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Lo spazio del sacro
La collettiva presenta opere provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private italiane e straniere di alcuni fra gli artisti della scena contemporanea internazionale che hanno maggiormente riflettuto sul tema del sacro
Comunicato stampa
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La Galleria Civica di Modena inaugura sabato 4 dicembre 2010 alle 18.00 alla Palazzina dei Giardini e a Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande a Modena, la mostra Lo spazio del sacro.
Organizzata e coprodotta dalla Galleria Civica di Modena, e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la collettiva presenta opere provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private italiane e straniere di alcuni fra gli artisti della scena contemporanea internazionale che hanno maggiormente riflettuto sul tema del sacro: Adel Abdessemed, Giovanni Anselmo, Kader Attia, Paolo Cavinato, Chen Zhen, Vittorio Corsini, Josep Ginestar, Anish Kapoor, Richard Long, Roberto Paci Dalò, Jaume Plensa, Wael Shawky.
Ogni opera occuperà in completa solitudine un ambiente della Galleria, da una parte accentuando il rapporto diretto, esclusivo, intimo che ciascuna di esse instaura con lo spettatore, dall’altra amplificando la propria capacità di entrare in relazione con gli spazi architettonici.
L’idea fondante della mostra risente molto delle parole di Mircea Eliade sul fatto che il sacro, nell’arte contemporanea, “è divenuto irriconoscibile; si è camuffato in forme, propositi e significati che sono apparentemente ‘profani’. Il sacro non è scontato, com’era per esempio nell’arte del Medioevo. Non si riconosce immediatamente e facilmente, perché non è più espresso attraverso il convenzionale linguaggio religioso”. Se queste sono le premesse teoriche relativamente all’arte contemporanea, i saggi di Michele Emmer, Vito Mancuso, Vincenzo Pace e Vincenzo Vitiello guideranno i lettori del catalogo verso una più ampia comprensione dei limiti, dei significati e delle possibilità che la parola ‘sacro’ ancora conserva ai nostri giorni.
“Non di rado – si legge nel testo in catalogo del curatore della mostra Marco Pierini – l’opera d’arte definisce con la sua mera presenza uno spazio di riguardo, inviolabile, sacro nell’accezione che rimanda direttamente all’etimologia della parola: circoscritto, ristretto, separato. La distanza che essa delimita – quand’anche non abbia a che vedere con una dimensione trascendente, o comunque ‘superiore’ – può essere sia puramente spaziale, fisica, sia temporale, sia culturale. In ogni caso, tuttavia, questa distanza rimarrà invariabilmente a segnare una straordinarietà, un’eccezionalità, una dimensione non ordinaria né quotidiana. Ma tale dimensione non è, contrariamente alle apparenze, avulsa dalla vita perché, anzi, alla sua forza attrattiva è quasi impossibile resistere, che sia fondata sull’incanto e la fascinazione oppure sul timore e l’inquietudine dell’ignoto. Limite e soglia, confine e passaggio, lo spazio sacro si costituisce sempre come rapporto – quando esclusivo e privato, quando collettivo e condiviso – tra mondi diversi e come invito per chi guardi a lasciarsi trasportare, ad affidarsi all’opera e sperimentare una sorta di estraniamento contemplativo o di empatetica immedesimazione”.
Con Lo spazio del sacro riaprirà al pubblico la Palazzina dei Giardini, a conclusione del secondo stralcio dei restauri curato dal Settore Lavori Pubblici del Comune di Modena che ha interessato gli interni dell’edificio, con il rinnovo degli impianti elettrici e termici alimentati a energia geotermica e che si concluderà con il recupero pittorico dei decori della cupola.
Modena, novembre 2010
Organizzata e coprodotta dalla Galleria Civica di Modena, e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la collettiva presenta opere provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private italiane e straniere di alcuni fra gli artisti della scena contemporanea internazionale che hanno maggiormente riflettuto sul tema del sacro: Adel Abdessemed, Giovanni Anselmo, Kader Attia, Paolo Cavinato, Chen Zhen, Vittorio Corsini, Josep Ginestar, Anish Kapoor, Richard Long, Roberto Paci Dalò, Jaume Plensa, Wael Shawky.
Ogni opera occuperà in completa solitudine un ambiente della Galleria, da una parte accentuando il rapporto diretto, esclusivo, intimo che ciascuna di esse instaura con lo spettatore, dall’altra amplificando la propria capacità di entrare in relazione con gli spazi architettonici.
L’idea fondante della mostra risente molto delle parole di Mircea Eliade sul fatto che il sacro, nell’arte contemporanea, “è divenuto irriconoscibile; si è camuffato in forme, propositi e significati che sono apparentemente ‘profani’. Il sacro non è scontato, com’era per esempio nell’arte del Medioevo. Non si riconosce immediatamente e facilmente, perché non è più espresso attraverso il convenzionale linguaggio religioso”. Se queste sono le premesse teoriche relativamente all’arte contemporanea, i saggi di Michele Emmer, Vito Mancuso, Vincenzo Pace e Vincenzo Vitiello guideranno i lettori del catalogo verso una più ampia comprensione dei limiti, dei significati e delle possibilità che la parola ‘sacro’ ancora conserva ai nostri giorni.
“Non di rado – si legge nel testo in catalogo del curatore della mostra Marco Pierini – l’opera d’arte definisce con la sua mera presenza uno spazio di riguardo, inviolabile, sacro nell’accezione che rimanda direttamente all’etimologia della parola: circoscritto, ristretto, separato. La distanza che essa delimita – quand’anche non abbia a che vedere con una dimensione trascendente, o comunque ‘superiore’ – può essere sia puramente spaziale, fisica, sia temporale, sia culturale. In ogni caso, tuttavia, questa distanza rimarrà invariabilmente a segnare una straordinarietà, un’eccezionalità, una dimensione non ordinaria né quotidiana. Ma tale dimensione non è, contrariamente alle apparenze, avulsa dalla vita perché, anzi, alla sua forza attrattiva è quasi impossibile resistere, che sia fondata sull’incanto e la fascinazione oppure sul timore e l’inquietudine dell’ignoto. Limite e soglia, confine e passaggio, lo spazio sacro si costituisce sempre come rapporto – quando esclusivo e privato, quando collettivo e condiviso – tra mondi diversi e come invito per chi guardi a lasciarsi trasportare, ad affidarsi all’opera e sperimentare una sorta di estraniamento contemplativo o di empatetica immedesimazione”.
Con Lo spazio del sacro riaprirà al pubblico la Palazzina dei Giardini, a conclusione del secondo stralcio dei restauri curato dal Settore Lavori Pubblici del Comune di Modena che ha interessato gli interni dell’edificio, con il rinnovo degli impianti elettrici e termici alimentati a energia geotermica e che si concluderà con il recupero pittorico dei decori della cupola.
Modena, novembre 2010
04
dicembre 2010
Lo spazio del sacro
Dal 04 dicembre 2010 al 06 marzo 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA CIVICA DI MODENA – PALAZZO SANTA MARGHERITA
Modena, Corso Canalgrande, 103, (Modena)
Modena, Corso Canalgrande, 103, (Modena)
Orario di apertura
martedì - venerdì 10.30 - 13.00; 15.00 - 18.00
sabato domenica e festivi 10.30 – 19.00
lunedì chiuso
25 e 26 dicembre 2010, 1 gennaio 2011, 15.00-19.00
Vernissage
4 Dicembre 2010, ore 18
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore