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Livio Senigalliesi – Vietnam. L’Agente Arancio 30 anni dopo
mostra fotografica
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 19 maggio, alle ore 18.00 lo Spazio Paraggi (Via Pescatori, 23) inaugura “Vietnam. L'Agente Arancio 30 anni dopo”: in mostra immagini e testi del noto fotoreporter Livio Senigalliesi tratti dal suo reportage su uno degli scenari postbellici più devastanti e tragici del nostro tempo.
Lo stesso Senigalliesi sarà presente per raccontare di persona la sua esperienza.
Per la profondità del Male effigiato nelle immagini in mostra se ne consiglia la visione ad un pubblico adulto.
Ma cos'è stato lo “Agente Arancio” e quali sono le sue indelebili tracce?
Tra il 1961 e il 1971 , durante la guerra del Vietnam, milioni e milioni di litri di un diserbante ad alto potenziale, l'Agente Arancio per l'appunto, sono stati gettati sopra le foreste lungo il “Sentiero di Ho Chi Min”, rifugio dei Vietcong, per distruggere la coltre verde della foresta, individuare il nemico e colpirlo con bombe al napalm sganciate dai B-52.
Il principale componente di quel diserbante ha impregnato il terreno e le falde acquifere di un'area vastissima, tanto estesa da rendere semplicemente impensabile la sua bonifica. A più trent'anni di distanza quell'elemento chimico continua ad essere rilevato in concentrazioni altissime nella popolazione, negli animali e nelle falde. Assunta attraverso il cibo o l'acqua, o il latte materno, entra in circolo, raggiunge gli organi bersaglio e provoca tumori e mutazioni del DNA: una catena infinita di sofferenze dal devastante impatto sociale.
Ben 4 milioni di persone subiscono tuttora gli effetti dell'Agente Arancio, in un paese socialmente, economicamente e tecnologicamente incapace di far fronte da solo a tanta devastazione. Solo una piccola minoranza di queste vittime può essere seguita in centri specializzati; la maggior parte dei casi non per essere curati, cosa impossibile, ma per essere accompagnati con la migliore assistenza possibile nel loro lungo calvario di demenza e deformità fino all'unico epilogo salvifico: la morte.
Ogni anno l'Agente Arancio continua a mietere migliaia di vittime, del tutto innocenti, che non hanno nulla a che vedere con chi combatté la guerra nella quale quel diserbante fu utilizzato.
Naturalmente, come nella maggior parte dei peggiori crimini di guerra, l'unica condanna, la più tremenda, è solo quella scontata dalle vittime, le quali stentano perfino a trovare un Tribunale che ammetta le loro istanze.
Il lavoro di Senigalliesi, come quello dei pochissimi altri reporter al mondo che si sono occupati del caso, ha il senso ed il grande merito di non aggravare con la condanna del silenzio e dell'ignoranza quella già schiacciante dell'infernale vita terrena, cui sono costrette le vittime dell'Agente Arancio che hanno la sventura di non nascere già morte.
Per ulteriori informazioni e per sostenere la campagna vedi il sito:
http://www.vn-agentorange.org/index.html
http://www.vava.org.vn/en-GB/SalientNews.vip
Livio Senigalliesi, 50 anni, milanese, inizia la carriera di fotogiornalista nei primi anni ’80 dedicandosi ai grandi temi della realtà italiana, le lotte operaie e studentesche, l’immigrazione, l’emarginazione, i problemi del sud, la lotta alla mafia.
La passione per la fotografia intesa come testimonianza e l'attenzione ai fatti storici di questi ultimi decenni l'hanno portato su fronti caldi come il Medio-Oriente ed il Kurdistan durante la guerra del Golfo, nella Berlino della divisione e della riunificazione, a Mosca durante i giorni del golpe che sancirono la fine dell'Unione Sovietica. Ha seguito tutte la fasi del conflitto nell'ex-Yugoslavia e dalla fine delle ostilità ha iniziato un ampio lavoro di documentazione sui problemi del dopoguerra.
Da alcuni anni porta avanti un progetto dedicato alle vittime civili dei conflitti e collabora con il Photo-desk dell'UNHCR, con l'Ufficio della Cooperazione Italiana e con numerose Ong italiane e straniere.
Ha lavorato in qualità di fotografo di scena sul set del primo film bosniaco del dopoguerra, "Perfect Circle", del regista Ademir Kenovic, presentato alla rassegna cinematografica di Cannes del '97.
I drammatici reportage dal Kosovo, frutto di una lunga e rischiosa permanenza nella tormentata regione balcanica, sono valsi all'autore la nomination per il prestigioso "Bayeux War Corrispondent Award '98".
E' autore di numerosi libri e di una mostra fotografica itinerante dal titolo 'Oltre il muro', 120 immagini dedicate alla memoria dei conflitti conseguenti alla caduta del Muro di Berlino.
Di recente pubblicazione: "Caucaso" edito da Mazzotta-Milano, "Vittime, storie di guerra sul fronte della pace" con testi di Massimo Nava (Recensione) edito da Fazi-Roma, "Balcani: la guerra in Europa. Memorie per l'educazione alla pace" (www.cesvi.org/memorie_mfotografica.asp) edito da Cesvi-Educational e "Ruanda: memorie di un genocidio" i cui proventi sono destinati al sostegno di un gruppo di madri con bambini disabili di Kigali (www.stranivari.it/str_rep_0500.html).
Il sito www.liviosenigalliesi.com è stato premiato dalla prestigiosa rivista newyorkese PDN District News per le sue immagini e contenuti.
Un'immagine tratta dal reportage sulla lebbra in India è stata premiata nell’ambito del "World Health Organization Photo Award 2004" dedicato alla disabilità.
Nell'estate del 2004 ha svolto un vasto lavoro di documentazione sull'attività del Lacor Hospital di Gulu in Nord-Uganda. Le drammatiche immagini hanno illustrato una pubblicazione finanziata da ECHO dedicata ai problemi sociali e sanitari derivanti da 18 anni di sanguinoso conflitto (http://www.lhospital.org/).
Sempre nel 2004 ha prodotto un reportage esclusivo nelle regioni indigene del nord del Guatemala, collaborando con la Fondazione Rigoberta Menchù Tum e approfondendo le tematiche relative alle violazioni dei diritti umani ed al risarcimento delle vittime indigene uccise durante gli anni della dittatura militare. Le immagini sono accompagnate da testimonianze inedite e da un'esclusiva intervista con Rigoberta Menchù, Premio Nobel per la Pace e Ambasciatrice delle Nazioni Unite.
Nell'autunno del 2004, a seguito del sanguinoso attacco alla Scuola 1 di Beslan, ha iniziato un nuovo progetto di lungo periodo dedicato alle tormentate repubbliche caucasiche. In programma un libro e una mostra fotografica per raccontare una zona di sanguinosi conflitti dimenticata dai mass-media e dalle organizzazioni umanitarie.
Sinergia con altre forme d'arte e cultura: la fotografia ed il teatro. Dal 2000 la mostra fotografica 'Oltre il muro' si è arricchita della partecipazione del gruppo teatrale Scarlattine http://www.scarlattineteatro.it. La testimonianza giornalistica attraverso le immagini è divenuta fonte d'ispirazione per giovani attori che hanno portato in scena le tragedie dei nostri giorni emozionando un largo pubblico di tutte le età e partecipando a numerosi spettacoli ed eventi contro la guerra come il Forum Sociale Europeo di Firenze. 'Oltre il muro' mostra-performance teatrale ha vinto il premio della critica al Bassano Opera Festival 2003.
Nell'autunno 2004 la mostra fotografica 'Ruanda: memorie di un genocidio' ha accompagnato lo spettacolo 'Rwanda 1994' nelle principali città italiane http://www.italymedia.it/informateatro/2003-2004/teatro_eliseo/rwanda.htm
Il Goethe Institut di Milano è sede permanente della mostra fotografica "Die mauer - Berlin 1989/2004". In 20 immagini di grande formato la testimonianza esclusiva di uno dei momenti più drammatici della storia contemporanea e le tracce di ciò che resta di quel muro nella Berlino dei nostri giorni.
Nel maggio del 2005 è stato tra i relatori del ciclo di conferenze organizzato dell'Università degli Studi di Milano - Bicocca sul tema "Quale diritto nei conflitti armati?"
Nel giugno 2005 è tornato in Bosnia per documentare il delicato lavoro dell'ICMP - International Commission on Missing Persons - organizzazione che si occupa del recupero e dell'identificazione delle vittime del massacro di Srebrenica.
Tra l'autunno del 2005 e la primavera del 2006 ha svolto diversi viaggi nell'area caucasica pubblicando numerosi reportage e un libro dal titolo "Caucaso" edito da Mazzotta-Milano.
Nell'aprile 2006 ha documentato le attività del contingente italiano nella provincia di Dhi Qar, i progetti di ricostruzione, gli sforzi per combattere l'emergenza sanitaria e le gravi condizioni di vita della popolazione irachena dopo tre anni di devastante conflitto.
Nel giugno 2006 ha partecipato alla Conferenza Internazionale "Guarire la guerra" organizzata a Roma presso il Palazzo della Farnesina dallo IOM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) e dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero Affari Esteri. Ulteriori notizie e una selezione delle immagini della mostra sul sito www.healingthewar.org
Nel luglio 2006 ha realizzato una sconvolgente inchiesta sulle conseguenze dell'Agente Arancio, il defoliante alla diossina usato dall'aviazione statunitense durante la guerra in Vietnam.
Tra l'agosto e il settembre del 2006 ha documentato la distruzione di Beirut e dei villaggi libanesi al confine con Israele. Nell'ottobre 2006 gli viene conferito il Premio Antonio Russo per il reportage di guerra.
Nel marzo 2007 partecipa al Festival Internazionale di Giornalismo di Perugia, con una mostra inedita dal titolo "Vietnam 30 anni dopo" dedicata alle vittime dell'Agent Orange www.festivaldelgiornalismo.com.
Nell'ambito del Festival riceve dalla Municipalità della Città di Assisi la "Colomba della Pace" quale riconoscimento per il suo impegno a favore delle popolazioni colpite dalla guerra.
Documenta i progetti sociali della Comunità di Sant'Egidio in Cambogia e le tragiche conseguenze del regime di Pol Pot fotografando il centro di tortura S-21 ed i killing fields alle porte di Phnom Penh dove migliaia di vittime innocenti affiorano dalle fosse comuni. In programma una mostra itinerante.
E' attualmente in stampa un nuovo volume dedicato alla violazione dei diritti umani in Guatemala e alle attività della Fondazione Rigoberta Menchu dal titolo "Justicia y verdad".
Numerosissime le mostre allestite in tutto il mondo.
Lo stesso Senigalliesi sarà presente per raccontare di persona la sua esperienza.
Per la profondità del Male effigiato nelle immagini in mostra se ne consiglia la visione ad un pubblico adulto.
Ma cos'è stato lo “Agente Arancio” e quali sono le sue indelebili tracce?
Tra il 1961 e il 1971 , durante la guerra del Vietnam, milioni e milioni di litri di un diserbante ad alto potenziale, l'Agente Arancio per l'appunto, sono stati gettati sopra le foreste lungo il “Sentiero di Ho Chi Min”, rifugio dei Vietcong, per distruggere la coltre verde della foresta, individuare il nemico e colpirlo con bombe al napalm sganciate dai B-52.
Il principale componente di quel diserbante ha impregnato il terreno e le falde acquifere di un'area vastissima, tanto estesa da rendere semplicemente impensabile la sua bonifica. A più trent'anni di distanza quell'elemento chimico continua ad essere rilevato in concentrazioni altissime nella popolazione, negli animali e nelle falde. Assunta attraverso il cibo o l'acqua, o il latte materno, entra in circolo, raggiunge gli organi bersaglio e provoca tumori e mutazioni del DNA: una catena infinita di sofferenze dal devastante impatto sociale.
Ben 4 milioni di persone subiscono tuttora gli effetti dell'Agente Arancio, in un paese socialmente, economicamente e tecnologicamente incapace di far fronte da solo a tanta devastazione. Solo una piccola minoranza di queste vittime può essere seguita in centri specializzati; la maggior parte dei casi non per essere curati, cosa impossibile, ma per essere accompagnati con la migliore assistenza possibile nel loro lungo calvario di demenza e deformità fino all'unico epilogo salvifico: la morte.
Ogni anno l'Agente Arancio continua a mietere migliaia di vittime, del tutto innocenti, che non hanno nulla a che vedere con chi combatté la guerra nella quale quel diserbante fu utilizzato.
Naturalmente, come nella maggior parte dei peggiori crimini di guerra, l'unica condanna, la più tremenda, è solo quella scontata dalle vittime, le quali stentano perfino a trovare un Tribunale che ammetta le loro istanze.
Il lavoro di Senigalliesi, come quello dei pochissimi altri reporter al mondo che si sono occupati del caso, ha il senso ed il grande merito di non aggravare con la condanna del silenzio e dell'ignoranza quella già schiacciante dell'infernale vita terrena, cui sono costrette le vittime dell'Agente Arancio che hanno la sventura di non nascere già morte.
Per ulteriori informazioni e per sostenere la campagna vedi il sito:
http://www.vn-agentorange.org/index.html
http://www.vava.org.vn/en-GB/SalientNews.vip
Livio Senigalliesi, 50 anni, milanese, inizia la carriera di fotogiornalista nei primi anni ’80 dedicandosi ai grandi temi della realtà italiana, le lotte operaie e studentesche, l’immigrazione, l’emarginazione, i problemi del sud, la lotta alla mafia.
La passione per la fotografia intesa come testimonianza e l'attenzione ai fatti storici di questi ultimi decenni l'hanno portato su fronti caldi come il Medio-Oriente ed il Kurdistan durante la guerra del Golfo, nella Berlino della divisione e della riunificazione, a Mosca durante i giorni del golpe che sancirono la fine dell'Unione Sovietica. Ha seguito tutte la fasi del conflitto nell'ex-Yugoslavia e dalla fine delle ostilità ha iniziato un ampio lavoro di documentazione sui problemi del dopoguerra.
Da alcuni anni porta avanti un progetto dedicato alle vittime civili dei conflitti e collabora con il Photo-desk dell'UNHCR, con l'Ufficio della Cooperazione Italiana e con numerose Ong italiane e straniere.
Ha lavorato in qualità di fotografo di scena sul set del primo film bosniaco del dopoguerra, "Perfect Circle", del regista Ademir Kenovic, presentato alla rassegna cinematografica di Cannes del '97.
I drammatici reportage dal Kosovo, frutto di una lunga e rischiosa permanenza nella tormentata regione balcanica, sono valsi all'autore la nomination per il prestigioso "Bayeux War Corrispondent Award '98".
E' autore di numerosi libri e di una mostra fotografica itinerante dal titolo 'Oltre il muro', 120 immagini dedicate alla memoria dei conflitti conseguenti alla caduta del Muro di Berlino.
Di recente pubblicazione: "Caucaso" edito da Mazzotta-Milano, "Vittime, storie di guerra sul fronte della pace" con testi di Massimo Nava (Recensione) edito da Fazi-Roma, "Balcani: la guerra in Europa. Memorie per l'educazione alla pace" (www.cesvi.org/memorie_mfotografica.asp) edito da Cesvi-Educational e "Ruanda: memorie di un genocidio" i cui proventi sono destinati al sostegno di un gruppo di madri con bambini disabili di Kigali (www.stranivari.it/str_rep_0500.html).
Il sito www.liviosenigalliesi.com è stato premiato dalla prestigiosa rivista newyorkese PDN District News per le sue immagini e contenuti.
Un'immagine tratta dal reportage sulla lebbra in India è stata premiata nell’ambito del "World Health Organization Photo Award 2004" dedicato alla disabilità.
Nell'estate del 2004 ha svolto un vasto lavoro di documentazione sull'attività del Lacor Hospital di Gulu in Nord-Uganda. Le drammatiche immagini hanno illustrato una pubblicazione finanziata da ECHO dedicata ai problemi sociali e sanitari derivanti da 18 anni di sanguinoso conflitto (http://www.lhospital.org/).
Sempre nel 2004 ha prodotto un reportage esclusivo nelle regioni indigene del nord del Guatemala, collaborando con la Fondazione Rigoberta Menchù Tum e approfondendo le tematiche relative alle violazioni dei diritti umani ed al risarcimento delle vittime indigene uccise durante gli anni della dittatura militare. Le immagini sono accompagnate da testimonianze inedite e da un'esclusiva intervista con Rigoberta Menchù, Premio Nobel per la Pace e Ambasciatrice delle Nazioni Unite.
Nell'autunno del 2004, a seguito del sanguinoso attacco alla Scuola 1 di Beslan, ha iniziato un nuovo progetto di lungo periodo dedicato alle tormentate repubbliche caucasiche. In programma un libro e una mostra fotografica per raccontare una zona di sanguinosi conflitti dimenticata dai mass-media e dalle organizzazioni umanitarie.
Sinergia con altre forme d'arte e cultura: la fotografia ed il teatro. Dal 2000 la mostra fotografica 'Oltre il muro' si è arricchita della partecipazione del gruppo teatrale Scarlattine http://www.scarlattineteatro.it. La testimonianza giornalistica attraverso le immagini è divenuta fonte d'ispirazione per giovani attori che hanno portato in scena le tragedie dei nostri giorni emozionando un largo pubblico di tutte le età e partecipando a numerosi spettacoli ed eventi contro la guerra come il Forum Sociale Europeo di Firenze. 'Oltre il muro' mostra-performance teatrale ha vinto il premio della critica al Bassano Opera Festival 2003.
Nell'autunno 2004 la mostra fotografica 'Ruanda: memorie di un genocidio' ha accompagnato lo spettacolo 'Rwanda 1994' nelle principali città italiane http://www.italymedia.it/informateatro/2003-2004/teatro_eliseo/rwanda.htm
Il Goethe Institut di Milano è sede permanente della mostra fotografica "Die mauer - Berlin 1989/2004". In 20 immagini di grande formato la testimonianza esclusiva di uno dei momenti più drammatici della storia contemporanea e le tracce di ciò che resta di quel muro nella Berlino dei nostri giorni.
Nel maggio del 2005 è stato tra i relatori del ciclo di conferenze organizzato dell'Università degli Studi di Milano - Bicocca sul tema "Quale diritto nei conflitti armati?"
Nel giugno 2005 è tornato in Bosnia per documentare il delicato lavoro dell'ICMP - International Commission on Missing Persons - organizzazione che si occupa del recupero e dell'identificazione delle vittime del massacro di Srebrenica.
Tra l'autunno del 2005 e la primavera del 2006 ha svolto diversi viaggi nell'area caucasica pubblicando numerosi reportage e un libro dal titolo "Caucaso" edito da Mazzotta-Milano.
Nell'aprile 2006 ha documentato le attività del contingente italiano nella provincia di Dhi Qar, i progetti di ricostruzione, gli sforzi per combattere l'emergenza sanitaria e le gravi condizioni di vita della popolazione irachena dopo tre anni di devastante conflitto.
Nel giugno 2006 ha partecipato alla Conferenza Internazionale "Guarire la guerra" organizzata a Roma presso il Palazzo della Farnesina dallo IOM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) e dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero Affari Esteri. Ulteriori notizie e una selezione delle immagini della mostra sul sito www.healingthewar.org
Nel luglio 2006 ha realizzato una sconvolgente inchiesta sulle conseguenze dell'Agente Arancio, il defoliante alla diossina usato dall'aviazione statunitense durante la guerra in Vietnam.
Tra l'agosto e il settembre del 2006 ha documentato la distruzione di Beirut e dei villaggi libanesi al confine con Israele. Nell'ottobre 2006 gli viene conferito il Premio Antonio Russo per il reportage di guerra.
Nel marzo 2007 partecipa al Festival Internazionale di Giornalismo di Perugia, con una mostra inedita dal titolo "Vietnam 30 anni dopo" dedicata alle vittime dell'Agent Orange www.festivaldelgiornalismo.com.
Nell'ambito del Festival riceve dalla Municipalità della Città di Assisi la "Colomba della Pace" quale riconoscimento per il suo impegno a favore delle popolazioni colpite dalla guerra.
Documenta i progetti sociali della Comunità di Sant'Egidio in Cambogia e le tragiche conseguenze del regime di Pol Pot fotografando il centro di tortura S-21 ed i killing fields alle porte di Phnom Penh dove migliaia di vittime innocenti affiorano dalle fosse comuni. In programma una mostra itinerante.
E' attualmente in stampa un nuovo volume dedicato alla violazione dei diritti umani in Guatemala e alle attività della Fondazione Rigoberta Menchu dal titolo "Justicia y verdad".
Numerosissime le mostre allestite in tutto il mondo.
19
maggio 2007
Livio Senigalliesi – Vietnam. L’Agente Arancio 30 anni dopo
Dal 19 maggio al 17 giugno 2007
fotografia
Location
SPAZIO PARAGGI
Treviso, Via Pescatori, 23, (Treviso)
Treviso, Via Pescatori, 23, (Treviso)
Orario di apertura
dal merc. alla dom. dalle 16.00 alle 20
Vernissage
19 Maggio 2007, ore 18.30
Autore