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Living Room. La percezione dello spazio domestico al tempo della pandemia
Living Room è una mostra immaginata come una sorta di camera delle meraviglie contemporanea,
in cui il concetto di spazio domestico gioca un ruolo essenziale, venendo
richiamato, evocato, restituito nelle sue possibili “atmosfere” dalla combinazione delle opere dei nove artisti invitati
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Venerdì 11 dicembre dalle ore 17:00 presso gli spazi di Prisma Studio apre al pubblico la mostra
Living Room a cura di Leo Lecci con opere di Cesare Bignotti, Eleonora Chiesa, Clorophilla, Isabelle Fordin, Loredana Galante, Monika Grycko, Fabio Moro, Matteo Pulvirenti, Dana Wyse.
Living Room è una mostra immaginata come una sorta di camera delle meraviglie contemporanea,
in cui il concetto di spazio domestico, fisico e mentale, gioca un ruolo essenziale, venendo
richiamato, evocato, restituito nelle sue possibili “atmosfere” dalla combinazione delle opere dei
nove artisti invitati.
L'esperienza del lockdown della scorsa primavera e quella, ancora in corso, del distanziamento
interpersonale, hanno segnato un netto confine tra il “prima” e il “dopo” la pandemia, creando
condizioni che ci hanno indotto a ragionare diversamente su molti aspetti della nostra vita dal
punto di vista sia individuale sia collettivo e che, inevitabilmente, hanno cambiato anche la nostra
percezione dello spazio domestico. La casa, prima intesa da molti come il luogo intimo per
eccellenza, come lo spazio nel quale era possibile dismettere gli “abiti sociali” per essere
semplicemente se stessi, come il rifugio in cui cercar riparo dalla frenesia e custodire gelosamente
porzioni di tempo da dedicare alla cura del sé, si è trasformata, nel giro di pochi mesi, in una sorta
di gabbia di vetro, dove quello che era privato è diventato pubblico, dove le stanze si sono
trasformate nel set delle nostre attività sociali - siano esse quelle legate al lavoro o allo svago -,
dove ogni giorno dobbiamo negoziare con i nostri famigliari o coinquilini i confini dei reciproci
territori, dove non siamo più in grado di gestire il tempo e dove non siamo più a nostro agio ma, al
contrario, ci sentiamo sovraesposti, turbati, straniati, deprivati della nostra libertà di muoverci ed
esplorare il mondo outdoor.
La “casa delle meraviglie” costruita negli ambienti di Prisma Studio intende risarcire i suoi visitatori
di questa temporanea perdita, accogliendolo in uno spazio popolato di panorami, oggetti, desideri,
immagini e feticci, piccole tracce di mondi intimi o manifesti, paure, desideri, forme inquiete: uno
spazio “prismatico”, nel quale ognuno può trovare una faccia che lo rispecchia e che lo rimette in
comunicazione con il proprio vissuto. Un mondo, dunque, capace di raccontare chi siamo e che,
proprio come le nostre case, prevede un percorso al suo interno che parte da una “anticamera” (lo
spazio che confina con l'esterno), attraversa uno spazio di raccordo tra pubblico e privato, fino ad
arrivare alla stanza più interna, quella della dimensione intima, quella del Sé.
L’allestimento della mostra è stato curato dall’architetto Caterina Patrocinio con oggetti d’arredo
gentilmente prestati da Spazio Giustiniani, Genova.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue (italiano/inglese) edito da Prisma Studio
con testo critico di Leo Lecci, biografie degli artisti e fotografie delle opere esposte.
La mostra è organizzata in collaborazione con:
Archivio d’Arte Contemporanea (AdAC), Università di Genova
Spazio Giustiniani, Genova
Rebecca Container, Genova
PRISMA STUDIO, Vico dei Ragazzi 14R 16123 Genova, studioprismagenova@gmail.com
Living Room a cura di Leo Lecci con opere di Cesare Bignotti, Eleonora Chiesa, Clorophilla, Isabelle Fordin, Loredana Galante, Monika Grycko, Fabio Moro, Matteo Pulvirenti, Dana Wyse.
Living Room è una mostra immaginata come una sorta di camera delle meraviglie contemporanea,
in cui il concetto di spazio domestico, fisico e mentale, gioca un ruolo essenziale, venendo
richiamato, evocato, restituito nelle sue possibili “atmosfere” dalla combinazione delle opere dei
nove artisti invitati.
L'esperienza del lockdown della scorsa primavera e quella, ancora in corso, del distanziamento
interpersonale, hanno segnato un netto confine tra il “prima” e il “dopo” la pandemia, creando
condizioni che ci hanno indotto a ragionare diversamente su molti aspetti della nostra vita dal
punto di vista sia individuale sia collettivo e che, inevitabilmente, hanno cambiato anche la nostra
percezione dello spazio domestico. La casa, prima intesa da molti come il luogo intimo per
eccellenza, come lo spazio nel quale era possibile dismettere gli “abiti sociali” per essere
semplicemente se stessi, come il rifugio in cui cercar riparo dalla frenesia e custodire gelosamente
porzioni di tempo da dedicare alla cura del sé, si è trasformata, nel giro di pochi mesi, in una sorta
di gabbia di vetro, dove quello che era privato è diventato pubblico, dove le stanze si sono
trasformate nel set delle nostre attività sociali - siano esse quelle legate al lavoro o allo svago -,
dove ogni giorno dobbiamo negoziare con i nostri famigliari o coinquilini i confini dei reciproci
territori, dove non siamo più in grado di gestire il tempo e dove non siamo più a nostro agio ma, al
contrario, ci sentiamo sovraesposti, turbati, straniati, deprivati della nostra libertà di muoverci ed
esplorare il mondo outdoor.
La “casa delle meraviglie” costruita negli ambienti di Prisma Studio intende risarcire i suoi visitatori
di questa temporanea perdita, accogliendolo in uno spazio popolato di panorami, oggetti, desideri,
immagini e feticci, piccole tracce di mondi intimi o manifesti, paure, desideri, forme inquiete: uno
spazio “prismatico”, nel quale ognuno può trovare una faccia che lo rispecchia e che lo rimette in
comunicazione con il proprio vissuto. Un mondo, dunque, capace di raccontare chi siamo e che,
proprio come le nostre case, prevede un percorso al suo interno che parte da una “anticamera” (lo
spazio che confina con l'esterno), attraversa uno spazio di raccordo tra pubblico e privato, fino ad
arrivare alla stanza più interna, quella della dimensione intima, quella del Sé.
L’allestimento della mostra è stato curato dall’architetto Caterina Patrocinio con oggetti d’arredo
gentilmente prestati da Spazio Giustiniani, Genova.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue (italiano/inglese) edito da Prisma Studio
con testo critico di Leo Lecci, biografie degli artisti e fotografie delle opere esposte.
La mostra è organizzata in collaborazione con:
Archivio d’Arte Contemporanea (AdAC), Università di Genova
Spazio Giustiniani, Genova
Rebecca Container, Genova
PRISMA STUDIO, Vico dei Ragazzi 14R 16123 Genova, studioprismagenova@gmail.com
11
dicembre 2020
Living Room. La percezione dello spazio domestico al tempo della pandemia
Dall'undici dicembre al 30 gennaio 2020
arte contemporanea
Location
PRISMA STUDIO
Genova, Vico dei Ragazzi, 14/r, (Genova)
Genova, Vico dei Ragazzi, 14/r, (Genova)
Orario di apertura
Dal mercoledì al sabato dalle 16.00 alle 19.00 e/o su appuntamento
Vernissage
11 Dicembre 2020, 17.00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento
Progetto grafico
Produzione organizzazione