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Ljudmilla Socci – Untitled
Emergente fotografa anconetana, dopo varie esposizioni artistiche nazionali e internazionali tra le quali Photographic Portrait Prize (Londra, 2006), Sony World Photography Awards (Cannes, 2009) e Impossible Exchange a Frieze Art Fair (Londra, 2009)
Comunicato stampa
Segnala l'evento
INAUGURAZIONE MERCOLEDI' 28 APRILE, ORE 18,30
Verrà inaugurata mercoledì 28 aprile alle ore 18.30 alla galleria Quattrocentometriquadri di Ancona “Untitled”, mostra personale di Ljudmilla Socci, a cura di Silvia Colaiacomo. L’esposizione raccoglie la serie di stampe su tessuto a cui appartiene l’opera in mostra alla Mole Vanvitelliana per la collettiva “Arrivi e Partenze Europa”; “Untitled” rappresenta così un’appendice di approfondimento della importante rassegna internazionale, che l’associazione Quattrocentometriquadri dedica alla giovane fotografa anconetana.
“Untitled” costituisce una riflessione sull’identità, dalla natura ambigua e sfuggente. Attraverso forme evanescenti che emergono da buio e si perdono nel gioco di luci ed ombre, l’artista mira a cogliere il segreto dell’io, che rifugge le catalogazioni per farsi fluido e mutevole. Così la curatrice descrive le opere: “Come fossero il risultato di una stratificazione di trasparenze che sovrapponendosi si dissolvono nella loro stessa rinascita e morte, sono immagini che richiedono pazienza e comprensione. Sono narrazioni di un Io frantumato e mutevole in cerca della forma che lo rappresenti meglio”. Alla ricerca della propria essenza, l’essere umano si appella allora ad uno stato primordiale: “Non è un io confuso, quello rappresentato – commenta ancora Colaiacomo -, insensata è piuttosto la sua forzata catalogazione sociale, che lo tormenta in taglie scomode e strette e lo classifica come vivo o morto, come uomo o donna. La natura si riappropria di se stessa, come Medea dei propri figli, madre e matrigna, concedendo momenti di lucidità assoluta e come tale cieca e sensuale, che zittisce l’intelletto inteso come consapevolezza sociale del sé. […]Istantanea dell’istinto strisciante e negato che facciamo finta di non avere, Untitled è una prova toccante di diritto all’esistenza”.
La mostra resterà aperta dal 28 aprile al 9 maggio. Orario di visita: da martedì a domenica dalle ore 18.30 alle 20; il martedì, giovedì e sabato dalle ore 10.30 alle 12.30; su prenotazione contattando i numeri 349 8744062 - 338 2430040.
L'ingresso alla mostra in galleria è gratuito. Per tutta la durata della mostra, la galleria distribuisce riduzioni per i biglietti di ingresso alla mostra "Arrivi Partenze Europa" in corso alla Mole Vanvitelliana fino al 9 maggio.
Con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Ancona e dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Ancona.
Si ringrazia Lidia&Amato Viticoltori. Controguerra (TE).
Ljudmilla Socci nasce ad Ancona. Conseguita la laurea in Photographic Arts presso la Westminster University di Londra, si divide tra il Regno Unito e l'Italia partecipando a progetti ed esposizioni artistiche nazionali e internazionali tra le quali Photographic Portrait Prize (Londra, 2006), Sony World Photography Awards (Cannes, 2009), Festival Adriatico Mediterraneo (Ancona, 2009) e Impossible Exchange a Frieze Art Fair (Londra, 2009). È tra i sei finalisti dell’EcoArtProject 2009. Nel 2010 partecipa ad Arrivi e Partenze, rassegna dedicata ai giovani protagonisti dell’arte contemporanea curata da Andrea Bruciati e Walter Gasperoni (Mole Vanvitelliana, Ancona) e Non totalmente immemori, né completamente nudi curata da Andrea Bruciati e Eva Comuzzi (Galleria Comunale d'Arte Contemporanea, Monfalcone).
Già in passato, guardando gli Inner portraits di Ljudmilla Socci, pensai che nonostante l’impatto visivo deciso e disorientante a quelle opere dovesse essere concesso tempo, tempo per filtrare se stesse dalla loro propria aggressività pittorica. Con Untitled il processo si ripete, più profondo, più ingannevole essendo l’immagine. Untitled è anche il nome di una delle prime serie di Cindy Sherman e di un’altra di Sherrie Levine. E semplicemente innegabile è il legame con queste, sia nell’ambiguità della rappresentazione riproducibile dell’identità sia nell’ambigua identità rappresentata. Ma sebbene lungo corra l’elenco dei rimandi rituali all’arte del corpo, chiamando in causa fra tutti Vito Acconci e la sottile linea di equilibrio tra concessione e intrusione che qui materialmente si incarna nella trasparenza della tela, ambiguo dunque il supporto, rimane qualcosa di sospeso e non facilmante riducibile ai parametri dell’evoluzione/emulazione storica dell’opera d’arte, nonché – più profondamente – al concetto di immagine come perno di riflessione sociale.
Le opere in mostra, appendice fisica della foto alla Mole Vanvitelliana e spina dorsale di un lavoro ancora in progress, sondano profondità di confine più pastose di un gioco delle parti o della sofferta accettazione del medesimo. Senza titolo e senza tempo questi sudari leggeri sono sospesi in un momento impreciso tra il tramonto e l’alba tanto da confodere se stessi al punto da non capire se nella notte si entri o la si lasci. Leonard Cohen, al culmine della sua beata perdizione, cantava “there is a crack in everything. That's how the light comes in”, e similmente fanno i personaggi di Ljudmilla Socci, graziati da una luce tra l’ellenistico e il seicentesco. Una luce da fine del mondo e da rivoluzione scientifica, nonché resurrezione delle carni o loro sepoltura.
Non è un io confuso, quello rappresentato, insensata è piuttosto la sua forzata catalogazione
sociale, che lo tormenta in taglie scomode e strette e lo classifica come vivo o morto, come uomo o donna. La natura si riappropria di se stessa, come Medea dei propri figli - madre e matrigna - concedendo momenti di lucidità assoluta e come tale cieca e sensuale, che zittisce l’intelletto inteso come consapevolezza sociale del sé. L’essere umano, macchina semantica creatrice continua di significati, perde la vista, o meglio ad essa rinuncia, nella difesa vulnerabile della propria essenza.
Come i cani di Paolo Grissino, anch’essi senza nome, la vita torna ad arroccarsi attorno al suo stato primordiale tutt’altro che barbarico, ma mutevole e fluido flusso di incoscienza. Si passa per l’annullamento della propria immagine, la più ingannevole tra le rappresentazioni, per approdare alla sospensione quasi magmatica del nostro proprio rumore di fondo.
L’opera di Ljudmilla Socci è dunque doppiamente senza tempo, perché va ad annidiarsi in ere
mitologiche e con esse dialoga di nascita e morte, di occhi simbolo della mente e di respiro del
mondo. Un’intervista con Edipo e Giocasta, uniti nell’inevitabile accettazione di una comune origine.
Ma se la visione sfugge, il suono compone e struttura il discorso del sé. C’è qualcosa dello stato estatico della Santa Teresa berniniana nella bocca semiaperta, semi-inghiottita dal buio del buon senso che la Socci ritrae con un’apprensione non per questo pacificante, ma creatrice di ulteriori conflitti e disvelatrice di minute, nascoste ambiguità. Istantanea dell’istinto strisciante e negato che facciamo finta di non avere, untitled è una prova toccante di diritto all’esistenza.
INAUGURAZIONE
Mercoledì 28 aprile 2010, ore 18.30
Sarà presente l’artista.
La mostra rimarrà aperta fino al 9 maggio
Orario
Dal martedì alla domenica, dalle 18,30 alle 20.00.
Martedì, giovedì e sabato dalle 10,30 alle 12,30.
Su prenotazione, contattando 3498744062 | 3382430040 | 3383374246
QUATTROCENTOMETRIQUADRI gallery
via magenta 15 | ancona
www.quattrocentometriquadri.eu
gallery@quattrocentometriquadri.eu
Verrà inaugurata mercoledì 28 aprile alle ore 18.30 alla galleria Quattrocentometriquadri di Ancona “Untitled”, mostra personale di Ljudmilla Socci, a cura di Silvia Colaiacomo. L’esposizione raccoglie la serie di stampe su tessuto a cui appartiene l’opera in mostra alla Mole Vanvitelliana per la collettiva “Arrivi e Partenze Europa”; “Untitled” rappresenta così un’appendice di approfondimento della importante rassegna internazionale, che l’associazione Quattrocentometriquadri dedica alla giovane fotografa anconetana.
“Untitled” costituisce una riflessione sull’identità, dalla natura ambigua e sfuggente. Attraverso forme evanescenti che emergono da buio e si perdono nel gioco di luci ed ombre, l’artista mira a cogliere il segreto dell’io, che rifugge le catalogazioni per farsi fluido e mutevole. Così la curatrice descrive le opere: “Come fossero il risultato di una stratificazione di trasparenze che sovrapponendosi si dissolvono nella loro stessa rinascita e morte, sono immagini che richiedono pazienza e comprensione. Sono narrazioni di un Io frantumato e mutevole in cerca della forma che lo rappresenti meglio”. Alla ricerca della propria essenza, l’essere umano si appella allora ad uno stato primordiale: “Non è un io confuso, quello rappresentato – commenta ancora Colaiacomo -, insensata è piuttosto la sua forzata catalogazione sociale, che lo tormenta in taglie scomode e strette e lo classifica come vivo o morto, come uomo o donna. La natura si riappropria di se stessa, come Medea dei propri figli, madre e matrigna, concedendo momenti di lucidità assoluta e come tale cieca e sensuale, che zittisce l’intelletto inteso come consapevolezza sociale del sé. […]Istantanea dell’istinto strisciante e negato che facciamo finta di non avere, Untitled è una prova toccante di diritto all’esistenza”.
La mostra resterà aperta dal 28 aprile al 9 maggio. Orario di visita: da martedì a domenica dalle ore 18.30 alle 20; il martedì, giovedì e sabato dalle ore 10.30 alle 12.30; su prenotazione contattando i numeri 349 8744062 - 338 2430040.
L'ingresso alla mostra in galleria è gratuito. Per tutta la durata della mostra, la galleria distribuisce riduzioni per i biglietti di ingresso alla mostra "Arrivi Partenze Europa" in corso alla Mole Vanvitelliana fino al 9 maggio.
Con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Ancona e dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Ancona.
Si ringrazia Lidia&Amato Viticoltori. Controguerra (TE).
Ljudmilla Socci nasce ad Ancona. Conseguita la laurea in Photographic Arts presso la Westminster University di Londra, si divide tra il Regno Unito e l'Italia partecipando a progetti ed esposizioni artistiche nazionali e internazionali tra le quali Photographic Portrait Prize (Londra, 2006), Sony World Photography Awards (Cannes, 2009), Festival Adriatico Mediterraneo (Ancona, 2009) e Impossible Exchange a Frieze Art Fair (Londra, 2009). È tra i sei finalisti dell’EcoArtProject 2009. Nel 2010 partecipa ad Arrivi e Partenze, rassegna dedicata ai giovani protagonisti dell’arte contemporanea curata da Andrea Bruciati e Walter Gasperoni (Mole Vanvitelliana, Ancona) e Non totalmente immemori, né completamente nudi curata da Andrea Bruciati e Eva Comuzzi (Galleria Comunale d'Arte Contemporanea, Monfalcone).
Già in passato, guardando gli Inner portraits di Ljudmilla Socci, pensai che nonostante l’impatto visivo deciso e disorientante a quelle opere dovesse essere concesso tempo, tempo per filtrare se stesse dalla loro propria aggressività pittorica. Con Untitled il processo si ripete, più profondo, più ingannevole essendo l’immagine. Untitled è anche il nome di una delle prime serie di Cindy Sherman e di un’altra di Sherrie Levine. E semplicemente innegabile è il legame con queste, sia nell’ambiguità della rappresentazione riproducibile dell’identità sia nell’ambigua identità rappresentata. Ma sebbene lungo corra l’elenco dei rimandi rituali all’arte del corpo, chiamando in causa fra tutti Vito Acconci e la sottile linea di equilibrio tra concessione e intrusione che qui materialmente si incarna nella trasparenza della tela, ambiguo dunque il supporto, rimane qualcosa di sospeso e non facilmante riducibile ai parametri dell’evoluzione/emulazione storica dell’opera d’arte, nonché – più profondamente – al concetto di immagine come perno di riflessione sociale.
Le opere in mostra, appendice fisica della foto alla Mole Vanvitelliana e spina dorsale di un lavoro ancora in progress, sondano profondità di confine più pastose di un gioco delle parti o della sofferta accettazione del medesimo. Senza titolo e senza tempo questi sudari leggeri sono sospesi in un momento impreciso tra il tramonto e l’alba tanto da confodere se stessi al punto da non capire se nella notte si entri o la si lasci. Leonard Cohen, al culmine della sua beata perdizione, cantava “there is a crack in everything. That's how the light comes in”, e similmente fanno i personaggi di Ljudmilla Socci, graziati da una luce tra l’ellenistico e il seicentesco. Una luce da fine del mondo e da rivoluzione scientifica, nonché resurrezione delle carni o loro sepoltura.
Non è un io confuso, quello rappresentato, insensata è piuttosto la sua forzata catalogazione
sociale, che lo tormenta in taglie scomode e strette e lo classifica come vivo o morto, come uomo o donna. La natura si riappropria di se stessa, come Medea dei propri figli - madre e matrigna - concedendo momenti di lucidità assoluta e come tale cieca e sensuale, che zittisce l’intelletto inteso come consapevolezza sociale del sé. L’essere umano, macchina semantica creatrice continua di significati, perde la vista, o meglio ad essa rinuncia, nella difesa vulnerabile della propria essenza.
Come i cani di Paolo Grissino, anch’essi senza nome, la vita torna ad arroccarsi attorno al suo stato primordiale tutt’altro che barbarico, ma mutevole e fluido flusso di incoscienza. Si passa per l’annullamento della propria immagine, la più ingannevole tra le rappresentazioni, per approdare alla sospensione quasi magmatica del nostro proprio rumore di fondo.
L’opera di Ljudmilla Socci è dunque doppiamente senza tempo, perché va ad annidiarsi in ere
mitologiche e con esse dialoga di nascita e morte, di occhi simbolo della mente e di respiro del
mondo. Un’intervista con Edipo e Giocasta, uniti nell’inevitabile accettazione di una comune origine.
Ma se la visione sfugge, il suono compone e struttura il discorso del sé. C’è qualcosa dello stato estatico della Santa Teresa berniniana nella bocca semiaperta, semi-inghiottita dal buio del buon senso che la Socci ritrae con un’apprensione non per questo pacificante, ma creatrice di ulteriori conflitti e disvelatrice di minute, nascoste ambiguità. Istantanea dell’istinto strisciante e negato che facciamo finta di non avere, untitled è una prova toccante di diritto all’esistenza.
INAUGURAZIONE
Mercoledì 28 aprile 2010, ore 18.30
Sarà presente l’artista.
La mostra rimarrà aperta fino al 9 maggio
Orario
Dal martedì alla domenica, dalle 18,30 alle 20.00.
Martedì, giovedì e sabato dalle 10,30 alle 12,30.
Su prenotazione, contattando 3498744062 | 3382430040 | 3383374246
QUATTROCENTOMETRIQUADRI gallery
via magenta 15 | ancona
www.quattrocentometriquadri.eu
gallery@quattrocentometriquadri.eu
28
aprile 2010
Ljudmilla Socci – Untitled
Dal 28 aprile al 09 maggio 2010
fotografia
Location
QUATTROCENTOMETRIQUADRI GALLERY
Ancona, Via Magenta, 15, (Ancona)
Ancona, Via Magenta, 15, (Ancona)
Orario di apertura
Tutti i giorni, 18.30/20.00
Vernissage
28 Aprile 2010, ore 19,30
Autore
Curatore