Ricerche Creative
GLOW UP!
visioni di lucciole: luoghi reali e traiettorie immaginarie
Mostra degli esiti della mappatura, sulla presenza delle lucciole (il coleottero lampyris noctiluca) nel territorio torinese con laboratori rivolti alle scuole e alla cittadinanza. Una ricerca promossa con l'iniziativa GLOW UP! dedicata al progetto artistico
"IMMIGRATION" di Francesco Mariotti.
GLOW UP! prosegue l'attività con il pubblico in orario di apertura della mostra.
Laboratori ispirati alle tematiche artistiche degli autori, a cura della Sezione Ricerche Creative del PAV. Su prenotazione per gruppi di massimo 20 persone.
ADertura straordinaria dalle 18.00 alle 24.00 sabato 10 novembre in occasione di Saturda Fever
Orario di aDertura: dalle ore 16.00 alle ore 20.00. dal aiovedì alla domenica In altri orari su Drenotazione con accomDaanamento guidato.
ATTIVITA’ DEL PAV ALL 'INTERNO DELLA FIERA ARTISSIMA14
9, 10, 11 novembre 2007
Lingotto Fiere, Padiglione 3, dalle ore 11.00 alle ore 20.00
Spazio 1
MICHEL BLAZY, installazione ambientale
"Le tombeau du poulet aux quatres cuisses", 2007 Terra, funghi, biscotti per cani, agar-agar, video.
Spazio 2
JUN TAKITA, due opere
"Light, only light", 2004. Coppia di foto cm 80x90
"Jusqu'aux recoins du monde", 2006
Alghe acquatiche, resina, acqua.
INFOPOINT sul progetto PAVe sulle attività di PAV PREVIEW con video e diorama. WorkshoD con l'artista Jun Takita. domenica 11 novembre dalle ore 11.00 alle ore 13.00. DressO 1'lnfoDoint PAV.
TAVOLA ROTONDA
"LUOGHI E PROCESSI CREATIVI DELL 'ARTE DEL VIVENTE"
Sala Conferenze di Artissima, Domenica 11 novembre, ore 14.30- 16.30
Introduce Andrea BELLINI, direttore di Artissima14.
Partecipano:
Nicolas BOURRIAUD, curatore e critico d'arte
Piero GlLARDI, artista
Francesco POLI, critico d'arte
Lorenza PERELLI, critico d'architettura
Domenico QUARANTA, critico d'arte
Jun TAKITA, artista
Franco TORRIANI, esperto new media art.
Coordina Ivana MULATERO, responsabile Art Program del PAV, in collaborazione con Aurelia
KreienbOhl.
.
Nel corso della tavola rotonda. vi sarà la Dresentazione del volume "Dalla Land Art alla Bio Arte", Atti del Conveano oroanizzato dal PAV il 20 aennaio 2007 a Torino. edito dalla HoDefulmonster.
Info e prenotazioni acPAV . +39 320 5612047. +39 3928353787. info@parcoartevivente.it. Ufficio Stampa PAV. www.threesixty.com . info@360info.it . +39 011 547471
PARCO ARTE VIVENTE CENTRO D ARTE CONTEMPORANEA TORINO
TAVOLA ROTONDA
"LUOGHI E PROCESSI CREATIVI DELL 'ARTE DEL VIVENTE"
Torino, 11 novembre 2007
Sala Conferenze della Fiera d' Arte
ARTISSIMA 14, ore 14.30 - 16.30
LINGOTTO FIERE Padiglione 3
Sulla scena internazionale dell'arte contemporanea si è affermata, ed è in capillare espansione, una ricerca artistica riconducibile al concetto di "arte del vivente".
Le sue declinazioni sono svariate e vanno dalle esperienze di Michel Blazy, Natalie Jeremijenko, Barbara Nemitz, Lois Weinberger, Alan Sonfist, Marjetica Potrc, Avital Geva, Erik Samakh, Henrik Hakansson, Caretto/Spagna, Vittorio Corsini e Francesco Mariotti, alle operazioni bio-tech di Eduardo Kac, Marta De Menezes, Jun Takita, SymbioticA e George Gessert.
Le metodologie operative di tutti questi artisti hanno peculiari ed innovative
caratteristiche in virtù della consonanza con la logica del vivente, quindi con il continuum, I'interdipendenza e la complessità dei fenomeni viventi che accomunano il naturale e l'artificiale in un unico flusso.
Le opere che ne scaturiscono vivono nella dimensione del tempo organico; sono quindi processuali ed intrinsecamente relazionali poichè presuppongono ed incorporano il tempo di vita dell'osservatore; esprimono la sensibilità soggettiva dei loro autori,ma nel contempo inducono una riflessione cognitiva sull'odierno rapporto uomo-natura.
Il white cube del museo appare inadeguato ad accogliere e comunicare le pratiche dell'arte del vivente, anche se della loro processualità è possibile render conto
attraverso vari tipi convenzionali di display: dall'installazione in progress, alla
performance, al video, al network telematico.
Parafrasando la definizione assunta dal Palais de Tokyo di Parigi, quale "site de creation contemporaine", occorrono nuovi siti e nuove tipologie di strutture ed istituzioni d'arte affinche queste esperienze dal vivo, in vitro o espanse sul territorio, possano avere corso sulla b.ase di riferimenti spazio-temporali coerenti e con la partecipazione attiva e sistemica del pubblico.
La formula istituzionale aggiornata del "parco d'arte" appare come una delle risposte più congruenti al problema dei nuovi e necessari siti. Un parco d'arte nasce da una preliminare operazione microurbanistica: la creazione di un polmone verde protetto. L 'assetto architettonico e funzionale si conforma alla biocompatibilità ed al design del paesaggio; contiene dei laboratori polivalenti per la ricerca, anche nei suoi aspetti tecno-scientifici. Il suo staff ha l'attitudine a monitorare, assistere e rigenerare i processi viventi di lunga durata innescati dagli artisti e, nello stesso tempo, a mediare la comprensione dei processi estetici e dei fenomeni organici da parte del pubblico.
Attraverso l'esperienza del Parco d'Arte Vivente anche la cultura artistica di Torino si inserisce nella rete internazionale della ricerca sul!' "arte del vivente", attraverso mostre, convegni, workshop e pubblicazioni.
Infatti la Tavola rotonda ha tra i suoi scopi la presentazione degli atti del convegno "Dalla Land Art alla Bio Arte" tenutosi alla GAM di Torino lo scorso 20 gennaio 2007.
Il volume a cura di Ivana Mu!atero - curatrice dell'Art Program del PAV - ed edito dalla Hopefulmonster, raccoglie il pensiero sulla tematica della natura e del vivente di un ampio e diversificato ventaglio di autori: da Nicolas Bourriaud, teorico dell"'Esthetique Relationnelle", a Pier Luigi Capucci, teorico dell'arte neotecnologica; da Jens Hauser , fondatore della Biotech Art, a Roberto Marchesini, teorico dell'epistemologia del posthuman; da Louis Bec, artista della Genetic Art, a Franco Torriani, esperto di New Media Art.
Alla Tavola rotonda sono invitati a partecipare i critici d'arte:
Nicolas BOURRIAUD, Francesco POLI, Lorenza PERRELLI, Domenico QUARANTA e Franco TORRIANI.
Gli artisti invitati a testimoniare la propria ricerca sono Piero GILARDI e Jun TAKITA.
Il dibattito sarà introdotto dal direttore di ARTISSIMA 14 Andrea BELLINI e coordinato da Ivana MULATERO, in collaborazione con Aurelia KREIENBOHL.
A cura di Ivana Mulatero, da una proposta di Nicolas Bourriaud
Installazioni di Ennio Bertrand, Michel Blazy, Andrea Caretto/Raffaella Spagna, Francesco Mariotti, Jun Takita. Questa rassegna internazionale, a cura di Ivana Mulatero, da una proposta di Nicolas Bourriaud, offre al pubblico un saggio di quell'avanzato settore di ricerca dell'arte contemporanea che va sotto il nome di -Arte del Vivente-. Ogni opera presentata coinvolge il pubblico in un processo temporale cadenzato sul ritmo ciclico di fenomeni biologici ed ecologici. Vita e morte sono compresenti ed esteticamente rappresentate nel continuum di opere processuali che ci interroganosul futuro del rapporto uomo-natura nell'epoca della biotecnologia.
MOSTRA "LIVING MATERIAL" PRESSO LA SEDE ESPOSITIVA DEL PAV
La mostra "Living Material" si sviluppa in due segmenti e in due spazi per un breve momento che coincide con la fiera Artissima, tornando ad essere un progetto unitario a conclusione della kermesse. In fiera il PAV e' presente con due stand istituzionali, uno dei quali occupato con l'opera di Michel Blazy, in anteprima assoluta e creata appositamente per il PAV, e l'altro con un esempio del lavoro dell'artista biotech Jun Takita, inedito sulla scena artistica italiana. Negli stessi giorni della fiera, il secondo segmento della mostra "Living Material" e' di scena presso la sede espositiva del PAV con l'installazione di Ennio Bertrand, con l'opera inedita concepita dal duo Andrea Caretto/Raffaella Spagna e con un rimando all'intervento di Francesco Mariotti visibile sul sito di Tre'fle in via Giordano Bruno 31/B.
7 novembre - 16 dicembre 2007
Via Giordano Bruno 181, Torino
Dal 14 novembre 2007 i due segmenti della mostra si ricompongono presso la sede del PAV dove sarà possibile una visione unitaria del progetto espositivo
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Fra il 14 Novembre e il 16 Dicembre 2007 a Torino, in Via Giordano Bruno 181 (area Lingotto, accanto all’area in cui sorgerà il PAV-Parco d’Arte Vivente diretto da Nicolas Bourriaud), sarà aperta al pubblico una mostra di respiro internazionale sulle tematiche dell’Arte Vivente (Bio-Art, Land Art ecc): “Living Material”.
Curata da Ivana Mulatero su un’idea di Nicolas Bourriaud la mostra si sviluppa attorno a cinque lavori/installazioni creati “ad hoc” da Michel Blazy, Jun Takita, Ennio Bertrand e il duo Andrea Caretto/Raffaella Spagna.
L’installazione ambientale del francese Michel Blazy, Le tombeau du poulet aux quatre cuisses creata appositamente per il PAV, esposta anche in anteprima durante Artissima 14 (Torino, 9-11.11.07 Pad 3 accanto all’area Vip Lounge) su invito del nuovo direttore Andrea Bellini al PAV, unitamente a due lavori dell’artista biotech Jun Takita, inediti sulla scena artistica italiana: “Jusqu’aux recoins du monde”, un lavoro del 2006 composto da Alghe acquatiche, resina, acqua; e “Light, only light” (Fotografie 2004 cm 80x90).
Accanto a questi lavori, in Via Giordano Bruno 181 negli spazi degli ex mercati ortofrutticoli (sede temporanea del PAV, in attesa dell’apertura della prossima estate), verranno esposti al pubblico altri due progetti selezionati dalla curatrice Ivana Mulatero: l’installazione di Ennio Bertrand, The creator has a master plan (2003-2007) e Food Islands, di Caretto/Spagna.
APPROFONDIMENTI
Michel Blazy
Nato a Monaco nel 1966 vive e lavora a Parigi, dove è conosciuto per le sue sculture/installazioni realizzate con materiali insoliti.
Affascinato dalle materie organiche, dagli alimenti deteriorabili e dai prodotti alimentari secchi, cristallizza le sue creazioni attorno a temi che ricordano la condizione umana: morte, decadimento, putrefazione. Michel Blazy lavora con il vivente. Lo mette al centro del suo lavoro d'artista e lascia “che l’opera si faccia da se”. Dispositivi evolutivi ed impianti transitori gli permettono di esplorare la proliferazione incontrollata di microorganismi le cui trasformazioni ed i cambiamenti di stato sono momenti necessari all'attivazione dell'opera ed al suo sviluppo, nel senso più concreto del termine. Costruttore di universi aleatori e fragili, Michel Blazy ama trattare la materia, tentare di controllarne scomparsa e trasformazione.
Così, Michel Blazy ha esposto in grandi musei pomodori in piena decomposizione, testimoni del destino inevitabile dell'uomo, ma anche della bellezza e della caratteristica di una natura vivente ed in costante cambiamento.
I micro-eventi che l'avventura suscita sono essenziali alle tappe del percorso: germinazioni auspicate o accidentali, disseccazioni ed alterazioni delle materie, muffe e putrefazioni microscopiche, deterioramenti delle superfici, decomposizioni, trasmutazioni, decrepitezze delle forme, tutte queste energie febbrili del vivente sono rivendicate dall'artista come altrettante operazioni essenziali all'elaborazione dell'opera.
Il vivente non si concepisce senza energie multiple mortifere, metamorfosi e numerose caratteristiche. Le opere dell'artista integrano questa complessità che si spiega con tutte le sue ambiguità, il suo carattere a volte inquietante, o che rifiuta. Ragni, pelle d'animale, trofei di caccia, fungo atomico, scheletri... altrettante sculture in materie commestibili che formano uno sconosciuto bestiario, un “gabinetto” di curiosità paradossali.
Statico da un certo punto di vista, il lavoro dell'artista è effettivamente abitato da una folla di movimenti trascurabili che non cessano di fare e demolire in continuazione le forme, che deviano le categorie della percezione, come avviene nel mondo dell'arte.
Altra costante del lavoro di Blazy un sense of humor più british che francese o tedesco: sculture in tagliatelle di soia di un tuorlo/pulcino, barboncini in schiuma da barba…
Il bestiario ed i paesaggi di Michel Blazy formano un mondo precario e sensibile dove la riproducibilità tecnica è di nuovo messa in dubbio nell'arte: avrà o non avrà un futuro?
Riconosciuto a livello internazionale, la mostra più recente che lo ha visto protagonista è stata Post Patman, al Palais de Tokyo di Parigi, dopo aver esposto in due mostre personali a Tokyo e Versailles nel 2006. www.galerieartconcept.com
Jun Takita
Nato nel 1966 a Tokyo, Jun Takita, è un grande conoscitore dell’arte moderna e contemporanea occidentale e ha contribuito a rivisitare le relazioni fra cultura giapponese e cultura artistica occidentale con opere video in cui si interroga su dipinti collezionati dai musei del suo paese, quali: Girl with Hair Ribbon di Roy Lichtenstein (Museo d’Arte Contemporanea di Tokyo); The Sower di J.F.Millet (Yamanashi Prefectural Museum of Art); i Girasoli di Vincent van Gogh (Seiji Togo Memorial Yasuda Kasai Museum of Art); La Madone de Port Ligat di Salvador Dali (Fukuoka Art Museum).
Ennio Bertrand
Ennio Bertrand è membro dell’Associazione Arstechnica, fondata nel 1988 a Parigi presso “La Cité des sciences et de l'industrie, La Villette” e cofondatore di Arslab, arte scienza e nuovi media a Torino nel 1996.
Bertrand lavora con immagini e luci digitali, video, suono e installazioni interattive per le quali sviluppa sia software chw hardware.
Le sue ricerche esplorano la percezione, le interazioni sociali e i media delle comunicazioni. Vive e lavora a Torino e Milano.
Caretto/Spagna
Andrea Caretto è nato a Torino nel 1970. E’ laureato in Scienze Naturali presso la facoltà di Scienze dell’Università di Torino, con una tesi in museologia scientifica.
Raffaella Spagna è nata a Rivoli nel 1967. E’ laureata in Architettura indirizzo Urbanistico, presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, con una tesi sull’architettura del paesaggio e l’arte dei giardini.
I due artisti hanno iniziato a collaborare nel 2002. Vivono e lavorano a Cambiano (To) Recentemente hanno preso parte alle mostre: T1 The Pantagruel Syndrome, Torino Triennale Tre Musei, al Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea (Rivoli, Torino, 2006), a CHRONOS, il tempo nell’arte dall'epoca barocca all’età contemporanea, al CeSAC – Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee, di Caraglio (Cuneo, 2005), a Empowerment: Cantiere Italia, al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce e Villa Bombrini di Genova (2004), a Località, Critica in opera 29, alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Castel San Pietro (2003) e a How Latitudes Become Forms. Art in a global age, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2003). Hanno esposto alle mostre personali:
Domesticazioni, presso Fabio Paris Art Gallery di Brescia (2005) e Azioni 2000-2006, presso il Museo Marino Marini di Firenze (2006). Hanno curato interventi e workshop tra i quali “Colonizzazione_01 - azione collettiva di vita e lavoro in uno spazio interstiziale” per il Parco d’Arte Vivente svolto nel dicembre 2006.
Francesco Mariotti
Francesco “Pancho” Mariotti è nato a Berna nel 1943 da genitori di origine svizzero-italiani. A nove anni con la famiglia si trasferisce in Perù, a Lima dove inizia gli studi ma sarà a Parigi che frequenterà i primi corsi d’arte per poi iscriversi alla facoltà di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Amburgo. Proprio qui nascono nel 1966/67 i suoi primi “Duftbilder”, quadri-paesaggio su un’idea di natura evocata dalla mediazione tecnologica.
La ricerca di un’integrazione tra arte e strumenti di vario tipo, prototecnologici e di fattura anche molto artigianale, e soprattutto l’attenzione per i sistemi energetici generatori di diverse fonti luminose, lo avvicinarono a Klaus Geldmacher con il quale iniziò un sodalizio di lavoro e di amicizia che porterà a firmare insieme fino ai più recenti dedicati alle “Lucciole”.
Le lucciole tecnologiche di Mariotti, soprattutto quelle esposte nella mostra a Lima del 1996, intitolata “Il ritorno delle lucciole”, rappresentavano la risposta provocatoria alla denuncia di Pasolini della loro scomparsa. “Io cerco di marcare un segno di ottimismo, forse ancora più tragico perché artificiale. Parecchie installazioni che ho allestito in giro per il mondo, hanno provocato spesso le stesse reazioni nel pubblico. Alcuni dicono: Mi sono sentito così bene, era come stare in un bosco, i ricordi da bambino…”.
BIOARTE
Conigli verdi che brillano al contatto con i raggi della luce del sole, maiali con le ali, cloni di alberi, ibridi di fiori e farfalle transgeniche. Non sono i protagonisti di un fumetto o di un cartone animato ma opere artistiche, anzi bio-artistiche. A realizzarle sono gli artisti biotech che, maneggiando provette, coltivando tessuti epidermici, incrociando fiori, si stanno affermando come esponenti di una nuova tendenza mondiale, che porta l’arte dentro i laboratori di genetica e di biologia.
Questi artisti-scienziati sono dei pionieri in questo campo e ricordano i primi net-performer che utilizzavano l’informatica come mezzo di espressione creativa. La bioarte non condanna le biotecnologie, anzi, le sperimenta allo scopo di sollevare il velo su quanto accade all’interno dei laboratori di genetica e fa presa sui timori provocati dall’accelerazione stimolata dal progresso tecnologico.
LAND ART
La Land Art o Earth Art nasce negli Stati Uniti tra gli anni ’60 e ’70 come esperienza creativa nell’ambito dell’arte concettuale, ma la definizione viene utilizzata per la prima volta soltanto nel 1969, in California, da Gerry Schum, autore di un famoso video sull’argomento, in riferimento al lavoro di artisti come Richard Long, Barry Flanagan, Robert Smithson, Dennis Oppenheim, Walter De Maria, Christo, ecc. che agiscono direttamente sul paesaggio, modificandone l’aspetto mediante interventi temporanei o facendo uso di materiali naturali. L’azione prevede quindi l’obsolescenza delle opere, programmata dall’artista o affidata all’indomita vitalità degli agenti naturali, che rende il tempo, cioè il nemico principale dell’arte tradizionale, indissolubilmente connessa al concetto della sua persistenza, un protagonista positivo e previsto fin dall’inizio del linguaggio artistico.
La Land Art manifesta un’attenzione ecologica per la natura, per la sua armonica vitalità, per i ritmi e per l’ordine che la caratterizzano e coi quali l’uomo è chiamato a interagire. Il paesaggio diventa per questi artisti l’orizzonte “biologico” per l’esercizio di una creatività la cui vocazione non è tanto quella di produrre un’innovazione ispirata dalla tracotanza della tecnica quanto quella di introdurre una trasformazione consonante con la specificità della vita e col tempo che la regola (tale atteggiamento trova riscontro anche nel ripudio, condiviso con la Minimal Art, della ricerca della novità formale, tipicamente novecentesca, in favore di un confronto serrato ed empatico con la forma del mondo).
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La mostra "Living Material" si sviluppa in due segmenti e in due spazi per un breve momento che coincide con la fiera Artissima, tornando ad essere un progetto unitario a conclusione della kermesse. In fiera il PAV è presente con due stand istituzionali, uno dei quali occupato con l'opera di Michel Blazy, in anteprima assoluta e creata appositamente per il PAV, e l'altro con un esempio del lavoro dell'artista biotech Jun Takita, inedito sulla scena artistica italiana. Negli stessi giorni della fiera, il secondo segmento della mostra "Living Material" è di scena presso la sede espositiva del PAV con l'installazione di Ennio Bertrand, con l'opera inedita concepita dal duo Andrea Caretto/Raffaella Spagna e con un rimando all'intervento di Francesco Mariotti visibile sul sito di Trèfle in via Giordano Bruno 31/B.
Dal 14 novembre 2007 i due segmenti della mostra si ricompongono presso la sede del PAV dove sarà possibile una visione unitaria del progetto espositivo.
In sintesi:
Segmento A.inaugurazione 6 novembre. ore 18.30 Qresso la sede esQositiva del PAV
Opere degli artisti
ANDREA CARETTO/RAFFAELLA SPAGNA, Food Islands, 2007
ENNIO BERTRAND, The creator have a master plan , 2003-2007
FRANCESCO MARIOTTI, Enclave, 2007 (presso il sito di TRÈFLE, Via Giordano Bruno 31/B)
Segmento B. esQosizione 9-10-11 novembre. negli stand del PAV all'interno della Fiera Artissima14
Stand 1
MICHEL BLAZY, installazione ambientale
Le tombeau du poulet aux quatres cuisses, 2007
Stand 2
JUN TAKITA, due opere
Light, only light, 2004.
Jusqu'aux recoins du monde, 2006
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Inaugurazione della mostra "LIVING MATERIAL ", il 14 novembre 2007 ore 18.30 presso la sede espositiva del PAV, via Giordano Bruno 181, Torino.
Opere degli artisti
Michel BLAZY, Ennio BERTRAND, Andrea CARETTO/Raffaella SPAGNA, Francesco MARIOTTI, Jun TAKITA.
La mostra sarà visitabile fino al 16 dicembre 2007.
In contemporanea negli spazi della sede del PAV dedicati alla Sezione Ricerche Creative
GLOW UP!
visioni di lucciole: luoghi reali e traiettorie immaginarie
Mostra degli esiti della mappatura, sulla presenza delle lucciole (il coleottero lampyris noctiluca) nel territorio torinese con laboratori rivolti alle scuole e alla cittadinanza. Una ricerca promossa con l'iniziativa GLOW UP! dedicata al progetto artistico
"IMMIGRATION" di Francesco Mariotti.
GLOW UP! prosegue l'attività con il pubblico in orario di apertura della mostra.
Laboratori ispirati alle tematiche artistiche degli autori, a cura della Sezione Ricerche Creative del PAV. Su prenotazione per gruppi di massimo 20 persone.
ADertura straordinaria dalle 18.00 alle 24.00 sabato 10 novembre in occasione di Saturda Fever
Orario di aDertura: dalle ore 16.00 alle ore 20.00. dal aiovedì alla domenica In altri orari su Drenotazione con accomDaanamento guidato.
ATTIVITA’ DEL PAV ALL 'INTERNO DELLA FIERA ARTISSIMA14
9, 10, 11 novembre 2007
Lingotto Fiere, Padiglione 3, dalle ore 11.00 alle ore 20.00
Spazio 1
MICHEL BLAZY, installazione ambientale
"Le tombeau du poulet aux quatres cuisses", 2007 Terra, funghi, biscotti per cani, agar-agar, video.
Spazio 2
JUN TAKITA, due opere
"Light, only light", 2004. Coppia di foto cm 80x90
"Jusqu'aux recoins du monde", 2006
Alghe acquatiche, resina, acqua.
INFOPOINT sul progetto PAVe sulle attività di PAV PREVIEW con video e diorama. WorkshoD con l'artista Jun Takita. domenica 11 novembre dalle ore 11.00 alle ore 13.00. DressO 1'lnfoDoint PAV.
TAVOLA ROTONDA
"LUOGHI E PROCESSI CREATIVI DELL 'ARTE DEL VIVENTE"
Sala Conferenze di Artissima, Domenica 11 novembre, ore 14.30- 16.30
Introduce Andrea BELLINI, direttore di Artissima14.
Partecipano:
Nicolas BOURRIAUD, curatore e critico d'arte
Piero GlLARDI, artista
Francesco POLI, critico d'arte
Lorenza PERELLI, critico d'architettura
Domenico QUARANTA, critico d'arte
Jun TAKITA, artista
Franco TORRIANI, esperto new media art.
Coordina Ivana MULATERO, responsabile Art Program del PAV, in collaborazione con Aurelia
KreienbOhl.
.
Nel corso della tavola rotonda. vi sarà la Dresentazione del volume "Dalla Land Art alla Bio Arte", Atti del Conveano oroanizzato dal PAV il 20 aennaio 2007 a Torino. edito dalla HoDefulmonster.
Info e prenotazioni acPAV . +39 320 5612047. +39 3928353787. info@parcoartevivente.it. Ufficio Stampa PAV. www.threesixty.com . info@360info.it . +39 011 547471
PARCO ARTE VIVENTE CENTRO D ARTE CONTEMPORANEA TORINO
TAVOLA ROTONDA
"LUOGHI E PROCESSI CREATIVI DELL 'ARTE DEL VIVENTE"
Torino, 11 novembre 2007
Sala Conferenze della Fiera d' Arte
ARTISSIMA 14, ore 14.30 - 16.30
LINGOTTO FIERE Padiglione 3
Sulla scena internazionale dell'arte contemporanea si è affermata, ed è in capillare espansione, una ricerca artistica riconducibile al concetto di "arte del vivente".
Le sue declinazioni sono svariate e vanno dalle esperienze di Michel Blazy, Natalie Jeremijenko, Barbara Nemitz, Lois Weinberger, Alan Sonfist, Marjetica Potrc, Avital Geva, Erik Samakh, Henrik Hakansson, Caretto/Spagna, Vittorio Corsini e Francesco Mariotti, alle operazioni bio-tech di Eduardo Kac, Marta De Menezes, Jun Takita, SymbioticA e George Gessert.
Le metodologie operative di tutti questi artisti hanno peculiari ed innovative
caratteristiche in virtù della consonanza con la logica del vivente, quindi con il continuum, I'interdipendenza e la complessità dei fenomeni viventi che accomunano il naturale e l'artificiale in un unico flusso.
Le opere che ne scaturiscono vivono nella dimensione del tempo organico; sono quindi processuali ed intrinsecamente relazionali poichè presuppongono ed incorporano il tempo di vita dell'osservatore; esprimono la sensibilità soggettiva dei loro autori,ma nel contempo inducono una riflessione cognitiva sull'odierno rapporto uomo-natura.
Il white cube del museo appare inadeguato ad accogliere e comunicare le pratiche dell'arte del vivente, anche se della loro processualità è possibile render conto
attraverso vari tipi convenzionali di display: dall'installazione in progress, alla
performance, al video, al network telematico.
Parafrasando la definizione assunta dal Palais de Tokyo di Parigi, quale "site de creation contemporaine", occorrono nuovi siti e nuove tipologie di strutture ed istituzioni d'arte affinche queste esperienze dal vivo, in vitro o espanse sul territorio, possano avere corso sulla b.ase di riferimenti spazio-temporali coerenti e con la partecipazione attiva e sistemica del pubblico.
La formula istituzionale aggiornata del "parco d'arte" appare come una delle risposte più congruenti al problema dei nuovi e necessari siti. Un parco d'arte nasce da una preliminare operazione microurbanistica: la creazione di un polmone verde protetto. L 'assetto architettonico e funzionale si conforma alla biocompatibilità ed al design del paesaggio; contiene dei laboratori polivalenti per la ricerca, anche nei suoi aspetti tecno-scientifici. Il suo staff ha l'attitudine a monitorare, assistere e rigenerare i processi viventi di lunga durata innescati dagli artisti e, nello stesso tempo, a mediare la comprensione dei processi estetici e dei fenomeni organici da parte del pubblico.
Attraverso l'esperienza del Parco d'Arte Vivente anche la cultura artistica di Torino si inserisce nella rete internazionale della ricerca sul!' "arte del vivente", attraverso mostre, convegni, workshop e pubblicazioni.
Infatti la Tavola rotonda ha tra i suoi scopi la presentazione degli atti del convegno "Dalla Land Art alla Bio Arte" tenutosi alla GAM di Torino lo scorso 20 gennaio 2007.
Il volume a cura di Ivana Mu!atero - curatrice dell'Art Program del PAV - ed edito dalla Hopefulmonster, raccoglie il pensiero sulla tematica della natura e del vivente di un ampio e diversificato ventaglio di autori: da Nicolas Bourriaud, teorico dell"'Esthetique Relationnelle", a Pier Luigi Capucci, teorico dell'arte neotecnologica; da Jens Hauser , fondatore della Biotech Art, a Roberto Marchesini, teorico dell'epistemologia del posthuman; da Louis Bec, artista della Genetic Art, a Franco Torriani, esperto di New Media Art.
Alla Tavola rotonda sono invitati a partecipare i critici d'arte:
Nicolas BOURRIAUD, Francesco POLI, Lorenza PERRELLI, Domenico QUARANTA e Franco TORRIANI.
Gli artisti invitati a testimoniare la propria ricerca sono Piero GILARDI e Jun TAKITA.
Il dibattito sarà introdotto dal direttore di ARTISSIMA 14 Andrea BELLINI e coordinato da Ivana MULATERO, in collaborazione con Aurelia KREIENBOHL.
06
novembre 2007
Living material
Dal 06 novembre al 16 dicembre 2007
arte contemporanea
Location
PAV – PARCO D’ARTE VIVENTE
Torino, Via Giordano Bruno, 31, (Torino)
Torino, Via Giordano Bruno, 31, (Torino)
Orario di apertura
Giov.-Dom. 16-20.
Apertura straordinaria dalle 16-22 Sabato 10.11 per la NOTTE DELLE ARTI CONTEMPORANEE. In altri orari su prenotazione con accompagnamento guidato.
Vernissage
6 Novembre 2007, ore 18.30
Ufficio stampa
THREESIXTY
Autore
Curatore