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Lo spazio di via nuova dialoga con loro da quasi due anni e quattro mesi
Questa mostra mette in evidenza il lavoro di tre giovani artiste straniere che si sono formate a Firenze. Le opere indagano la mutevolezza di interpretazione dello sguardo sul mondo. Una cosa, solo per il modo o istante in cui è vista, può apparire totalmente diversa da ciò che è o da ciò che pensavamo che fosse. Proprio nell’indagare lo spazio che intercorre tra queste due ultime possibilità di aspettativa o prospettiva si sviluppano i lavori delle tre giovani artiste.
Comunicato stampa
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StARTpoint/Accademia in mostra
VIANUOVA
Arte contemporanea
“Lo spazio di via nuova dialoga con loro da quasi due anni e quattro mesi”
mostra con Yuki Ichihashi, Olga Pavlenko, Irina Kholodnaya
opere "da La distanza è una finzione": Mandla Reuter, Paolo Parisi, Ian Kiaer, Nedko Solakov, Enrico Vezzi, Rossella Biscotti, Marco Raparelli, Aurelien Froment
progetto a cura di Lorenzo Bruni
inaugurazione lunedì 31 maggio alle ore 18 in via Borgo Ognissanti n.1 rosso, Firenze.
Nello spazio di VIa Nuova in Borgo ognisanti 48 rosso, Firenze è ancora possibile vedere la mostra "Sul disegnare".
Questa mostra mette in evidenza il lavoro di tre giovani artiste straniere che si sono formate a Firenze. Le opere indagano la mutevolezza di interpretazione dello sguardo sul mondo. Una cosa, solo per il modo o istante in cui è vista, può apparire totalmente diversa da ciò che è o da ciò che pensavamo che fosse. Proprio nell’indagare lo spazio che intercorre tra queste due ultime possibilità di aspettativa o prospettiva si sviluppano i lavori delle tre giovani artiste.
Olga Pavlenko realizza per l’occasione l’opera “Magia”, composta da un video e una foto. Si tratta di un’associazione di due opere autonome, ma che in questo caso rappresentano due facce della stessa medaglia. La medaglia in questione è la temporalità dello scatto fotografico, con il quale si preserva un attimo preciso della vita. Questo attimo può essere sacralizzato fino alle estreme conseguenze visualizzando il rito dei soggetti della foto prima della foto stessa, oppure desacralizzato mettendo in evidenza il mezzo stesso che permette di immortalare la realtà e che in questo caso, la macchina fotografica, nega addirittura la vista della ragazza che la utilizza. Queste due immagini sono due tentativi di dare corpo a due soggetti complementari e non necessariamente consequenziali: il gruppo di famiglia oggetto della foto ma ci rimane nascosta la foto stessa e il suo “autore”, la persona che sta realizzando la foto pur rimanendoci nascosto il motivo che la ha attratta. Questa dualità assomiglia in qualche modo alle icone dove il dio guarda le persone dall'alto con la prospettiva ribaltata. Irina Kholodnaya presenta l’opera “dots cycles. TRIPTICH” che consiste in tre stoffe nere che portano su di loro un codice o un messaggio in codice realizzato con cerchi delle stesse dimensioni ma di colori differenti. Le tre strisce nere, “lenzuoli/stendardi/sindone”, occupano lo spazio della scatola architettonica e ne permettono la misurazione a chi la percorre. Il suo lavoro si fonda sui codici dell’arte minimalista e dell’astrazione geometrica, ma riletti attraverso una forte carica di esperienza personale e dell’interazione con gli usi e i costumi della nostra società. Infatti, questo lavoro è dedicato alla memoria dei tre nonni. TRE=nome numerale composto di due e uno. TRITTICO=piegato in tre. CICLO=serie di anni, finita la quale si comincia a contare di nuovo. Il lavoro dell'artista è basato sul codice binario, sul senso geometrico del reale e, dulcis in fundo, sulla matematica ma comprendere se ci sono delle regole che regolano gli affetti e i sentimenti positivi per luoghi e persone. Yuki Ichihashi lavora sempre sul sorprendersi nello scoprire le cose del reale come per la prima volta. Il video “hotel italia ailati letoh” presenta l’immagine semplice di un palazzo storico. L’audio rimanda a un momento di festa dove il brusio del chiacchiericcio di fondo è dominato dal continuo reiterarsi del tittinnio dei bicchieri che si incontrano. L’immagine però, sempre la stessa, del palazzo con il cielo nel momento del tramonto risulta strana fino a rivelarsi essere non l’immagine ma la sua riflessione sull’acqua. Il fiume Arno è sempre lo stesso e sempre diverso da secoli, proprio come accade per il contenuto dell’albergo in cui tutti i giorni arrivano e partono degli esseri umani. L’opera “sinfonia degli elementi” un’istallazione fotografica ispirata alla situazione espositiva dei due ritratti di Federico da Montefeltro e della consorte agli Uffizi, ma dove i due coniugi sono sostituiti da un'immagine che mostra una città vista dall'alto, sotto un manto di nubi sparse come piccole isole, mentre l'altra immagine mostra una vasca di pesci. E’ una meditazione approssimativa e sintetica sull'aggregarsi e disperdersi dei fenomeni naturali.
La riflessione sul potere dello sguardo di creare una possibilità di immaginare e creare il reale e non solo di analizzarlo, da parte tre giovani artiste dell’Accademia di Firenze, in questo caso si confronta con lo spazio fisico di VIANUOVA arte contemporanea in Borgo Ognisanti e con le opere degli artisti che hanno partecipato al progetto internazionale del ciclo di mostre “La distanza è una finzione, 2005/2009” a cura di Lorenzo Bruni. VIANUOVA arte contemporanea, fondato da Fabrizio Guidi Bruscoli e da Roberto Gazulli e con la direzione artistica di Lorenzo Bruni, ha invitato artisti internazionali di differenti generazioni e nazionalità a riflettere in sette mostre collettive sul concetto di eredità del modernismo e su cosa intendiamo adesso per “rappresentazione” con opere che chimavano sempre in causa lo spettatore. Gli artisti coinvolti in tre anni vanno da Nedko Solakov a Iann Kiaer, da Martin Creed a Mark Manders, da Paolo Parisi a Dimtry Gutov, da Marco Raparelli a Koo jeong-a, da Rossella Biscotti a Carsten Nicolai, da Pawel Althamer a Mario Airo, da Marinella Senatore a Jason Dodge.
VIANUOVA
Arte contemporanea
“Lo spazio di via nuova dialoga con loro da quasi due anni e quattro mesi”
mostra con Yuki Ichihashi, Olga Pavlenko, Irina Kholodnaya
opere "da La distanza è una finzione": Mandla Reuter, Paolo Parisi, Ian Kiaer, Nedko Solakov, Enrico Vezzi, Rossella Biscotti, Marco Raparelli, Aurelien Froment
progetto a cura di Lorenzo Bruni
inaugurazione lunedì 31 maggio alle ore 18 in via Borgo Ognissanti n.1 rosso, Firenze.
Nello spazio di VIa Nuova in Borgo ognisanti 48 rosso, Firenze è ancora possibile vedere la mostra "Sul disegnare".
Questa mostra mette in evidenza il lavoro di tre giovani artiste straniere che si sono formate a Firenze. Le opere indagano la mutevolezza di interpretazione dello sguardo sul mondo. Una cosa, solo per il modo o istante in cui è vista, può apparire totalmente diversa da ciò che è o da ciò che pensavamo che fosse. Proprio nell’indagare lo spazio che intercorre tra queste due ultime possibilità di aspettativa o prospettiva si sviluppano i lavori delle tre giovani artiste.
Olga Pavlenko realizza per l’occasione l’opera “Magia”, composta da un video e una foto. Si tratta di un’associazione di due opere autonome, ma che in questo caso rappresentano due facce della stessa medaglia. La medaglia in questione è la temporalità dello scatto fotografico, con il quale si preserva un attimo preciso della vita. Questo attimo può essere sacralizzato fino alle estreme conseguenze visualizzando il rito dei soggetti della foto prima della foto stessa, oppure desacralizzato mettendo in evidenza il mezzo stesso che permette di immortalare la realtà e che in questo caso, la macchina fotografica, nega addirittura la vista della ragazza che la utilizza. Queste due immagini sono due tentativi di dare corpo a due soggetti complementari e non necessariamente consequenziali: il gruppo di famiglia oggetto della foto ma ci rimane nascosta la foto stessa e il suo “autore”, la persona che sta realizzando la foto pur rimanendoci nascosto il motivo che la ha attratta. Questa dualità assomiglia in qualche modo alle icone dove il dio guarda le persone dall'alto con la prospettiva ribaltata. Irina Kholodnaya presenta l’opera “dots cycles. TRIPTICH” che consiste in tre stoffe nere che portano su di loro un codice o un messaggio in codice realizzato con cerchi delle stesse dimensioni ma di colori differenti. Le tre strisce nere, “lenzuoli/stendardi/sindone”, occupano lo spazio della scatola architettonica e ne permettono la misurazione a chi la percorre. Il suo lavoro si fonda sui codici dell’arte minimalista e dell’astrazione geometrica, ma riletti attraverso una forte carica di esperienza personale e dell’interazione con gli usi e i costumi della nostra società. Infatti, questo lavoro è dedicato alla memoria dei tre nonni. TRE=nome numerale composto di due e uno. TRITTICO=piegato in tre. CICLO=serie di anni, finita la quale si comincia a contare di nuovo. Il lavoro dell'artista è basato sul codice binario, sul senso geometrico del reale e, dulcis in fundo, sulla matematica ma comprendere se ci sono delle regole che regolano gli affetti e i sentimenti positivi per luoghi e persone. Yuki Ichihashi lavora sempre sul sorprendersi nello scoprire le cose del reale come per la prima volta. Il video “hotel italia ailati letoh” presenta l’immagine semplice di un palazzo storico. L’audio rimanda a un momento di festa dove il brusio del chiacchiericcio di fondo è dominato dal continuo reiterarsi del tittinnio dei bicchieri che si incontrano. L’immagine però, sempre la stessa, del palazzo con il cielo nel momento del tramonto risulta strana fino a rivelarsi essere non l’immagine ma la sua riflessione sull’acqua. Il fiume Arno è sempre lo stesso e sempre diverso da secoli, proprio come accade per il contenuto dell’albergo in cui tutti i giorni arrivano e partono degli esseri umani. L’opera “sinfonia degli elementi” un’istallazione fotografica ispirata alla situazione espositiva dei due ritratti di Federico da Montefeltro e della consorte agli Uffizi, ma dove i due coniugi sono sostituiti da un'immagine che mostra una città vista dall'alto, sotto un manto di nubi sparse come piccole isole, mentre l'altra immagine mostra una vasca di pesci. E’ una meditazione approssimativa e sintetica sull'aggregarsi e disperdersi dei fenomeni naturali.
La riflessione sul potere dello sguardo di creare una possibilità di immaginare e creare il reale e non solo di analizzarlo, da parte tre giovani artiste dell’Accademia di Firenze, in questo caso si confronta con lo spazio fisico di VIANUOVA arte contemporanea in Borgo Ognisanti e con le opere degli artisti che hanno partecipato al progetto internazionale del ciclo di mostre “La distanza è una finzione, 2005/2009” a cura di Lorenzo Bruni. VIANUOVA arte contemporanea, fondato da Fabrizio Guidi Bruscoli e da Roberto Gazulli e con la direzione artistica di Lorenzo Bruni, ha invitato artisti internazionali di differenti generazioni e nazionalità a riflettere in sette mostre collettive sul concetto di eredità del modernismo e su cosa intendiamo adesso per “rappresentazione” con opere che chimavano sempre in causa lo spettatore. Gli artisti coinvolti in tre anni vanno da Nedko Solakov a Iann Kiaer, da Martin Creed a Mark Manders, da Paolo Parisi a Dimtry Gutov, da Marco Raparelli a Koo jeong-a, da Rossella Biscotti a Carsten Nicolai, da Pawel Althamer a Mario Airo, da Marinella Senatore a Jason Dodge.
31
maggio 2010
Lo spazio di via nuova dialoga con loro da quasi due anni e quattro mesi
Dal 31 maggio al 28 giugno 2010
arte contemporanea
Location
VIANUOVA ARTE CONTEMPORANEA
Firenze, Via Del Porcellana, 1r, (Firenze)
Firenze, Via Del Porcellana, 1r, (Firenze)
Orario di apertura
ore 16-20 o su appuntamento
Vernissage
31 Maggio 2010, ore 18
Autore
Curatore