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Lo sguardo e la visione
Cinque diverse esperienze della visione, una comune attitudine alla profondità, in senso temporale e spaziale. Prodigiosamente, il singolo trascurabile oggetto, il frammento di un paesaggio, la segreta attrazione per un edificio trasfigurato da una lama di luce, si rivelano in tutta la loro ricchezza, assumendo nell’occhio di chi guarda, un rilievo inaspettato.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Pinacoteca Comunale d’Arte Contemporanea di Gaeta ospiterà dal 16 maggio al 14 giugno una collettiva di cinque artisti che operano nell’ambito delle arti figurative: Corrado Bonicatti, Monica Ferrando, Pierluigi Isola, Ana Kapor e Vladimir Pajevic.
In un’epoca in cui la pittura appare schiacciata tra una sempre più dettagliata possibilità di visione ottica supportata dalla tecnologia da un lato, e una dissoluzione delle forme in nome di un’astratta e radicale ricerca dell’elemento inedito e trasgressivo dall’altro, questi artisti percorrono forse una terza strada che si ricollega alle origini del pensiero occidentale: l’idea che sia l’occhio ad emettere un fascio di raggi visivi, illuminando la realtà e rendendo evidenti le cose.
Una teoria che potrebbe oggi essere considerata ingenua, ma che incoraggia una riflessione inedita sulla percezione: che sia lo sguardo a illuminare la realtà, a darle senso, e che la visione estetica sia un atto complesso che riconduce all’oggetto.
Un tentativo corale di concepire la superficie pittorica come elemento sensibile di mediazione tra uno spazio esterno che si offre allo sguardo e uno spazio interiore portatore di visioni e contenuti profondi.
Cinque diverse esperienze della visione, una comune attitudine alla profondità, in senso temporale e spaziale. Prodigiosamente, il singolo trascurabile oggetto, il frammento di un paesaggio, la segreta attrazione per un edificio trasfigurato da una lama di luce, si rivelano in tutta la loro ricchezza, assumendo nell’occhio di chi guarda, un rilievo inaspettato.
Lo sguardo non è mai solo un movimento dall’esterno verso l’interno; deve tramutarsi in visione; ciò che procede dall’esterno deve essere mediato dai contenuti interiori, incontrare un altro tipo di conoscenza.
Le opere in mostra, attraverso elaborazioni formali del tutto originali, amplificano la riflessione sulla rappresentazione della realtà e, pur nella completa libertà dell’intenzionalità artistica, attuano una sorta di armoniosa continuità con le ricerche estetiche del passato.
I cinque artisti coprono un arco generazionale che va dal 1940 al 1964 e vantano esperienze espositive in importanti strutture pubbliche e private in Italia e all’estero; il loro lavoro è stato analizzato da critici e studiosi che a vario titolo ne hanno approfondito i diversi aspetti.
In un’epoca in cui la pittura appare schiacciata tra una sempre più dettagliata possibilità di visione ottica supportata dalla tecnologia da un lato, e una dissoluzione delle forme in nome di un’astratta e radicale ricerca dell’elemento inedito e trasgressivo dall’altro, questi artisti percorrono forse una terza strada che si ricollega alle origini del pensiero occidentale: l’idea che sia l’occhio ad emettere un fascio di raggi visivi, illuminando la realtà e rendendo evidenti le cose.
Una teoria che potrebbe oggi essere considerata ingenua, ma che incoraggia una riflessione inedita sulla percezione: che sia lo sguardo a illuminare la realtà, a darle senso, e che la visione estetica sia un atto complesso che riconduce all’oggetto.
Un tentativo corale di concepire la superficie pittorica come elemento sensibile di mediazione tra uno spazio esterno che si offre allo sguardo e uno spazio interiore portatore di visioni e contenuti profondi.
Cinque diverse esperienze della visione, una comune attitudine alla profondità, in senso temporale e spaziale. Prodigiosamente, il singolo trascurabile oggetto, il frammento di un paesaggio, la segreta attrazione per un edificio trasfigurato da una lama di luce, si rivelano in tutta la loro ricchezza, assumendo nell’occhio di chi guarda, un rilievo inaspettato.
Lo sguardo non è mai solo un movimento dall’esterno verso l’interno; deve tramutarsi in visione; ciò che procede dall’esterno deve essere mediato dai contenuti interiori, incontrare un altro tipo di conoscenza.
Le opere in mostra, attraverso elaborazioni formali del tutto originali, amplificano la riflessione sulla rappresentazione della realtà e, pur nella completa libertà dell’intenzionalità artistica, attuano una sorta di armoniosa continuità con le ricerche estetiche del passato.
I cinque artisti coprono un arco generazionale che va dal 1940 al 1964 e vantano esperienze espositive in importanti strutture pubbliche e private in Italia e all’estero; il loro lavoro è stato analizzato da critici e studiosi che a vario titolo ne hanno approfondito i diversi aspetti.
16
maggio 2009
Lo sguardo e la visione
Dal 16 maggio al 14 giugno 2009
arte contemporanea
Location
PINACOTECA COMUNALE ANTONIO SAPONE DI GAETA
Gaeta, Via De Lieto, 2, (Latina)
Gaeta, Via De Lieto, 2, (Latina)
Orario di apertura
dal venerdì alla domenica, ore 18.00 – 22.00
Vernissage
16 Maggio 2009, ore 18.30
Autore
Curatore