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Livio Ceschin – Il piacere della natura. Omaggio a Hermann Hesse
In mostra vengono presentate trenta opere realizzate da Livio Ceschin, esponente dell’arte incisoria italiana, con le tecniche dell’acquaforte e della puntasecca. Tema principale del percorso artistico di Ceschin è il paesaggio, declinato nelle sue diverse accezioni.
Comunicato stampa
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«Il piacere della natura. Omaggio a Hermann Hesse. Incisioni di Livio Ceschin» alla Biblioteca Salita dei Frati a Lugano dall’11 dicembre 2021 al 19 febbraio 2022
L’esposizione dedicata all’artista Livio Ceschin, apprezzato esponente dell’arte incisoria italiana, chiude il ciclo di mostre allestite nel 2021 nel Porticato della Biblioteca Salita dei Frati a Lugano dall’Associazione Amici dell’Atelier Calcografico (AAAC) di Novazzano. In mostra vengono presentate trenta opere realizzate da Ceschin con le tecniche dell’acquaforte e della puntasecca su rame che spaziano dagli anni ’90 fino ai più recenti lavori. Tema principale del percorso artistico di Livio Ceschin è il paesaggio, declinato nelle sue diverse accezioni, con particolare cura al dato atmosferico e luministico. In tal senso la mostra è intesa come un omaggio a Hermann Hesse, al quale Ceschin ha sempre guardato con interesse e passione soprattutto per la profonda, e amorevole, attenzione dimostrata dallo scrittore tedesco verso la natura e il paesaggio.
Nato nel 1962, l’artista trevigiano Livio Ceschin è esponente riconosciuto dell'arte incisoria italiana. Compie gli studi presso l'Istituto d'Arte di Venezia e si avvicina all’arte della stampa nel 1991 frequentando l’anno seguente l'Accademia Raffaello di Urbino che consolida il suo proposito di dedicarsi esclusivamente all'incisione. Con chiara ispirazione ai modi espressivi di Rembrandt Van Rijn, maestro indiscusso dell’acquaforte e della puntasecca, e poi di Giovan Battista Tiepolo e del Canaletto, grandi esponenti del luminismo veneziano, Ceschin pone le basi della sua articolata poetica del paesaggio dove il segno non rinnega mai la sua ascendenza barocca e tardobarocca, ma dove raramente c’è l’Uomo. Solo qua e là segni e memorie dell’umano passaggio avviluppati dalla vegetazione che lentamente e silenziosamente si riappropria dei luoghi già abitati e degli oggetti. Dove i luoghi e le cose non sono solo visti e delineati con precisione, ma anche e soprattutto sentiti attraverso una resa sapiente di luci ed ombre.
Quiete e silenzio accomunano la quasi totalità delle sue opere che rappresentano scorci o addirittura frammenti di laguna veneta, di Polesine, di boschi e di stagni e corsi d’acqua della sua regione, con qualche escursione nell’Île-de-France. Tutto prende forma nella mente, con schizzi e fotografie, durante le frequenti passeggiate in luoghi solitari e poi si concretizza nello studio dove pace e concentrazione si coniugheranno per mesi nella lunga e paziente opera di abbozzo per mezzo di disegni, collages e d’incisione calcografica vera e propria eseguita all’acquaforte, a puntasecca e brunitoio. La lastra è spesso stampata su fondino, come d’altra parte è consueto presso l’Atelier calcografico di Novazzano, mentre non sono rari gli interventi a tecnica mista, per lo più a lavis (acquerello monocromatico).
Con l’incisione AAAC 112 «Lungo il viale. Tra gli alberi» – stampata nell’Atelier calcografico di Gianstefano e Francesco Galli a Novazzano per i soci ordinari dell’AAAC – Livio Ceschin approda a Lugano ed espone altre 29 opere con una scelta ragionata che spazia dal principiare della sua produzione grafica ad oggi.
Degli inizi tre sole opere: «Nudo» del 1993 – ovvero una rappresentazione espressiva e fortemente allusiva alla drammatica vicenda di Giuditta e Oloferne, ma che rappresenta un pregevole unicum nella sua produzione e due paesaggi – «Riflessi sull’acqua» del 1994 e «Prati paludosi» del 1996, che ben si collocano all’interno della sua esplorazione di contrade appartate alla ricerca di intimi significati e allusioni poetiche. Le opere stesse tra «Il camminare che svela la natura e rivela il mondo», come scrive Hermann Hesse, e i rapporti di amicizia intessuti con Andrea Zanzotto, Mario Rigoni Stern, suoi conterranei, e Mario Luzi e Franco Loi, ci esortano a vedere al di là del chiaro virtuosismo grafico per scoprirne la più intima essenza poetica.
La vegetazione, le acque e la luce che penetra e riverbera sono parti del tema figurativo dominante della produzione di Livio Ceschin, con numerose varianti definite dal formato, dalle dimensioni dello stesso, dall’impaginazione e dalla colorazione del fondino di stampa. Si tratta di scorci o frammenti di paesaggio dove la vita continua attraverso la dissoluzione della materia organica e dove la natura – come indica la parola che trae origine da un infinito futuro – è un insieme di organismi vivi in continua evoluzione. In questa sezione più recente, «Al tronco smunto dell’abete» e «Vegetazione» sono tra i più coerenti compimenti.
I silenzi rappresentati escludono l’uomo e la sua tecnologia, ma nella parte più matura della sua produzione in mostra il tempo cancella segni e oggetti di presenza umana e la vegetazione si protende per riappropriarsi del tutto. In «Dintorni di Nieuw Markt» non solo la vegetazione cresce tra i raggi della bicicletta, ma la stessa immagine è consunta ed erosa come un’antica pergamena, quasi a significare che non solo la realtà, ma anche la sua immagine fugge con il tempo.
Variazione sul tema del divenire che ritroviamo nella lastra acquisita dall’AAAC «Lungo il viale. Fra gli alberi» del 2021, che arricchirà come consueto i fondi AAAC conservati presso la Bibliothèque Nationale de France, il Museo federale Vincenzo Vela a Ligornetto e l’Archivio di Stato del Cantone Ticino a Bellinzona.
Nota biografica
Nato nel 1962 a Pieve di Soligo, Livio Ceschin ha compiuto gli studi presso l’Istituto Statale d’Arte di Venezia (1978-82). Nel 1991 ha iniziato ad incidere utilizzando le tecniche dell’acquaforte e della puntasecca. Ha poi frequentato i corsi all’Accademia Raffaello di Urbino maturando una serie di esperienze e di studi nel campo della grafica che lo hanno indotto a dedicarsi esclusivamente all’incisione affrontando il tema del paesaggio.
Risale al 1998 l’inizio dei primi rapporti di amicizia con poeti e scrittori (Andrea Zanzotto, Mario Rigoni Stern, Mario Luzi, Franco Loi), sfociati nella collaborazione a numerose edizioni d'arte.
Esponente di spicco dell’arte incisoria italiana, membro della Royal Society of Painter-Printmakers di Londra (dal 2002) e della Fondation Taylor di Parigi (dal 2016), espone regolarmente sia in Italia sia all’estero. Tra le sue mostre si segnalano in particolare quelle che gli hanno dedicato nel 2013 l’Istituto Nazionale per la Grafica a Roma, nel 2014 il Rembrandt House Museum di Amsterdam e nel 2015 il Sinebrychoff Art Museum di Helsinki.
Nel 2021 Ceschin ha presentato alla 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il docufilm dal titolo «Percorsi incisi». Il videodocumentario, che si potrà visionare in occasione della mostra luganese, è suddiviso in dodici sequenze tematiche che riprendono i luoghi del cuore di Ceschin, rivelando gli incanti sorprendenti della natura e creando spazi dell'anima, poesie visive e sguardi nuovi.
L’artista vive e lavora a Montebelluna, provincia di Treviso.
Per ulteriori informazioni si rimanda al sito web: www.livioceschin.it.
L’esposizione dedicata all’artista Livio Ceschin, apprezzato esponente dell’arte incisoria italiana, chiude il ciclo di mostre allestite nel 2021 nel Porticato della Biblioteca Salita dei Frati a Lugano dall’Associazione Amici dell’Atelier Calcografico (AAAC) di Novazzano. In mostra vengono presentate trenta opere realizzate da Ceschin con le tecniche dell’acquaforte e della puntasecca su rame che spaziano dagli anni ’90 fino ai più recenti lavori. Tema principale del percorso artistico di Livio Ceschin è il paesaggio, declinato nelle sue diverse accezioni, con particolare cura al dato atmosferico e luministico. In tal senso la mostra è intesa come un omaggio a Hermann Hesse, al quale Ceschin ha sempre guardato con interesse e passione soprattutto per la profonda, e amorevole, attenzione dimostrata dallo scrittore tedesco verso la natura e il paesaggio.
Nato nel 1962, l’artista trevigiano Livio Ceschin è esponente riconosciuto dell'arte incisoria italiana. Compie gli studi presso l'Istituto d'Arte di Venezia e si avvicina all’arte della stampa nel 1991 frequentando l’anno seguente l'Accademia Raffaello di Urbino che consolida il suo proposito di dedicarsi esclusivamente all'incisione. Con chiara ispirazione ai modi espressivi di Rembrandt Van Rijn, maestro indiscusso dell’acquaforte e della puntasecca, e poi di Giovan Battista Tiepolo e del Canaletto, grandi esponenti del luminismo veneziano, Ceschin pone le basi della sua articolata poetica del paesaggio dove il segno non rinnega mai la sua ascendenza barocca e tardobarocca, ma dove raramente c’è l’Uomo. Solo qua e là segni e memorie dell’umano passaggio avviluppati dalla vegetazione che lentamente e silenziosamente si riappropria dei luoghi già abitati e degli oggetti. Dove i luoghi e le cose non sono solo visti e delineati con precisione, ma anche e soprattutto sentiti attraverso una resa sapiente di luci ed ombre.
Quiete e silenzio accomunano la quasi totalità delle sue opere che rappresentano scorci o addirittura frammenti di laguna veneta, di Polesine, di boschi e di stagni e corsi d’acqua della sua regione, con qualche escursione nell’Île-de-France. Tutto prende forma nella mente, con schizzi e fotografie, durante le frequenti passeggiate in luoghi solitari e poi si concretizza nello studio dove pace e concentrazione si coniugheranno per mesi nella lunga e paziente opera di abbozzo per mezzo di disegni, collages e d’incisione calcografica vera e propria eseguita all’acquaforte, a puntasecca e brunitoio. La lastra è spesso stampata su fondino, come d’altra parte è consueto presso l’Atelier calcografico di Novazzano, mentre non sono rari gli interventi a tecnica mista, per lo più a lavis (acquerello monocromatico).
Con l’incisione AAAC 112 «Lungo il viale. Tra gli alberi» – stampata nell’Atelier calcografico di Gianstefano e Francesco Galli a Novazzano per i soci ordinari dell’AAAC – Livio Ceschin approda a Lugano ed espone altre 29 opere con una scelta ragionata che spazia dal principiare della sua produzione grafica ad oggi.
Degli inizi tre sole opere: «Nudo» del 1993 – ovvero una rappresentazione espressiva e fortemente allusiva alla drammatica vicenda di Giuditta e Oloferne, ma che rappresenta un pregevole unicum nella sua produzione e due paesaggi – «Riflessi sull’acqua» del 1994 e «Prati paludosi» del 1996, che ben si collocano all’interno della sua esplorazione di contrade appartate alla ricerca di intimi significati e allusioni poetiche. Le opere stesse tra «Il camminare che svela la natura e rivela il mondo», come scrive Hermann Hesse, e i rapporti di amicizia intessuti con Andrea Zanzotto, Mario Rigoni Stern, suoi conterranei, e Mario Luzi e Franco Loi, ci esortano a vedere al di là del chiaro virtuosismo grafico per scoprirne la più intima essenza poetica.
La vegetazione, le acque e la luce che penetra e riverbera sono parti del tema figurativo dominante della produzione di Livio Ceschin, con numerose varianti definite dal formato, dalle dimensioni dello stesso, dall’impaginazione e dalla colorazione del fondino di stampa. Si tratta di scorci o frammenti di paesaggio dove la vita continua attraverso la dissoluzione della materia organica e dove la natura – come indica la parola che trae origine da un infinito futuro – è un insieme di organismi vivi in continua evoluzione. In questa sezione più recente, «Al tronco smunto dell’abete» e «Vegetazione» sono tra i più coerenti compimenti.
I silenzi rappresentati escludono l’uomo e la sua tecnologia, ma nella parte più matura della sua produzione in mostra il tempo cancella segni e oggetti di presenza umana e la vegetazione si protende per riappropriarsi del tutto. In «Dintorni di Nieuw Markt» non solo la vegetazione cresce tra i raggi della bicicletta, ma la stessa immagine è consunta ed erosa come un’antica pergamena, quasi a significare che non solo la realtà, ma anche la sua immagine fugge con il tempo.
Variazione sul tema del divenire che ritroviamo nella lastra acquisita dall’AAAC «Lungo il viale. Fra gli alberi» del 2021, che arricchirà come consueto i fondi AAAC conservati presso la Bibliothèque Nationale de France, il Museo federale Vincenzo Vela a Ligornetto e l’Archivio di Stato del Cantone Ticino a Bellinzona.
Nota biografica
Nato nel 1962 a Pieve di Soligo, Livio Ceschin ha compiuto gli studi presso l’Istituto Statale d’Arte di Venezia (1978-82). Nel 1991 ha iniziato ad incidere utilizzando le tecniche dell’acquaforte e della puntasecca. Ha poi frequentato i corsi all’Accademia Raffaello di Urbino maturando una serie di esperienze e di studi nel campo della grafica che lo hanno indotto a dedicarsi esclusivamente all’incisione affrontando il tema del paesaggio.
Risale al 1998 l’inizio dei primi rapporti di amicizia con poeti e scrittori (Andrea Zanzotto, Mario Rigoni Stern, Mario Luzi, Franco Loi), sfociati nella collaborazione a numerose edizioni d'arte.
Esponente di spicco dell’arte incisoria italiana, membro della Royal Society of Painter-Printmakers di Londra (dal 2002) e della Fondation Taylor di Parigi (dal 2016), espone regolarmente sia in Italia sia all’estero. Tra le sue mostre si segnalano in particolare quelle che gli hanno dedicato nel 2013 l’Istituto Nazionale per la Grafica a Roma, nel 2014 il Rembrandt House Museum di Amsterdam e nel 2015 il Sinebrychoff Art Museum di Helsinki.
Nel 2021 Ceschin ha presentato alla 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il docufilm dal titolo «Percorsi incisi». Il videodocumentario, che si potrà visionare in occasione della mostra luganese, è suddiviso in dodici sequenze tematiche che riprendono i luoghi del cuore di Ceschin, rivelando gli incanti sorprendenti della natura e creando spazi dell'anima, poesie visive e sguardi nuovi.
L’artista vive e lavora a Montebelluna, provincia di Treviso.
Per ulteriori informazioni si rimanda al sito web: www.livioceschin.it.
11
dicembre 2021
Livio Ceschin – Il piacere della natura. Omaggio a Hermann Hesse
Dall'undici dicembre 2021 al 19 febbraio 2022
arte contemporanea
Location
BIBLIOTECA SALITA DEI FRATI
Lugano, Salita Dei Frati, 4/A, (Lugano)
Lugano, Salita Dei Frati, 4/A, (Lugano)
Orario di apertura
Mercoledì, giovedì e venerdì: 14 – 18 / Sabato: 9 – 12
chiusura per le festività natalizie: 23 dicembre 2021 – 6 gennaio 2022
Vernissage
11 Dicembre 2021, 17.30
Sito web
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